Executive! O vi aggiornate o siete fuori! I nuovi corsi del competence center Made

di Barbara Weisz ♦︎ "Executive in smart manufacturing – Transizione digitale" è il nuovo percorso formativo sulle tecnologie 4.0 realizzato da Gsom in collaborazione con Made Competence Center. Il target sono executive e l'obiettivo è unire le competenze tecnologiche a quelle manageriali. Si aggiunge alla normale offerta formativa di Made4.0 e si inserisce in un contesto che vede l'Italia crescere più delle altre manifatture europee grazie alla resilienza delle sue imprese manifatturiere e ai loro investimenti nel digitale

«Non si può fare trasformazione digitale senza tecnologie, ma nemmeno senza strumenti di change management, vision, analisi di impatto». Per interpretare al meglio la sfida dell’innovazione bisogna avere «competenze tecnologiche, culturali e manageriali messe insieme». Così Marco Taisch, presidente di Made 4.0, ci spiega il motivo per cui il Competence Center promuove, in collaborazione con la Graduate School of Management del Politecnico di Milano, il nuovo percorso formativo “Executive in smart manufactoring – Transizione digitale“. «L’apporto di Made4.0 è dato dalle aree dimostrative, alcune lezioni si svolgeranno all’interno dei locali della Fabbrica Digitale del Competence Center, saranno quindi esperienziali, a contatto con i macchinari», spiega Marta Rispoli, responsabile dell’orientamento e formazione del competence center. Vedremo con precisione come si articola il percorso formativo, che prevede otto moduli di due giorni ciascuno, dedicati alle diverse tecnologie abilitanti di Industria 4.0, e un project work, che può anche essere portato avanti all’interno di progetti aziendali.

L’obiettivo, che si integra con la mission di Made4.0, è quello di «formare persone in grado di gestire fabbriche, supply chain, progetti di investimento». Il primo modulo è dedicato ai concetti generali: manufacturing del futuro, ovvero manifatturiero digitale e industria 4.0. Poi pian piano si scende nel dettaglio delle tecnologie e della loro applicazione. Ma il focus è sull’industria 4.0 come nuovo paradigma produttivo. E va inquadrato in quello che potremmo definire un contesto di successo: il modo in cui l’Italia sta interpretando la sfida della transizione digitale.







Taisch presentando il corso ripete il concetto: quella della digitalizzazione è «una rivoluzione culturale». Ora, in Italia la crescita del pil si conferma anche nel  023 superiore a quella delle altre grandi manifatture europee, Francia e Germania: «la domanda è: perchè sta succedendo adesso? Perché sta arrivando l’onda degli investimenti in digitalizzazione che abbiamo cominciato a fare nel 2017, 2018, 2019, e che portano vantaggi in termini di produttività delle nostre imprese». Il docente insiste anche su un concetto a lui caro, quello degli incentivi 4.0: non è il momento di depotenziarli, come sta avvenendo, al contrario.

A chi si rivolge il corso e con quali obiettivi

Marta Rispoli, responsabile dell’orientamento e formazione del competence center

Il nuovo corso executive con la School of management del PoliMI si rivolge a executive e professional con almeno quattro o cinque anni di esperienza. Persone che hanno un ruolo in azienda, o stanno per averlo. Risponde a due esigenze formative diverse: restare in aggiornamento con l’evoluzione tecnologica (visto il target, si tratta di persone che sono uscite dall’università da parecchi anni, mentre l’evoluzione da questo punto di vista è molto veloce), e unire alla competenza tecnologica quella manageriale. Quest’ultimo è un punto centrale: «il nostro obiettivo è dare a queste persone basi manageriali solide per implementare la trasformazione digitale». Quindi, skill in materia di change management, project management, lean management. E focus sulla vision: i dati la abilitano, perché come ripetiamo spesso forniscono elementi concreti su cui prendere decisioni e impostare strategie. Ma, sottolinea Marta Rispoli, «le aziende che hanno investito in macchinari, hanno quantità di dati, ed è importante capiscano come usarli». Per esempio, il corso fornisce a direttori tecnici e responsabili dell’innovazione strumenti per ridurre il time to market e aumentare la qualità progettuale, o ai responsabili di produzione, di stabilimento o di reparto metodi e strumenti per aumentare l’efficienza dei processi e dei sistemi produttivi (qui, siamo specificamente nel campo dell’analisi dei dati che arrivano dalla produzione). Come vedremo, anche all’interno dei corsi a catalogo di Made 4.0 il filone dei dati (azienda data driven) è fra quelli più gettonati, ovvero con un maggior riscontro da parte delle imprese.

