Il futuro della meccatronica, tra sistemi di visione e intelligenza artificiale

di Stefano Casini ♦ Parla Massimo Vacchini, dg di Aidam, l’associazione non confindustriale (che collabora con sps) del settore più dinamico dell industria italiana.

Per il mondo della meccatronica, «per fortuna la crisi iniziata nel 2007 è un ricordo. In particolare il 2018 sta portando risultati oltre ogni attesa per il comparto. Basti pensare che chi produce componenti sta facendo miracoli per soddisfare gli ordini, che sono veramente sopra a ogni più rosea previsione. Le aziende costruttrici di sistemi hanno invertito la tendenza di maggiori ordini dall’estero, e oggi sono le realtà italiane a richiedere le nuove tecnologie produttive». È l’analisi di scenario, e del mercato, che con soddisfazione tratteggia Massimo Vacchini, direttore di AIdAM (Associazione italiana di automazione meccatronica). L’Associazione nasce nel 1999 per sostenere, migliorare e sviluppare il settore dell’automazione industriale in tutte quelle iniziative che possono far crescere il comparto e di conseguenza il Business degli associati. «Abbiamo due sedi in Europa, a Praga e Belgrado» rileva Vacchini, «e operiamo in diverse nazioni con accordi di cooperazione internazionale sia per la formazione che per il Business stesso. Il più noto è l’IscpItalian Serbian Collaboration Platform – giunto alla quinta edizione, a giugno 2018. E a settembre avvieremo la prima conferenza di cooperazione con la Tunisia. Inoltre abbiamo avviato attività in Repubblica Ceca, Romania, Marocco e prossimamente in Inghilterra». Il novero  degli associati  è ampio e diversificato, così come le specializzazioni e le caratteristiche delle varie aziende, ma con un denominatore comune: alto livello tecnologico e di innovazione. La gamma delle diverse specializzazioni va, per esempio, da chi produce macchine speciali e linee automatiche di assemblaggio per tutte le industrie, con tecnologie intelligenti di movimentazione, visione e robotica, come il caso di Dymaco Group con sede a Pedrengo, in provincia di Bergamo; a chi, come la Klain Robotics di Brescia, distribuisce robot Scara e antropomorfi dei brand Denso, Hyundai e Veltru, per applicazioni nei settori della General Industry, Automotive, Food, cosmetica, farmaceutica, Packaging. C’è poi chi è specializzato in produzione e commercio di Software e apparecchiature per la visione artificiale, come Vea, di Canegrate, alle porte di Milano; chi vende moduli per meccatronica, come la bergamasca MoxMec; chi fa sensori induttivi, magnetici, ottici, e sistemi di identificazione, è il caso ad esempio della Balluff di Grugliasco, vicino a Torino. Altri associati dell’Aidam si occupano di altre soluzioni su misura per l’automazione industriale, ad esempio Asolmec di Asolo (Treviso), o di presse elettriche per l’industria manifatturiera, come la milanese Kistler; o anche di formazione e ricerca Hi-Tech, come la Scuola Superiore Sant’Anna, di Pisa, e il VB Lab, del Dipartimento di meccanica del Politecnico di Milano. Mentre Net Italia, a Brescia, è specializzata nella produzione di macchine analogiche e digitali e di componenti per applicazioni in campo industriale, medicale, tecnologico. E l’elenco delle specializzazioni che si riuniscono in Aidam, potrebbe continuare a oltranza.







 

 

Massimo Vacchini, direttore di AIdAM (Associazione italiana di automazione meccatronica)

 

D.Qual è il modello con cui operate e vi muovete sullo scenario Hi-Tech?

R.«Il nostro format prevede una cooperazione stretta tra imprese e università italiane per fare conoscere, prima, i vantaggi e l’impiego delle nostre tecnologie, e successivamente per creare opportunità di Business per le aziende interessate. Di recente, lo scorso aprile, abbiamo anche firmato un protocollo con il Miur, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per migliorare la formazione dei ragazzi che frequentano gli istituti tecnici».

D.Come si migliora la qualità, e la competitività, nel settore?

R.«La competitività, e di conseguenza la qualità, sono i fattori prioritari per il comparto, in quanto l’innovazione e l’applicazione delle nuove tecnologie sono d’obbligo per realizzare le macchine più performanti e innovative. Costante ricerca e formazione sono lo standard per le nostre aziende».

D.Quali sono gli elementi di vantaggio competitivo?

R.«Le aziende italiane si distinguono rispetto alla concorrenza, ad esempio quella tedesca, per la flessibilità e la riconfigurazione rapida delle macchine stesse. Pregio della nostra produzione è il pensare in anticipo quali possono essere le varianti necessarie per produrre oggetti simili ma differenti, con la stessa macchina. Come è noto, anche in altri settori, la flessibilità mentale è un marchio di qualità degli imprenditori italiani».

D.In che cosa consiste la collaborazione tra Aidam e la fiera Sps Ipc Drives Italia?

R.«Sps Italia e  AIdAM hanno deciso da questa edizione di valorizzare il comparto italiano, meglio identificato con 4.IT, per fare vedere le applicazioni dei componenti, abitualmente esposti nell’area tradizionale, e la loro possibile performance legata al mondo produttivo».

D.Che cosa portate a Sps Italia, in programma dal 22 al 24 maggio a Parma?

R.«I nostri associati presenti porteranno una macchina di 12 metri che prevede il montaggio e il collaudo delle guide ammortizzate per i cassetti. Oltre alla robotica applicata all’industria, ai sistemi di visione artificiale e ai loro molteplici impieghi per migliorare la produzione e la sua qualità».

