Batterie, logistica, efficienza energetica: ecco come le imprese possono farsi finanziare dall’Europa

di Caterina Montesi ♦︎ Contributi per la manifattura. Nell’ambito di Horizon Europe, da Bruxelles 283 milioni progetti di R&S di imprese, centri di ricerca, università. Scadenza dei bandi: 6 settembre. Transizione green: 133 milioni di euro, focus su storage. Sustainable logistic: 91 milioni. Contenimento energetico: 54 milioni, 18 per applicazioni industriali di gestione dell'energia termica

Hai un’impresa del settore storage e stai testando nuove tecnologie per migliorare le prestazioni e la sicurezza delle batterie per auto elettriche e applicazioni mobili? La tua azienda attiva nella logistica ha in cantiere un progetto per ottimizzare i flussi di merci ed abbattere le emissioni? La Commissione europea può finanziare i tuoi progetti fino al 100% delle spese. Come? Attraverso una ventina di bandi pubblicati da Bruxelles nell’ambito del programma Horizon Europe, il programma con cui l’UE sostiene progetti di ricerca e innovazione.

Si tratta in totale di una ventina di bandi dedicati a grandi comparti economici. Per chi si intende di europrogettazione non è una notizia, per le aziende che potrebbero approfittare dei fondi europei per introdurre innovazioni all’avanguardia probabilmente è una notizia. Anzi, una buona notizia.







Il radar delle ultime call punta su batterie, logistica ed efficienza energetica. Largo il ventaglio di progetti che possono accedere ai fondi europei: da quelli per migliorare le prestazioni delle batterie ai progetti per rendere più efficiente e sostenibile l’utilizzo del calore nei processi industriali, passando per il sostegno a servizi di mobilità innovativi e condivisi in azienda fino a soluzioni tecniche per limitare le emissioni dei trasporti. Il piatto è piuttosto ricco: in totale Bruxelles mette a disposizione 283 milioni per finanziare progetti di R&I realizzati da imprese, centri di ricerca, università (meglio se in partnership tra loro). La scadenza dei bandi è sempre la stessa: il 6 settembre. Ma cosa finanziano di preciso e come si fa a partecipare?

La transizione green si gioca sulle batterie. E l’Europa ci investe sempre di più

La fetta più grande della torta è dedicata allo storage, un settore destinato a crescere ancora esponenzialmente visto il ruolo centrale che ricopre. La mobilità elettrica è solo uno dei segmenti che rendono l’accumulo energetico centrale nella transizione green, in buona compagnia (tra le altre) delle applicazioni di stoccaggio energetico che rendono le reti smart. Secondo un recente report di Rystad Energy, la domanda globale di batterie dovrebbe aumentare esponenzialmente nei prossimi anni fino ad arrivare a 9 terawattora (TWh) all’anno entro il 2030. Per intenderci, si stima che la domanda crescerà di 15 volte rispetto ai livelli toccati nel 2021 (580 gigawattora).

Secondo un recente report di Rystad Energy, la domanda globale di batterie dovrebbe aumentare esponenzialmente nei prossimi anni fino ad arrivare a 9 terawattora (TWh) all’anno entro il 2030. Per intenderci, si stima che la domanda crescerà di 15 volte rispetto ai livelli toccati nel 2021 (580 gigawattora)

All’esplosione della domanda, trainata soprattutto dal ruolo sempre più centrale accordato all’elettrico nella transizione energetica, non corrisponde tuttavia un adeguato aumento dell’offerta globale. Malgrado sia ben lontana dai grandi player internazionali, l’Europa sta investendo in modo sempre più massiccio nelle gigafactory per la produzione di batterie. Secondo Benchmark Minerals, se si esclude la Cina, l’Europa è la regione a più rapida crescita per capacità di batterie agli ioni di litio per veicoli elettrici: se a settembre 2018 la capacità di produzione di batterie in Europa era stimata in 120 GWh entro il 2030, ora si parla di capacità annuale pari a 789,2 GWh. Accanto alla produzione vera e propria l’Unione Europea ha previsto investimenti mirati a sviluppare un ecosistema europeo di R&I dedicato alle batterie. E’ in questa strategia che vanno inquadrate le call Horizon Europe, gestite nell’ambito della Batteries Partnership, partenariato pubblico-privato nato per creare una catena del valore europea competitiva per le batterie industriali.

Le call tarano complessivamente 133 milioni di euro e si focalizzano su diverse tematiche. Tra queste, lo sviluppo di tecnologie di nuova generazione per migliorare le prestazioni e la sicurezza delle batterie, sia per i trasporti che per le applicazioni mobili (a titolo d’esempio saranno finanziati progetti che prevedano l’impiego di nuovi materiali leggeri con caratteristiche termiche ottimali capaci di ridurre il modulo batteria e aumentarne contemporaneamente la sicurezza); o ancora, i fondi europei andranno a sostenere progetti per incorporare sensori e funzionalità di autoriparazione nelle celle delle batterie.

