La qualità che rende competitivo il manufatturiero

Interno di un mobilificio
Interno di un mobilificio

di Bruna Rossi ♦ Come la nuova norma di certificazione qualità ISO 9001:2015 può servire alle aziende per affrontare il percorso verso l’efficienza e l’innovazione. L’esperienza del gruppo di lavoro Qualità e Competitività di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza

La qualità in fabbrica è un plus che può snellire e rendere più efficienti i processi produttivi e generare risparmio e le PMIcitaliane ne sono ben consapevoli, visto che, secondo i dati ufficiali al 2015   sono oltre 130mila in Italia le aziende di qualità. L’Italia è sul primo gradino assoluto del podio in un contesto globale, costituendo circa il 13% del milione abbondante delle aziende che in tutto il mondo hanno ricevuto una certificazione Iso 9001, con il bollino che lo attesta a norma di legge. Ad avere la maggior fetta di aziende certificate nel mondo è l’Europa (con il 42,5%) seguita dall’Asi, costa del Pacifico (al 40,9%). Il Nord America ha solo il 4,5% della popolazione mondiale di queste imprese certificate ed è superata anche dal Sud e Centro America (4,8%). In Europa l’Italia distacca di gran lunga la seconda classificata, la Germania, che conta 53mila aziende certificate Iso 9001 – meno della metà di quelle nostrane; il Regno Unito è a quota 40mila, la Francia a 27mila.







Quindi negli stabilimenti, nelle fabbriche, sulle linee di produzione e in ogni altro aspetto della gestione industriale, la qualità in Italia è sempre più pervasiva. La normativa che la disciplina esiste da 25 anni ed è articolata in una norma generale di indirizzo, la Iso 9000, e in alcune norme e linee guida secondarie più di dettaglio, di cui la 9001 è l’unica che viene certificata presso le aziende. Nel 2015 l’impianto normativo ha subito una importante revisione (vedi l’ articolo su Industria Italiana dell’ esperta Erika Leonardi), qui ci occupiamo della sua applicazione sul campo .

 ISO 9001: 2015 , una norma non prescrittiva

“Non sono poche le novità portate dalla nuova edizione della norma, peraltro frutto di un lungo iter di messa a punto e affinamento a livello internazionale – dice a Industria Italiana Massimo Manelli, vice Direttore Generale Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza. – Nella nuova versione si introduce un approccio non più prescrittivo, ma prestazionale: ogni impresa ha un’ampia discrezionalità nello scegliere le modalità concrete per dare attuazione ai requisiti richiesti, anche in termini di documentazione della Qualità. Per le imprese italiane questa nuova edizione della norma rappresenta un’occasione da non perdere di evoluzione e ammodernamento organizzativo, nonché di miglioramento dei fattori di competitività. Essa pone però la necessità – proprio perché innovativa e per l’ ampio grado libertà applicativa che lascia – che le imprese vengano affiancate e supportate efficacemente ai fini di un’attuazione ottimale dei nuovi requisiti: proprio questo sarà tra gli impegni principali di Assolombarda adesso e nei prossimi anni”.

Vediamo innanzitutto, brevemente, quali sono le novità introdotte. “All’impresa è innanzitutto richiesto di uscire dai suoi confini e di condurre un’analisi del contesto organizzativo – spiega Manelli – nei suoi fattori non solo interni ma anche e soprattutto esterni (inclusi perciò aspetti economici, sociali, legali, tecnologici, culturali)”. L’impresa è dunque chiamata a cogliere anche i segnali più deboli dell’ambiente in cui opera e ad anticipare i cambiamenti: non può focalizzarsi solo sui propri clienti, ma deve porre attenzione ai bisogni e alle aspettative di tutte le parti interessate, dai dipendenti, ai fornitori, agli azionisti, ai sindacati e alla collettività.

Massimo Manelli, vice direttore Assolombarda confindustria Milano Monza e Brianza
Massimo Manelli, vice direttore Assolombarda confindustria Milano Monza e Brianza

“Il requisito forse più innovativo – precisa Manelli – è il risk-based thinking, strettamente collegato con i due punti precedenti. Infatti, dall’analisi del contesto organizzativo e delle esigenze delle parti interessate scaturisce il corretto quadro di riferimento per valutare i rischi”. I rischi da individuare e gestire non sono solo quelli relativi alle attività operative (ad esempio riferiti alla sicurezza e all’ambiente), ma anche quelli relativi al business e quelli di carattere strategico. Ed è evidente che da questa metodologia possano derivare anche nuove opportunità di innovazione e sviluppo.

