La nuova strategia di Enel: no al nucleare, sì alle dismissioni. E via libera allo scorporo della mobilità elettrica da Enel X

di Marco Scotti ♦︎ Il ceo Francesco Starace presenta il piano industriale al 2024. Sarà più redditivo e remunererà meglio gli azionisti. Ma soprattutto sarà incentrato sulle nuove forme di approvvigionamento energetico, dall'idrogeno verde. Nessun investimento su eolico offshore e soprattutto nessun passo indietro sull'atomo. Obiettivo "Net Zero" entro il 2040, in anticipo di 10 anni. Previsti 170 miliardi di investimenti entro il 2030

La possibilità di scoprorare la mobilità elettrica da Enel X e di quotare in Borsa questa nuova divisione. L’intenzione di dismettere attività in alcuni Paesi come India e Sudafrica. L’addio (forse definitivo) al “mini-nucleare” e l’intenzione di andare a conoscere meglio l’idrogeno verde nei prossimi tre o cinque anni. Sono i capisaldi del nuovo piano industriale di Enel che l’amministratore delegato della più importante azienda industriale italiana, Francesco Starace, non esita a definire un punto di svolta. E poi ancora: le nuove attività eoliche al Polo Nord, la creazione di un’infrastruttura di pagamenti attraverso il sistema già in uso per le ricariche delle auto elettriche. Il tutto con un occhio di riguardo al mercato dell’energia elettrica. Che dovrebbe essere liberalizzato («ma se dovessi scommettere punterei sul 50% di possibilità che ci sia una proroga dell’attuale status quo» ha dichiarato Starace) ma che per Enel rappresenta una buona opportunità. È vero che non sarà più monopolista in alcune zone, ma potrà espandersi in quelle a più alta concentrazione di mercato. E poi, ma solo alla fine, ci sono i numeri. Che sono commendevoli e meritano di essere analizzati in dettaglio. Un aumento sensibile dell’Ebitda (fino a 21,6 miliardi, in crescita di quasi tre rispetto alle stime per il 2021) e dell’utile netto (a 6,7-6,9 miliardi contro i 5,4-5,6 previsti per quest’anno) entro il 2024. È forse il risultato più interessante che emerge dal piano industriale di Enel presentato dall’amministratore delegato Francesco Starace. «Il piano di quest’anno – chiosa il ceo della più importante azienda industriale italiana – , con 170 miliardi di euro di investimenti diretti entro il 2030, rappresenta un punto di svolta. La sua attuazione ci consente di avanzare dal precedente decennio della scoperta dell’energia rinnovabile all’attuale decennio dell’elettrificazione».

Circa 18 miliardi di euro si prevede siano destinati al business di Infrastrutture e reti, con un aumento del 12% rispetto al piano precedente, come risultato di maggiori investimenti in Europa, che è previsto facciano leva anche sulle opportunità create dai Piani nazionali di ripresa e resilienza lanciati nell’Ue. Grazie a questi investimenti, che hanno l’obiettivo di migliorare ulteriormente i livelli qualitativi e di resilienza della rete, si stima che la Rab del gruppo raggiunga i 49 miliardi di euro, in crescita di quasi il 15% rispetto al 2021. Grazie al nuovo modello del gruppo incentrato sui clienti, il margine integrato è atteso in crescita di 1,6 volte entro il 2024 rispetto al 2021. Nei prossimi tre anni si prevede che i ricavi da clienti aumentino del 26% e le vendite di elettricità crescano del 25%. Ciò sarà accompagnato da una diminuzione di circa il 15% del costo complessivo dell’energia venduta rispetto al 2021, che è anche frutto di una riduzione di circa il 23% nel costo medio di produzione. «Noi reputiamo -ha aggiunto Starace – che il viaggio di trasformazione partito 4 anni fa ci abbia consentito di essere pronti al momento giusto cioè adesso. Il modello integrato si basa su fondamenta solide, riduce i rischi che ancora ci sono in questo comparto come i picchi di prezzo che ancora ci sono. Useremo di più i dati e saremo più vicini a dove è il valore cioè i clienti».







I risultati più significativi del nuovo piano industriale

Francesco Starace, ceo di Enel

Il via libera dal gruppo Enel al nuovo Piano prevede prima di tutto di investire circa 45 miliardi di euro nel periodo 2022-24, pari a un incremento del 12% rispetto al Piano precedente, mobilitando al contempo ulteriori 8 miliardi circa di euro provenienti da terzi. La stima per l’orizzonte 2030 è di 170 miliardi di euro investiti direttamente dal gruppo (+6% rispetto al Piano precedente) e 40 miliardi di euro catalizzati da terzi. Enel nel 2024 prevede che l’Ebitda ordinario di gruppo raggiunga i 21-21,6 miliardi di euro, rispetto ai 18,7-19,3 miliardi di euro stimati nel 2021. L’utile netto ordinario è atteso in crescita a 6,7-6,9 miliardi di euro nel 2024, rispetto ai 5,4-5,6 miliardi di euro stimati nel 2021. Tra il 2020 e il 2030 l’Ebitda ordinario di gruppo è previsto in aumento del 5-6% in termini di tasso annuo di crescita composto, a fronte di un utile netto ordinario di gruppo previsto in aumento del 6-7%, sempre in termini di cagr. Buone notizie anche sul fronte dei dividendi: è previsto che gli azionisti ricevano un dividendo per azione fisso che si stima cresca del 13% dal 2021 al 2024, fino a raggiungere 0,43 euro/azione.

