Da Avl il primo motore a combustione alimentato a idrogeno, interamente Made in Italy

Dal 2022 sarà installato sugli autobus dell’Emilia Romagna per la prova su strada

Prototipo di motore a idrogeno di Avl Italia

Accordi per la creazione di poli nazionali di ricerca sull’idrogeno, intese per studiare come applicare la combustione a idrogeno a grandi navi, studi sulla componentistica automotive da adattare al gas naturale. Mai come in questo momento storico, le imprese italiane stanno dimostrando un enorme interesse nei confronti dell’idrogeno come possibile combustibile per alimentare la mobilità e renderla, così, sempre più sostenibile. Accanto all’elettrico, l’industria automobilistica, ormai da decenni a confronto con la transizione ecologica, cerca ulteriori soluzioni – su cui poter sviluppare tecnologie proprie – capaci di garantire sostenibilità e tutela dell’ambiente. Avl Italia, azienda specializzata nello sviluppo, simulazione e collaudo di sistemi powertrain, studia da tempo l’idrogeno e ha fatto un passo importante: ha messo a punto la tecnologia per la realizzazione di un motore, tutto italiano, a combustione interna alimentato a idrogeno. Il prototipo c’è ed è attualmente in fase di testing al banco di prova motore, nel centro di ricerca e sviluppo dell’azienda, a Cavriago di Reggio Emilia.

Non solo. Avl Italia ha creato un consorzio di imprese, dal nome H2-Ice, che ha come obiettivo l’applicazione sperimentale del motore a idrogeno sugli autobus emiliani. Del consorzio fanno parte, oltre ad Avl, Punch Torino, specializzata in sistemi di propulsione e di controllo, che fornisce il motore diesel da adattare alle “esigenze” dell’idrogeno; Landi Renzo, realtà leader nella produzione di componenti e impianti a gas per motori termici, che ha allo studio un nuovo compressore adatto alla complessa gestione dell’idrogeno e uno speciale regolatore di pressione; Industria Italiana Autobus e Tper, la Trasporto Passeggeri Emilia-Romagna, che contribuiranno all’installazione, per la prova su strada, sugli autobus della linea urbana della regione Emilia Romagna a cominciare dal 2022.







Dino Brancale, ad di Avl Italia

«L’idrogeno – spiega Dino Brancale, dal 2013 amministratore delegato della sede italiana di AVL List, la più grande società d’ingegneria indipendente al mondo nell’ambito dello sviluppo e del testing di veicoli e powertrain con casa madre a Graz, in Austria – è il vettore energetico più pulito e sostenibile naturalmente presente in natura, in quanto prodotto dall’acqua tramite il processo di elettrolisi. L’obiettivo di H2 Ice è di promuovere l’utilizzo dell’idrogeno, per il momento, per la trazione di veicoli destinati al trasporto pubblico. Optare per un motore a combustione interna adatto a ospitare l’idrogeno liquido come carburante significa eliminare completamente le emissioni generate dai veicoli su strada».

La ricerca di Brancale e del suo team riguarda, in particolare, quello che viene definito “idrogeno verde”, ovvero una soluzione energetica a emissioni zero, perché ottenuta a sua volta da fonti rinnovabili. «Nel settore della mobilità – aggiunge Brancale – l’idrogeno gioca un ruolo chiave non solo come combustibile per motori, ma anche nelle fuel cell, celle elettrochimiche in grado di trasformare l’idrogeno in elettricità per alimentare le batterie. E poi può essere utilizzato per produrre combustibili sintetici, ovvero carburanti alternativi derivanti dalla sintesi di idrogeno e CO2 e pertanto più sostenibili rispetto a quelli fossili». Ne consegue – conclude l’amministratore delegato di AVL Italia – che «oggi l’idrogeno non rappresenta solo il mezzo di trasporto più green, ma anche il principale strumento di immagazzinamento di energia, dal momento che influisce sulle emissioni relative ai processi di estrazione delle materie prime, i processi produttivi e di riciclaggio e rottamazione dei materiali».

