La crescita pazzesca di robot e macchine utensili nel 2017 (+10,1% fatturato e + 16,1% consegne). E nel 2018 andrà meglio. Parola di Ucimu

di Marco Scotti ♦ Una  crescita  spinta dal pacchetto Calenda, dalla nuova attenzione generale per il manifatturiero, dalle aziende che finalmente si sono decise a investire. Nella robotica emergono italiani come Comau, e nelle macchine utensili una rete di eccellenze di piccola e media dimensioni. Molto buone le performance di nomi come Abb, Kuka, Fanuc e tanti altri

Il 2017 di Ucimu – Sistemi per produrre si chiude con un incremento a doppia cifra in termini di fatturato, arrivando a 6,11 miliardi di euro, +10,1% rispetto al 2016. Si tratta di un dato particolarmente positivo, che si colloca in un trend di crescita iniziato quattro esercizi fa e che, soprattutto, fa registrare il nuovo record dell’industria italiana di settore. Tutti gli indicatori crescono di almeno il 10%, tranne l’export che fa registrare un incremento del 5,8%, dopo aver patito un arretramento, nel 2016, del 4%. In valore assoluto, le consegne per il mercato interno valgono 2.670 milioni di euro, in aumento del 16,1% rispetto allo scorso anno, mentre le esportazioni valgono 3,44 miliardi. Sono solo alcuni dei dati emersi dalla presentazione effettuata oggi nella sede di Ucimu a Cinisello Balsamo. «Siamo decisamente soddisfatti di questo 2017 – ha esordito il presidente Massimo Carboniero: l’anno si chiude infatti con ottimi risultati raccolti sia in Italia che all’estero e con un fatturato che, considerato nel suo complesso, cioè sommando alla produzione di macchine, anche la produzione di parti, utensili, controlli numerici non conteggiati nelle macchine utensili italiane, ha oltrepassato gli 8 miliardi di euro”.

 







Esportazioni mu
La Cina al top dell’ export nazionale

 

L’export: la Cina primo mercato di riferimento

Partiamo proprio dalle esportazioni, che rappresentano la fetta più consistente degli ordinativi e dei fatturati di aziende impegnate nella produzione di macchine utensili. La Cina, grazie a un balzo dell’11,5%, diventa il primo mercato di riferimento, con una quota dell’11,1% e un valore assoluto di poco inferiore ai 248 milioni di euro. Arretrano due partner “storici” come Germania (-5,8%) e Stati Uniti (-8,7%). Crescono Polonia (+22,2%) e Spagna (+27,2%) mentre si registra il crollo degli ordinativi da parte dell’India (-27,4%). Arretra anche la Russia (-12,8%), ma qui le ragioni sono più semplici da trovare: recentemente il presidente Putin, annunciando la sua candidatura alle prossime elezioni presidenziali, ha dichiarato che le sanzioni comminate a Mosca dalle potenze occidentali non hanno avuto l’impatto atteso, tanto che il pil russo – dopo una brusca frenata – sta ora riprendendo a crescere. Merito di questa risalita è anche attribuibile all’accresciuta autonomia della Russia, che ha saputo sviluppare nuove tecnologie anche in campi più “raffinati” come quelli delle macchine utensili.

 

MCarboniero pres UCIMU primo piano
Massimo Carboniero, presidente Ucimu

 

«Sul fronte estero, dopo un anno di arretramento sono ripartite le vendite di made in Italy oltreconfine – ha dichiarato Carboniero – e la Cina è tornata al vertice della graduatoria dei paesi di sbocco a conferma delle enormi potenzialità di questo paese. Proprio in ragione di ciò Ucimu, a fine novembre, ha organizzato, insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, Ambasciata d’Italia nella Repubblica Popolare Cinese, ICE-Agenzia e CMTBA, l’omologa cinese di Ucimu, il primo Forum Italo Cinese della macchina utensile a Pechino nel corso del quale è stata ribadita, sia da parte italiana che da parte cinese, la forte complementarietà dell’offerta e le potenzialità di cooperazione tra le rispettive industrie impegnate in un profondo processo di sviluppo di innovazione, sostenuto dai rispettivi piani governativi, Industria 4.0 e Made in China 2025».

 

La famiglia dei robot Comau

L’Italia: il Piano Industria 4.0 gonfia le vele

La crescita particolarmente significativa in Italia è da attribuire soprattutto al Piano Industria 4.0, che grazie all’iperammortamento ha concesso alle industrie una buona possibilità di modernizzare il proprio parco macchine senza drenare tutte le risorse disponibili. Un dato, quindi, che può apparire in qualche modo “drogato” ma che ha permesso di far crescere l’Italia e il suo manifatturiero, avvicinandolo a quello tedesco che rimane, almeno per ora, superiore sia per quanto riguarda le dimensioni, sia per quanto riguarda le norme messe a punto dal sistema.

