Expert System: i dati cambiano l’industria

Stefano Spaggiari
Stefano Spaggiari

di Laura Magna ♦ Da Modena Expert System ha conquistato il mondo, con il suo software capace di analizzare dati e parole. Ma molte imprese italiane non conoscono ancora le opportunità del suo utilizzo.

“Immaginiamo che un’azienda industriale a Modena stia facendo una ricerca su materiali di avanguardia e immaginiamo che contemporaneamente all’Università di Shanghai venga sintetizzato un polimero che potrebbe cambiare il corso della ricerca. Ma l’azienda di Modena non lo sa: una seconda azienda in un’altra nazione legge la notizia della scoperta cinese e stila un contratto di esclusiva per l’utilizzo del nuovo polimero per cinque anni. L’azienda di Modena è tagliata fuori o, nella migliore delle ipotesi, per cinque anni non potrà raccogliere i frutti dell’investimento iniziale. Immaginiamo che, invece, quell’azienda avesse avuto accesso a tutti i documenti che in qualsiasi momento in tutto il mondo, da tutti i centri di ricerca pubblici e privati, venivano prodotti sull’oggetto della sua ricerca: sarebbe cambiato il suo destino”. La suggestiva ipotesi è di Stefano Spaggiari (foto in alto), amministratore delegato di Expert System, che a Modena ha realmente sede e, da una città lontana dai grandi centri hi-tech, nella provincia emiliana, sviluppa software semantici per la gestione strategica delle informazioni e dei Big Data. Forse il suo nome dice poco ai non addetti ai lavori. Eppure questa piccola italiana è autrice del correttore automatico in cui tutti coloro che hanno mai scritto in Word si sono imbattuti, tanto per dirne una.

Parole da decifrare
Parole da decifrare

Nella top-ten dei Big Data analytics







E lo fa tanto bene da essere stata inserita dalla società di ricerca indipendente Forrester, globalmente riconosciuta come una delle più autorevoli nell’ambito di business e tecnologie, tra le dieci migliori aziende per Big Data text analytics. Non a caso, la società modenese è leader globale nel suo settore. Un settore sempre più importante per la manifattura, anche se la manifattura in molti casi ancora non se n’è accorta. “L’intelligenza artificiale esce dalle stanze degli addetti ai lavori e inizia a entrare di diritto nelle discussioni a livello manageriale”, continua Spaggiari. “Le aziende industriali stanno scoprendo ora l’importanza della gestione della conoscenza, che è un elemento sul quale competeranno sempre più, sia le informazioni interne che quelle fuori dal perimetro aziendale. Finora le informazioni interne sono state gestite bene solo quando erano strutturate: e la struttura è stata costruita intorno ai numeri, tant’è che le investor relation è una funzione di cui nessuna azienda fa più a meno. Quello che viene fatto in modo ancora sporadico, con strumenti basati sulla buona volontà, è la gestione di testi, documenti, report. Insomma, tutta l’informazione non strutturata. Eppure si tratta di un plus in risiede un vantaggio competitivo straordinario. Posso essere più bravo a fare un prodotto o un servizio, ma posso soccombere ugualmente soccombere rispetto a chi sa gestire meglio l’informazione”. Per comprendere la portata del fenomeno, un numero su tutti: nel settore del pharma ogni anno vengono pubblicati 4 milioni di paper, spulciando tra i quali c’è sicuramente il blockbuster del futuro. Come può una pmi gestire questi dati? Decine e decine di pagine per ciascuno dei 4 milioni di documenti?