La creazione di H2-Ice, nell’ottica di Avl Italia, ha anche un altro obiettivo, quello cioè di generare ricadute positive sull’intera filiera dell’automotive, oggi a rischio, nell’eventualità di una decisa virata del mercato verso il settore elettrico, il quale non utilizzerebbe appieno le molteplici competenze meccaniche e meccatroniche oggi esistenti nella Motor Valley emiliana e, più in generale, in tutto il Paese. «Lo sviluppo dei motori a idrogeno consente di ottimizzare i tempi e i costi di produzione e al tempo stesso preserva centinaia di posti di lavoro, aprendo la strada a nuove assunzioni. In futuro, infatti – anticipa Brancale – il consorzio sarà allargato ad altri attori che si occuperanno, tra l’altro, della distribuzione dell’idrogeno, altro tassello fondamentale per completare l’opera».

Proprio nell’ottica di salvaguardare e creare posti di lavoro, Avl Italia pone grande attenzione anche nei confronti della formazione e dell’acquisizione di conoscenze e capacità che in futuro saranno sempre più richieste. Se, infatti, per lo sviluppo di un veicolo sono sempre state predominanti le competenze legate alla meccanica e meccatronica, oggi, a causa della crescente complessità dell’intero processo, risulta necessario un nuovo approccio nello sviluppo delle componenti sia hardware che software. Software development, chimica ed economia circolare, per esempio, sono solo alcune delle nuove competenze che ogni ingegnere dovrà sviluppare per gestire al meglio le sfide legate alla mobilità del futuro. Non stupisce quindi l’ingresso di Avl Italia in Muner – Motorvehicle University of Emilia Romagna, l’associazione nata dalla sinergia tra alcuni prestigiosi atenei della regione (Università di Bologna, Università di Modena, Università di Modena e Reggio Emilia e Università di Parma) e le case automobilistiche del territorio (Automobili Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari, Haas F1 Team, HPE Coxa, Magneti Marelli, Maserati e Toro Rosso), con l’obiettivo di proporre corsi formativi di eccellenza in stretta collaborazione con i più importanti brand della Motor Valley.

Unica azienda presente in qualità di socio onorario, nell’ambito di Muner Avl Italia presenterà una specifica offerta formativa, metterà a disposizione i propri esperti come docenti e organizzerà tirocini non soltanto in Italia, ma anche in Austria, nella sede della casa madre. In questo modo AVL Italia contribuisce a formare e inserire nel mondo del lavoro gli ingegneri di domani, i professionisti che progetteranno veicoli stradali e da competizione, i sistemi di propulsione sostenibili e i sottosistemi per le funzionalità intelligenti e gli impianti di produzione all’insegna dell’Industria 4.0. «Siamo orgogliosi e onorati di far parte della community del MUNER – conclude Dino Brancale –.  Il settore automotive sta attraversando una profonda rivoluzione; auspichiamo di poter concorrere alla formazione di nuovi profili professionali che possano contribuire a gestire al meglio la transizione verso la mobilità di domani».

Sede di Avl Italia

Avl Italia conta 300 dipendenti, con una media anagrafica di trent’anni, e registra ricavi pari a 101,9 milioni di euro (dato del 2020, con un +9% rispetto al 2019). A Cavriago di Reggio Emilia, in uno stabilimento di 6.000 mq, c’è il suo centro di ricerca e sviluppo, unico nel suo genere, dove si svolgono le attività di tre dipartimenti: quello d’ingegneria, specializzato nella ricerca e sviluppo applicata nel settore dei trasporti; quello del testing, deputato alla progettazione e alla produzione di macchine e strumenti per i test (come, per esempio, modernissimi banchi per prova veicoli o banchi prova per i componenti o sub sistemi del powertrain elettrico); e quello dell’Ast, advanced simulation technology, la business unit dedicata allo sviluppo dei tool di simulazione per i veicoli e powertrain. Lavora a fianco delle maggiori case automobilistiche mondiali; recentemente, ha contribuito al Progetto Zeus della Land Rover, che sta sviluppando un prototipo di veicolo a celle a combustibile di idrogeno (Fcev) basato sulla nuova Defender.














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