Da Agusta a Leonardo, passando per Thales Alenia Space e Ohb Italia: così il distretto aerospaziale italiano spiccherà il volo nel 2021

di Gaia Fiertler ♦︎ L’industria aeronautica del nostro Paese è quarta in Europa e settima nel mondo. La Lombardia fa da capofila: con oltre 16 miliardi di fatturato, la Regione rappresenta un terzo dell’export nostrano. Le nuove sfide? Droni a guida autonoma e tiltrotor per la mobilità urbana. E l’utilizzo di digital twin, additive manufacturing e modellazione 3D. Ma le pmi dovranno accorparsi, se vorranno creare una filiera innovativa e resistente... Ne abbiamo parlato con Angelo Vallerani, presidente del Cluster Aerospace Lombardia

Primato nell’elicotteristica con commesse da tutto il mondo per Leonardo Elicotteri, che guida una filiera di oltre 200 pmi solo in Lombardia che eccelle nel segmento, ma anche nei velivoli militari da addestramento e nei satelliti. Il cluster lombardo rappresenta un terzo dell’export del comparto aeronautico italiano, che è 4° in Europa e 7° nel mondo, con oltre 16 miliardi di euro di fatturato, di cui il 70% export, per la metà rappresentata da aeronautica civile ed elicotteristica. Ora le principali sfide tecnologiche per stare al passo con le capofila Leonardo e Thales Alenia Space, “prime contractor” di numerosi progetti internazionali in ambito civile, militare e aerospaziale, sono intelligenza artificiale, modelling e stampa 3D, mentre la scommessa del futuro prossimo sarà su modelli di mobilità a breve e medio raggio sino a nuovi paradigmi di mobilità aerea nelle aree urbane e metropolitane.

In particolare, in Lombardia si gioca il futuro dell’Urban Air Mobility, ambito in cui si potranno sviluppare i droni a guida autonoma che faranno da servizio taxi. Sempre in Lombardia si sperimentano i futuri convertiplani, i “tiltrotor”, velivoli ibridi con la velocità di un aereo, ma la capacità di atterrare in un’area ristretta come un elicottero. Nel frattempo, le più recenti commesse vinte da Leonardo Elicotteri riguardano la produzione e consegna di 32 elicotteri Th-73 da addestramento all’US Navy attraverso AgustaWestland Philadelphia; 31 elicotteri navali multiruolo NH90 MRFH Sea Tiger alle forze armate della Germania, con la joint venture con NHIndustries e 6 elicotteri AW119Kx alla polizia stradale del Brasile. In Lombardia viene assemblata la gran parte degli elicotteri utilizzati a livello globale, in una catena del valore internazionale e con il coinvolgimento di altre quattro regioni per la produzione di componenti: Piemonte, Lazio, Campania e Puglia che, insieme alla prima, sono stati i distretti fondatori del Cluster Tecnologico Nazionale Aerospace (Ctna). In particolare, il traino dell’elicotteristica dà respiro al Cluster Aerospace Lombardia in un momento in cui il settore registra una battuta d’arresto nell’area civile, dopo che il mondo si è fermato.







«Prima della pandemia il settore godeva di una congiuntura di forte espansione: le compagnie aeree mondiali stavano ampliando e rinnovando le loro flotte per adeguarle a flussi di turismo sempre più massicci da oriente a occidente», racconta Angelo Vallerani, presidente del Cluster Aerospace Lombardia, associazione riconosciuta che riunisce le aziende del settore, compresa Leonardo, i centri di ricerca e le quattro università della Regione con specializzazioni dedicate al settore (Politecnico di Milano, Università degli Studi di Pavia, Università Bicocca-Milano e Liuc Università Cattaneo). Per il 2020 si calcola che le compagnie aeree abbiano avuto una riduzione a un terzo del traffico passeggeri, con perdite per oltre 84 miliardi di dollari a livello mondiale. Le prospettive di ripresa si spostano ormai sul 2023-25 sia per il trasporto, sia per la manifattura. I dati parziali della produzione di quest’anno indicano già una significativa riduzione dei volumi, che ha impattato l’efficienza industriale, compensata solo in parte dalle attività di contenimento dei costi e di diversificazione della produzione. Nel complesso, per il decennio 2020-30 si prevede una produzione del 23% inferiore alle stime precedenti. La quota di nuovi velivoli a doppio corridoio (“widebody”) scenderà dal 20 al 14% (analisi ed elaborazione dati Ctna). Anche in campo elicotteristico si prevede una forte riduzione della domanda in tutti i segmenti, salvo il militare puro e il duale militare, che danno respiro alla Lombardia, dove ha sede Leonardo Elicotteri, ex AgustaWestland, in Provincia di Varese.