Il programma del corso executive

Il corso si sviluppa in otto moduli da 16 ore ciascuno. Ogni modulo prevede due giorni di lavoro, sempre consecutivi, in modo da agevolare coloro che decidono di seguirli in presenza (è possibile farlo anche online). La cadenza è mensile, il corso inizia in maggio 2023 e finisce a gennaio 2024, i direttori sono Marco Taisch, ordinario di Ingegneria gestionale e Ingegneria industriale del Politecnico di Milano e presidente di Made 4.0, e Sergio Terzi, docente di Tecnologie industriali e impianti di produzione alla School of Management del Politecnico di Milano, di cui è anche direttore dell’Osservatorio Industria 4.0 e del Laboratorio Industria 4.0.

I primi due moduli sono più generali (manufacturing del futuro, che fornisce una vision della realtà di Industria 4.0 e dei suoi sviluppi, e progettare i prodotti e servizi del futuro, un modulo legato al ciclo del prodotto), poi ci sono quattro moduli dedicati specificamente alle tecnologie 4.0 (Iot, robotica e digital twin, manutenzione 4.0, additive manufacturing), uno dedicato al lean manufacturing e un ultimo che invece vuole fornire elementi per mettere in pratica l’Industria 4.0. Eccoli nell’ordine corretto:

La struttura del programma dei corsi organizzati dal competence center Made

Infine, c’è un project work: «si sceglie insieme al candidato, è prevista la figura di un tutor» spiega Taisch. «Molti fanno il progetto in azienda, oppure usano il project work per fare una sorta di testing».

Come anticipato, l’aspetto importante da sottolineare è il seguente: «Non vogliamo formare dei supertecnici di Industria 4.0, sarebbe impossibile farlo in otto moduli», sottolinea Taisch. «Vogliamo invece formare persone in grado di gestire fabbriche, supply chain». Per esempio, può essere adatto a un cfo (chief financial officer), che vuole avere strumenti utili a valutare i progetti di investimento, che spesso in un’impresa manifatturiera arrivano dalla produzione.

Il 28 marzo dalle ore 18:30 è prevista una presentazione del corso in modalità remota. Ci si può iscrivere a questo indirizzo.

I corsi della Scuola di Competenze Made 4.0, ultime novità

Marco Taisch, presidente di Made 4.0

Prosegue intanto la seconda stagione dei corsi ordinari di formazione che vengono erogati da Made 4.0, di cui Industria Italiana ha già parlato. Fra le novità, cinque nuovi percorsi su additive manufacturing, qualità, servitizzazione, digital operations. E robotica collaborativa, «ma vista in maniera diversa, grazie alle partnership con Kuka, Fanuc e Comau, andando a visitare le loro realtà. Una lezione si terrà qui, le altre in fabbrica», ci spiega Rispoli. In più, «abbiamo diversificato il livello: al corso base di una o due giornate, abbiamo aggiunto percorsi di quattro giornate, che sono approfondimenti». Restano le experience, «due giorni di full immersion con parte esperienziale, dove lavoreremo sui work project, oltre che con i macchinari. E visiteremo realtà aziendali lombarde che si sono distinte per eccellenza tecnologica».

Da che cosa dipende la scelta di questi nuovi corsi? Dalle competenze dei partner. «Grazie alle loro esperienza, abbiamo coperto nuove aree. Ad esempio, sull’additive manufacturing, il Politecnico di Milano, Prima Industrie e Kilometro Rosso sono leader di settore, quindi abbiamo costruito un corso che risponde al meglio alle richieste del mercato».

Made4.0 nel 2023 ha inoltre implementato la propria proposta di Eventi di Orientamento, momenti utili per accompagnare le aziende target nella comprensione delle tecnologie abilitanti per la MADE4.0 nel 2023 ha inoltre implementato la propria proposta di Eventi di Orientamento, momenti utili per accompagnare le aziende target nella comprensione delle tecnologie abilitanti per la smart factory.

L’aperitivo tecnologico: «una tavola rotonda con imprenditori che raccontano l’implementazione di una tecnologia in azienda, i vantaggi che ne hanno tratto, le difficoltà incontrate nel percorso». Alla fine, un evento conviviale, l’aperitivo appunto.

