La digital transformation della cedrata

di Laura Magna ♦ Dall’ alchimia a Industria 4.0. È la storia di Cedral Tassoni, produttore dell’omonima bevanda a base di cedro. Automazione spinta, manutenzione predittiva e una nuova logistica per l’espansione all’ estero

Quella di Cedral Tassoni, il produttore dell’omonima bevanda a base di cedro, circa 10 milioni di fatturato e una crescita del 25% negli ultimi tre anni, è la storia di una piccola manifattura di nicchia, nata nel 1793, che è riuscita a intraprendere il percorso verso il futuro che la quarta rivoluzione industriale impone. E questo nonostante radici ancorate saldamente nel passato, una struttura patriarcale, una dimensione micro, e la collocazione in provincia, a Salò, sulla riva bresciana del Lago di Garda, terra di terrazzamenti e limonaie. Tassoni opera su una linea che sta completamente automatizzando, con robot che si occupano di tutta la fase di controllo qualità e di packaging e che lo fanno in maniera interconnessa. Senza aver mai rinunciato alla parte artigianale del lavoro: l’aroma che dà corpo alla sua bibita più famosa viene creato ancora in base alla formula segreta immutata nel tempo.

 







DOTT. ELIO ACCARDO
Elio Accardo, AD Tassoni

Industria 4.0 : un’opportunità importante

«L’industria 4.0 ha rappresentato per noi un’opportunità importante; proprio in questo mese di novembre è in corso l’installazione dei nuovi impianti per un valore di circa 700.000 euro. Si concluderà nei primi mesi del 2018 – racconta a Industria Italiana l’amministratore delegato Elio Accardo, una carriera maturata in Branca e in Martini &Rossi -. Si tratta di linee ad altissima automazione che ci consentiranno un miglioramento importante sulla produzione giornaliera e un miglior impiego del personale produttivo. L’installazione prevede l’inserimento di macchine di controllo del prodotto finito: parliamo di ispezione con telecamere di bottiglie piene e di controllo della pressione di anidride carbonica in bottiglie chiuse; queste sono le macchine che ci consentono di verificare, per esempio, che l’anidride carbonica presente in ogni bottiglia sia omogenea e di scartare i pezzi difettosi con maggiore precisione. Il produttore dell’ispettore per controllo gasatura è FT System: serve per essere certi che le bottiglie siano integre e correttamente tappate. Inoltre stiamo installando nuove macchine di confezionamento per inserire il prodotto in cluster da sei e da quattro pezzi e una macchina incartonatrice wrap-around. Molte linee sono collegate in teleassistenza al produttore delle macchine stesse che in caso di qualsiasi evenienza potrebbero intervenire da remoto». Insomma, le macchine saranno dotate di sensori che consentiranno a Tassoni di fare anche manutenzione predittiva.

 

200mila bottiglie al giorno

L’effetto sui conti è potenzialmente importante. «Con l’inserimento dei nuovi mezzi sicuramente avremo dei saving importanti come la riduzione degli straordinari, meno interventi dei servizi di manutenzione e la garanzia di una maggiore efficienza di linea – continua Accardo -. Oggi la linea produce al picco 10 bottiglie al secondo, 200mila bottiglie al giorno, con cedimenti a 120mila: diciamo che con queste macchine terremo la quantità costante a 200mila pezzi giornalieri. E gli addetti sulla linea diminuiranno: non ci saranno esuberi, ma il personale in più sarà impiegato nella produzione di altri prodotti come spirits e sciroppi ».

 

Tassoni: una pubblicità storica

 

Prossimo passo, la logistica, in un percorso che vede questa piccola azienda pronta al salto a cui tutte le imprese sono chiamate, quello verso automazione e internazionalizzazione. «L’investimento in R&D è cresciuto costantemente in questi ultimi anni; si è deciso infatti di assumere un responsabile che cura tutta la filiera di sviluppo. In futuro il peso della R&D crescerà ancora, arrivando a incidere per circa un 5-6% sui ricavi aziendali», spiega Accardo, che di questa metamorfosi si è fatto artefice da quando è stato chiamato a guidare l’azienda nel 2014. Entrando da manager esterno in una azienda familiare, in cui l’azionariato è saldamente in mano alla presidente Michela Redini, che rappresenta la quarta generazione.

