Federmeccanica fa il punto sulll’Industry 4.0 in Italia

Fibra ottica
Fibra ottica

“Costruiamo insieme il futuro”: il 21 settembre a Roma viene presentato il primo rapporto sullo stato dell’arte dell’Industry 4.0 in Italia. Intervengono Vincenzo Boccia (Confindustria), Stefania Giannini (ministro dell’Istruzione), Fabio Storchi (Federmeccanica) e aziende come Bosch, Sacmi, Nextome, Inpeco e Goglio. Filippo Astone conduce la giornata.

La chiamano Industry 4.0 o “Quarta rivoluzione industriale”. In ogni caso, è un’ondata che cambierà la vita di tutte le aziende manifatturiere e di coloro che, a vario titolo, vi gravitano attorno. Ma cambierà la vita anche di tutti gli altri, nonché il modo di lavorare, di ritrovarsi, perfino di fare politica.







Ma a che punto siamo in Italia in tema di Industry 4.0? Quante aziende vi credono? Quante sono spaventate? E come deve essere avviato un percorso di approccio al complesso mondo dell’Industry 4.0? Finora, a queste domande si rispondeva solo con ipotesi.

Finora. Perché una task force voluta da Federmeccanica – la Federazione Sindacale dell’Industria Metalmeccanica Italiana che associa circa 16.000 imprese occupando 800 mila addetti – ha condotto un complesso studio che, attraverso interviste a un buon numero di suoi associati, fa il punto sul reale stato dell’arte dell’Industry 4.0 in Italia, radiografando la situazione, ma anche le paure e le speranze degli imprenditori coinvolti.

Vincenzo Boccia
Vincenzo Boccia

Costituita una task force

Questo studio viene presentato e discusso nel corso di un convegno intitolato “Costruiamo insieme il futuro” che si terrà il 21 settembre a Roma, alle ore 9.30, presso l’Hotel Massimo D’azeglio, in via Cavour. Intervengono Vincenzo Boccia (Confindustria), Stefania Giannini (ministro dell’Istruzione), Fabio Storchi (Federmeccanica), Gianluigi Viscardi (cluster Fabbrica Intelligente) e aziende come Bosch, Sacmi, Nextome, Inpeco e Goglio. Filippo Astone conduce la giornata. Lo studio è stato condotto dal professor Luca Beltrametti, direttore del dipartimento di economia dell’Università di Genova.

Federmeccanica ha costituito la task force “Liberare l’ingegno” con l’obiettivo di “accompagnare” le aziende manifatturiere italiane in un percorso verso la piena digitalizzazione della manifattura (“Industria 4.0” o “Fabbrica Intelligente”). Tale gruppo di lavoro, dopo aver individuato 11 tecnologie1 ed alcune skill abilitanti e qualificanti, ha condotto un’indagine presso le imprese associate allo scopo di comprendere il loro grado di conoscenza di tali tecnologie, il loro livello di adozione, la presenza in azienda delle skill qualificanti, i loro programmi di investimento di breve‐medio periodo e, più in generale, le loro opinioni circa la natura e le prospettive del fenomeno. Lo studio e il convegno sono solo un passaggio intermedio: la task force di Federmeccanica, e l’intera Federmeccanica, continueranno a lavorare nei prossimi mesi e anni per supportare i loro iscritti in questo passaggio vitale.

Attesa per il piano del governo

Il 21 settembre è un giorno cruciale per l’Industry 4.0 in Italia. Lo stesso giorno, infatti, a Milano, Matteo Renzi e Carlo Calenda presentaranno, finalmente, il piano del Governo per sostenere l’Industry 4.0 in Italia.

Nel convegno di Roma si entrerà soprattutto nel vivo del fare Industria 4.0 grazie a: Goglio (Realizza confezionatrici ed offre servizi di presentazione e conservazione del prodotto), Gruppo Inpeco (Automation nell’healtcare), Nextome Srl (sistemi di posizionamento e navigazione indoor), Robert Bosch (Automotive, Beni di consumo e Tecnologia industriale), Sacmi Imola (macchine per ceramica, plastica, confezionamenti e processing ). Piccole, medie e grandi aziende per le quali il futuro è già lavoro quotidiano.

Particolarmente interessante l’intervento di Robert Bosch, nella persona del suo amministratore delegato Gerhard Dambach. Bosch, insieme a Siemens, è una delle aziende tedesche che hanno inventato il concetto stesso di Industry 4.0, partecipando alla commissione che ha creato, nel 2011, l’High Tech Strategy for Germany. Bosch è coinvolta nell’Industry 4.0 a due livelli: sperimenta all’interno delle proprie fabbriche le tecnologie Industry 4.0, offre servizi ai propri clienti che desiderano essere accompagnati in questo processo. Inoltre, Bosch è il principale produttore mondiale di sensori, che sono essenziali nei processi Industry 4.0.

