Bosch: Internet of Things per tutti

di Marco Scotti ♦ Il diesel? Avrà ancora una lunga vita. E per l’auto elettrica? C’è ancora tempo. L’Italia ? Non è ancora pronta per la fabbrica del futuro. Le considerazioni dell’ ad italiano Gerhard Dambach, i numeri 2017 e le previsioni  2018 della multinazionale tedesca

Fatturato in crescita del 6% a 2,5 miliardi di euro. 20 società e quattro centri di ricerca con un organico di oltre 6.200 collaboratori. Sono alcuni dei numeri di Bosch Italia, presentati in anteprima nel quartier generale milanese a due passi dalla Fiera. La multinazionale tedesca, tra i leader di tecnologie e servizi, conferma la centralità del mercato italiano nel suo business globale. «Il 2017 – dichiara Gerhard Dambach, amministratore delegato di Bosch nel nostro paese – è stato un anno positivo e siamo soddisfatti dei risultati raggiunti confermando il trend di crescita dell’esercizio precedente. Per il 2018 ci attendiamo un’ulteriore crescita complessiva, ma molto dipenderà dall’andamento dell’economia italiana e dalla ripresa dei consumi. Attualmente il settore Industrial Technology sta registrando una performance particolarmente positiva. L’azienda, inoltre, sta intensificando l’offerta di prodotti e servizi innovativi con elevato contenuto tecnologico con un’ampia selezione di soluzioni connesse compatibili con l’IoT. A oggi, Bosch si sta concentrando principalmente su sfide cruciali quali la crescita della popolazione, l’urbanizzazione e il cambiamento climatico».

 







Gerhard Dambach, amministratore delegato Bosch Italia (photo by Marco Scotti)

Il business in Italia

La presenza di Bosch nel nostro paese si concentra su quattro aree di business fondamentali: mobility solutions, industrial technology, consumer goods, energy and building technology. Per il primo comparto il 2017 è stato un anno positivo, grazie all’andamento del mercato. All’interno delle mobility solutions troviamo il business legato ai componenti e alle tecnologie forniti alle case automobilistiche e motociclistiche, il business relativo a ricambi e attrezzature per officine, oltre ai servizi di mobilità per l’automotive. Da segnalare anche l’incremento delle vendite nella divisione Automotive Aftermarket e il rafforzamento della strategia a sostegno dei programmi per le officine Bosch Car Service e AutoCrew. La divisione Mobilty Solutions, a livello globale, ha generato circa il 61% del fatturato totale del Gruppo Bosch, passando da 43,9 a 47,4 miliardi nel giro di dodici mesi. Il settore è stato oggetto, all’inizio dell’anno, di una ristrutturazione: le divisioni Gasoline Systems e Diesel Systems, così come la divisione dedicata all’elettromobilità, sono state unificate nella divisione Powertrain Solutions, per consentire un’ottimizzazione delle risorse. Nel settore lavora il 57% dell’intera forza lavoro del Gruppo Bosch, oltre 200mila persone.

Industrial Technology

Anche per questa divisione il 2017 è sicuramente un anno positivo, in cui, grazie anche alla congiuntura del mercato, si è registrato un segno “+”. L’Industrial Technology vale da solo circa l’8% del business complessivo del Gruppo, per un controvalore di 6,8 miliardi di euro contro i 6,3 del 2016. Grazie all’utilizzo di tecnologie ibride ed elettriche si è raggiunta una crescita soprattutto nella componentistica dei controlli e azionamenti elettrici. L’aumento più importante si è registrato nel comparto della tecnologia idraulica mobile. Il mercato delle macchine per costruzioni è in costante sviluppo, così come l’interesse verso l’impiego dell’elettronica a supporto della tecnologia idraulica anche nell’agricoltura. Inoltre, da inizio 2018, la nuova divisione Bosch Connected Industry è parte integrante del settore di business Industrial technology, riunendo tutte le attività connesse allo sviluppo di software e i progetti legati all’Industry 4.0 che erano prima appannaggio di diverse divisioni. Nella divisione lavora poco meno del 10% dei dipendenti, circa 39mila persone.

