Ecco come il supercomputer di Eni sta supportando la ricerca di terapie per il Covid

Durante la prima fase della sperimentazione è stata identificato il Raloxifene, una molecola che si è dimostrata efficace in vitro contro il virus Sars-CoV-2

Hpc5 è il supercomputer di Eni installato nel Green Data Center dell’azienda a Ferrera Erbognone (PV). Si tratta di uno degli Hpc più potenti al mondo, che si posiziona all’ottavo posto della Top 500, la graduatoria dei supercomputer installati su tutto il pianeta.
Eni ha deciso di mettere l’elaboratore a disposizione della ricerca, per tentare di combattere il Covid-19: la potenza di calcolo di Hpc5, associata alle competenze interne in ambito di modellazione molecolare, è stata messa sfruttata nella seconda fase del progetto europeo Exscalate4CoV, un consorzio impegnato nell’individuare i nuovi farmaci più sicuri e promettenti nella lotta al Coronavirus. Il primo esperimento effettuato consisteva in una simulazione che ha permesso di testare 70 miliardi di molecole su 15 “siti attivi” del virus attraverso l’elaborazione di mille miliardi di interazioni in sole 60 ore, ovvero 5 milioni di simulazioni al secondo. È prevista una fase successiva di sperimentazione durante la quale verrà approfondito lo studio sull’efficacia delle molecole in caso di mutazione del virus.

l progetto è guidato dall’azienda biofarmaceutica Dompé che, per questo scopo, aggrega diciotto partner tra istituzioni e centri di ricerca d’eccellenza di sette paesi europei, fra i quali il Cineca di Bologna. L’esperimento di supercalcolo condotto è avvenuto anche con la collaborazione della biblioteca molecolare EXSCALATE4CoV, del supercomputer Marconi100 di Cineca, e del software di screening virtuale accelerato dal Politecnico di Milano, e degli analytics di Sas, e rappresenta la seconda fase del progetto. Il risultato principale della prima fase è stato l’identificazione del Raloxifene, una molecola nota che si è dimostrata efficace in vitro contro il virus Sars-CoV-2 nel contrastarne la replicazione nelle cellule. Il 27 ottobre 2020 Aifa ha autorizzato lo studio clinico presso l’ospedale Spallanzani di Roma e l’Humanitas di Milano per valutare il Raloxifene come potenziale trattamento per pazienti Covid.




















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