Un percorso di livello universitario ma di carattere pratico: la sfida degli Its Academy

di Ermanno Rondi* ♦︎ Didattica volta all’apprendimento formativo centrata sulle competenze, propensione alla ricerca applicata, partnership attiva con le imprese: sono questi gli obiettivi dell’Accademia per l’Istruzione Tecnica Superiore. La bozza di legge consente a questa istituzione di diventare un vero strumento per le Politiche Attive per il Lavoro. Ma in che modo si può favorire questo passaggio? Ce lo spiega Ermanno Rondi, responsabile Education in Confindustria Piemonte

Il disegno di legge approvato dalla camera il 20 luglio scorso con oggetto il “Sistema di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore” apre nuovi scenari per gli ITS, consolidandoli da un lato e stimolando dall’altro l’obiettivo di sviluppare una formazione terziaria professionalizzante di livello accademico.

Nello scenario Universitario Italiano è fino ad ora mancato l’apporto dei percorsi professionalizzanti; auspicati con la cosiddetta riforma 3+2, ma mai realmente perseguiti avendo le Università semplicemente scisso in due moduli il percorso quinquennale senza modificarne contenuti ed obiettivi. L’aggiunta di Academy all’acronimo ITS (Istruzione Tecnico Superiore) non aiuta a far chiarezza sul ruolo accademico poiché le Academy, nell’accezione inglese, rimandano a percorsi di formazione esclusivamente aziendali. La sfida per le Fondazioni, con una auspicabile guida da parte di Ministero e Regioni, è sviluppare una Formazione Universitaria Professionale orientata alla pratica, alla ricerca applicata, allo sviluppo.







Ermanno Rondi, responsabile Education in Confindustria Piemonte

La realizzazione di questo obiettivo rappresenta un compito strategico per il Paese che richiede di aumentare il numero di studenti nelle aree STEM dotati di profili pratici che consentano sia il recupero degli abbandoni, il drop out, tipico dei primi anni dell’università classica, che di valorizzare le attitudini pratiche dei giovani a cui si offrono, nell’attuale ordinamento, solo percorsi teorici; due risultati che ridurrebbero il mismatch domanda/offerta di lavoro tecnico, il tasso di disoccupazione giovanile e la percentuale di Neet che ci pone nelle ultime posizioni in Europa; una rinuncia al futuro che crea da un lato un problema sociale, non valorizza l’enorme potenziale di questi giovani e genera mancato sviluppo nel tessuto economico.

In questi ultimi anni si è manifestata in modo evidente la volontà e la necessità di disporre di Persone e di professionisti in grado di far fronte a problemi complessi, capaci di utilizzare uno sguardo olistico sulle problematiche da affrontare; Persone non solo ben preparate sotto il profilo tecnico scientifico, ma anche dal punto di vista relazionale e dotate di spirito critico. Proprio questi aspetti sono più carenti negli attuali percorsi ITS che nascono, a causa dell’indirizzo dato dal legislatore, in collegamento con gli Istituti Tecnici; indirizzo coerente con la necessità per avere un appoggio iniziale di metodo e struttura, ma che ora deve essere superato per completare la transizione verso un percorso di livello accademico, senza perdere il carattere pratico ed abbandonando il modello didattico socratico, con classi che passivamente ascoltano e docenti che trasmettono conoscenza tipico della formazione secondaria per passare ad un modello centrato sull’apprendimento.

L’attuale struttura degli ITS è un unicum non solo nel nostro ordinamento scolastico, grazie a specificità strategiche rappresentate dai percorsi flessibili ed aperti al riconoscimento di competenze acquisite all’esterno, allo stretto collegamento con le aziende dei territori di pertinenza, all’alternanza scuola/ lavoro come elemento didattico; tutti fattori distintivi anche nel confronto con le più radicate esperienze estere come quelle di Germania, Francia e Svizzera, ma occorre pianificare e sviluppare un salto culturale e di visione per entrare in una prospettiva percepibile di formazione terziaria accademica.

In questi ultimi anni si è manifestata in modo evidente la volontà e la necessità di disporre di Persone e di professionisti in grado di far fronte a problemi complessi, capaci di utilizzare uno sguardo olistico sulle problematiche da affrontare; Persone non solo ben preparate sotto il profilo tecnico scientifico, ma anche dal punto di vista relazionale e dotate di spirito critico

Il nuovo impianto normativo delinea infatti uno scenario di Formazione Terziaria in cui la formalizzazione del titolo, EQF 5 per il biennale ed EQF 6 per il triennale, è equiparabile ai percorsi Universitari Tradizionali e stabilisce la complementarietà/reciprocità, oltre che la permeabilità (passerelle), tra Università ed ITS Academy attraverso i cosiddetti patti federativi. L’evoluzione dei nuovi percorsi formativi deve inserire cultura e visione terziaria ed integrare la ricerca applicata nel sistema formativo. Per favorire questo passaggio è necessario:

  • delineare una politica istituzionale che garantisca condizioni favorevoli al rinnovamento e all’innovazione con un rapporto paritetico tra formazione e ricerca coinvolgendo allo scopo Poli di Innovazione, CNR e Centri di Ricerca con docenze di ricercatori su temi specifici e tematiche di ricerca sviluppate congiuntamente. Lo sviluppo di un’area dedicata alla ricerca applicata valorizza gli aspetti professionalizzanti, completa il quadro formativo, consente una prospettiva di visione sul futuro dei settori di pertinenza, aiuta la percezione di percorsi terziari accademici e consente una maggiore sostenibilità strutturale
  • puntare alla professionalità formativa attraverso il continuo aggiornamento degli insegnanti sfruttando anche la contaminazione tra docenti che provengono dal mondo del lavoro, con il loro apporto pratico/esperienziale, e docenti formatori con le loro conoscenze delle metodologie di trasmissione della conoscenza
  • favorire un insegnamento orientato all’apprendimento e centrato sullo studente, abbandonando il classico trasferimento di saperi anche con l’utilizzo di nuovi metodi basati su progetti, situazioni di ruolo, formazione attraverso la ricerca tematica, anche con l’introduzione di flipped classroom. L’accento deve cadere sulla costruzione di competenze con il docente nel ruolo di coacher che deve sviluppare nei giovani la capacità di ricerca della conoscenza attraverso analisi sul web, confronto e lavoro in team ed infine sintesi formativa, rendendo visibile agli studenti le relazioni tra teoria e pratica e tra apprendimento e professione
  • promuovere l’innovazione e la ricerca in ambito formativo terziario attraverso la valutazione continua dell’apprendimento e dei risultati in ambito lavorativo, verificando la validità dei metodi e la loro diffusione. Occorre verificare non solo la coerenza delle competenze acquisite, ma anche la capacità di apporto di conoscenze prospettiche per incidere sulle dinamiche di cambiamento continuo delle imprese stimolate dai cambiamenti della Società e delle tecnologie.
  • sostenere l’utilizzo delle nuove tecnologie in ambito formativo con l’obiettivo di consentire possibilità di studio più flessibili e personalizzate oltre che di rendere la formazione accessibile ad una platea più vasta in ottica Lifelong Learning

In questa visione diventa essenziale sviluppare approcci pedagogici multi ed interdisciplinari attraverso la creazione di sinergie e relazioni tra le varie discipline. Strategica è la partecipazione degli “alumni”, ex allievi, al processo di continua messa a punto dei curricula, valorizzando i loro feedback basati sull’esperienza diretta in azienda, per migliorare in continuo il “profilo di competenze attese”.

Gli studenti dell’ITS Lombardia Meccatronica

Un ambito da valutare e tenere in costante monitoraggio è quindi il concetto di qualità; elemento multifattoriale che si riferisce a vari aspetti legati all’insegnamento, all’apprendimento ed alla formazione. Premesso che le attuali generazioni richiedono rinnovati modi di insegnamento che tengano conto delle nuove tecnologie e conseguenti aspettative, che di fatto hanno modificato l’interazione tra studenti e docenti, si deve riconoscere che insegnamento come trasmissione di conoscenza, che utilizza un approccio orientato maggiormente ai contenuti e centrato sulla figura dell’insegnante, tipico dei percorsi secondari, o apprendimento inteso come processo attraverso il quale lo studente si appropria degli insegnamenti e sviluppa il suo sapere, capacità ed abilità non sono più sufficienti. La Formazione rappresenta l’insieme delle situazioni che hanno come obiettivo la creazione e lo sviluppo di competenze in relazione allo svolgimento di un’attività o di un lavoro. Evoca quindi la costruzione di conoscenza, contempla lo sviluppo di abilità, l’affinamento di capacità ed attitudini come pure la loro integrazione nella pratica quotidiana e lavorativa.