Gestire la libertà

Proprio per il carattere non prescrittivo della nuova norma, agli imprenditori  è data grande libertà nell’attuazione, e questa può essere un’arma a doppio taglio, se non correttamente gestita. A tal proposito, Assolombarda sottolinea il suo impegno nella diffusione di questa cultura della qualità. In che modo è lo stesso Manelli a raccontarlo a Industria Italiana. “Partirei dal concetto stesso di qualità e dalla sua evoluzione negli anni – dice Manelli – Il punto di partenza è stato il controllo della Qualità sul processo produttivo nelle fabbriche : un aspetto tecnico affidato a tecnici. Si sono successivamente sviluppati i sistemi di garanzia della Qualità, con un allargamento dell’ottica precedente, per approdare poi a un concetto di eccellenza. Eccellenza significa soddisfare e fidelizzare i clienti (ma anche tutte le altre “parti interessate ” dell’impresa), tramite un continuo sforzo di miglioramento di tutte le attività aziendali, a sua volta reso possibile dalla misurazione e dall’ottimizzazione dei processi e dal coinvolgimento di tutte le risorse umane. Nella moderna gestione della Qualità tutte le aree dell’organizzazione sono coinvolte e devono interagire”.

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La certificazione come strumento di efficientamento delle linee di produzione e della struttura organizzativa

Quindi nella sua accezione moderna la Qualità è qualcosa intorno a cui pianificare, quindi dare attuazione a quanto pianificato, e infine controllare. “Sarebbe un errore pensare solo al controllo, ancor peggio in chiave punitiva – chiosa Manelli – il controllo, quando nasce dalla pianificazione, indirizza verso il miglioramento; anche un errore diventa una opportunità di cui fare tesoro, in modo da procedere verso mete più elevate. Ne consegue un corollario: più che di Responsabile Qualità, si dovrebbe parlare di Quality Manager: vale a dire un soggetto che coordina gli sforzi di ogni area dell’impresa nella direzione dell’eccellenza. Non si tratta quindi di un tecnico, ma appunto di un manager, che in quanto tale deve saper guidare le persone, in pieno accordo e con il sostegno dei vertici dell’azienda”.

Il supporto di Assolombarda

A fronte di questi sviluppi inerenti la Qualità, Assolombarda ha via via affinato una serie di attività di sensibilizzazione e assistenza alle imprese associate: da un lato, organizzando una nutrita serie di incontri informativi e di aggiornamento, dall’altro proponendo, tramite il Consorzio Qualità – la cui eredità è stata raccolta nel 2015 dal gruppo di lavoro Qualità e Competitività, coordinato da Marzio Dal Cin, amministratore delegato dell’azienda Dal Cin Gildo SpA – una molteplicità di iniziative e servizi a carattere spiccatamente operativo e indirizzati in particolare alle PMI. “In particolare – racconta Manelli – è stata sviluppata tramite il Consorzio un’ampia collana di manuali e guide che hanno toccato tantissimi argomenti cruciali per la competitività delle imprese: dalla soddisfazione dei clienti alla gestione per processi; dalla gestione integrata “Qualità-Ambiente” alle modalità per la creazione di un gruppo di lavoro vincente; dalla valorizzazione delle persone all’impresa cosiddetta snella, fino alle modalità per comunicare efficacemente all’interno e all’esterno delle aziende”.

Risk management
Il requisito forse più innovativo è il risk-based thinking

Assolombarda sottolinea di aver condotto negli anni una capillare attività di formazione sui vari temi della Qualità, che ha coinvolto centinaia di imprese. Inoltre sono stati messi a punto diversi servizi specifici: in primo luogo, per garantire supporto alle imprese ai fini dell’ottenimento/mantenimento della certificazione ed in secondo luogo, per dare seguito operativo a diversi aspetti affrontati con le iniziative editoriali (sui sistemi di gestione integrata, sulla lean organization e sulla customer satisfaction). Sono state infine più volte allestite iniziative di coinvolgimento degli imprenditori con obiettivi di benchmarking. Un ecosistema complesso al servizio delle imprese del territorio finalizzato alla diffusione di una cultura dell’eccellenza, l’unica che può portare a un corretto recepimento della nuova norma sulla qualità in azienda.

