Dietro le quinte del successo industriale tedesco: il modello Fraunhofer 

di Marco de' Francesco ♦︎ Le novità di Fraunhofer Italia e la proposta di Marco Bentivogli ci offrono l’opportunità di parlare di questa architrave della politica industriale germanica. Focus: ricerca applicata e trasferimento tecnologico. Con un budget di circa 2,8 miliardi l’anno e 8mila contratti con le imprese. Prendiamo spunto dal libro Industriamo l’Italia di Filippo Astone (Magenes 2016)

La tecnologia di Fraunhofer Gesellschaft 

Le industrie tedesche hanno puntato su prodotti con alto valore aggiunto, con una componente intrinseca di tecnologia d’avanguardia. Ciò ha consentito alla Germania di diventare uno dei più importanti Paesi esportatori del mondo, con un surplus che ha fatto registrare, nell’ultimo decennio, diversi record consecutivi – circostanza di cui si sono spesso lamentati sia i partner dell’Eurozona che l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Ciò ha permesso alla Germania di mantenere il tenore dei salari più alto di quello di altri Paesi continentali, benché la moneta sia comune e il costo della vita si sia livellato da Amburgo a Milano. Ciò ha reso possibile, nel 2013, la chiusura della partita della crisi nata nel 2008, mentre altri Stati ancora annaspavano nelle difficoltà: in realtà Berlino ha neutralizzato l’impennata del debito con una vigorosa crescita del fatturato industriale e del Pil.

Ma come ha fatto la Germania? C’entra la Fraunhofer Gesellschaft, un’organizzazione di ricerca applicata con sede a Monaco e con 74 istituti sparsi in tutto il Paese, ciascuno specializzato in un campo diverso: algoritmi, tecnologia chimica, plasma ed elettroni, meccanica e materiali e tanto altro. Il centro è un tassello essenziale della politica industriale tedesca e, quindi, del successo economico e industriale della Germania negli anni. Il trasferimento tecnologico, argomento sul quale l’Italia è invece un po’ latente, può avvenire, come vedremo, con più modalità.







Sul tema si è mosso il sindacalista Marco Bentivogli, che ha dato vita al network InnovAction, che ha proprio l’obiettivo di replicare nel nostro Paese il modello dell’organizzazione tedesca. Al suo fianco, il centro milanese Cefriel, la Fondazione Bruno Kessler di Trento, la Fondazione Links di Torino e il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione – Università Degli Studi di Napoli Federico II.

In ogni caso Fraunhofer gestisce ogni anno circa 8mila contratti attraverso i quali vengono veicolate verso il mercato le idee sviluppate al suo interno. Inoltre, tramite la Società le aziende possono realizzare cooperazioni internazionali e partnership con grandi aziende. Il contraltare di Fraunhofer è la Società Max Planck, di cui parleremo: si occupa di ricerca di base ma contribuisce comunque al vantaggio competitivo dell’industria tedesca. Questo articolo, in realtà si concentra sul contributo di Fraunhofer, e riporta il testo del libro Industriamo l’Italia (Magenes 2016) di Filippo Astone, ora direttore di Industria Italiana. I dati sono stati aggiornati.

 

I vantaggi competitivi nella ricerca pre-competitiva e applicatala rete degli istituti Fraunhofer

Industriamo l’Italia, il libro del direttore Filippo Astone

L’istituto Fraunhofer è attivo nella ricerca applicata o pre-competitiva. Si propone di facilitare un rapido utilizzo delle scoperte tecnico-scientifiche in ambito aziendale. Con un budget di circa 2,8 miliardi di euro (co-finanziato dalle imprese e dallo Stato) l’anno, il Fraunhofer opera attraverso i suoi 74 istituti e unità di ricerca attivi al livello locale, ciascuno nell’ambito di specifici Cluster. Oggi il Fraunhofer ha circa 28mila dipendenti, quasi tutti scienziati ingegneri, in istituti e centri di ricerca che godono di larga autonomia, anche se legati in un unico network. 

 

Sei modalità di funzionamento dei Fraunhofer

Il funzionamento del Fraunhofer è stato raccontato da Luigi Guiso su Il Sole 24 Ore. «Un’impresa tedesca che ha necessità di risolvere uno specifico problema tecnologico si rivolge al Fraunhofer con il quale stipula un contratto di ricerca. La forza principale del Fraunhofer è nel mettere in piedi il mix di intelligenze necessarie per risolvere quel problema specifico attingendo al suo pool di scienziati», ha scritto Guiso. Un piccolo esempio: la Salus, impresa di 500 addetti produttrice di punta di tè e tisane aveva fino ad allora risolto manualmente la separazione delle foglie di tè da altri elementi estranei. Ma la separazione manuale richiede più tempo e fa perdere oltre il 10% della materia prima. Con l’accresciuta competizione dall’estero questo è un costo che minaccia la profittabilità della Salus. Si rivolge al Fraunhofer che realizza un processo automatico di separazione delle foglie con perdita di prodotto vicina allo zero: la Salus recupera efficienza e può mantenere i suoi impianti a Bruckühl.