I workshop di area, dove un gruppo ristretto (massimo 20 persone) approfondisce le tecnologie e le loro applicazioni lavorando sui dimostratori presenti nel centro di competenza. Ogni workshop è incentrato su tematiche differenti.

Proseguono anche i format già sperimentati l’anno scorso, ovvero webinar e demo experience.

Le tematiche più richieste dalle aziende sono quelle relative a manutenzione, cultura del dato, cybersecurity. Su quest’ultimo fronte, le imprese sono sempre più sensibili, e Made sta «lavorando con l’agenzia nazionale per eventi di orientamento nell’Iot, quindi sulla cybersecurity legata alla produzione». Per quanto riguarda la manutenzione, «le aziende hanno investito in macchinari, e iniziato ad avere grosse quantità di dati, ora devono capire come usarli. Quindi, manutenzione predittiva, così come cultura del dato, qualità, stanno diventando tematiche su cui tutte le aziende sono sensibili».

Le motivazioni che più frequentemente spingono le imprese verso la formazione: «fanno i corsi prima di investire in tecnologie», per prendere decisioni più mirate in questo senso, oppure, soprattutto per i corsi su commessa (molto gettonati) «hanno fatto l’assessment con il digital innovation hub, quindi hanno avuto una fotografia della loro situazione, sanno quali sono i prossimi step che devono fare, e prima di iniziare step tecnologici formano le persone».

Il catalogo 2023 dei corsi Made 4.0

L’offerta formativa prevede anche quest’anno corsi singoli, di durata da otto a 24 ore, corsi possono essere inseriti all’interno di esperienze, che durano quattro o cinque giorni, e percorsi formativi, più lunghi (dai dieci agli 11 giorni). Resta la possibilità di personalizzare i modulo, costruendo un’esperienza ad hoc. I corsi si dividono in strategici (forniscono una panoramica generale) e tecnico-operativi.  Le tematiche:

  • manifattura 4.0
  • progettazione 4.0,
  • processi lean,
  • logistica 4.0,
  • robotica collaborativa,
  • salute e sicurezza: robotica collaborativa e fabbrica 4.0,
  • manutenzione smart,
  • fabbrica green,
  • produzione responsabile,
  • big data e business intelligence,
  • cyber e industrial security.
Competence Center Made

Le prossime date (iscrizioni aperte): il 23 marzo, modulo dedicato a big data e business intelligence, una giornata in presenza, costo 500 euro, in collaborazione con Politecnico di Milano, le università di Brescia, Bergamo, e Pavia, Aizoon, Cefriel, Cisco, Ibm, Italtel, Quin, Reply, Sap, T4V. Si rivolge alle seguenti figure professionali: imprenditori di pmi, direttori di produzione, responsabili di produzione, programmatori, esperti ict. Il 4 e 5 maggio, corso singolo in additive manufacturing per la transizione digitale verde, due giornate in presenza, costo di 800 euro. Questo è un corso tecnico operativo rivolto a imprenditori di pmi, manager, direttori di produzione, responsabili di progettazione prodotto, capireparto. I trainer: PoliMI, Università di Brescia, Km Rosso, Prima Additive. Il 27 giugno, cyber e industrial security, una giornata in presenza, prezzo 500 euro, rivolto a imprenditori di PMI, programmatori, esperti ICT (è un corso strategico), i trainer sono il PoliMI, le Università di Bergamo, Brescia e Pavia, Aizoon, Cefriel, Reply, Rockwell Automation, Sap, Siemens, ST microelectronics.

Al termine di tutti i corsi viene rilasciato un attestato di “esperto” Made – Competence center industria 4.0, in base al numero e al livello di corsi frequentati.

Il contesto della manifattura che traina l’economia

Come si vede, i corsi ordinari Made e il nuovo programma executive hanno caratteristiche diverse, ma un unico obiettivo: potenziare la formazione a 360 gradi, interpretando così un preciso paradigma del piano italiano Industria 4.0. Marco Taisch sottolinea come la corretta impostazione sulla strategia di digitalizzazione stia facendo la differenza anche a livello di sistema Paese. Dal 2021, con la ripresa post Covid, il prodotto interno lordo italiano cresce più di quello dei principali competitor manifatturieri europei. Il 2023, pur con la guerra in Ucraina che prosegue e i problemi legati al caro energia, sta andando meglio del previsto. I dati della commissione Ue vedono un progresso dello 0,8%, in linea con quello dei partner comunitari, e ancora una volta superiore a quello di Germania (0,2), e Francia (0,6%).

