Da Finmeccanica a Leonardo, che cos’è la Moretti way

di Laura Magna ♦ La multinazionale manifatturiera si riposiziona come una one company. Una cambio radicale che riguarda anche la struttura e l’assetto delle fabbriche. Ecco tutti i dettagli

Addio a Finmeccanica, benvenuta Leonardo. Un nome dovrebbe rappresentare il compimento della strategia di Mauro Moretti, amministratore delegato dal maggio 2014 di una delle più importanti industrie italiane, player globale nei settori dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza. Leonardo sarà il nome ufficiale di Finmeccanica a partire da gennaio 2017, per ribadire l’italianità della produzione e sottolinearne il valore. Leonardo nel mondo vuol dire Italia e l’Italia migliore possibile. Ma, nel caso in esame, Leonardo non sarà più la conglomerata tentacolare dalle cui ceneri nasce. Non un colosso che fa più di tutto un po’ come il genio del Rinascimento, bensì un gruppo unitario che ha scelto un mestiere che sostanzialmente attiene al volo, dentro e fuori dall’atmosfera, per scopi civili o militari. Una scelta necessaria per ripianare le perdite delle passate gestioni e razionalizzare le attività. Mentre altre manifatture sono costrette a diversificare in prodotti a maggior valore aggiunto o in mercati nuovi, Finmeccanica per salvarsi ha dovuto percorrere la direzione opposta operando quella che può essere definita a buon diritto una concentrazione intelligente.

Leonardo, dunque, ha tagliato i rami secchi e le attività no core del vecchio carrozzone burocratizzato e semplificato la catena di controllo (bando alla holding diffusamente ramificata) e si presenta al mondo come una società moderna, concentrata, unica. Ma non meno internazionale del passato. Così cedute, indagini Consob permettendo, Ansalso Sts e Breda, le due società attive nei trasporti ferroviari, ai giapponesi di Hitachi e l’azienda di ingegneria Fata alla siderurgia Danieli, il programma di dimissioni può dirsi concluso e quello che resta è comunque un mondo.







Mauro Moretti, amministratore delegato dal maggio 2014 di Finmeccanica
Mauro Moretti, amministratore delegato dal maggio 2014 di Finmeccanica

 

L’obiettivo dichiarato di questa evoluzione è di dar luogo a una one company e facilitare la capacità della società unica di coniugare, attraverso una struttura divisionale, i profili industriali con quelli di indirizzo e controllo delle proprie attività.

One company

La one company nasce dopo le cessioni, ma anche con la scissione parziale di Alenia Aermacchi, AgustaWestland e Selex Es e la fusione per incorporazione di Oto Melara e Wass, efficaci da settembre scorso, con l’obiettivo di «ricondurre l’impresa in una situazione completamente diversa, spiegava Moretti, molto più stabile, con business sostenibili e di alta qualità e duraturi nel tempo». Non tutti i marchi vengono eliminati, né i veicoli societari – per non disperdere un patrimonio di credibilità e professionalità comunque riconosciuti nel mondo, ma tutto viene incasellato in modo diverso e più ordinato.

Aeronautica, difesa, sicurezza e spazio

Ma proviamo a capire di più della nuova struttura. Leonardo sarà, a partire dal primo gennaio 2017, un’unica azienda attiva nell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza, con un nuovo sistema di governance articolato in quattro settori e sette divisioni.

I quattro settori sono: Elicotteri, Aeronautica, Elettronica, Difesa e Sistemi di Sicurezza e Spazio. E contengono, a loro volta, sette divisioni: in particolare, il settore elicotteri è unitario; quello aeronautica ha dentro le divisioni velivoli e aerostrutture. Ancora, il settore Elettronica, Difesa e sistemi di sicurezza resta il più articolato con dentro Sistemi Avionici e Spaziali, Elettronica per la Difesa Terrestre e Navale, Sistemi di Difesa, Sistemi per la Sicurezza e le Informazioni. Infine lo spazio fa un po’ storia a sé e non ha divisioni ma coordina le attività delle due jv venture con Thales e la partecipazione in Avio. Finmeccanica mantiene anche una funzione di capogruppo e di corporate centre per le società e le joint venture partecipate e non ricomprese nel perimetro divisionale. In particolare: la controllata statunitense Drs Technologies, attiva nella fornitura di prodotti, servizi e supporto integrato a forze militari, agenzie di intelligence e aziende della difesa; Atr, la joint venture costituita con Airbus Group per la realizzazione di velivoli regionali; Mbda, la joint venture costituita con Bae Systems e Airbus Group per i sistemi missilistici; Telespazio e Thales Alenia Space, le due jv realizzate con Thales nell’ambito della Space Alliance, rispettivamente per i servizi satellitari e per la manifattura di satelliti e infrastrutture orbitanti. Già dal primo gennaio 2016, invece, le attività delle società del core business Aerospazio, Difesa e Sicurezza partecipate al 100% da Finmeccanica (Selex ES, AgustaWestland, Alenia Aermacchi, Oto Melara e Whitehead Sistemi Subacquei) sono esercitate attraverso specifiche divisioni.