Questa modalità, definita one-off contracts e relativa a specifiche esigenze per le quali viene attivato un contratto di ricerca, è però solo una delle sei possibili con i Fraunhofer. Le altre cinque sono:

  • progetti su larga scala con partner multipli. Sono progetti al livello nazionale per fare ricerca applicata su una materia che coinvolge più aziende e più Cluster. In questo caso vengono mobilitati più Fraunhofernei vari territori tedeschi coinvolti;
  • cooperazione internazionale, attivabile da vari Fraunhofercon università straniere e aziende multinazionali, anche straniere;
  • partnership strategiche con grandi aziende, anche per vari anni di durata, creazione di start-up. Accade che alcune ricerche applicative nate grazie all’iniziativa di gruppi di ricercatori si prestino a essere trasformate in vere e proprie neo-aziende, cioè start-up. Il Fraunhoferinstitute dispone di un dipartimento che favorisce queste iniziative e fornisce loro tutti i mezzi e l’assistenza necessarie;
  • Cluster. Spesso i Fraunhofer stipulano contratti di ricerca applicata con i Cluster regionali, o di specializzazione, ai quali fanno riferimento.

 

8mila contratti di ricerca con le imprese: il segreto della crescita

Fraunhofer Gesellschaft è un’organizzazione di ricerca applicata con sede a Monaco e con 74 istituti sparsi in tutto il Paese, ciascuno specializzato in un campo diverso: algoritmi, tecnologia chimica, plasma ed elettroni, meccanica e materiali e tanto altro

Fraunhofer gestisce ogni anno circa 8mila contratti attraverso i quali vengono veicolate verso il mercato le idee e le tecnologie sviluppate al suo interno. Alternativamente, sono gli stessi scienziati del Fraunhofer che portano direttamente sul mercato nuove idee attraverso spin-off, nuove imprese create con il coinvolgimento di un venture capitalist. Un apposito dipartimento si occupa di incentivare i suoi scienziati verso gli spin-off e sono allo studio del suo management strategie alternative per promuovere il marketing delle nuove tecnologie che vengono create. «È questo dispositivo micidiale a cui le imprese possono attingere che alimenta l’innovazione. Ed è questa poderosa macchina di problem solving che ha consentito alle imprese tedesche non solo di reggere la concorrenza della Cina ma di sfruttare a proprio vantaggio la sua crescita impetuosa. La disponibilità di innovazione ha facilitato la ristrutturazione e il riposizionamento delle imprese rispondendo con superiori tecnologie alla concorrenza cinese. La produzione di innovazione ha consentito di specializzarsi nelle produzioni in cui i cinesi sono carenti: quelle con elevato contenuto tecnologico», scrive ancora Guiso. Il cofinanziamento da parte dello Stato avviene attraverso una innovativa modalità meritocratica: per ogni euro ricevuto dai privati, lo Stato ne mette due. Se non ci sono finanziamenti privati, la Fraunhofer non riceve nulla, e può anche chiudere.

 

I vantaggi competitivi nella ricerca teoricagli istituti Max Planck

Molti vantaggi competitivi delle aziende tedesche sono merito delle ricerche svolte all’interno degli istituti Max Planck. La società Max Planck è un ente pubblico di ricerca scientifica e tecnologica, partecipato dal governo federale e dai Lander. È considerato un’eccellenza mondiale. Ben 35 premi Nobel, fra i quali Albert Einstein, hanno lavorato al suo interno. Spesso viene indicato utilizzando la sigla Mpg, dal tedesco Max-Planck-Gesellschaft zur Förderung der Wissenschaften, in italiano società Max Planck per l’avanzamento delle scienze. La società Max Planck è articolata in 86 istituti di ricerca sparsi per il territorio, che danno lavoro a 23mila dipendenti. Il budget è di circa 1,8 miliardi di euro l’anno. Gli istituti Max Planck, pur collaborando strettamente con le università, lavorano autonomamente e tendono a focalizzarsi sulla ricerca innovativa che a causa del proprio carattere interdisciplinare o della necessità di particolari risorse non può essere affrontata dalle università statali. L’organizzazione interna degli istituti Max Planck è articolata in dipartimenti di ricerca con a capo direttori diversi. La società Max Planck è, dal punto di vista legale, un’organizzazione simile a una associazione e ogni direttore, in qualità di membro scientifico, ha eguale diritto di voto.  














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