La valutazione della qualità è quindi uno dei processi mediante il quale ITS Academy si assicura l’adeguatezza della formazione riguardo alla propria mission, agli obiettivi e alle priorità fissate. Misurare la qualità non è un dispositivo di controllo, ma uno strumento per lo sviluppo continuo del sistema.

Il contesto in cui la Formazione Terziaria Professionalizzante, ITS Academy, si muove deve tener conto del paesaggio internazionale della formazione universitaria, del quadro universitario italiano e delle interazioni studente, docente, mondo del lavoro considerando strutture e supporti di riferimento.

Il contesto in cui la Formazione Terziaria Professionalizzante, ITS Academy, si muove deve tener conto del paesaggio internazionale della formazione universitaria, del quadro universitario italiano e delle interazioni studente, docente, mondo del lavoro considerando strutture e supporti di riferimento

 

Le componenti Istituzionali, Ministero e Regioni, sulla base di questo scenario, devono definire, sviluppare e formalizzare una strategia di sistema per incrementare la qualità nell’ottica detta prima ed avendo comunque come riferimento alcuni punti cardine:

  • la formazione curriculare e continua costituisce la missione principale accanto alla ricerca applicata
  • la formazione ITS contribuisce al sistema Universitario valorizzandone la filiera professionalizzante
  • la formazione si caratterizza mediante un orientamento verso la pratica ed il contesto professionale di riferimento
  • la formazione garantisce in uscita un personale qualificato, in sintonia con le esigenze del mondo del lavoro verificandone continuamente la coerenza ed adattandola ai cambiamenti che avvengono nel tempo.

L’approccio formativo per competenze è da considerarsi un elemento cardine per il dichiarato orientamento alla pratica ed all’ambiente professionale; competenze che, stante la continua evoluzione dei settori di riferimento, devono essere continuamente aggiornate fornendo metodo agli allievi per imparare ad apprendere. L’aggiornamento deve coinvolgere docenti, mondo del lavoro, studenti e diplomati che possono offrire sintesi esperienziali su quanto appreso e sulle lacune riscontrate nel corso della formazione ricevuta.

I curricula costituiscono quindi uno strumento che caratterizza l’offerta formativa:

  • il profilo di competenze atteso permette agli studenti una maggiore coscienza delle aspettative nei loro confronti e di cogliere meglio la relazione fra teoria e pratica.
  • il profilo di competenze deve essere condiviso tra i responsabili della formazione, i docenti, gli studenti ed i partner di territorio, in primis le aziende.
  • il profilo di competenze non ha carattere statico, ma va aggiornato periodicamente con il coinvolgimento di tutti gli attori, in sintonia con lo sviluppo scientifico del settore e rispetto alle nuove metodologie di insegnamento apprendimento.

Nel contesto ITS Academy, la componente “mondo del lavoro” rappresenta un elemento imprescindibile ed il contesto di efficacia comprende dimensioni di tipo quantitativo, quali occupabilità, tasso di disoccupazione, grado di soddisfazione dei diplomati rispetto alla formazione ricevuta, mentre sul versante qualitativo, si possono considerare la valutazione del Transfer e l’impatto della formazione nel contesto lavorativo. Il primo misura quanto le competenze acquisite sono attivate ed apprezzate all’interno della situazione lavorativa ed il secondo quanto appreso soddisfa le attese prospettiche dei datori di lavoro. Nell’attuale situazione del Paese l’aspetto di impatto prospettico è uno degli elementi più significatici del ruolo che gli ITS Academy possono avere. Il tessuto prevalente di Pmi conserva una marcata distanza culturale dall’approccio fondamentalmente teorico tipico delle Università, mentre è più sensibile agli aspetti pratici; un riferimenti formativo che arricchito da aspetti di ricerca applicata può diventare un forte elemento di aiuto ed indirizzo nei modelli organizzati e nelle strategie delle piccole e medie imprese aprendo così la strada al terzo aspetto da questa evoluzione: il rapporto attivo sotto l’aspetto tecnico e dei modelli organizzativi interpretati in chiave pratica .