Il cambiamento della governance prevede la centralizzazione dei sistemi di indirizzo e controllo, mentre la gestione del business verrà decentrata a favore delle divisioni. A queste ultime saranno conferiti i poteri per garantire una gestione integrale del relativo perimetro di attività, con la conseguente piena responsabilità del conto economico di riferimento. Ai settori spetteranno, invece, compiti e funzioni di coordinamento.

Finemccanica, AgustaWestland, Project Zero
Finemccanica, AgustaWestland, Project Zero

Made in mondo

Ma dove si fanno i prodotti Finmeccanica? Anche questa domanda richiede una risposta complessa. Posto che il campo di attività e produzione della multinazionale resta fondamentalmente il mondo anglosassone, oltre all’Italia, per quanto riguarda il settore elicotteri i siti produttivi sono dieci, in Italia, Regno Unito, Polonia e Stati Uniti e, dislocati in tutto il mondo ci sono sedi regionali, più di centro centri di assistenza clienti e servizio, sette centri di approvvigionamento e 4 Accademie di formazione.

In queste sedi prendono vita, per esempio, i cassoni alari completi per il programma Usa F-35 Lightning e altre componenti per i programmi europei militari come Tornado ed Eurofighter Typhoon. Anche nell’aviazione civile, Finmeccanica dice la sua: e contribuisce alla costruzione dei biturboelica regionali ATR, leader mondiali nel proprio segmento, al Boeing 787 realizzato in gran parte in materiali compositi, fino al grande Airbus A380.

Componenti per velivoli che rappresentano i fiori all’occhiello della nostra: prova ne sia la presenza delle accademie che, come la teoria economica insegna, sono molto di più che scuole di formazione ma strumenti per assicurare il futuro dell’azienda, accelerando lo sviluppo in casa delle professionalità adeguate agli specifici contesti aziendali. Anche le attività del segmento Elettronica, difesa e sistemi sono in Italia e nel Regno Unito. Mentre nel segmento spazio la geografia si sposta Oltralpe, verso la Francia: le attività sono svolte attraverso due jv con Thales, Thales Alenia controllata dai francesi e Telespazio, controllata dagli italiani. Oltre a una partecipazione del 15% in Avio.

Telespazio è una realtà trans-nazionale, che opera attraverso diverse controllate: è presente in Francia con Telespazio France; in Germania con Telespazio Vega Deutschland, GAF e Spaceopal (una jv al 50% con l’agenzia spaziale tedesca Dlr); nel Regno Unito con Telespazio Vega Uk, in Spagna con Telespazio Ibérica e in Romania con Rartel. Telespazio ha una presenza consolidata in Sud America attraverso Telespazio Brasil e Argentina. In Italia è presente anche attraverso e-Geos di cui l’agenzia spaziale italiana detiene il 20%.

Il titolo Finmeccanica a Piazza Affari
Il titolo Finmeccanica a Piazza Affari

Si gira pagina

Con la serie di operazioni straordinarie che portano dritte alla one company si chiude effettivamente un’epoca. La prima fase di questa trasformazione è consistita nello scegliere un business e concretizzare la scelta con la vendita di quelle attività fuori dal core. Ovvero Ansaldo Energia al Fondo Strategico della Cdp in alleanza con Shanghai Electric; Ansaldo Sts e Breda ai giapponesi di Hitachi; la cessione di Fata a Danieli e di due linee di business secondarie di Drs. Che ora “è in buone condizioni. Siamo pronti a discutere nuovi step per Drs che potrebbero essere un partner industriale o un’operazione finanziaria”, ha spiegato Moretti.

