Infor: nel 2023 i brand della moda punteranno su sostenibilità, economia circolare e servizi a valore

La pandemia ha cambiato il modo di vestire di molte persone, da quelle che sono passate a lavorare da remoto agli operatori sanitari che si prendono cura dei pazienti negli ospedali

La soluzione Enterprise Automation di Infor è unica nel suo genere perché offre funzionalità di automazione attraverso una sola piattaforma configurabile

I consumatori stanno cambiando il proprio comportamento d’acquisto: il prossimo anno è presumibile che le persone prestino più attenzione alle spese, optando per prodotti più economici e di lunga durata. Questo è quello che emerge da una ricerca condotta da Infor, industry cloud company, che ha identificato i trend che caratterizzeranno i settori fashion e retail nel 2023. Secondo una recente survey di McKinsey, il 67% dei consumatori intervistati considera l’uso di materiali sostenibili un importante fattore di acquisto. Il prossimo anno è probabile che i brand di moda scelgano materiali più sostenibili e offrano una reale trasparenza lungo le loro supply chain estese. Inoltre, i materiali, i processi e le tecniche di produzione delle nuove collezioni saranno misurati meglio e progettati per avere un minore impatto ambientale. A causa delle continue interruzioni della supply chain a livello globale, molti brand stanno inoltre ripensando le proprie catene di approvvigionamento, bilanciando le forniture locali con quelle globali per assicurare la disponibilità dei prodotti, limitando l’esposizione ai rischi e garantendo la conformità agli obiettivi Esg. Purtroppo, molti prodotti creati dall’industria della moda vengono buttati alla fine del loro ciclo di vita o addirittura prima, a causa di uno strappo o di una macchia. Nel 2023, i brand inizieranno a valutare come estendere il ciclo di vita e offrire servizi a valore per i prodotti esistenti, come per esempio riparazione, noleggio, rivendita e riciclo piuttosto che immettere sul mercato altri prodotti. L’integrazione con le piattaforme di rivendita può inoltre aiutare a vendere le rimanenze di magazzino, mentre l’estensione dei servizi nel post-vendita può contribuire a prolungare la durata di un articolo, secondo un modello virtuoso di economia circolare. La pandemia ha cambiato il modo di vestire di molte persone, da quelle che sono passate a lavorare da remoto agli operatori sanitari che si prendono cura dei pazienti negli ospedali. Alcuni dipendenti vestono in modo più casual e comodo rispetto al passato, mentre altri optano per scarpe facilmente lavabili e igienizzabili. Nel corso della pandemia, Crocs ha donato più di 800.000 paia di scarpe in materiale lavabile agli operatori sanitari di tutto il mondo. Un esempio di come progettare prodotti facili da adattare e mantenere può consentire ai brand fashion di fornire soluzioni concrete e promuovere la sostenibilità.

La predilezione per l’abbigliamento loungewear rispetto a quello più formale ha portato alcune persone a credere che un giorno l’alta moda esisterà solo nel metaverso. Brand come Nike, Balenciaga, Gucci e Ralph Lauren hanno abbracciato il metaverso, disegnando capi per il gaming e partecipando a sfilate virtuali. L’evoluzione dei canali digital e social ha senza dubbio contribuito alla significativa crescita del fashion a livello globale negli ultimi 20 anni. Da decenni le persone usano la moda per stabilire la propria identità e in un mondo virtuale e digitale sarà esattamente la stessa cosa, con l’enorme vantaggio di una minore dipendenza dai beni fisici, a beneficio di valori etici e di sostenibilità personali. I marchi di moda di solito non fanno affidamento solo sui prodotti, ma si concentrano sulla creazione di brand experience che arricchiscono i clienti e che possono essere condivise sui social media. Jimmy Choo, ad esempio, sta facendo notizia per aver aperto un caffè fucsia da Harrods. Esperienze come questa attirano influencer e consumatori che altrimenti non interagirebbero con il marchio. Tuttavia, non tutti i marchi di moda hanno la possibilità di esplorare queste proposte creative. I marchi più piccoli non dispongono necessariamente di team di grandi dimensioni e spesso una sola persona ricopre diversi ruoli, rendendo difficile la creazione di esperienze per i clienti fuori dagli schemi. Nel 2023 e negli anni a venire, questi team più piccoli probabilmente faranno più ricorso alla tecnologia per automatizzare alcuni processi e liberare talenti in grado di creare nuove brand experience e concentrarsi su ruoli più specializzati. In questo modo, i marchi potranno focalizzarsi maggiormente sull’offerta di esperienze memorabili e uniche per aumentare l’esposizione e distinguersi dalla concorrenza.




















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