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Intelligenza artificiale

Moltiplicare le capacità cognitive

“Basta avere strumenti che moltiplichino la capacità cognitiva”, rileva Spaggiari. “E questo è quello che facciamo noi: dotare le organizzazioni di una sorta di esoscheletro che consenta di destreggiarsi in tutta questa mole di informazioni ed estrarre solo quelle utili”. Questo esoscheletro è un avveniristico sistema esperto, una tecnologia informatica nata negli anni Novanta per dare vita a macchine addestrate per svolgere compiti alla stregua di un umano, e poi abbondata per carenza di potenza degli apparati tecnologici adatti a ottenere i risultati attesi. Poi, i pc sono diventati più veloci, sono stati dotati di superiori capacità di storage e di elaborazione dati e hanno imparato finalmente a pensare. Un’idea che quasi spaventa. “Le macchine non pensano”, sorride l’ad, “ma possono comprendere come fa un umano. L’esoscheletro permette di moltiplicare all’ennesima potenza le potenzialità cognitive ma la capacità di discernere, di pensare, rimane ancora in capo alle persone. E lo crediamo fermamente”. Anche se non sa pensare, il prodotto di punta di Expert System si chiama Cogito ed è “una piattaforma che ci permette di raccogliere tutte le informazioni all’interno e all’esterno dell’azienda che siano significative dal punto di vista manageriale e strategico”, ricorda Spaggiari. “Le informazioni vengono categorizzate in modo preciso e, infine, sono estratte dai testi più rilevanti”. Non è una semplice selezione di documenti ma proprio un’analisi: Cogito legge e sintetizza i documenti, seguendo lo stesso processo cognitivo di una persona, ma scalato all’ennesima potenza. “Il manager di volta in volta chiede alla macchina di cercare determinati concetti, non parole chiave che possono creare confusioni, falsi positivi: l’obiettivo è tirare fuori dal mare magnum della rete cinque-dieci documenti significativi. Cogito lo sa fare in 14 lingue diverse”, spiega l’executive. Alla base c’è un lavoro enorme: la costruzione di una base cognitiva molto solida, costata 350 anni uomo. “Il risultato è una rappresentazione della conoscenza umana: un immenso grafo dove i nodi sono i concetti (tavolo sedia, sala riunioni), i segmenti che collegano questi concetti sono le relazioni tra i concetti, (un tavolo sta vicino a sedie, in una sala riunioni, in cucina o è il tavolo delle trattative che è un concetto astratto). Una rete neuronale che somiglia a quella che sviluppiamo nella nostra esperienza di vita, quando apprendiamo. Cogito conosce 2 milioni di concetti con 6 milioni di connessioni e sulla base di questa rete abbiamo costruito gli algoritmi che comprendono il significato di un testo”. Un cervello artificiale che è il cuore di tutta la tecnologia oltre che un oggetto unico a livello globale per qualità e quantità dell’implementazione. Spaggiari ha fondato e dirige Expert System dal 1989 e due anni ha portato la sua creatura su Aim, il listino alternativo di Borsa italiana, dedicato alle pmi. “Nel frattempo avevamo in mente di passare dall’essere una società italiana bravissima a fare questo mestiere ma con un orizzonte limitato a una società internazionale: oggi siamo la società europea più grande che si occupa in modo specializzato di cognitive computing”.

Big Data concept
Big Data concept

Siderurgia e meccanica: l’informazione fa la differenza

Fra i principali clienti del gruppo, che ha sedi in Italia, Francia, Spagna, Germania, Regno Unito, Usa e Canada compaiono Shell, Chevron, Eni, Telecom Italia, Intesa Sanpaolo, Il Sole 24Ore, Ely Lilly, BAnQ, Biogen, Bloomberg Bna, Elsevier, Gannett, Sanofi, The McGraw-Hill Companies, Thomson Reuters, Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, Dipartimento di Giustizia e Dipartimento delle Difesa degli Stati Uniti.
Nomi rilevanti nell’industria globale. “Però è il settore che finora è stato il meno attivo sulla strada di questa rivoluzione”, avverte Spaggiari. “Il cognitive computing sta diventando la nuova business intelligence legata a contenuti di tipo qualitativo e non quantitativo. Le Pmi italiane hanno bisogno come il pane di questa conoscenza e proprio per la loro dimensione sono le più penalizzate se non si dotano di strumenti che le possano supportare nella ricerca”. In settori diversi: agroalimentare e chimica, energy, farmaceutica, per le quali già è stato verticalizzato il prodotto core in un prodotto specifico che gestisce tutto il processo di certificazione del farmaco. “Nei settori più tradizionali come la siderurgia e la meccanica l’approccio è solo embrionale ma il mondo sta cambiando e tutti si stanno arrendendo a questo che è ormai un fatto”. E che può tradursi in risparmi di costi o mancate perdite veramente importanti. “Nel settore energy un nostro cliente ha avuto una volta un problema tecnico costato diversi milioni di dollari prima di poter esser risolto e quando è stato risolto il management si è accorto che la soluzione era disponibile ma affogata dentro le informazioni aziendali. Anche una sola occasione può produrre un risparmio significativo, ma se pensiamo alla possibilità di intercettare qualcosa di strategicamente importante gli ordini di grandezza sono veramente incommensurabili: è qualcosa che può fare la differenza tra la vita e la morte e cambiare il destino delle aziende”.

Big Data
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