Non c’è solo la partita Drs da chiudere. Secondo gli osservatori una spina nel fianco della nuova organizzazione potrebbe essere proprio la divisione spazio in cui la intricata jv doppia con Thales ha una governance discutibile. Ma quello che oggi conta di più è il cambiamento, importantissimo, che farà crescere la redditività più di quanto abbia fatto il deconsolidamento. Il mercato premierà l’intenzione di Moretti di far agire la società che guida non come aggregato di diverse aziende con funzioni spesso duplicate o sovrapposte ma come un vero gruppo unitario che a livello produttivo, logistico, di rapporto con i fornitori si possa muovere con una quantità di sinergie e cross selling che finora non erano sfruttare e che creeranno importanti economie di scala e nuova efficienza.

Aver creato unità di business chiare e omogenee e che non vanno in conflitto una con l’altra eliminerà ingombranti colli di bottiglia e consentirà alle varie parti, per esempio, di usare le sovraccapacità relative che fino allo scorso anno venivano cercate fuori. O di acquistare le forniture in maniera complessiva, con potenziali risparmi di spesa.

Tutti elementi che potranno far volare anche i corsi di Borsa, attualmente a sconto rispetto ai competitor. Che sono tanti quanti sono i settori di business di Finmeccanica: sul fronte degli elicotteri i pari potrebbero essere considerati i colossi Usa Boeing e Lockheed Martin, sul fronte difesa un gruppo come la Bae System e nell’aerospazio la stessa Thales. Tutte società che prezzano a circa dieci volte l’Ebitda e dunque il doppio rispetto all’italiana.

L’Ebitda secondo gli analisti interpellati da industriaitaliana.it potrebbe crescere di almeno un paio di punti percentuali in due anni, di più se il processo di integrazione viene completato in maniera rapida ed efficace.

Stand di Finmeccanica in una fiera di settore. Per quanto riguarda gli elicotteri, i siti produttivi sono dieci, in Italia, Regno Unito, Polonia e Stati Uniti
Stand di Finmeccanica in una fiera di settore. Per quanto riguarda gli elicotteri, i siti produttivi sono dieci, in Italia, Regno Unito, Polonia e Stati Uniti

Ma abbiamo i numeri?

Intanto il bilancio 2015, chiuso di recente, mostra i passi avanti già compiuti dalla nuova gestione. In particolare spicca un utile di 527 milioni contro i 20 del 2014, aumentato cioè di 26 volte. Mentre il risultato netto ordinario è ammontato a 253 milioni da 15 e i ricavi a 12,9 miliardi (+1,8%); ancora, l’Ebitda ha segnato quota 1,8 miliardi (+18,9%). L’utile operativo, infine, si è attestato a 884 milioni di euro (+48,1%).

In leggero calo gli ordini a 12,3 miliardi di euro a causa, come spiega la società “di una più rigorosa selezione delle opportunità commerciali finalizzata alla costruzione di un portafoglio ordini di maggiore redditività”. In compenso è migliorato l’indebitamento netto di gruppo, a 3.278 milioni, il 17% in meno rispetto al dicembre 2014, per effetto del completamento delle cessioni nel settore Trasporti e nonostante l’effetto di differenze cambio negative sui debiti denominati in sterline e dollari.

“I risultati conseguiti nel 2015”, si legge nella nota diramata della società in occasione della presentazione dei numeri di bilancio “rafforzano la solidità delle ipotesi alla base del piano industriale. In particolare, l’andamento atteso nell’esercizio 2016 evidenzia una ulteriore crescita della redditività. Analogamente, si prevede un miglioramento nella capacità di generazione di cassa del gruppo, che permetterà di raggiungere con un anno di anticipo l’obiettivo di riduzione dell’indebitamento previsto a fine 2017 nelle stime comunicate al mercato lo scorso anno”.

Il modello AW139 di AgustaWestland
Il modello AW139 di AgustaWestland

Pareggio nel 2016

L’obiettivo del management è “arrivare al break even” nel settore delle aerostrutture nel “2016”. Un target che lo stesso Moretti ha definito “incredibile”, considerato che negli  anni scorsi solo nel sito di Grottaglie, quello dove il gruppo produce le parti del 787 Dreamliner della Boeing è stato perso “1 miliardo di euro”.

