Manifattura italiana 2017: 36 mld in più di ricavi e 80 mld di investimenti fissi! L’anno migliore della storia recente. Ma…

Il 2017 che si è appena chiuso ha visto le migliori performance di economia, manifattura, macchinari e robot della storia recente. Siamo ancora lontani da un recupero dei livelli pre-crisi (possibile, secondo il Centro studi di Confindustria, solo nel 2021) ma la ripresa sembra essere ormai definitiva e inarrestabile. Ed è merito soprattutto dell’industria italiana. Nel 2017, il pil è cresciuto dell’1,5% e per il 2018 l’Istat stima un analogo incremento.

Il 2017 che si è appena chiuso ha visto le migliori performance di economia, manifattura, macchinari e robot della storia recente. Siamo ancora lontani da un recupero dei livelli pre-crisi (possibile, secondo il Centro studi di Confindustria, solo nel 2021) ma la ripresa sembra essere ormai definitiva e inarrestabile. Ed è merito soprattutto dell’industria italiana. Nel 2017, il pil è cresciuto dell’1,5% e per il 2018 l’Istat stima un analogo incremento. Fino a ottobre del 2017, la manifattura italiana ha fatturato 36 miliardi di euro in più, oltre 100 milioni al giorno. Secondo l’Istat, il valore prodotto dalle nostre industrie dovrebbe attestarsi nel 2017 a 872 miliardi, rispetto agli 800 del 2013.

Mancano ancora 61 miliardi per tornare ai livelli del 2010, ma i passi avanti sono evidenti, ed enormi. Macchine utensili e robot made in Italy sono cresciuti nel 2017 del 10,1% attestandosi a circa 6,1 miliardi di valore. Per il 2018  si prevede una ulteriore crescita del 6,2%. Solo nel 2017 gli investimenti fissi lordi sono aumenti di 80 miliardi. Merito del piano Industria 4.0 di Carlo Calenda, del quantitative easing di Mario Draghi, della rinnovata fiducia e – soprattutto – del vento favorevole che è tornato a soffiare in tutto il mondo. Le attese sul pil mondiale, infatti, sono di un incremento del 3,5%, analogo a quello dell’anno precedente.







 

Nel 2017 il pil è cresciuto dell’1,5%,ed è merito soprattutto dell’industria italiana

In questo quadro positivo non mancano le incognite (non bastano le macchine, bisogna anche saperle far funzionare, ci vogliono strategie nuove, istruzione e competenze), e le situazioni critiche (disoccupazione, produttività del lavoro che non cresce, mancanza di politica industriale). Queste saranno oggetto di un Radar in pubblicazione nei prossimi giorni. Sicuramente, l’insieme di motivazioni che nel 2016 hanno portato alla creazione di Industria Italiana si sono rivelate azzeccate. All’epoca non si parlava ancora così diffusamente di industria come facciamo oggi. Anzi, il mondo della produzione era ancora avvolto da un insensato cono d’ombra, che si era manifestato almeno vent’anni prima. E l’Industria 4.0 sembrava poco più di un tecnicismo. Allora eravamo gli unici a credere che fosse utile un magazine con l’ambizione di trattare questi temi in chiave non tecnica, ma da giornalismo mainstream.

In quasi due anni, siamo ancora gli unici a fornire in Italia contenuti di questo tipo, e lettori e inserzionisti ci hanno premiato. Siamo partiti con quasi 500 visitatori unici al giorno, che all’inizio del 2017 sono diventati due/tre mila per attestarci sui quasi 5 mila che siamo riusciti a raggiungere in molti giorni di fine 2017. Numeri piccoli in assoluto, ma molto importanti in riferimento alla  community alla quale ci rivolgiamo: appassionati di industria e di tecnologie, top manager, docenti universitari e studenti, consulenti. Per il 2018 vorremmo fare meglio, dal punto di vista della qualità e, anche della quantità dei contenuti.

Per qualità intendo un maggiore sforzo verso la profondità condotto attraverso ogni singolo articolo. Cercare – al di là delle singole notizie e analisi – di offrire una prospettiva più ampia, una visione di insieme, anche critica, qualora necessario. E’ lo scopo di Radar, la rubrica a cura del Direttore, e della quale state leggendo il primo articolo. E sarà lo scopo del numero maggiore di analisi che intendiamo pubblicare, coinvolgendo più esperti e più atenei e più centri di ricerca di quanto abbiamo fatto finora. Inoltre, cercheremo di incontrare quanti più protagonisti del mondo dell’ industria e dell’economia in Italia, intervistandoli a 360 gradi. Nomi importanti, che ci racconteranno aspetti inediti del loro lavoro e delle future strategie aziendali.

 

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Informatica, elettronica e industria sono ormai una cosa sola

 

Qualità, per noi, significherà anche guardare con maggiore interesse alle tecnologie dell’informazione, al software, ai Big Data, all’intelligenza artificiale. Ormai, infatti, informatica, elettronica e industria sono una cosa sola. I data center sono indispensabili alle fabbriche. Anzi, in qualche modo sono le fabbriche. E i robot funzionano grazie ai software, e all’intelligenza artificiale in particolare.

Per questo motivo abbiamo deciso di cambiare il nostro payoff, che con il 2018 è diventato Analisi & News su economia reale, innovazioni, digital transformation. Dove per innovazioni intendiamo anche quelle che vanno al di là della manifattura (che comunque resterà sempre il nostro focus principale) e toccano mondi coinvolti nella catena del valore orizzontale del 4.0: finance, retail, startup. E per digital transformation (oggetto, tra l’altro, di un’inchiesta del nostro Marco Dè Francesco, che pubblicheremo a fine settimana) ci riferiamo ai processi evolutivi delle aziende, per agganciare il mondo interconnesso e giovarsi dell’incremento di produttività che promette. Ma anche prodotti, servizi e vicende dei protagonisti della tecnologia. Tutti argomenti che avevamo iniziato a esplorare in modo importante già nel 2017, e che ora esplicitiamo nel payoff, come è giusto che sia.

Quantità vorrà dire una cosa molto semplice: aumentare il numero di articoli. Ecco, da maggio 2016 a oggi ne abbiamo pubblicati circa 1.200. Nel solo 2018 vorremmo che ce ne fossero tra 1.500 e 2.000. Inoltre, ci piacerebbe coinvolgere ancora di più i nostri lettori, sollecitandoli a dire la loro, e a indicarci nuovi contenuti. Anche per questo motivo, ci daremo da fare ancora di più (e meglio) sui social network, a cominciare da Linkedin, che ha un ruolo essenziale per la nostra community di riferimento. La pagina Linkedin la trovate qui. Non mancate di dirci la vostra. Anche ferocemente contraria a ciò che raccontiamo, se lo ritenete necessario. Buon 2018. E buona lettura

 














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