 

La tradizione elicotteristica lombarda

Elicottero AgustaWestland. Nel 2000 Finmeccanica e l’inglese Gkn fanno una joint venture al 50% tra le rispettive controllate Agusta e Gkn-Westland Helicopters, che confluiscono nella AgustaWestland. Nel 2004 Finmeccanica rileva la quota di Gkn per 1,06 miliardi di sterline. Quindi nel 2016 le attività di AgustaWestland confluiscono nel settore elicotteri di Finmeccanica che, dal 2017, fa parte di Leonardo (divisione elicotteri)

Agusta, fondata nel 1923 a Palermo da Giovanni Agusta e poi trasferita in Lombardia, nel 1973 viene acquisita per il 51% dall’ente di Stato Efim (Ente partecipazioni e finanziamento industria manifatturiera), che considera strategica per gli interessi nazionali la tecnologia delle costruzioni e della manutenzione degli elicotteri e avvia creazione di un polo aerospaziale, costituito dalle varie aziende aeronautiche del settore, consolidate nel Gruppo Agusta. Nel 1975 viene avviata la produzione di serie dell’Agusta A109, un elicottero biturbina civile e militare che è stato uno dei maggiori successi italiani ed è tuttora in produzione come elicottero multiruolo a otto posti. Nel 2000 Finmeccanica e l’inglese Gkn fanno una joint venture al 50% tra le rispettive controllate Agusta e Gkn-Westland Helicopters, che confluiscono nella AgustaWestland. Nel 2004 Finmeccanica rileva la quota di Gkn per 1,06 miliardi di sterline. Quindi nel 2016 le attività di AgustaWestland confluiscono nel settore elicotteri di Finmeccanica che, dal 2017, fa parte di Leonardo (divisione elicotteri).

La provincia di Varese ha dunque una lunga tradizione industriale e di sviluppo tecnologico in ambito elicotteristico, trainato senz’altro dalla capofila Agusta, prima privata, poi di Stato, oggi Leonardo Elicotteri, ma anche alimentato da una imprenditorialità fatta di pmi che, nel corso dei decenni, hanno sviluppato un solido distretto. «Il successo delle aziende aeronautiche lombarde è dovuto a una combinazione di fattori che garantiscono la massima qualità a prezzi competitivi, con competenze tecniche sviluppate nel tempo e continuamente aggiornate, investimenti tecnologici continui e una sana gestione che riesce a mantenere alta qualità e competitività. Il nostro è un settore con una soglia d’ingresso molto alta, con certificazioni da mantenere nel tempo per competere e avere possibilità di sviluppo, condizione necessaria per non uscire dal mercato, com’è successo a numerose piccole imprese negli anni», commenta Vallerani, cui Industria italiana ha rivolto alcune domande.

 

D. In cosa eccelliamo a livello mondiale?

Angelo Vallerani, presidente del Cluster Aerospace Lombardia

R. L’industria aeronautica italiana è oggi “prime contractor” in diversi programmi aeronautici militari, elicotteristici e motoristici. In particolare, la dinamica di sviluppo del volo verticale e dell’ala rotante (elicotteri, convertiplani, configurazioni multi-rotore del futuro) è una eccellenza mondiale in Europa, che detiene più della metà del mercato globale nel settore civile. L’Italia ha un ruolo di primo piano a livello globale, con competenze riconosciute e allo stato dell’arte, che sono largamente presenti in Lombardia. L’assemblaggio degli elicotteri per la gran parte del mondo viene realizzato nella nostra regione che, oltre al primato nell’elicotteristica, ha altre due piattaforme di volo di primo piano: quella di velivoli addestratori militari e quella dello spazio, per cui realizziamo satelliti completi.

 

D. Quali sono i contratti più recenti e innovativi dell’aerospazio?

R. Thales Alenia Space Italia si è aggiudicata dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) i contratti per lo sviluppo di due nuove missioni satellitari (Cimr e Chime), parte del programma Copernicus per l’osservazione della terra. In questo ambito Ohb Italia, azienda del territorio controllata dalla tedesca Ohb Se, sarà responsabile per lo sviluppo e l’implementazione di uno strumento dei due satelliti Cimr: un radiometro a microonde dotato della più grande antenna mai realizzata fino a oggi. Di recente Ohb Italia ha anche assunto il ruolo di prime contractor di un’altra missione Esa, denominata Comet Interceptor, che ha come obiettivo lo studio ravvicinato di una cometa che non abbia mai transitato per il sistema solare interno.

 

D. Quali sono le sfide della filiera e come le aiuta il Cluster?

Cilindro elettrico. L’Italia ha un ruolo di primo piano a livello globale, con competenze riconosciute e allo stato dell’arte, che sono largamente presenti in Lombardia.

R. Per essere agile, veloce e innovativa una filiera deve imparare ad aprirsi, aumentando la sua indipendenza da un unico capofila. Questo approccio fa bene sia alle piccole sia alle grandi, perché contando anche su altri clienti le pmi mantengono una propria dinamicità anche quando il committente principale ha un periodo di rallentamento. Più favoriamo la contaminazione anche verso l’esterno, più ci sono opportunità di sviluppo per tutti. Il nostro contributo come cluster è anche la partecipazione aggregata a tutti i saloni internazionali e favorire gli scambi con altri distretti, con giornate d’incontro che chiamiamo “Business Networking” in occasione delle quali, in Svizzera, in Francia, in Germania, i nostri imprenditori hanno cinque minuti a testa per presentarsi. Da questi incontri sono nate nuove collaborazioni, incontri che speriamo di riprendere al più presto.

