ENI : 2017 al top con BOE ai massimi storici

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Operai dell' Eni

L’azienda del cane a sei zampe verso il livello più alto mai registrato della produzione con previsione di crescita fino a 1 milione 840.000 barili al giorno.

Eni nell’esplorazione è al top dell’industria. Dal 2008 la società ha scoperto 13 miliardi di barili di nuove risorse, pari a 2,5 volte il livello di produzione ottenuto nel medesimo periodo. Tutte le scoperte effettuate sono convenzionali e distribuite in dieci differenti bacini e circa ogni tre anni Eni scopre un giacimento giant o supergiant. Eni accede alle nuove risorse con un costo esplorativo unitario di 1,2$ al barile, un costo pari al 20% della media dell’industria. La priorità della società è convertire rapidamente i successi esplorativi in valore economico, avviando i progetti e nel contempo cedendone alcune quote.







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I progetti avviati da Eni nel biennio 2016-2017, uniti a Kashagan e Goliat, produrranno a regime oltre 500 mila barili al giorno e genereranno un cash flow operativo complessivo di oltre 4 miliardi di euro nel 2018 in uno scenario di prezzi del petrolio pari a 60$ al barile. Inoltre, la riduzione complessiva raggiunta nel livello dei propri costi tecnici e la rapidità dello sviluppo dei progetti hanno consentito alla società di abbattere del 40% il break even del proprio portafoglio progetti negli ultimi 3 anni, portandolo da 45$ a 27$ al barile. Malgrado la riduzione del Capex in ambito upstream, che proseguirà anche il prossimo anno, Eni continuerà a crescere, raggiungendo nel 2017 un livello produttivo pari a 1 milione 840 mila barili di olio equivalente al giorno, un record storico per la società.

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Il modello di esplorazione e produzione ( “upstream”) di Eni è il driver della crescita futura dell ‘azienda. E’ basato su elementi cardine quali l’esplorazione, che offre una grande base di risorse a costi significativamente bassi, assicurando flessibilità nel breve termine e alimentando la crescita nel lungo termine, e un approccio orientato ai costi e che coinvolge non soltanto la fase ingegneristica ma anche la strategia esplorativa, guidata dagli obiettivi della rapidità del time to market e dell’ottimizzazione dei costi nel convertire le risorse in produzioni. Questo approccio garantisce uno sviluppo più rapido, che si sovrappone alle fasi esplorative, accelerando l’intero processo.

La società, in applicazione del proprio dual exploration model, elemento strutturale della strategia che consente di generare cassa e valore anticipati dalle attività esplorative, dal 2013 ha ottenuto 5,4 miliardi di euro, riducendo nel contempo investimenti ed esposizione finanziaria. Ha commentato l’amministratore delegato, Claudio Descalzi  «In meno di tre anni abbiamo conseguito la più elevata crescita organica dell’industria con un aumento di oltre il 15% della produzione, pari a oltre 250.000 barili al giorno, e siamo vicini a raggiungere il record di produzione della società nonostante una riduzione dei Capex del 33% e degli Opex del 23%. Abbiamo dimezzato il break even dei nostri progetti e liberato capitale inattivo attraverso gli avvii produttivi dei maggiori progetti e un time to market estremamente ridotto. »














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