«Non si tratta di un dividendo basato su una formuletta – ha aggiunto Starace – ma sulla chiarezza di prospettive che abbiamo. Non considerate questa politica con un massimale come un segnale di incertezza. Il numero potrebbe variare al rialzo, non al ribasso se c’è l’opportunità e non lo stiamo facendo subito perchè è un trend che rompe con il passato. 0,43 euro è un minimo. E vorrei sottolienare che un total return del 13% c’è ed è fondamentale. Si basa su fondamenta solide e inamovibili. Il rendimento per gli azionisti chiaro». Enel nel Piano strategico 2022-24 prevede che la leva finanziaria si mantenga stabile, con un rapporto Net Debt/Ebitda del gruppo pari a 2,9 volte nel periodo di Piano e un indebitamento netto di gruppo previsto a 61-62 miliardi di euro nel 2024 da 53-54 miliardi di euro stimati nel 2021.

Net zero entro il 2040 e l’investimento sule rinnovabili

Parco eolico di Enel in Sardegna

Un altro annuncio di grande rilievo è quello relativo alla volontà di raggiungere il “Net Zeroentro il 2040, in anticipo di dieci anni rispetto a quanto precedentemente annunciato. « Stiamo accelerando la crescita in tutte le aree di business – sostiene Starace – , creando valore per i nostri clienti, che sono al centro della Strategia del gruppo, valore che si traduce nella prevista riduzione della loro spesa energetica, aumentando al contempo la loro domanda di elettricità entro il 2030. Inoltre, stiamo anticipando di dieci anni l’obiettivo della completa decarbonizzazione del gruppo, con il raggiungimento del ‘Net Zero’ entro il 2040. Continueremo a crescere nelle rinnovabili, valorizzando quello che è già oggi il più grande portafoglio privato di asset rinnovabili al mondo».

Enel prevede di investire del periodo 2022-24 circa 19 miliardi di euro destinati alle Rinnovabili, in particolare in paesi dove il gruppo beneficia di un business integrato con i clienti finali. Si prevede che la capacità rinnovabile totale del gruppo aumenti a 77 GW dai 54 GW stimati alla fine del 2021. Di conseguenza, si stima che la produzione a zero emissioni raggiunga il 77% nel 2024 e che nello stesso periodo le emissioni di CO2 diminuiscano di oltre il 35% rispetto al 2021, posizionando il gruppo verso il conseguimento dei propri obiettivi ‘Net Zero’ nei tempi previsti. Entro il 2030 il gruppo Enel prevede di raggiungere una capacità rinnovabile complessiva di circa 154 GW, triplicando il suo portafoglio al 2020, nonché di aumentare la base clienti della rete di 12 milioni e di promuovere l’elettrificazione dei consumi energetici, aumentando di quasi il 30% i volumi di elettricità venduta e concentrandosi al contempo sullo sviluppo di servizi “beyond commodity“, quali la mobilità elettrica pubblica o behind-the-meter storage, in collaborazione con partner.

Le strategie di business: reti, infrastrutture ma anche eventuali dismissioni e perfino Ipo

Nel piano industriali previsti investimenti in infrastrutture rinnovabili

«Abbiamo sempre detto – ha aggiunto Starace – che in quelle parti del mondo dove non possiamo avere una posizione integrata sulla filiera può essere una buona mossa vendere e cristallizzare il valore. È già successo in Messico. Abbiamo joint venture sulle rinnovabili in India e Sudafrica sulle quali una volta completate tutte le opportune procedure si può procedere a una vendita».

In Russia Enel ha buoni asset e non intendee venderli. Si tratta di strutture che servono grandi città con riscaldamento ed elettricità. Sono sistemici. «Non vogliamo chiudere centrali – ha aggiunto Starace -. È un’idea errata. Non ci interessa chiuderle saranno con noi finché avrà senso averle, non abbiamo fretta. Se ci saranno proposte valide le valuteremo, abbiamo invece fretta di far crescere le rinnovabili. Stiamo sviluppando il parco eolico più vicino al Polo Nord in Europa. Vogliamo valutare il desiderio della clientela di avere energia decarbonizzata. Investiremo sempre più in rinnovabili con urgenza. Non abbiamo nessuna fretta di disinvestire in Argentina. C’erano voci ma non corrisponde alla verità. La nostra posizione è attendista. Vogliamo capire cosa vogliono fare con il settore elettrico e vedere cosa succederà nel prossimo anno e decideremo. Non c’è nessuna novità su questo».