«Sul fronte interno – ha continuato Carboniero -, invece, il mercato italiano, anche grazie agli incentivi di Super e Iperammortamento, ha raggiunto e superato il record di consumo che era stato registrato nel 2007 e si accinge a crescere ulteriormente anche nel 2018 grazie al favorevole contesto economico e alle misure a sostegno degli investimenti previste dal Governo anche nella prossima Legge di Bilancio». Un mercato italiano che si conferma particolarmente vivace, come dimostrano le oltre 450 adesioni per la prossima edizione di BI-MU – la fiera di riferimento per il settore delle macchine utensili – che si terrà a Milano dal 9 al 13 ottobre 2018 (vedi video a seguire).

 

 

 

D’altronde, il futuro del settore sembra essere garantito da almeno quattro provvedimenti:

– Il Superammortamento al 130%, applicato agli investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2018 e con la possibilità di estendere la consegna ai sei mesi successivi previo pagamento dell’acconto del 20% entro l’ultimo giorno del 2018.
L’iperammortamento al 250%, applicato anche in questo caso agli investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2018 e in consegna entro il 31 dicembre dell’anno successivo
La nuova legge Sabatini, che prevede lo stanziamento di 330 milioni di euro nel periodo 2018-2023
Credito d’imposta al 40%, per tutte le attività di formazione in materia 4.0 effettuate dalle imprese.

 

ABB Dalmine GSec Production line
Robot sulla linea di produzione dello stabilimento ABB di Dalmine

 

«La trasformazione delle imprese italiane è appena avviata e la decisione del Governo di prolungare l’operatività dei provvedimenti che hanno innescato questo processo è decisamente lungimirante poiché assicura continuità in un momento cruciale per lo sviluppo e l’adeguamento delle nostre imprese agli standard di competitività richiesti dal mercato globale. Così come è lungimirante l’inserimento, nel pacchetto delle misure a favore del rilancio dell’industria, del credito di imposta per la formazione in materia di industria 4.0. Perché – ha concluso Carboniero – per crescere e restare competitivo continuando a produrre ricchezza e lavoro per i nostri giovani, il manifatturiero ha bisogno non solo di tecnologia ma di competenze adeguate a gestire e guidare i processi di trasformazione in atto».

 

 

Il robot Agilus di Kuka

 

Le previsioni per il prossimo anno

Il settore delle macchine utensili, secondo le previsioni di UCIMU, crescerà anche nel 2018, arrivando a toccare i 6,5 miliardi di euro di produzione, in aumento di oltre sei punti percentuali rispetto al dato di quest’anno. Le esportazioni dovrebbero continuare a far registrare un segno “+” a 3,6 miliardi, mentre il consumo dovrebbe arrivare a 4,75 miliardi, in crescita dell’8,2%. D’altronde, gli strumenti messi in campo dal Governo sembrano essere positivi e poter incentivare ulteriori investimenti da parte delle imprese. Tutte le forze politiche, indipendentemente da chi si aggiudicherà le prossime elezioni, sembrano aver compreso l’importanza dell’Industria 4.0 ed è quindi quasi naturale pensare che anche per il 2019 potranno essere messi in campo nuovi strumenti di supporto della manifattura italiana.

 

Tabella MU+Robotica dicembre 2017

La robotica in forte crescita

Il settore che sicuramente è destinato a crescere maggiormente è quello della robotica, divenuto ormai IL tema nel manifatturiero. Basti un dato: nel terzo trimestre del 2017 il portafoglio ordini delle imprese che producono macchine “autonome” è cresciuto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 68,2%. Naturale pensare che sia questo lo scacchiere su cui si combatterà la nuova sfida alla competitività dell’Italia. Appurato che i robot non cancellano posti di lavoro – 12 milioni di impieghi creati nei nove anni che vanno dal 2008 al 2016, oltretutto intervallati dalla più grave crisi finanziaria ed economica del dopo guerra – bisogna ora capire come sfruttare questa rivoluzione industriale.

Chi ha scelto di puntare tutto sull’innovazione, sacrificando i grandi numeri per offrire qualità sta per ora vincendo la sfida. Anche perché, a fianco di settori storicamente meccanizzati come l’automotive o l’elettronica, si stanno progressivamente affacciando anche settori più tipicamente “artigianali” come il food. In Italia si prevede un incremento forte nei prossimi anni, ora che il nostro paese ha installato poco meno di 6.500 robot industriali, un dato oltretutto in calo dopo i “boom” del 2014 e del 2015.

 

Robot Fanuc

Altri sviluppi

La blockchain, la tecnologia che sta alla base di bitcoin – attenzione, alla base, le due parole non coincidono assolutamente – garantisce di essere il nuovo step. Fabio Moioli di Microsoft non ha esitato a definire questa tecnologia come la più “pervasiva” dai tempi dell’energia elettrica. Si tratta, in buona sostanza, di una General Purpose Technology che potrebbe diventare addirittura più dirompente di internet. Le garanzie offerte da questa tipologia di trasmissione e conservazione dei dati ne fanno un possibile caposaldo su cui dare vita alla quinta rivoluzione industriale. I tempi, ovviamente, non sono ancora del tutto maturi. Ma i progetti che l’automotive sta mettendo in campo da questo punto di vista fanno presagire che a breve “ne vedremo delle belle”.














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