L’elenco completo dei bandi per il settore Storage, aperti dal 28 aprile al 6 settembre 2022:

A questi si aggiunge un bando da 5 milioni, CIVITAS 2030 – Coordination and support for EU funded urban mobility innovation, volto ad aumentare la portata e la velocità dell’adozione di soluzioni di mobilità urbana innovative e replicabili in Europa.

Logistica sostenibile: una strada in salita che richiede investimenti mirati

Messa a dura prova dalla pandemia, la logistica più di altre industrie deve affrontare sfide tutt’altro che banali per tenere il passo della duplice transizione, green e digitale. Se a ciò si aggiungono l’aumento delle materie prime e i rincari energetici è facile intuire che la strada per una trasformazione sostenibile della logistica non è certo in discesa. Un dato di fatto evidenziato già sul finire dello scorso anno dalla ricerca dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” della School of Management del Politecnico di Milano: già nel 2021 si era registrato un aumento dei costi energetici (+24%) e del carburante (+13%). “Se non ben gestiti, questi rincari potrebbero ridurre i margini degli operatori di settore, già risicati, in un momento in cui sono necessari investimenti importanti”, sottolinea il rapporto.

In un contesto aggravato dall’ulteriore aumento dei prezzi un approccio 4.0 alla logistica “può abilitare e accompagnare la transizione in corso, a patto che non si limiti ad aggiungere una nuova tecnologia o un nuovo progetto, ma porti a una revisione critica dei processi logistici”, sottolineava Elena Tappia, direttore dell’Osservatorio Contract Logistics, presentando i dati 2021. Secondo i dati dell’Osservatorio, basati su 275 i progetti di Logistica 4.0 di 65 operatori logistici analizzati, ad influenzare maggiormente l’introduzione di soluzioni di Logistica 4.0 sono l’allineamento alla strategia aziendale, l’aspettativa di ottenere i benefici attesi e la compatibilità con i sistemi esistenti.

Secondo i dati dell’Osservatorio, basati su 275 i progetti di Logistica 4.0 di 65 operatori logistici analizzati, ad influenzare maggiormente l’introduzione di soluzioni di Logistica 4.0 sono l’allineamento alla strategia aziendale, l’aspettativa di ottenere i benefici attesi e la compatibilità con i sistemi esistenti

I bandi Horizon Europe aperti a fine aprile cercano appunto di incanalare i fondi europei su attività di ricerca e innovazione in grado di migliorare la competitività dell’industria logistica riducendone l’impatto ambientale. A disposizione in tutto ci sono 91 milioni di euro per 7 bandi e anche in questo caso il focus è su diversi temi. Da progetti per fornire conoscenze e soluzioni tecniche per limitare le emissioni dei trasporti, con focus specifico sull’infrastruttura di trasporto, al sostegno a progetti per testare servizi di mobilità innovativi e condivisi, anche attraverso approcci cooperativi che coinvolgano i datori di lavoro disposti a partecipare a progetti pilota per testare servizi “Mobility as a Service” (MaaS) per i propri dipendenti.

Come per il settore batterie, anche i bandi per Trasporti e logistica sono aperti dal 28 aprile al 6 settembre 2022. L’elenco completo:

I bandi europei per l’energia, dalle applicazioni industriali all’efficienza energetica

Infine, l’ultima fetta dei bandi europei punta sull’efficienza energetica sia in ambito industriale che nell’edilizia. Dei 54 milioni a disposizione per questo gruppo di bandi, 18 sono dedicati ad applicazioni industriali della gestione dell’energia termica:

HORIZON-CL5-2022-D4-01-04: Development and pilot demonstration of heat upgrade technologies with supply temperature in the range 150-250°C

HORIZON-CL5-2022-D4-01-05: Development of high temperature thermal storage for industrial applications

Con quest’ultimo bando, in particolare, Bruxelles vuole finanziare progetti per disaccoppiare la generazione dall’utilizzo del calore nei processi industriali così da consentire scambi di calore tra diversi processi industriali o generare calore durante gli orari non di punta. I fondi restanti sono dedicati all’edilizia e intendono finanziare soluzioni innovative in risposta alla domanda per il settore residenziale, dare vita a nuovi edifici che coniughino elevate prestazioni energetiche con la massima flessibilità e adattabilità e aumentare le prestazioni energetiche degli edifici attraverso l’ottimizzazione e l’integrazione di diverse tecnologie, comprese le energie rinnovabili e lo stoccaggio.

I bandi per l’edilizia:

HORIZON-CL5-2022-D4-01-01: Demand response in energy-efficient residential buildings

HORIZON-CL5-2022-D4-01-02: Renewable-intensive, energy positive homes

HORIZON-CL5-2022-D4-01-03: Smarter buildings for better energy performance

Anche nel caso dei bandi per l’energia il termine di presentazione delle domande è fissato al 6 settembre.

