Enertronica punta a nuove acquisizioni e a quotarsi su Mta

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di Laura Magna ♦ Internazionalizzazione e know how. Sono i drivers di questa società di energie rinnovabili, partecipata da Fineldo (famiglia Merloni). Nata come spin off universitario e approdata in Borsa (Aim), ora entra nel mercato e-mobility e punta a una ulteriore espansione internazionale, anche con M&A.

Uno spin off universitario che in dieci anni si è trasformato in un’azienda con un valore della produzione nel 2016 di 90 milioni di euro. Partita dalla realizzazione di campi fotovoltaici in Italia, il Gruppo ha avviato un’ampia espansione internazionale prima in Sudafrica, poi in Centro e Sud America, diversificando il core business attraverso l’acquisizione di know how e tecnologie in settori limitrofi, dalla componentistica industriale alla mobilità elettrica. La storia di Enertronica inizia nel 2005 in provincia di Frosinone, dall’Università di Cassino. «Una modalità, quello dello spin off universitario, che è molto diffusa nel mondo, ma non in Italia dove rappresentiamo in effetti una mosca bianca. Siamo nati con la voglia di fare elettrica di potenza, ci siamo evoluti velocemente sfruttando la nostra origine universitaria e velocemente ci siamo resi indipendenti dall’Ateneo», racconta a Industria Italiana il presidente e amministratore delegato di Enertronica Vito Nardi.

«Il punto di svolta è stato sancito nel 2013 dalla quotazione in Borsa su AIM, una scelta che riteniamo cruciale per chi lavora sui mercati internazionali: ci siamo quotati in un momento in cui sul listino andavano in pochi, ma averlo fatto ci ha dotati di un patrimonio di riconoscibilità fondamentale. Miriamo a passare su MTA, perché è l’unico obiettivo di crescita sano. Ma siamo ancora lontani in termini di capitalizzazione, pur essendo pronti sul fronte di regolamenti e compliance. Però è nei nostri piani  e ci lavoreremo». L’ultimo bilancio annuale, relativo al 2016, ha visto il valore della produzione attestarsi a 89,9 milioni, l’EBITDA a 5,3 milioni e l’EBIT a 4,3 milioni. L’utile netto si è fermato a 2,5 milioni. I risultati al 30 giugno 2017  mostrano un andamento simile: con un valore della produzione di 45,4 milioni e un utile netto sensibilmente migliorato, a 2,8 milioni tra gennaio e giugno.







 

 Vito Nardi presidente di Enertronica
Vito Nardi presidente di Enertronica

Le anime di un ex spin off universitario, che oggi è una piccola multinazionale

La storia di Enertronica, come racconta Nardi, ha subìto in effetti una forte accelerazione dopo l’ingresso a Piazza Affari, trasformandosi da EPC contractor a piccola multinazionale, come si definisce l’azienda, dotata di molte anime. La principale resta comunque quella legata alla realizzazione di centrali fotovoltaiche per la produzione di energia elettrica, settore in cui il gruppo frusinate si pone come fornitore “chiavi in mano” dell’impianto, seguendo ogni passaggio necessario, dalla analisi del sito di costruzione e dallo studio di fattibilità tecnico-economico alla scrittura dei business plan e alla valutazione dei canali di finanziamento più idonei. Per arrivare alla progettazione e alla costruzione dell’impianto, fino a installazione, collaudo tecnico e allaccio alla rete, nonché alla consulenza post-installazione, che comprende la gestione dei rapporti con il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) e la manutenzione dell’impianto stesso.

La seconda anima è quella di E.S.C.O. (Energy Service Company) che Enetronica espleta fornendo servizi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica di impianti e sistemi. I risparmi economici ottenuti vengono condivisi fra la ESCO e il cliente finale con diverse tipologie di accordo commerciale. Ancora, l’azienda è abilitata alla vendita di Gas Naturale ai clienti finali dal primo luglio 2014 e opera nel libero mercato dell’energia elettrica in qualità di rivenditore e distributore acquisendo l’energia da terzi fornitori e rivendendola ai clienti finali attraverso la sottoscrizione di contratti di somministrazione. Infine offre nel mercato elettrico servizi che comprendono consulenze specialistiche, monitoraggi gestionali delle forniture, gestione volture e subentri, preventivi per aumento di potenza e spostamento contatore, auto lettura e anticipazione fatture via mail.

 

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Un impianto realizzato in Italia da Enertronica
L’espansione geografica e industriale

Detto questo, Enertronica punta a espandersi ancora, sia dal punto di vista geografico che da quello delle attività. Con un focus forte sulla parte industriale. «Siamo già cresciuti molto nel settore industriale, segnando una differenza epocale nel nostro sviluppo rispetto a qualche anno fa, non solo in termini di fatturato. Nel 2014 il fatturato era composto quasi esclusivamente dalla costruzione di campi fotovoltaici, ed era scarsa la componente industriale. Oggi continuiamo a essere attivi nel primo ambito, ma abbiamo una componente industriale che è molto importante», dice Nardi. In questo processo di evoluzione fondamentale è stata l’attività di M&A. La prima acquisizione importante risale a novembre 2016 e ha riguardato Elettronica Santerno, uno dei maggiori produttori europei di inverter, un’azienda storica della provincia di Bologna con 100 dipendenti con 30 milioni di fatturato. Questa operazione  ha contribuito a dare un’impronta molto industriale al gruppo che ci ha fatto diventare uno dei rari operatori che utilizzano componentistica propria nel settore delle rinnovabili», afferma Nardi.

 

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La sede di Elettronica Santerno

Le  acquisizioni negli inverter

Elettronica Santerno è stata acquisita al 51% dal Gruppo Carraro. L’operazione si è formalizzata nella sottoscrizione da parte di Enertronica di un aumento di capitale dedicato di 2,250 milioni. Enertronica avrà altresì la facoltà di incrementare la propria partecipazione di un ulteriore 9% attraverso la sottoscrizione di una ulteriore trance di aumento di capitale per un importo pari a un milione entro fine 2018. «A valle dell’acquisizione siamo arrivati a coprire l’intera filiera nel campo delle attività rinnovabili nel settore elettrico, con la produzione di energia elettrica in modalità IPP grazie agli impianti di proprietà delle società namibiane e di Enertronica SGR Srl, fino alla vendita dell’energia al cliente finale, per il tramite di Smartutility Spa, passando attraverso le attività di EPC e O&M. E siamo entrati nella produzione di inverter per il settore dell’automazione industriale, rafforzando la presenza nei sistemi di conversione dell’energia associati alle smart grid e all’accumulo, grazie anche alle attività di R&D con l’Università di Cassino e a specifici progetti di ricerca di sviluppo precompetitivo», spiega Nardi.

Le acquisizioni sono proseguite e continueranno anche nel futuro, al ritmo di una all’anno, secondo gli obiettivi del management. A novembre 2017 però un altro evento ha rafforzato Enetronica: l’ingresso nel capitale di Fineldo, holding di partecipazione degli eredi di Vittorio Merloni, che ha sottoscritto un aumento per un valore di 704mila euro. L’aumento di capitale è stato sottoscritto ad un prezzo pari a euro 3,2 per azione. Contestualmente è stato perfezionato l’acquisto del 100% di Progetti International S.p.A., società di ingegneria specializzata nell’impiantistica per il settore dell’energia rinnovabile, già partecipata da Fineldo. «Si tratta di un nostro competitor a cavallo tra industria e fotovoltaico. Negli ultimi anni era molto attiva nel settore delle rinnovabili, ma ha una lunga storia nella progettazione e costruzione di edifici industriali. Ci interessava per la sua dotazione di un forte know how di carattere industriale», spiega ancora Nardi.

 

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Andrea Merloni

…e nella mobilità elettrica

L’ultima notizia in tema di M&A riguarda la mobilità elettrica: «Questa operazione ora in corso di definizione si inserisce nel nuovo percorso di Enetronica in un settore, quello della mobility, che è in perfetta continuità con le energie rinnovabili oltre a essere uno degli obiettivi del piano industriale. Eravamo già attivi in tutte le declinazioni infrastrutturali che gravitano intorno alla mobility, perché da anni facciamo pensiline per parcheggi, strumenti per la ricarica, elettronica di potenza che si usa nel settore. Cercare di dire la nostra nel settore degli autobus green è stato molto semplice. Abbiamo ritenuto molto vantaggiosa l’occasione di acquisire Tecnobus: ovvero un’azienda storica di pionieri nella costruzione di bus elettrici con headquarter a Frosinone, dove lo abbiamo anche noi. Il settore in cui abbiamo scelto di diversificare ha una forte potenzialità di sviluppo: la mobilità elettrica urbana era un vezzo delle amministrazioni più illuminate fino a qualche anno fa, mentre oggi è un trend irreversibile, un vincolo di legge. Ogni giorno c’è un annuncio epocale, (Milano ha annunciato che abolirà tutti gli autobus non elettrici) e la direzione è decisamente segnata. Vediamo tante piccole nicchie dove ci vogliamo inserire, in un mercato importante», spiega Nardi.

Tecnobus SpA è uno dei primi produttori storici di autobus elettrici sia in ambito italiano che internazionale e vanta un parco venduto di autobus elettrici di circa 500 unità in varie nazioni tra cui Canada, Francia, Germania e Portogallo, oltre l’Italia. Il progetto attuale, il cui closing finale sarà deliberato entro 4 mesi dalla sottoscrizione del contratto preliminare, annunciato il 9 febbraio 2018, prevede la nascita di una nuova società, che sarà denominata BusX e controllata all’85% da Enertronica, la cui missione sarà la produzione e commercializzazione di mini autobus elettrici e veicoli commerciali speciali, esclusivamente elettrici. BusX mira a diventare uno dei primi operatori europei nel proprio segmento di riferimento entro tre anni, grazie a un piano di sviluppo che prevede investimenti nel triennio 2018-2021 per circa 5 milioni di euro, mirati prevalentemente al rinnovo della gamma prodotti e ad attività di R&D, mentre il costo di acquisizione del marchio e del know how sarà limitato a circa 800mila euro.

 

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Un autobus elettrico Tecnobus

L’espansione in Sud America

Il salto di Enetronica negli ultimi cinque anni è stato innanzitutto dimensionale, con un passaggio da un fatturato di una decina di milioni a un ordine di grandezza di 90 milioni nel corso di un triennio e con prospettive ancora più interessanti per il futuro. L’M&A, intanto, ha anche trainato un processo di internazionalizzazione che ha portato, soprattutto grazie a Elettronica Santerno, si approdare in Iran o a Panama. «L’acquisizione di Santerno ci ha favorito nell’espansione geografica: questa azienda è una realtà già fortemente internazionale e abbiamo ereditato le sue filiali in paesi come Brasile e Cile. Tutte le acquisizioni che stiamo facendo sono di aziende propense alla internazionalizzazione», dice Nardi.

 

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L’impianto fotovoltaico da 86 MWp realizzato in Sudafrica, nel deserto del Kalahari

 

Le ultime commesse ottenute proprio grazie a Elettronica Santerno sono entrambe state realizzate a dicembre: a inizio mese in Cile, per un impianto di oltre 100 MW per un valore di oltre 6 milioni di dollari. L’accordo è stato sottoscritto con una delle principali utility mondiali attive nel settore delle energie rinnovabili. La partenza delle attività, in fase di definizione, si attende oltre il 2018. La fornitura prevede una soluzione chiavi-in-mano basata sul nuovo inverter modulare Sunway TG TE 1500V. Santerno è particolarmente attiva in Cile dove vanta un parco installato di oltre 200 MW tutti coperti dai relativi contratti di O&M. Inoltre nel 2017 ha avviato la costituzione di una nuova filiale. Enertronica è presente nel Paese anche con Progetti Internazionali, che ha realizzato impianti per circa 100 MW negli anni scorsi.

Prima di Natale, infine, l’azienda ha messo un altro piede in Sud America e precisamente in Brasile grazie all’aggiudicazione di una commessa per circa 300 MW che porta la potenza totale installata da Elettronica Santerno nel Paese a 800 MW. Il valore è di circa 15 milioni di dollari e l’attività partirà per fine 2019. «L’aggiudicazione di questa ultima gara ci ha permesso di concludere il 2017 con un risultato storico per la Elettronica Santerno. In un solo anno di duro lavoro siamo riusciti a sottoscrivere ordini, con vari clienti, per una potenza installata che è praticamente il 50% del totale fornito da Santerno nel settore Utility Scale dalla sua fondazione ad oggi. Il risultato ci permette di guardare al futuro con maggiore serenità e di affrontare le sfide future con la consapevolezza di avere un portafoglio ordini che solo un anno fa sembrava irrangiungibile», conclude Nardi.














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