 

Tassoni, linea d’imbottigliamento

Prima di automatizzare, Accardo aveva riformato la rete di vendita rendendola più capillare e con nodi in ogni regione italiana e aveva deciso di ampliare la gamma dei prodotti perché riteneva troppo rischiosa la strategia monoprodotto perseguita fino a quel momento. Il percorso verso la modernità ha già portato alcuni risultati evidenti. Come l’assunzione di 8 persone che ha portato il personale a 25 unità in totale. «E abbiamo avviato l’espansione all’estero – dice Accardo – in modo organizzato e mirato a partire dal 2016; alla fine di quest’anno i mercati esteri peseranno intorno al 4-5% del fatturato. Esportiamo già in Usa, Canada, Spagna, Francia, Uk, Germania, Svizzera, Austria, Belgio, Finlandia, Svezia, Danimarca, Norvegia, Corea, Cina, Australia, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Malta; l’obiettivo 2018 sarà quello di consolidare maggiormente in mercati attuali rendendo la distribuzione più capillare ed aprire nuovi mercati».

 

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Tassoni: una foto storica del processo di lavorazione tradizionale

Dall’alchimia a Industria 4.0

Insomma, non importa quanto tradizionale o piccolo sia un business, se esiste una visione è possibile stare al passo con i tempi anche se si fa un’attività che sembrerebbe quasi immutabile, e che nasce in un’epoca remota, in un ambito estinto qual è quello dell’alchimia. Cedral Tassoni è riconosciuta un’eccellenza a livello mondiale, come una delle poche realtà industriali che produce direttamente la maggior parte degli aromi a partire da agrumi italiani ed erboristeria, controllando in modo costante e puntuale la filiera, a garanzia di qualità dell’intero ciclo di vita del prodotto. Fiore all’occhiello dell’azienda è la Cedrata Tassoni, originariamente preparata con i cedri coltivati sulle rive del Lago di Garda, e oggi ricavata dalla varietà “diamante”, importata dalla Calabria.

 

Tassoni: bottiglietta di cedrata, fiore all’ occhiello dell’ azienda

La lavorazione del frutto inizia in azienda a nel mese di novembre mediante l’asportazione del flavedo (la parte superficiale della scorza); si procede , poi, alla macerazione in una soluzione idroalcolica, per l’estrazione degli olii essenziali. Terminato il periodo d’infusione, l’aroma idroalcolico viene distillato in un alambicco in rame del 1936 con metodo tradizionale discontinuo a vapore: la temperatura viene cioè controllata per fare evaporare dalla soluzione prima la “testa”, poi la “coda”, ovvero tutte le sostanze volatili come l’alcool e parte dell’acqua, e anche quelle sgradevoli che altererebbero il sapore dello sciroppo. Ognuna di queste sostanze evapora a una temperatura diversa ed è quindi possibile decidere con precisione cosa eliminare e in quale momento. In questo modo viene conservato solo il “cuore” della distillazione, che ha la qualità maggiore. La polpa del frutto – che non è usata per lo sciroppo – viene poi rimandata in Calabria per ulteriori lavorazioni, in un processo che non prevede scarti di alcun tipo.

 

Tassoni: interno dello stabilimento di Salò

 

E anche se Tassoni detiene la totalità del mercato ha scelto comunque di innovare anche sulla gamma.
«Da azienda monoprodotto e monomercato, nel 2014 ci siamo evoluti – continua l’amministratore delegato – lanciando sul mercato la Tonica Superfine Tassoni, il Fior di Sambuco Tassoni e il Mirto in Fiore Tassoni. Nel 2018 lanceremo un altro prodotto sempre sulla stessa linea di fiori&frutti. Anche l’internazionalizzazione che stiamo perseguendo incide sui prodotti e ci porta, a volte, a dover adattare alcuni ingredienti in base alle diverse legislazioni locali, ad applicare packaging conformi ai mercati di riferimento e a fornire certificazioni come per esempio la certificazione kosher per i mercati in cui prevale la religione ebraica, o la certificazione halal per il mondo arabo».














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