Euroconnection: cablaggi su misura globale

Cavi Euroconnection
Cavi prodotti da Euroconnection

di Laura Magna ♦ Un nuovo stabilimento completamente digitalizzato per la società leader nelle tecnologie di collegamento dei sistemi. Una fabbrica a misura d’uomo per crescere, valorizzando le proprie competenze

Un investimento di cinque milioni per il nuovo stabilimento completamente digitalizzato, dotato di un software gestionale costruito ad hoc per l’operatività. Partirà a gennaio a Lessolo, sette chilometri da Ivrea e a un passo dalla sede storica di Olivetti. E sarà la nuova casa di Euroconnection, società leader in Italia e tra le prime in Europa nella fornitura di tecnologie di collegamento dei sistemi. Un segmento che ha fatturato nel 2015 (a/a) il + 6,3% dell’intero mercato dei cavi e dei conduttori elettrici (Fonte Aice-Anie )

Stop and go, il movimento viaggia via cavo

«Produciamo e assembliamo cablaggi elettrici ed elettronici», spiega a Industria Italiana  il presidente e fondatore, venti anni fa, di Euroconnection, Michele Bardus, che prosegue: «Realizziamo anche quadri di comando e controllo per l’automazione industriale. Ogni macchina che fa movimentazione per vetro, legno, utensili, confezionamento, ha motori che servono gli assi: il nostro core è il cablaggio di questi motori. In particolare, costruiamo il cavo di potenza che porta l’alimentazione e il cavo di segnale che consente alla macchina di accelerare e frenare. Questa parte occupa circa il 75% del nostro business, per il resto eseguiamo cablaggi speciali, su disegno di schemi elettrici dei nostri clienti per qualsiasi tipo di servizio».







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Michele Bardus, Presidente Euroconnection

 Un grande  magazzino l’ arma segreta

La ricerca in house e la capacità di produrre in modalità pressoché personalizzata sono gli atout calati da Euroconnection.«La nostra produzione è legata a quantità minime: a differenza dei nostri concorrenti italiani e tedeschi che producono in serie, noi abbiamo la capacità di rispondere in tempi brevi dall’ordine, ordine che è personalizzato, al limite del pezzo unico», dice Bardus. Un vantaggio sulla concorrenza costruito grazie a un magazzino amplissimo. «Pur avendo immobilizzato 1,3 milioni (un decimo del fatturato stimato per il 2016 ndr.) nello stoccaggio di materie prime, abbiamo la capacità di rispondere proattivamente: non lavoriamo su commessa, ma anticipiamo le commesse».

Tanti piccoli numeri fanno massa critica

Una strategia che ha consentito al gruppo di non essere attaccato dal mercato del Far East dove la manodopera costerà anche meno dell’Italia ma è legata alla logica dei grandi numeri: «Lavoriamo su tanti piccoli numeri che fanno però massa, una modalità incompatibile con una eventuale produzione a migliaia di chilometri di distanza». Il magazzino è, dunque, l’arma segreta che ha consentito al gruppo di crescere a doppia cifra e fare utili, anche negli anni della crisi. «A livelli che hanno sorpreso anche me», precisa Bardus, che prosegue: «Nel 2009 il nostro fatturato era di 4 milioni: nel 2015, nonostante la crisi globale, si è praticamente triplicato. Nel 2016 contiamo di chiudere con un mol di 2 milioni e un margine operativo netto intorno a un milione».

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Interno dell’ attuale stabilimento Euroconnection, Lessolo (To)

Le previsioni di investimento e di crescita

Euroconnection non si è limitata a collocare denaro sullo stoccaggio delle materie prime: per attrezzature e macchinari destinati al nuovo insediamento ha impiegato un milione di euro coperto da finanziamenti ottenuti con le agevolazioni della legge “Beni strumentali – Nuova Sabatini” destinata alle Pmi e finalizzata ad accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese; in prodotti nuovi e stampi per la loro realizzazione ha investito, nel 2016, 200mila euro e  un simile investimento è stato  pianificato per il 2017, quando l’azienda punterà all’ampliamento gamma del connettore Unico – il suo blockbuster – per il collegamenti di motori elettrici.Tutti costi che dovrebbero incidere positivamente sulla produttività. «Avevamo stimato che la crescita sarebbe stata del 30% in un triennio industriale sulla base del giro d’affari del 2015», precisa l’amministratore delegato, «ora direi che puntiamo dritti ai 17-18 milioni per il 2017 con le nuove macchine e lo stabilimento a regime».