Rapporto Costi/benefici della qualità

Quanto costa la qualità in azienda? E quanto rende in termini di benefici per le manifatture italiane? Industria Italiana lo ha chiesto a Marzio Dal Cin, che da 70 anni produce con la sua Dal Cin Gildo SpA prodotti ausiliari per l’industria enologica e delle bevande e che con la sua azienda nel 1997 ha completato il percorso certificativo per primo nel suo settore merceologico.

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Marzio Dal Cin, amministratore delegato dell’azienda Dal Cin Gildo SpA e coordinatore gruppo di lavoro Qualità e Competitività

“La certificazione può creare un vantaggio di tipo reputazionale, ma è soprattutto uno strumento di efficientamento delle linee di produzione e della struttura organizzativa, nonché di razionalizzazione dei costi”, esordisce Dal Cin. E lo dice  facendo riferimento all’esperienza dell’azienda che amministra: “Innanzitutto – continua l’imprenditore – grazie all’aiuto del Consorzio Qualità, i costi certificativi sono stati abbastanza contenuti per noi, potrei addirittura dire inesistenti, se paragonati all’enorme vantaggio economico e organizzativo che ne è derivato in tutti questi anni. Il sistema di gestione aziendale ben organizzato secondo la norma ISO ha infatti pervaso ogni processo e l’ intero iter gestionale della mia impresa, rendendo estremamente semplici e di immediata soluzione problemi come la gestione documentale, quella del personale (abbiamo due stabilimenti e alcune filiali commerciali in Italia), della ricerca, della logistica, ma soprattutto ha insegnato come affrontare in modo organizzato e rapido qualunque problema o difficoltà di natura anche straordinaria, grazie a processi e persone perfettamente ormai integrati nel sistema qualità”.

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La sede Dal Cin a Concorezzo, Monza Brianza

I benefici sono stati evidenti e Dal Cin li sintetizza in un esempio: le periodiche visite ispettive e di controllo da parte di enti pubblici, come ASL, ARPA, Vigili del Fuoco, che sono diventate più rapide e con risposte pronte, essendo tutto sotto controllo, monitorato e ordinato secondo schemi peraltro adottati dagli enti stessi, che si trovavano quindi a dialogare con qualcuno alla pari. “In definitiva, avere un sistema gestionale certificato ISO 9001 è equiparabile a guidare un’auto con un cruscotto semplice ma dotato di tutti gli strumenti e spie funzionanti, rispetto ad un’auto che abbia solo il tachimetro a disposizione del guidatore”, chiosa l’imprenditore.

Eliminare gli sprechi

Estendendo il discorso a un ambito più generale, la certificazione è da intendere come un metodo che viene introdotto in azienda e che può condurre a un risparmio anche ingente. Nel condurre un riesame dei processi, come richiesto dalle norme ISO 9000, possono emergere elementi di spreco, attività non utili e prive di valore aggiunto, sovrapposizioni operative: la loro eliminazione può portare a un aumento della produttività e a un miglioramento del clima lavorativo. “Non dimentichiamo poi l’accento posto dalle norme ISO 9000 sulla soddisfazione del cliente e sulle esigenze del miglioramento continuo. – prosegue Dal Cin – Per quello che riguarda l’ imprenditore, un valido Sistema di Gestione per la Qualità consente al titolare di un’impresa di stare più “tranquillo”, nel senso che in un’impresa certificata i processi sono monitorati e sotto controllo e l’espletamento delle attività non è mai condizionato dalla presenza di una sola specifica persona”.

Interno di fabbrica
La norma ISO rende semplici problemi come la gestione documentale, quella del personale e della logistica

Perché si esplichino questi effetti positivi occorrono però alcuni presupposti. Gli imprenditori in primo luogo devono comprendere che la Qualità non può essere considerata un “binario parallelo” da spolverare al momento dell’audit dell’organismo di certificazione, ma deve diventare il cardine del sistema di gestione dell’azienda, un metodo appunto. “Inoltre la normativa ISO 9000 indica le “cose” da fare, ma le persone dell’organizzazione devono trovare la migliore modalità su “come” attuarle, anche attingendo agli opportuni strumenti manageriali – continua Dal Cin, che aggiunge – le potenzialità positive della certificazione non possono nascondere l’esistenza di diverse criticità”. Come dire che dalla grande libertà che oggi consente la norma deriva la grande responsabilità delle imprese nel realizzare un processo ad hoc per la propria realtà di riferimento.