La bozza di legge ITS Academy apre però anche altri scenari altrettanto innovativi ed interessanti poiché consente a questa istituzione di diventare un vero strumento per le Politiche Attive per il Lavoro, sia per quanto riguarda l’impiegabilità dei diplomati, che per la possibilità di strutturare percorsi di upskilling o reskilling, oltre a prevedere strumenti divulgativi per il lifelong learning. La stretta relazione con il mondo del lavoro e delle imprese consente alle Fondazioni di avere un quadro sempre aggiornato sull’evoluzione del settore di riferimento e sulle sue esigenze, ma questo non è più sufficiente, in un’ottica evolutiva di tipo Accademico deve anche stimolare, attraverso le connessioni con il mondo della ricerca, con le Associazioni datoriali e con tutto l’ecosistema della conoscenza, che ognuna dovrà costruirsi, di operare in termini prospettici, diventando motore di aggiornamento e di indirizzo nei cambiamenti che si renderanno eventualmente necessari per i Territori e per le Imprese.

Gli ITS sono quindi chiamati ad un cambio di prospettiva estremamente sfidante, un cammino certamente non breve, ed il primo passo è averne coscienza e contezza. Il legislatore dovrà ancora prevedere ulteriori aggiornamenti alla configurazione di questo Istituto, sia per renderlo più cosciente del ruolo, che per consolidarne il percorso. Servirà avere una prospettiva di finanziamenti non più legata a bandi annuali, garantire la possibilità di investimenti per rendere adeguate le infrastrutture ed i laboratori, completare la transizione verso una vera cultura e percezione terziaria, adeguando anche le normative correlate, quali il riconoscimento del titolo EQF 6 in tutte le implicazioni normative e riferimenti a ruoli pubblici. Non ultimo, superare l’impossibilità delle Fondazioni ad operare come soggetti economici attivi, sia per poter diventare più sostenibili nel tempo, sia per poter gestire percorsi formativi strutturati per singole esigenze o realtà di imprese. Fornire capacità formative ad Academy aziendali o di Territorio diventa utile per le imprese, contamina positivamente le conoscenze degli ITS e genera risorse economica, sviluppa gli inserimenti o gli aggiornamenti sul lavoro.

Ministero, Regioni e Fondazioni sono quindi chiamati ad affrontare una nuova sfida per far sì che gli ITS Academy diventino grazie al loro Capitale Umano, struttura, formatori ed allievi il motore del cambiamento organizzativo e tecnologico connesso alla prospettiva 4.0 ed alla correlata digitalizzazione e nuovi modelli produttivi

Le Regioni devono stimolare e coordinare questa evoluzione favorendo il dialogo costruttivo e la collaborazione con le Università, attivando gli stimoli alla ricerca applicata e dalla nuova didattica. Dovranno mettere particolare cura nella gestione delle relazioni tra Fondazioni essendoci anche aree le cui competenze sono trasversali e necessarie a tutti, quale ad esempio il settore ICT. A questo scopo può essere certamente utile una struttura di Regia Regionale con il compito di raccordarsi a livello nazionale e di coordinare le Fondazioni Regionali, avendo chiaro lo scenario formativo terziario, l’evoluzione tecnologica, le esigenze delle Imprese e la trasformazione in atto della Società.

In sintesi l’Accademia per l’Istruzione Tecnica Superiore (Formazione Terziaria Professionalizzante) ha tre sfide davanti:

  • interpretare una didattica volta all’apprendimento formativo (insegnare ad imparare) centrata sulle competenze
  • sviluppare la propensione alla ricerca applicata attivando in primis collaborazioni bidirezionali con gli Enti di Ricerca
  • strutturare per una partnership attiva con le imprese in tre direzioni; formazione del personale, transfer tecnologico, visione organizzativa

Ministero, Regioni e Fondazioni sono quindi chiamati ad affrontare una nuova sfida per far sì che gli ITS Academy diventino grazie al loro Capitale Umano, struttura, formatori ed allievi il motore del cambiamento organizzativo e tecnologico connesso alla prospettiva 4.0 ed alla correlata digitalizzazione e nuovi modelli produttivi.

 

*Ermanno Rondi è responsabile Education in Confindustria Piemonte














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