Enel si trova in un momento di svolta: ha deciso di cambiare pelle già da qualche tempo con la presentazione del nuovo piano industriale e ora sta puntando fortissimo su rinnovabili e su tutte le altre forme che garantiscano un approccio nuovo al grande mondo dell’energia. Il Pnrr, oltretutto, è un’ottima occasione per puntare sulle reti. Tutti i Paesi coinvolti da piani di ripartenza post-Covid, rimuoveranno limiti agli investimenti e aumenteranno la spesa proprio sulle reti.

Per quanto riguarda Enel X il ceo non si pronuncia, ma non esclude neanche la possibilità di una collocazione in Borsa. «È molto semplice – ha detto Starace, abbiamo sviluppato un percorso per gradi iniziato prima di Enel X con i dati su cloud per sviluppare processi dei clienti sulle reti. Nessuno ora può fare sulle reti quello che facciamo noi. Sulla mobilità elettrica vediamo una direzione molto chiara. C’è la necessità di sviluppare questa infrastruttura nel mondo. Abbiamo creato i sistemi che la governano. C’è spazio, non è una novità. Abbiamo chiesto a Elisabetta Ripa di prendere in mano questo ramo di azienda che diventerà un’azienda, poi pensiamo di aprire al capitale e far entrare altri partner e ne venderemo una parte. Rimarremo azionisti di maggioranza di questo business come fatto con Enel Green Power». Infine, Global customers diventerà una azienda a sé e non è escluso l’ingresso di nuovi partner e una quotazione, che sarà responsabile della definizione della strategia commerciale e di indirizzare l’allocazione del capitale verso le esigenze dei clienti.

La liberalizzazione del mercato dell’energia

La strategia di decarbonizzazione di Enel al 2040

Con la liberalizzazione del mercato dell’energia a partire dal 2023 Starace sa bene che Enel non potrà mantenere il 100% dei clienti che ha adesso. Ma «possiamo mantenere il il 50% dei clienti sulla base del 50% del mercato che abbiamo oggi sul mercato libero» ha detto Starace. L’ad ha spiegato che «il modo in cui le tariffe si sono mosse con l’aumento dei prezzi del gas ha dimostrato la fragilità del sistema al punto che chi ha tariffe normate si trova peggio di chi ha tariffe liberalizzate. Se mi chiedete se ci sia la possibilità di un’ulteriore proroga darei quest’eventualità al 50%, ma è una buona opportunità per il governo lasciare i clienti al mercato e noi finiremmo per avere il 50% di questi clienti sulla base del 50% che già abbiamo. Già stiamo assistendo a una accelerazione della migrazione al mercato libero».

C’è poi la possibilità di attivare sistemi di pagamento. Enel x pay è attualmente il quarto operatore italiano come fintech ibrida, in futuro tutti i pagamenti per la mobilità elettrica richiederanno una modalità di pagamento digitale. Se ci sono potenziali partner che con differente business appoggiano la loro parte industriale sul fintech Enel è disponibile. I rumor, ad esempio, parlano di Mooney, nel cui capitale è già presente Intesa. «Se pensiamo alle bollette -ha detto Starace – vediamo che si pagano bollette su piattaforme di terzi e noi ci chiediamo perché perdiamo questo valore. Oppure pensiamo alle ricariche per la mobilità elettrica quindi crediamo che gestire pagamenti crei valore e customer retention. Vogliamo usare le nostre piattaforme ed estrarre valore dai clienti. Questo rientra nella strategia di aumentare punti di contatto con i clienti in linea con il nostro approccio». Capitolo prezzi dell’energia: in Enel ci si attende che scenderanno, con un incremento dei volumi venduti. I costi per erogare quest’energia caleranno del 40% tra il 2021 e il 2030, sostituendo la generazione tradizionale con rinnovabili che sono più competitive.

Nessuno spazio per il “mini-nucleare”, ma via libera all’idrogeno verde

Nucleare

«Si parla della nuove tecnologia di mini reattori nucleari ma non ci saranno investimenti su questa tecnologia nei prossimi 10 anni» ha chiosato Starace. «Sono promettenti ma con costi molto alti: 4 miliardi di investimenti per 345 megawatt, 11 milioni di dollari a megawatt, molto più di altre tecnologie. E comunque è qualcosa che non potrà mai avere un impatto in questo decennio, è inutile parlarne adesso. È una prospettiva temporale al 2040 o più avanti. Non dico che stiamo parlando di fantascienza ma non è neanche una tecnologia così rilevante nei prossimi anni» ha aggiunto Starace, spiegando come le centrali a gas saranno necessarie per 20 anni ancora ma poi sempre meno con l’ingresso della quota parte del gas. Verranno ammortizzate nel tempo e usate sempre meno. Finiranno come sono finite le centrali a carbone.

Per quanto riguarda l’eolico offshore, l’azienda non ha intenzione di attivarsi in tal senso, sta crescendo anche senza questo tipo di impianto che necessita di due anni per essere costruito e ha costi operativi doppi. Per quanto riguarda l’idrogeno verde, infine, Starace ha spiegato che «investiremo nei prossimi 3-5 ani per vedere se mantiene le promesse di essere competitiva, e capire in che modo potrà esserlo. Vediamo se riusciamo a essere competitivi e vedremo se investire».














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