Le criticità connesse al recepimento della Iso 900o in fabbrica

Le criticità a cui si riferisce Dal Cin sono diverse: la prima è che in passato alcuni provvedimenti legislativi che hanno reso di fatto “obbligatoria” la certificazione, in particolare nel campo degli appalti pubblici, hanno prodotto in questi settori un effetto distorsivo e una corsa ad accaparrarsi la certificazione, senza una reale maturazione e consapevolezza imprenditoriale. “Non di rado si percepisce da parte delle imprese un’eccessiva facilità nel rilascio dei certificati ISO 9000, e – correlativamente – anche una certa difficoltà a cogliere un superiore livello di affidabilità delle imprese certificate rispetto a quelle che non lo sono – commenta Dal Cin .

“Un altro problema è che si è registrato non di rado una competizione tra gli enti di certificazione basata sui prezzi e non sul contenuto di “servizio”. Un ruolo di pari importanza hanno (in positivo ma purtroppo a volte in negativo) anche i consulenti utilizzati dalle imprese, molti veramente in gamba ma alcuni a volte improvvisati, bravi solo nel freddo “copia-incolla” anche di lavori altrui”. Proprio per questo, per evitare alle imprese di incorrere in questi potenziali ostacoli nell’avvicinarsi alla qualità, Assolombarda ha messo in piedi il già citato gruppo di lavoro Qualità e Competitività . “Il gruppo – spiega Dal Cin – ha   sede in Assolombarda ed è composto da alcuni piccoli e medi imprenditori già Consiglieri del Consorzio Qualità e dagli esponenti di alcune imprese di grande dimensione”. Ha diverse finalità di cui la principale è costituire un laboratorio di idee e soluzioni per guidare le imprese sui percorsi della Qualità e dell’eccellenza organizzativa e gestionale per poi valutare e identificare i temi e le iniziative più rilevanti su questi ambiti. Si pone poi l’obiettivo di monitorare e “validare” tutte le attività (editoriali, convegnistiche, ecc.) che vengono messe in atto.

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Interno stabilimento Dal Cin

Il gruppo di lavoro “Qualità e competitività”

La prima iniziativa che è scaturita dal gruppo di lavoro è un e-book, che sarà presentato nel corso del convegno “ISO 9001:2015: responsabilità e opportunità della scelta”, che si svolgerà nell’Auditorium di Assolombarda il prossimo 26 gennaio. “Il testo è finalizzato – precisa Dal Cin – a fornire un concreto supporto alle imprese in materia di certificazione dei Sistemi di Gestione per la Qualità. In particolare, aiutandole a interpretare e applicare la nuova norma ISO 9001:2015 nel modo più efficace e in linea con i valori e gli stili aziendali”. “In aggiunta a questa iniziativa – conclude Dal Cin – le aziende hanno a disposizione vari supporti erogati da Assolombarda Servizi, cioè la società di servizi di Assolombarda. C’è un servizio di la consulenza, tramite qualificati professionisti, per l’adeguamento delle imprese certificate ai requisiti della nuova norma ; uno di assistenza per la messa a punto di Sistemi di Gestione per la Qualità e l’ottenimento della certificazione. Ci sono infine le proposte di formazione per l’approfondimento dei vari aspetti inerenti le problematiche della Qualità.

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L’ e-book “ISO 9001:205. Responsabilità e opportunità della scelta” è una guida per la Direzione, il Quality Manager e i responsabili di funzione/processo ed è corredato da due strumenti: un questionario di valutazione di apprendimento on-line e una serie di slide da utilizzare per la formazione interna. Inoltre nell’e-book vengono illustrati quattro “casi” relativi ad aziende di diversa dimensione e differente settore merceologico, che hanno già perfezionato l’attuazione dei requisiti della nuova norma ISO 9000. Questi casi aziendali sono particolarmente importanti perché consentono di avere indicazioni su come in concreto sono stati applicati gli aspetti più rilevanti e innovativi della ISO 9001:2015.

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