D.Come sta cambiando il mondo dei sistemi di visione artificiale?

R.«I sistemi di visione artificiale finalmente in Italia stanno raggiungendo la giusta maturità, vengono sempre più impiegati per il controllo del montaggio, la corretta sequenza produttiva e la verifica finale della qualità del prodotto. Oltre ad altri molteplici impieghi che sarebbe troppo lungo elencarli tutti. Oggi vengono poi sempre più spesso utilizzati anche per rendere intelligenti i “ferri” come possono essere dei robot o delle navette per la movimentazione delle merci all’interno degli stabilimenti stessi».

D.Cosa vi attendete per il mercato della meccatronica nei prossimi anni?

R.«A Davos nel 2013 avevano annunciato questa ripresa dal 2016 fino al 2025, con un’impennata fino al 2020 e poi una lenta discesa. Ci auguriamo che la dinamica sia così come prevista, fino ad ora indovinata. Ma bisogna che le aziende incomincino a pensare a quando tutto questo si fermerà e non è così lontano in termini industriali».

D.Che considerazioni si possono fare al riguardo?

R.«Bisogna organizzarsi perché la prossima crisi, che prima o poi arriverà, speriamo il più tardi possibile, ci trovi pronti ad affrontare nuovi mercati, nuovi settori nuove opportunità. L’Associazione serve per questo, ma ha bisogno degli iscritti che la seguono anche quando sembra che il tempo debba essere dedicato al presente e non al futuro».

D.Come stanno andando le aziende iscritte ad Aidam?

R.«Seguono l’andamento del mercato, molto positivo. Non tutte hanno la stessa crescita, ma stanno cercando di collaborare tra loro per far sì che il momento positivo lo sia per tutti».

D.E come sta andando Aidam?

R.«L’Associazione oggi ha 70 Aziende iscritte, per cui bene. Come sempre la necessità di appartenere a una Associazione di categoria è meno sentita nei momenti di alta produttività. Noi continuiamo a lavorare per il futuro, e il recente accordo con il Miur dimostra la nostra sensibilità per il Sistema Italia e le sue prospettive».

D.Su che cosa sta lavorando la vostra Associazione in questo momento?

R.«Sul trasferimento di conoscenze per i futuri imprenditori e maestranze. Sull’affrontare in maniera aggregata nuovi mercati e nuove opportunità. Stiamo realizzando con la Hoepli un testo sulla meccatronica che sarà strumento di formazione per gli istituti superiori e per gli uffici di progettazione delle aziende».

D.Che considerazioni si possono fare riguardo alla nuova collaborazione tra Aidam e Anie Automazione, nel campo dei sistemi di visione e dell’intelligenza artificiale?

R.«È un esempio di aggregazione tra associazioni che porterà sicuramente vantaggi per il comparto dei sistemi di visione, dai produttori ai distributori e agli integratori. Non rimarrà l’unica iniziativa con Anie, altre ne abbiamo avviate in quanto crediamo che ci siano una serie di opportunità per le aziende che sono iscritte alle due associazioni».

 

l’Iscp – Italian Serbian Collaboration Platform – giunto alla quinta edizione rientra tra le principali attività dell’ AIdAM

 

D.Perché era necessaria un’ulteriore e diversa associazione rispetto alle molteplici che si occupano di meccatronica in Confindustria?

R.«Tutte le altre associazioni di Meccatronica nate in Confindustria o Assolombarda sono successive alla nostra, per cui credo che a questa domanda debbano rispondere altri. Noi crediamo che questo comparto che è secondo nel mondo, insieme ai tedeschi, abbia bisogno di un’attenzione maggiore da parte di tutte le istituzioni, e le varie associazioni che lo rappresentano dovrebbero unirsi verso un unico obiettivo».

D.E poi?

R.«Non ultimo, il comparto della meccatronica non ha un codice Ateco, e noi lo abbiamo già richiesto all’Unione Europea. Si dovrebbe lavorare comunemente per questo importante obiettivo, che darebbe maggiore visibilità al comparto anche sotto l’aspetto statistico».

D.Che cosa vi aspettate dal prossimo governo?

R.«Auspichiamo che continui sulla strada del precedente, incentivando il cambiamento tecnologico delle imprese; che migliori la visione globale del sistema impresa; e che sgravi le aziende da costi che impediscono uno sviluppo maggiore e una crescita alla pari con le realtà straniere».

D.Su quali altri aspetti è più urgente intervenire? E perchè?

R.«Noi ci occupiamo di politica industriale, per cui credo che le aziende abbiamo bisogno di migliorare l’accessibilità al credito agevolato, incrementare il sostegno alla ricerca, abbiano bisogno di una politica del lavoro più vicina alle necessità delle imprese e dei lavoratori. E poi, riqualificare la formazione tecnico-superiore, e dotare gli istituti tecnici di laboratori con attrezzature al passo con i tempi. Sostenere i settori tecnici emergenti, come il Paese ben fa per altri comparti più noti come la moda, il vino e l’alimentare».

D.Quali saranno i principali ambiti e tendenze di sviluppo del settore?

R.«È difficile dire quali saranno perché il settore è continuamente in evoluzione, e quello che era una novità sei mesi fa oggi è, lo dico ovviamente esagerando un po’, obsoleto. Ma, per rendere l’idea, la tendenza è questa. Rapida innovazione. Rapida obsolescenza. Pensiamo all’evoluzione delle robotica, dai robot tradizionali, ai collaborativi, al robot per la formazione tecnica e la conoscenza più approfondita della programmazione. Il futuro, anche del nostro settore, è tutto da scoprire, e da affrontare. E non aspetta».














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