Ex-Ilva, Di Maio conferma lo stop allo scudo legale (e forse all’intera acciaieria?)

Linea dura del ministro dello Sviluppo economico con la multinazionale ArcelorMittal che gestisce l’impianto siderurgico. Di Maio, peraltro, chiederà spiegazioni sulla cassa integrazione.

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Veduta dello stabilimento dell'ex Ilva, ora ArcelorMittal Italia

Linea dura del ministro dello Sviluppo economico con la multinazionale ArcelorMittal che gestisce l’impianto siderurgico. Di Maio, peraltro, chiederà spiegazioni sulla cassa integrazione.

 







Il governo va avanti sullo stop allo scudo legale di ArcelorMittal. Venerdì scorso all’assemblea annuale di Federmeccanica, che si era tenuta proprio alla ex-Ilva di Taranto, l’amministratore delegato di ArcelorMittal Italy Matthieu Jehl aveva fatto affermato che «senza tutele legali non è possibile gestire lo stabilimento ex-Ilva», ora di proprietà dalla multinazionale indiana. L’immunità penale era stata prevista da una norma del 2015, ai tempi del governo Renzi. Nel settembre dell’anno scorso sindacati e nuova proprietà avevano stretto un patto relativo all’occupazione, all’ambiente e alla salute di dipendenti e cittadini. L’accordo, secondo ArcelorMittal, era stato scritto sulla scorta del quadro legale definito tre anni prima per chi  si fosse preso carico della situazione ambientale dello stabilimento siderurgico. Qualche ora fa, al tavolo istituzionale che a riunito a Taranto un massiccio schieramento di ministri pentastellati (Luigi Di Maio, Barbara Lezzi, Giulia Grillo, Sergio Costa, Alberto Bonisoli, Elisabetta Trenta) i protagonisti del contratto (come l’amministrazione straordinaria dell’ex Ilva e il commissario alle Bonifiche, ma non ArcelorMittal) e del territorio – ci si attendeva, soprattutto in ambienti confindustriali, una retromarcia totale o parziale sulla norma del Decreto Crescita che annienta lo scudo dal 6 settembre, se la legge dopo essere passata alla Camera sarà confermata al Senato. Invece Di Maio ha affermato che «il problema dell’immunità è risolto, perché non c’è più l’immunità penale».

Le motivazioni di Di Maio

Secondo il ministro dello Sviluppo economico, l’annientamento dell’immunità era «un nostro obiettivo.  Questo però non è assolutamente un atto contro né i lavoratori né ArcelorMittal. Semplicemente, la Corte Costituzionale si sarebbe espressa in materia probabilmente in autunno; e siccome noi abbiamo sempre detto che su quella norma avevamo delle perplessità, è giusto dire in questo momento che non debbano esistere immunità penali in una situazione così complicata come quella di Taranto».

Il problema della cassa integrazione

ArcelorMittal ha reso noto che attiverà la cassa ordinaria per 1.400 lavoratori, dal primo di settembre e per 13 mesi. Di Maio ha affermato di essere «al lavoro per affrontare il tema della cassa annunciata da ArcelorMittal: chiederemo chiarimenti sulle motivazioni quando ovviamente verranno al tavolo».  Va sottolineato che venerdì scorso all’assemblea di Federmeccanica non era presente alcuno esponente del governo e che i sindacati affermano di aver richiesto più volte al Mise un tavolo sull’ex-Ilva.














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