Il Pnrr creerà reale valore economico? Tutti i dubbi di Alfonso Fuggetta. E sul futuro dell’industria…

di Filippo Astone ♦︎ VIDEOINTERVISTA ♦︎ A tu per tu con il ceo e direttore scientifico di Cefriel e docente del PoliMi. Che sul Pnrr non è ottimista: si rischia la distribuzione di soldi a pioggia, senza però risolvere i problemi chiave del sistema Italia. Le misure non devono correre dietro all'offerta, ma stimolare l'innovazione. Focus sul digitale: realizzare prodotti e servizi a maggior valore aggiunto, efficientare i processi. Obiettivo: ripensare l'organizzazione di aziende e Pa. L'importanza della servitizzazione. Il tema delle nuove modalità di lavoro. Le novità di Cefriel

 







Cefriel è uno dei massimi luoghi in cui si fa innovazione al servizio delle imprese. Cefriel è partecipato da 4 università: Politecnico di Milano, Università Statale di Milano, Bicocca e Università dell’Insubria. Fra i soci anche molti nomi noti dell’industria: Eni, Pirelli, StMicroelectronics, Microsoft, Engineering, Fastweb, Hpe, Vodafone, Tim.

Il Pnrr è entrato nella fase esecutiva in cui vengono distribuiti i soldi: il rischio è che si possa tradurre in una distribuzione a pioggia e senza un reale incentivo alla creazione di valore economico. Se ci sono margini di manovra andrebbero utilizzati per avere una maggiore efficacia per utilizzare una mole di soldi che non abbiamo mai visto nei tempi recenti. 

L’azienda finale dovrebbe capire come il digitale può aiutarla a migliorare l’efficienza del processo di produzione del valore oppure più efficace sul mercato creando prodotti e servizi a maggior valore aggiunto. Il digitale può servire a ripensare il funzionamento dell’azienda, per rendere più agili i processi, rendere le informazioni più facili da rilevare. La vera sfida è da un lato sfruttare le nuove tecnologie per avere processi ripensati, e ripensare prodotti nuovi che vadano oltre le nostre abilità tradizionali e garantiscano all’azienda una continuità di ricavi che va oltre la vendita del singolo bene.

In confronto a Francia e Germania, Olanda e Gran Bretagna, in Italia ci sono aziende micro che hanno difficoltà a innovare i propri modi di operare, dunque lavorano al servizio di aziende di dimensioni medie o più grandi. Mancano aziende di dimensioni medio grandi che possono fare da traino alle altre.

Per supportare l’innovazione delle imprese il Cefriel svolge tre tipi di attività. Per il 10% del lavoro partecipa a progetti europei che servono per fare scouting e assessment delle tecnologie emergenti. Per il 20% svolge attività di formazione e trasferimento tecnologico alle aziende. Infine, il 70% delle attività costituisce progetti fatti insieme alle imprese.

(Ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 16 marzo 2023)














Articolo precedenteAutomotive, edilizia, machinery: i problemi della siderurgia nei tre comparti chiave. Con Siderweb
Articolo successivoL’industria italiana senza la Cina? Non va molto lontano… Evoluzione del rapporto commerciale






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui