“La rivoluzione 4.0: innovazione e competitività”: best practice a confronto a Torino

Convegno Torino

Tenere alta l’attenzione sul fare “cultura dell’innovazione”. Questa la finalità del convegno svoltosi presso il Centro Congressi Unione Industriale Torino, promosso dal Digital Innovation Hub Piemonte, l’Unione Industriale di Torino, unitamente al Club Dirigenti Tecnici

L’intenzione primaria è stata quella, nell’ambito delle attività di “Officina 4.0” – sigla che raccoglie i programmi formativi e informativi dell’Unione Industriale – di sensibilizzare le pmi, promuovendo percorsi innovativi in ambito di processo e di prodotto, per favorire la competitività e nuove occasioni di business, ponendo le basi per la ripresa.

Dopo il saluto affidato al Presidente Dario Gallina, che ha dedicato il suo mandato a queste tematiche, sono seguiti gli interventi “tecnici” di Franco Deregibus che guida il Dih Piemonte e di Gianfranco Carbonato, presidente di Prima Industrie che è uno degli esempi più illustri di azienda-pivot che ha affrontato la sfida dell’innovazione. Deregibus si è soffermato in particolare sul tema delle competenze da sviluppare e del miglioramento dei processi interni, perchè non si possono digitalizzare processi che non sono funzionali. Il DIH Piemonte, nato come polo di conoscenza e di supporto nell’azione di accompagnamento delle aziende in questo cambio di paradigma, interviene non solo nella valutazione delle necessità tecnologiche delle aziende ma anche nell’analisi dei suoi fabbisogni presenti e futuri in ottica digitale.







 

L’intervento di Franco Deregibus, alla guida del Dih Piemonte

 

Gianfranco Carbonato ha sottolineato come in questi ultimi 50 anni l’impatto delle tecnologie (e della globalizzazione) sulle imprese sia stato dirompente. «Nei prossimi 50 anni,- ha detto Carbonato – questo cambio di paradigma, definito “evoluzione” più che “rivoluzione”, sarà esponenziale. Sensori, big data, intelligenza artificiale, robot collaborativi, bitcoin, auto a guida autonoma, internet delle cose: queste sono le nuove frontiere della tecnologia oggi. E’ un business per pochi global players ma necessita di filiere specializzate: c’è ampio spazio per pmi innovative e startup. I settori di punta del nostro territorio (IT, Automotive, Aerospace, Robotica e Servizi) potranno crescere ed essere sempre più competitivi se sapranno sfruttare i vantaggi della digitalizzazione. »

Giuseppe Berta ha dedicato il suo intervento a inquadrare il ruolo dell’Italia nel contesto globale, nell’analisi degli aspetti socio-culturali che, associati alle cause ataviche di ritardo (ad esempio infrastrutture, burocrazia e giustizia), ne frenano la crescita e bloccano energia e creatività. Il sistema delle imprese italiane sta attraversando un periodo di transizione:« dallo scenario precedente, polarizzato intorno a poche grandi imprese pubbliche e private, dagli anni 90 ad oggi siamo giunti ad una larghissima base di piccole e micro imprese. Il settore veramente dinamico della nostra impresa è rappresentato oggi dalla fascia centrale costituita da aziende di medie dimensioni, situate nel nord, che hanno proiezione internazionale, e che simboleggiano il forte squilibrio tra territorio. – ha detto Berto – La rivoluzione del digitale sarà veramente riuscita solo se permetterà la crescita numerica del gruppo di soggetti d’impresa capaci di cavalcare l’innovazione, di modernizzarsi, innovare ed espandersi sui mercati internazionali, irrobustendo il profilo del capitalismo imprenditoriale italiano.»

 

tavola rotonda Rivoluzione 4.0
La tavola rotonda conclusiva del convegno

A seguire il vicepresidente di Piccola Industria di Confindustria Giorgio Possio ha illustrato l’approccio “lean” nell’applicazione delle nuove tecnologie, per ottimizzare i processi e promuovere il miglioramento continuo. «Il Giappone dove il lean è nato ha dato vita ad un modello ideale per questa questa trasformazione: si parte da bassi costi, da progetti pilota limitati e dalla creazione di uno schema adattabile a diverse situazioni. – detto Possio – Le opportunità che si creano dalla fusione di lean e digital sono molteplici: la digitalizzazione accorcia i tempi del flusso della supply chain e potenzia i processi in azienda. Questi strumenti sono a disposizione di tutte le PMI, attraverso l’implementazione tecnologica e la formazione guidata dall’imprenditore e dal top management e diffuso a tutti i lavoratori.»

Per completare il quadro, è stata presentata una case history di successo. Pmi specializzata nella progettazione di nuove applicazioni meccatroniche in campo sensoristico ferroviario, la LCA Ballauri di Grugliasco ha illustrato il suo piano di sviluppo in chiave 4.0. Partita con la proiezione di proiettori cinematografici, l’azienda si è riconvertita nel tempo, dimostrando grande capacità di adattamento ai mercati internazionali più innovativi, che oggi assorbono l’80% dei suoi prodotti all’avanguardia. Investe in ricerca e sviluppo circa l‘8/10% del suo fatturato annuo e ha in essere un’importante collaborazione con il Politecnico di Torino.

Ha chiuso l’evento un tavola rotonda dedicata ai temi-chiave del lavoro e della formazione, moderata da Filomena Greco del Sole 24 Ore con Franco Deregibus, Giorgio Vernoni, ricercatore Centro Einaudi e Osservatorio 21, Riccardo Rosi, vicedirettore dell’Unione Industriale e AD Skillab, e Stefano Re Fiorentin, Club Dirigenti Tecnici UI.














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