Intanto, la riorganizzazione sta dando i suoi frutti anche nei rapporti con i partner storici. Finmeccanica sta “mettendo a posto” il business relativo al programma 787 di Boeing Dreamliner, per usare le parole di Moretti. “Ora siamo nei tempi con la qualità giusta dei prodotti. Siamo pronti a incrementare la produzione del 787” da “12 a 14” parti di fusoliera al mese, “con una riduzione dei costi e una saturazione degli impianti. Stiamo cambiando una situazione che prima era un bagno di sangue”. E non a caso la stessa Boeing che pochi mesi era pronta a sputare veleno sul fornitore italiano, oggi plaude alla sua efficienza. Fatta la pace con Boeing, il gruppo si appresta a nuove sfide.

Finmeccanica, headquarters a ROma
Finmeccanica, headquarters a ROma

Boeing, Kuwait e lo spazio del futuro

Come quella del Kuwait con cui è stata chiusa, ad inizio aprile, una lunga trattativa per la vendita di 28 Eurofighter Typhoon, una commessa che gli analisti stimano potrebbe valere sui 4 miliardi per Finmeccanica. Il contratto per la fornitura dei velivoli, che saranno realizzati in Italia, comprende forniture nei settori della logistica, del supporto operativo e dell’addestramento di equipaggi di volo e personale di terra, che saranno svolte in collaborazione con l’Aeronautica Militare Italiana. “Si tratta del più grande traguardo commerciale mai raggiunto da Finmeccanica”, ha commentato l’ad. “È un grande successo industriale con risvolti molto significativi non solo per la nostra azienda e gli altri partner del consorzio Eurofighter, ma anche per l’intero sistema Paese grazie ai benefici in termini di know-how e occupazione qualificata per tutta la filiera delle piccole e medie imprese italiane attive nel settore della sicurezza e difesa”.

Finmeccanica intende crescere anche nel settore dello spazio. Come? Da un lato “valorizzando la presenza nelle joint venture, dall’altro vedere quelle in cui è ragionevole prendere il controllo”. Ma, sia con Thales, sia con Avio, per la quale l’interesse ad aumentare la partecipazione non è mai stata un segreto, è tutta una questione di prezzo. Finora, cioè, la richiesta è stata superiore a quello che Moretti ritenesse fair. “Una maggiore presenza in Avio aumenterebbe le nostre possibilità di persuasione con i partner” come Thales per ridiscutere gli assetti di Thales Alenia Space e Telespazio. Più in generale Finmeccanica intende presentarsi pronta all’inevitabile consolidamento del settore dell’aerospazio e difesa in Europa, facendo la parte del leone nel progetto Male europeo, l’aereo senza pilota di nuova generazione. Sarà su progetti specifici che “si produrrà il consolidamento europeo”, secondo Moretti. Che non vuole far perdere a Leonardo nessuna nuova occasione.


Fonti
Finmeccanica, presentazione agli analisti fy 2015
Intervista a Stefano Fabiani, Zenit Sgr
Report Aerospace&defense Circuits and bumps: Q4 15 results previews, 15 febbraio 2016 Exan Bnp Paribas
Report Finmeccanica, novembre 2015 Mediobanca securities














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1 commento

  1. Preg.mo Mauro Moretti
    Complimenti per la ristrutturazione della Finmeccanica. Ma il mondo sta morendo e tra soli 15 o 20 anni, se non interveniamo velocemente per diminuire le immissioni nell’ atmosfera dei gas serra, 136 città delle coste del pianeta verranno devastate dalle acque e tra queste, ci saranno anche, New Jork, Tokio e Schangai. I cinesi, gli americani e i giapponesi stanno già facendo qualcosa per difendere le loro città. Perché hanno capito, che i governi di tutte la nazioni, non possono disporre delle enormi quantità di danaro necessario per aiutare economicamente tutte le fonti inquinanti.
    Esiste il modo di procurarsi il danaro, l’ho inventato io, ed è registrato vocalmente su Facebook e Twitter, come discorso rivolto a tutti i capi di stato della UE. Ho ideato anche un film molto istruttivo che vorrei realizzare, in cui si potrà vedere oltre all’evoluzione universale, anche la fine che farà il ostro pianeta se non faremo qualcosa per salvarlo. Sono solo, sconosciuto e senza mezzi. Ascolti il mio discorso e se deciderà di incontrami, sarò a sua disposizione.
    Con ammirazione
    Renzo De Santis
    Tel. 3274006192

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