Consumer Goods

Il settore vale il 24% del fatturato, ovvero 18,5 miliardi di euro, in aumento – seppur lieve – rispetto ai 17,6 miliardi dell’anno precedente. Nella divisione sono impiegate oltre 80mila persone, pari al 20% del complessivo. La divisione elettroutensili ha chiuso l’esercizio con una buona crescita, grazie ai nuovi prodotti connessi che si muovono nella direzione di una maggiore digitalizzazione. Anche negli elettrodomestici si deve registrare un sensibile incremento del fatturato. Inoltre, l’ecosistema IoT Home Connect permette di gestire tutti gli elettrodomestici presenti in casa.

Energy Building

Quest’ultimo comparto, che rappresenta il 7% del fatturato, ovvero 5,4 miliardi, in aumento di 200 milioni rispetto all’anno precedente, dà lavoro a poco più di 31mila persone, l’8% del totale. Questa divisione opera nei sistemi di sicurezza e propone prodotti e servizi integrati per l’efficienza energetica. In particolare, la divisione termotecnica chiude il 2017 in forte crescita, conquistando nuove quote di mercato. In particolare si è registrata una buona performance per quei prodotti che si avvalgono di tecnologie a minor impatto ambientale e maggiore efficienza energetica come le caldaie a condensazione e le pompe di calore. La divisione Robert Bosch Smart Home GmbH concentra su di sé i prodotti e i servizi della società nel campo della casa intelligente, inclusi i servizi associati e l’esperienza nel campo dei software.

 

Un robot tra gli animatori della conferenza stampa di Bosch Italia

La fabbrica del futuro e il talent program Bi.T

L’Italia è pronta per la fabbrica del futuro? No, per l’ad di Bosch Italia Gerhard Dambach. E non tanto per una questione di soldi, ma perché quello che ci manca «è la competenza. Siamo carenti in formazione che ci permetta di capire quali sono i nostri punti di forza e che cosa ci serve per fare un passo avanti. Dobbiamo creare all’interno delle nostre realtà una generazione che riesca a implementare l’IoT. Se parliamo di generazione e di industria 4.0, allora per forza dobbiamo prevedere piani che ci consentano di accrescere la competenza all’interno della fabbrica e che ci permettano di tornare a toccare con mano la vita all’interno di un sistema manifatturiero». Con questo spirito, lo scorso anno Bosch ha lanciato un Talent Program dedicato all’Industry 4.0. Il progetto è nato per offrire una formazione specifica rivolta a giovani talenti altamente qualificati, in possesso di una laurea magistrale in discipline scientifiche per prepararli ad assumere ruoli di rilievo in ambito Industry 4.0. Una ventina di giovani sono stati inseriti negli organici di Bosch Italia con l’obiettivo di lavorare in team e sviluppare nuove idee legate all’innovazione (digitalizzazione delle macchine, data mining, IoT). Per l’inserimento in azienda, Bosch ha offerto alle nuove risorse l’opportunità di frequentare un master relativo a tematiche Industry 4.0, che prevede anche un percorso di formazione di sei mesi in Germania, a Blaichach, uno dei plant d’eccellenza per l’Industry 4.0 di Bosch.

 

Bosch: controllo delle emissioni diesel

Il futuro del diesel

Tra i temi di maggiore attualità per quanto riguarda il settore dell’automotive, c’è sicuramente quello relativo all’alimentazione. Sembra che il bersaglio preferito sia diventato il diesel, ma l’ad italiano non è per niente d’accordo. « Il diesel ha un problema di immagine. I motori diesel di ultima generazione sono molto più sostenibili dal punto di vista ambientale non solo di quelli a benzina, ma perfino di quelli elettrici. Questi ultimi poi hanno un problema clamoroso: non potranno svilupparsi perché manca la capacità necessaria alla rete. Se si moltiplicassero il numero di auto elettriche, per esempio, come potremmo fare ad avere una infrastruttura che risponda positivamente alla richiesta di kw necessari alla ricarica? Gli impianti domestici, ad esempio, non sono sufficienti e il gestore difficilmente aumenterebbe la capacità massima senza pretendere in cambio un esborso decisamente maggiore. La produzione energetica italiana, che pure è già molto buona, non ha l’efficienza del diesel. Dobbiamo cambiare qualcosa per quanto riguarda l’immagine di questa tipologia di alimentazione, ma sono molto fiducioso che la ragione prevarrà. La macchina elettrica arriverà, ma non siamo ancora preparati, siamo molto più avanti nella tecnologia: tutti i produttori aspettano perché sanno che chi sbaglia rischia la bancarotta. L’automotive vive solo di numeri enormi, nessuna casa automobilistica può permettersi di tenere in vita una macchina che non raggiunge la massa critica».