I dati della commissione Ue vedono un progresso dello 0,8%, in linea con quello dei partner comunitari, e ancora una volta superiore a quello di Germania (0,2), e Francia (0,6%)

La congiuntura flash di Confindustria del 18 febbraio propone la seguente analisi: l’economia italiana ha frenato nel terzo trimestre (ma meno del previsto) e poi ha limitato al minimo il segno meno nel quarto (-0,1%), quando il gas era ancora molto caro: «la maggior parte degli analisti si attendeva invece un calo del PIL di almeno mezzo punto percentuale nel quarto trimestre del 2022». Perchè è successo? Gli elementi sottolineati dal report:

  • l’industria è calata per due trimestri (il 3° e il 4° del 2022), ma in misura moderata se si considera l’ampiezza dello shock sul costo delle materie prime.
  • Crescita dei servizi (trinati dal turismo, che però ha esaurito la spinta post Covid).
  • I consumi hanno mantenuto una dinamica positiva pur a fronte del picco di inflazione (anche grazie all’extra-risparmio, accumulato dal 2020 fino a inizio 2022).
  • Hanno retto anche gli investimenti, pur in progressivo rallentamento.
  • L’export si è quasi fermato, ma nel peggiorato scenario è andato meglio di quanto segnalato dagli indicatori, anche se al netto dell’import ha abbassato il PIL.

Risultato: da una parte, prosegue Viale Astronomia, si può «prevedere che il Paese eviti del tutto la correzione al ribasso». Al tempo stesso, «senza la caduta tra fine 2022 e inizio 2023 si tende a proiettare meno rimbalzo nel resto dell’anno. Anche perché i tassi di interesse più alti frenano gli investimenti e i consumi, via maggior costo del credito. Infatti, anche gli analisti che si aspettano un +0,6 e oltre nell’anno parlano di debolezza nel 1° trimestre (quasi stagnazione) e di graduale miglioramento dal 2°, ma restando su ritmi di espansione moderati. Altri previsori continuano ad aspettarsi un limitato calo del pil nei primi tre mesi. Le diverse attese sulla partenza dell’anno, cruciale per il calcolo della variazione nell’intero 2023, sono al momento il motivo principale delle differenze nelle diverse previsioni annue». Eccole, nella grafica

Nessuna delle differenti previsioni prevede una recessione per l’Italia. Le diverse attese sulla partenza dell’anno, cruciale per il calcolo della variazione nell’intero 2023, sono al momento il motivo principale delle differenze nelle diverse previsioni annue

Perchè la ricetta 4.0 italiana è vincente: il valore aggiunto del Made in Italy

L’analisi di questi dati consente di ragionare sul valore di Industria 4.0 e delle potenzialità della digitalizzazione del manufacturing. Qui si inserisce il ragionamento di Taisch sul fatto che gli investimenti in digitalizzazione abilitati dal Piano Transizione 4.0 stiano portando vantaggio in termini di produttività delle nostre imprese. Il presidente di Made è fra i sostenitori dell’idea che l’Italia abbia «interpretato meglio il paradigma 4.0».

La sfida però è solo all’inizio, e quindi ora bisogna porsi il problema di come proseguire su questa strada. «La ricetta vincente è fabbrica 4.0, ma anche Made in Italy, prodotti e servizi smart, che usano le stesse tecnologie digitali che usiamo nelle fabbriche. Anche la Cina è un paese manifatturiero, ma ha un’industria trasformativa. I prodotti cinesi non hanno un brand». Quelli italiani, invece, possono contare su uno dei marchi più riconosciuti nel mondo, il Made in Italy. Quindi, la strada è «il prodotto di brand fatto in fabbriche di brand».

Taisch insiste sul fatto che, per continuare a percorrerla, bisogna potenziare gli incentivi. «Proprio adesso che i dati dimostrano la forza della manifattura si tolgono gli incentivi fiscali sul 4.0? È un autogol. Abbiamo la dimostrazione che la trasformazione digitale sta dando i suoi frutti», non è il momento di depotenziare il piano. Anche perché «si danneggiano in particolare le piccole imprese, che per inerzia culturale stanno arrivando a capire le tecnologie adesso». Bene, invece, il finanziamento dei competence center, «propulsori del Made in Italy nell’ambito dell’industria digitale: per essere competitivi abbiamo necessità di continuare su questa strada».














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