Un progetto di ampliamento in controtendenza

La scelta di ampliare l’azienda era stata osteggiata all’inizio dalle banche, quando tre anni fa Bardus aveva deciso di provarci. «La prima volta che abbiamo presentato il progetto eravamo in piena disgrazia dell’industria italiana, tutti sconsigliavano di investire in tempi di vacche magre. Noi però sapevamo che saremmo cresciuti e che se non avessimo fatto quel passo ci saremmo trovati in difficoltà: insomma la nostra logistica era ed è troppo stretta. Continuare a portare a casa 1,3 milioni di ricavi mensili, come accade oggi, e magari crescere, richiedeva un nuovo e innovativo sito produttivo.»

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Interno dell’attuale stabilimento Euroconnection, Lessolo (To)

I migliori risultati attesi dal mercato estero

Difficile dire con precisione di quanto aumenterà ancora il giro d’affari, proprio per la caratteristica just in time del lavoro di Euroconnection. Quello che si può ipotizzare con ragionevole certezza è che aumenterà la fetta di fatturato realizzata all’estero. «Oggi esportiamo il 42% dei ricavi, di cui 60% in Europa e il resto nel mondo – dice Bardus – i margini di crescita ci sono: nel sito nuovo potremmo riorganizzare la divisione export, istituendo una direzione commerciale europea e mondiale con distributori nelle singole nazioni: riorganizzazione che ci darà un grosso vantaggio».

Una   fabbrica a misura d’uomo, nel segno di Olivetti

Partecipe dei valori etici lanciati da Adriano Olivetti che nel canavese costruì una delle aziende informatiche più importanti al mondo, la nuova Euroconnection sarà dotata di strumenti per lo sviluppo ecosostenibile e  per la massimizzazione del risparmio energetico soprattutto a tutela dell’ambiente. Ma ha anche previsto strumenti di welfare aziendale, tesi a coniugare il benessere al business: ed ecco un paio di bonus l’anno, ma anche la palestra e il campo di atletica.«Da industriale voglio operare nel solco degli insegnamenti di Olivetti.  Con i tempi che corrono  i margini aziendali non sono più quelli di 50 anni fa – dice l’ad –  e il profitto ovviamente conta, ma gran parte di quello che realizziamo deve rimanere in azienda per essere reinvestito. E i collaboratori, dagli operai ai manager, io li chiamo partner.»

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Interno dell’attuale stabilimento Euroconnection, Lessolo (To)

Stare bene in fabbrica per lavorare meglio

«Ogni persona che lavora qui è parte attiva, non solo un esecutore.» prosegue Bardus. «E sono contento quando accade che una sua idea, su prodotti o processi non importa, possa essere più performante della mia. Se l’operatrice che fa il cablaggio ha difficoltà con l’uso di certi strumenti e ci consiglia una soluzione, la valutiamo e possiamo decidere di cambiare e migliorare il processo produttivo: vale per produzione, management, addetti alle pulizie. Ogni livello, su ogni aspetto, si fa protagonista. Gestiamo l’azienda in modo sociale, perché i nostri lavoratori devono essere felici e contenti, non devono venire in fabbrica solo per dovere ma per stare bene, precondizione per lavorare meglio e in maniera più efficace. Certo, più cresciamo più è difficile, ma il mio sogno è che l’azienda resti a misura d’uomo».

Un partner industriale per il futuro

Crescendo a ritmi così vertiginosi, viene da chiedersi se prima o poi questo gruppo piemontese, controllato al 100% dall’immobiliare di famiglia KGM, aprirà il capitale a soci finanziatori. «L’azienda è patrimonializzata il giusto. Ho ricevuto un’offerta alcuni anni fa che non ci siamo sentiti di prendere in considerazione e abbiamo mantenuto l’intero capitale nelle nostre mani, chiaramente non so se sarà così per sempre. Non ci interessa invece la Borsa: proprio perché a livello strutturale e finanziario l’azienda è sana, credo che KGM non abbia necessità di avere partner di capitale, potrebbe invece essere interessante trovare un partner industriale». L’appello è lanciato, il futuro è una strada tutta da scrivere.














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