Lo stabilimento di Bari

Un altro tema di particolare rilievo è quello relativo allo stabilimento di Bari, che a un certo punto è stato messo in discussione perché non più particolarmente strategico nelle logiche del gruppo e, oltretutto, senza neanche la possibilità di essere impiegato come luogo di produzione “low cost”. L’amministratore delegato di Bosch Italia ci tiene a ricordare il lavoro svolto con i sindacati e con il governo per raggiungere una soluzione che evitasse licenziamenti ed esuberi, dato che l’età media era molto bassa – intorno ai 35 anni – mettendo fine a qualsiasi ipotesi di scivolo e prepensionamento. «Abbiamo affrontato il discorso con il sindacato – spiega Dambach – per essere più flessibili degli altri, per aggiungere la qualità e le competenze. Siamo andati un po’ per le lunghe perché c’era la necessità di confrontarsi in maniera complessiva. Abbiamo avuto un grande supporto dalle rappresentanze e abbiamo poi deciso di spostarci a Roma per discutere la questione con l’esecutivo. Anche in questo caso abbiamo trovato grandissima disponibilità da parte delle istituzioni. Non sappiamo ancora che cosa faremo a Bari, quale sarà il futuro del diesel nei prossimi anni, ma siamo sicuri di aver vinto, perché ora ci sono due nuove linee che fanno un nuovo tipo di pompa. Siamo riusciti a creare un quadro che offriva un’alternativa a quello che era stato deciso in Germania di dismettere lo stabilimento. Ora invece stiamo discutendo quali altri prodotti portare in produzione a Bari. Serve selezionare con attenzione il prodotto che decideremo di realizzare in quello stabilimento».

 

Conferenza annuale dati di bilancio di Bosch_26.06 (6)
Conferenza annuale dati di bilancio di Bosch

La ristrutturazione della sede milanese

Nel 2017 è stato avviato un processo di ridefinizione degli spazi di lavoro aziendali che rispecchiano la filosofia inspiring working conditions di Bosch. Per raggiungere questo obiettivo si è scelto di “abbattere” qualsiasi barriera fisica ma anche gerarchica. «I nuovi uffici – spiega Dambach – vogliono rimettere al centro l’uomo. Tutta la sede verrà presto realizzata con questa idea precisa. La trasformazione che stiamo facendo non è tanto tecnologica, quanto piuttosto culturale. Abbiamo deciso di eliminare le gerarchie, i livelli eccessivi. Quando sono arrivato in Italia eravamo in 400 con 7-8 diverse scale gerarchiche. Oggi abbiamo tre livelli e nel frattempo siamo arrivati oltre 6.000 unità. Dal punto di vista operativo significa aver abbattuto qualsiasi possibilità di riunioni “fisse”: i miei collaboratori vengono da me se c’è qualche decisione importante da prendere. Cambia il modo di lavorare, ed è questo l’aspetto più difficile da far capire. Le idee devono circolare in maniera più rapida ed efficiente, nemmeno io avrò più un ufficio tradizionale e chiuso, il lavoro deve essere interconnesso».

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Bosch nel mondo

Nel 2017 la multinazionale tedesca ha raggiunto un fatturato record di 78,1 miliardi di euro, in crescita del 6,8% rispetto all’anno precedente. La spesa in ricerca e sviluppo ha raggiunto i 7,3 miliardi di euro, in crescita in valore assoluto rispetto ai 6,9 del 2016 ma in diminuzione in percentuale (9,3% contro il 9,5% di due anni fa). Per quanto riguarda il numero di collaboratori, Bosch ha per la prima volta nella sua storia superato quota 400.000 dipendenti, in aumento di oltre 13.000 unità rispetto al 2016.

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