Fabbisogno energia elettrica in Italia, dati annuali. Fonte: Terna

Le regole d’ingaggio: come funzionano i bandi Horizon Europe?

Fatta la panoramica sui temi veniamo ai dettagli, quelli spesso più difficili da comprendere quando ci si approccia per la prima volta a un bando europeo. Nell’ambito del programma Horizon Europe le call sono aperte ai soggetti giuridici che sono stabiliti in uno Stato membro, in un Paese associato o nei Paesi terzi non associati a reddito medio-basso. La lista dei Paesi non UE che partecipano al programma è in continuo aggiornamento ed è consultabile a questo link.

I progetti e la percentuale di finanziamenti cui possono accedere sono codificati utilizzando precise etichette. Per le call di nostro interesse si tratta di:

  • Research and Innovation Actions (RIA): si tratta di attività che mirano principalmente a stabilire nuove conoscenze oppure ad esplorare la fattibilità di una tecnologia, di un prodotto, processo, servizio o soluzione, che siano nuovi o migliorati. Includono quindi i progetti di ricerca di base e applicata, lo sviluppo e l’integrazione della tecnologia, i test, la dimostrazione e la convalida su un prototipo su piccola scala in un laboratorio o in un ambiente simulato. In questo caso il finanziamento europeo copre il 100% delle spese considerate ammissibili e indicate nel testo del singolo bando;

  • Innovation Actions (IA): in questo caso si tratta di attività progettuali per prodotti, processi o servizi nuovi, rivisti o migliorati, che possibilmente comprendano attività prototipazione, test, dimostrazione, pilotaggio, convalida del prodotto su larga scala e replica sul mercato. Qui il contributo europeo scende al 70%, ma può toccare il 100% per gli enti no profit;

  • Coordination and support actions (CSA): in questo caso non siamo di fronte ad attività di ricerca e innovazione in senso stretto, ma a progetti che contribuiscono alla riuscita del programma Horizon Europe. Anche in questo caso la Commissione europea copre il 100% delle spese.

Partecipazioni e contributo finanziario totale Horizon 2020 di alcuni paesi

Dalla teoria alla pratica: come si partecipa ai bandi Horizon Europe?

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea

Poniamo il caso di un’azienda interessata a partecipare a uno dei bandi elencati sopra. Per quanto ovvio possa sembrare, la prima cosa da fare è leggere con attenzione i documenti pubblicati dalla Commissione europea sul portale ufficiale Funding & Tender portal. Negli allegati al programma Horizon Europe sono indicate, infatti, tutta una serie di regole base da seguire: inviare la domanda solo online utilizzando i moduli forniti all’interno del sistema di invio elettronico (non i modelli disponibili nella pagina tematica dei singoli bandi). La proposta progettuale deve seguire il formulario fornito e le regole indicate dalla Commissione. Districarsi tra i documenti potrebbe non essere semplicissimo, anche per questo esiste un servizio dedicato alla comunità scientifica e industriale italiana per facilitarne la partecipazione ai bandi.

Ad offrirlo è Apre, l’Agenzia per la promozione della ricerca europea, che permette di accedere a servizi di informazione, formazione e assistenza gratuiti pensati per le aziende, i centri di ricerca, gli enti e (in generale) per tutti coloro che vogliono partecipare ai bandi del programma per la ricerca e l’innovazione. Un servizio di prima assistenza, ma in inglese, è disponibile già sulle pagine dei singoli bandi: oltre alle risposte alle domande frequenti sul funzionamento del portale per l’invio delle domande e sulle singole call, la Commissione fornisce ai potenziali interessati la possibilità di “fare matching”. La portata dei bandi Horizon Europe e il livello di innovazione richiesta ai progetti per accedere ai fondi europei impongono infatti ai beneficiari di fare un lavoro di squadra. Le partnership tra imprese, enti di ricerca e altri soggetti non sono solo vivamente raccomandate ma risultano spesso indispensabili. Meglio ancora se i pezzi del puzzle sono localizzati in diversi Paesi. Per non scoraggiare chi non ha già un partenariato transeuropeo su cui contare, la Commissione mette a disposizione un servizio di ricerca partner sul portale Finanziamenti e gare d’appalto che consente di cercare potenziali partner per proposte di progetto. Nella pagina di ogni bando è possibile trovare una sezione dedicata a tale servizio, detto ‘Partner search announcements’ e gli “annunci” pubblicati fino a quel momento dagli interessati al bando.














Articolo precedenteTim e Confitarma: accordo per la digitalizzazione del trasporto marittimo
Articolo successivoStellantis e Samsung Sdi insieme per una gigafactory negli Usa da 2,5 mld dollari






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui