Le paure e le speranze dei robot

di Maria Mezzetti ♦ Marco Bentivogli  e Luciano Floridi alla Microsoft House. Dialogo a due voci sul futuro del lavoro, le incertezze del cambiamento e le insufficienze della politica nell’era di internet e dell’ Intelligenza Artificiale

Il lavoro non va visto come una torta da spartirsi, con il rischio che qualcuno ne porti via una fetta a qualcun altro. La quantità di lavoro, invece, può crescere sempre, anche esiste un livello di fattibilità economica oltre il quale non ha senso lavorare. È una questione di scelta e convenienza: l’intelligenza artificiale e i robot spostano in avanti quella soglia di convenienza. Ciò che fa paura è la velocità con cui tutto ciò sta avvenendo di fronte a una generale incapacità di reagire e di cogliere le opportunità che queste innovazioni tecnologiche possono portare nel mondo del lavoro.

Marco BentivogliLuciano Floridi, in un incontro alla Microsoft House, hanno commentato lo status quo italiano, e lanciato appelli per il cambiamento. Il primo è segretario generale della Fim (i metalmeccanici della Cisl) e portatore di una visione progressista delle tecnologie in fabbrica. Il secondo è un filosofo, docente a Oxford, tra i massimi studiosi mondiali dell’Intelligenza Artificiale e delle sue implicazioni etiche e sociali. Bentivogli e Floridi auspicano una nuova stagione, nell’ambito della quale la tecnologia venga affrontata con capacità, visione, e realismo. Una nuova stagione nel corso della quale una resilienza civica prenda il posto dell’ignoranza, generando una nuova élite che sappia parlare ai più, senza chiudersi in sé stessa.







Al momento, invece, vige la paura del cambiamento, nonostante gli slogan dell’attuale governo. Timori e preoccupazioni vengono agitati, incentivati e strumentalizzati, costruendo così ostacoli alla resilienza e alla crescita civile, economica, sociale e culturale. La politica sembra interessata solo a cavalcare i malumori delle piazze, facendo da eco a focolai di isteria collettiva invece che rispondere con una visione di lungo termine. Il sequestro delle coscienze da parte di chi vuole fare credere che il mondo finirà domani se non si fa come dice lui, porta a una generale perdita di senso della realtà. I movimenti populisti sono campioni nel lanciare messaggi allarmistici via social, facendo leva sulle frustrazioni di quella vasta parte di popolazione che vorrebbe di più di ciò che ha, radicalizzandola. Ma l’Italia resterebbe comunque un Paese migliore di quanto qualcuno non voglia far credere.

 

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Marco Bentivogli, Segretario-Generale Fim Cisl

La tecnologia: diffidenza e paranoia sono pericolose

D. Da luogo virtuale dove idee e pensieri potessero circolare liberamente, oggi, sotto l’ombra delle fake news, Internet e, in generale il digitale, suscitano diffidenza. Intelligenza artificiale e robotica sono accusati di rubare lavoro e democrazia. È così?

Floridi

Una volta si pensava che Internet fosse la grande promessa. C’è stato un generale invaghimento e ottimismo esagerato. Vediamo che da una ventina le cose vanno in modo diverso. Il punto però non è che si sia sbagliato allora. Manca oggi la speranza. C’è molto interesse (economico, privato) e poca speranza. Le tecnologie danno più speranza di miglioramenti, servizi migliori, facilità di interazione. Si pensa che la tecnologia distrugga tutto e porti via lavoro. Quando qualcuno vuole credere a qualcosa è difficile fargli cambiare idea. Il lavoro non è una torta, è potenzialmente infinito. L’intelligenza artificiale sposta la soglia di fattibilità oltre la quale non vale più in termini economici non conviene più lavorare.

 

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Al lavoro con un robot collaborativo
Bentivogli

La tecnologia porta con sé i valori di chi la progetta. Le sue finalità dipendono da chi ne imposta le architetture. I cambiamenti che portano possono rappresentare una grande occasione per l’umanità. Le tecnologie sono legate all’umanizzazione del lavoro, sostituendo soprattutto le occupazioni senza coinvolgimento cognitivo. Mansioni seriali, faticosi e gravosi possono essere svolti da “altri”, dando spazio ad attività in cui l’umano è imbattibile. Non è vero che il robot porta via il lavoro, impoverendo le persone. L’intelligenza artificiale non sostituisce quella umana. Semmai sostituisce la ripetitività del lavoro, favorendo ingaggi di tipo cognitivo, che a loro volta richiedono più competenze. Quando arriva una nuova tecnologia di per sé cancella alcuni lavori e l’intervallo di tempo tra quel nuovo “arrivo” e la costruzione di nuove professionalità è tanto più breve quanto il Paese si è preparato prima. Altri Stati si stanno preparando da tempo. L’Italia meno.

 

Luciano Floridi, filosofo, docente a Oxford, tra i massimi studiosi mondiali dell’Intelligenza Artificiale

 

D. L’attuale Governo ha fatto del cambiamento la sua bandiera: ma che cambiamento è? E l’ascesa dei populisti ha radicalizzato la contrapposizione fra massa ed élite?

Bentivogli

Non vedo questo scontro tra massa ed élite. Per me l’idea di popolo non esiste. Lo si evoca per giustificare la posizione di una fetta urlante, minoranze che diventano maggioranze per l’arretramento della partecipazione degli altri. Il punto è ricostruire un’élite con visone di almeno 30 anni, altrimenti è inutile, dannoso e inefficace. La politica sta morendo di breve termine, non si va oltre le scadenze elettorali. Quando delle falsità diventano realtà inossidabili vuol dire che si radicano su un’ignoranza diffusa. In tutto questo il mondo dell’informazione ha responsabilità importanti. Bisogna valorizzare l’Italia solida e seria, quella che continua a combattere. C’è un paese molto più bello che è stato schiacciato. La cultura delle cattive notizie e del nemico ha contagiato e prevalso. Sovranismo e populismo si battono con la partecipazione. Occorre una nuova offerta politica, partendo dalle università, dalle imprese, che sia in grado di sollecitare una domanda intelligente.

 

Matteo Salvini( Photo by Niccolò Caranti )
Floridi

Avere una visione, o un progetto umano, implica una prospettiva lunga. La politica oggi non può sopravvivere all’assenza dell’emergenza, all’idea del “subito ora e adesso”. O c’è o altrimenti la crea. Da qui l’origine di Brexit o del problema immigrazione. La dialettica è così giustificata dai tempi serrati. La rottura di questo meccanismo dovrebbe arrivare da una formazione esterna. Non si può fare politica all’interno della politica ma dev’essere fatta all’esterno. È la premessa per la creazione di una nuova classe dirigente. Ci vogliono anni. Applichiamo la resilienza civica: intellettuali, professori e protagonisti del mondo dell’informazione hanno enormi responsabilità. Dopo grandi accadimenti come la fine dell’apartheid o dell’Urss, quest’élite si è “rilassata”, ha abbassato la guardia, forte anche dell’arroganza secondo cui basta spiegare le cose e poi basta. Come dire che l’enunciazione della situazione è sufficiente alla sua accettazione. Non è così.

D.L’Italia in ostaggio del breve termine e di una politica miope. Come uscirne?

Floridi

Ci vogliono poche ma buone idee e dette bene. C’è bisogno di retorica. Quella buona. Le buone idee altrimenti da sole non bastano. Pensare che le cose cambiano semplicemente facendo lavori accademici da intellettuali, senza aver capito che bisogna anche saper parlare con le persone, tutte, dicendo loro la verità. Gli allarmismi sono inutili. L’Italia è un Paese sano, dove, il 10% della popolazione è impegnata in attività di volontariato. Allora perché si è creato questo divario tra chi dona così tanta generosità e la politica? Perché quest’ultima è lontana. La formazione e l’informazione da sole non bastano. Bisogna tornare nel mondo vero, bello o brutto che sia, e smettere di eccedere di “intellettualismo”. Il percorso è lungo, ma va fatto.

 

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump
Bentivogli

Chi ha il compito di analizzare la realtà non ha il permesso di mentire. Bisogna dire le cose come stanno, anche a costo di prendersi qualche fischio. La storia che siamo in piena deriva di impoverimento è falsa. Non è che non ci siano poveri, ma su 10 che si dichiarano indigenti, solo 4 lo sono veramente. Quando si acquisisce un livello di benessere, che cresce costantemente, si considera come diritto acquisito un benessere raggiunto. Se questo non progredisce, le persone si sentono povere. Gli operai dell’auto americana sono i più pagati degli Stati Uniti. Quando si è interrotta la loro progressione salariale, pur essendo il pezzo più ricco dei “blu collar” americani, si sono sentiti poveri. Ecco perché hanno votato Trump e quindi la via populista. Analisi false sono concime ideale per la cultura del nemico. Bisogna invece ripartire dai legami, alzando la domanda politica, senza smettere di essere esigenti.














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