Il ministro dell'istruzione Stefania Giannini
Il ministro dell’istruzione Stefania Giannini

Industry 4.0: di che cosa si tratta

Sono passati solo cinque anni da quando un gruppo di grandi imprese e centri di ricerca ha organizzato un incontro internazionale per fare il punto sulla crescente integrazione nei processi industriali di “sistemi cyber fisici” (cyber-physical systems o CPS), con l’obiettivo di aumentare la competitività delle industrie manifatturiere.

Il 2011 ha sancito dunque l’avvio ufficiale della Quarta rivoluzione industriale, quella informata dallo Smart Manufacturing. Vediamo per bene di che cosa si tratta.

La rivoluzione che sta cambiando profondamente la manifattura mondiale è stata codificata in Germania e si chiama Industry 4.0, che in tedesco è Industrie 4.0. In breve, è la nuova organizzazione aziendale conseguente alla totale digitalizzazione della produzione. Rispetto all’Internet delle cose, o “internet of things” o IoT, Induystrie 4.0 rappresenta un passo in più. Su ogni componente manifatturiero ci sarà (o c’è già) un sensore che permetterà al componente stesso di dialogare con gli altri componenti – e con la fabbrica – prima, durante e dopo la produzione. Tutto questo genera una massa enorme di informazioni (i Big Data) che software appositi filtreranno e valuteranno, permettendo di prendere decisioni in termini di gestione, manutenzione e utilizzo del prodotto. Per gestire questi dati, ogni azienda manifatturiera dovrà trasformarsi, in qualche modo, in una software house. È tutta la produzione sarà all’insegna del just in time. Saranno ridotte al minimo le scorte e i magazzini, e ciò farà scende i costi di produzione, e probabilmente anche i prezzi finali dei prodotti. I componenti arriveranno solo quando saranno necessari per assemblare il prodotto, e potranno essere assemblati fra loro in infiniti modi diversi e personalizzati. È la personalizzazione di massa che, insieme al just in time, è uno dei principali cambiamenti economici e sociali introdotti dall’Industrie 4.0.

Rivoluzione globale

Tutto questo fa capire come l’Industrie 4.0 è un tema che non riguarda solo le fabbriche, ma l’intera società, il modo di vivere, la cultura. Del resto, ciò è avvenuto nel corso di tutte le rivoluzioni industriali. Oggi siamo a un passaggio obbligato in fatto di investimenti pubblici e privati. Non si può più attendere. La posta in gioco la descrive un rapporto stilato nel 2015 dal Parlamento Europeo pubblicato nel settembre del 2015 e intitolato Industry 4.0, Digitalisation for productivity and growt non viene sottovalutata la complessità di una sfida che comporta grandi investimenti, cambiamento dei modelli di business, questioni legali come la proprietà intellettuale.

Fabio Storchi
Fabio Storchi

Invertire la rotta

Il Rapporto sostiene che l’avvento dell’Industria 4.0 avrebbe la conseguenza di far invertire la direzione rispetto al passato declino industriale del Vecchio Continente, portando a un incremento entro il 2020 del valore aggiunto del settore manifatturiero che così arriverebbe al 20% sul totale dell’ economia Europea rispetto al 15.3 rilevato nell’ ultimo trimestre del 2014. È una sfida impegnativa: per raggiungere questo obbiettivo, relativamente al primo aspetto, gli investimenti, servirebbero 40 miliardi di euro fino al 2020 per le necessità della sola Germania, mentre per l’intera Europa la stima è di 140 miliardi l’anno.

Questi investimenti possono essere particolarmente scoraggianti per le PMI, che temono la transizione al digitale perché non possono valutare con certezza quale sarà l’ effetto sulla serie di attività che aggiungono valore al prodotto finale.

Fino a questo momento quindi la partecipazione al processo è stata molto cauta: persino in Germania, Paese leader nel settore manifatturiero e con un governo molto ingaggiato in fatto di investimenti nell’innovazione, si stima che solo una impresa su cinque usi sistemi informatici interconnessi per controllare i propri processi di produzione, anche se quasi la metà avrebbe l’intenzione di farlo .

In uno scenario internazionale in cui diversi Governi hanno già varato piani per la digitalizzazione del comparto manifatturiero, le imprese italiane hanno iniziato a investire in tecnologie come Internet of Things, Big Data e Cloud computing, sistemi di produzione automatizzati (Advanced automation), dispositivi wearable e nuove interfacce uomo/macchina (Advanced Human Machine Interface) o stampa 3D (Additive manufacturing).


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