 

D. C’è un tema di dimensioni per le nostre pmi, proponendosi sui mercati da battitori liberi?

R. Abbiamo tutti i numeri per competere per competenze, tecnologie e prezzo finale, sia a livello meccanico che elettronico, sia come produttori che sistemisti e sotto-sistemisti, ma certo c’è un tema di dimensioni delle nostre pmi come capacità produttiva. Le pmi americane hanno 200-300 dipendenti, le nostre qualche decina. Per quanto faticoso da accettare per gli imprenditori a capo di aziende spesso ancora di natura familiare, alcune delle quali prossime al ricambio generazionale, per il futuro delle nostre aziende bisognerà unire le forze, e non con aggregazioni temporanee su specifici progetti come già si fa, ma proprio accorpando più realtà produttive in una unica realtà societaria.

 

D. Cos’altro potrebbe frenare lo sviluppo dell’intero comparto?

Contatti elettronici. Le principali sfide tecnologiche sono intelligenza artificiale, modelling e stampa 3D, mentre la scommessa del futuro prossimo sarà su modelli di mobilità a breve e medio raggio sino a nuovi paradigmi di mobilità aerea nelle aree urbane e metropolitane.

R. Per giocare ad armi pari con i competitor degli altri Paesi, bisogna potenziare gli accordi tra governi, i cosiddetti G2G, gli accordi di fornitura che gli altri Paesi hanno già in corso. In pratica, bisogna fare squadra come sistema Paese ed essere promossi dal Ministero degli Esteri presso le altre economie per incrementare le commesse italiane, con ricadute su tutta la filiera.

 

D. Avete una posizione come cluster su come contenere gli effetti della pandemia e su cui chiedete interventi al governo?

R. Auspichiamo di mantenere attivo il confronto con il governo e la sua vicinanza al nostro tessuto industriale per tutelare maggiormente la produttività del territorio, in particolare delle pmi. Abbiamo avviato un confronto con il Mise per poter ragionare insieme su meccanismi specifici per azioni a supporto del settore, riguardo ad esempio la legge 808, i bandi speciali e altre forme di finanziamento, così come azioni e meccanismi di potenziamento della filiera. Occorre inoltre dare un sostegno alle aziende tanto per progetti di ricerca e sviluppo, quanto per lo sviluppo di tecnologie, formazione, investimenti strutturali.

 

D. Quanto è integrata la filiera aeronautica?

Trivella marziana. Il Cluster Aerospace Lombardia rappresenta un terzo dell’export del comparto aeronautico italiano, che è 4° in Europa e 7° nel mondo, con oltre 16 miliardi di euro di fatturato, di cui il 70% export, per la metà rappresentata da aeronautica civile ed elicotteristica

R. Quello che vedo dall’osservatorio del cluster è un dialogo costante tra le nostre associate, che si trovano con regolarità per progettare il futuro insieme, con gli ingegneri e i tecnici di Leonardo che condividono progetti, programmi e direzione. Anche la ricerca è integrata: Leonardo coinvolge le pmi nei propri programmi di ricerca con le nostre università e poi le coinvolge nella produzione. C’è una osmosi che va dalla ricerca all’industria e ritorno.

 

D. Quali sono le principali sfide tecnologiche per le nostre pmi?

R. Dando per raggiunto un buon livello di digitalizzazione a tutti i livelli nelle nostre pmi, la sfida dei prossimi anni sarà la modellizzazione in 3D, il digital twin, la prototipazione rapida e l’additive manufacturing, sia per i prototipi sia per piccole produzioni sofisticate. Si è già visto come il propulsore civile GE-Catalyst sia stato realizzato per il 30% con componenti in 3D e questa è la direzione del futuro. A livello di prodotto, poi, la ricerca si sta giocando sui materiali compositi che riducono il peso a parità, o anche a più alte prestazioni, per ridurre i costi di volo e/o per aumentare la capacità di volo. Mentre a livello di ambiti di produzione, la ricerca si gioca sui nuovi modelli di mobilità a breve e medio raggio, sino ai nuovi paradigmi di mobilità all’interno di aree urbane e metropolitane. Il futuro si deciderà infatti sulla mobilità aerea sostenibile, elettrica, con elicotteri biposto usati come taxi (droni), nonché sui “tiltrotor”, quei velivoli ibridi tra aeroplano ed elicottero, come il progetto Next Generation Civil Tiltrotor (Ngctr) di Leonardo in fase di sperimentazione nell’ambito del Programma Quadro della Ricerca e Innovazione Horizon 2020 della Commissione Europea. Questi convertiplani avranno prestazioni da aereo come velocità in qualsiasi condizione atmosferica, ma con l’agilità di atterrare e decollare in città, con poco spazio a disposizione, come fosse un elicottero. Quanto ai droni per la mobilità sostenibile, il Politecnico di Milano che fa parte del nostro cluster ha vinto il “Leonardo drone contest”, progetto di open innovation in collaborazione con sei atenei italiani per promuovere l’applicazione dell’intelligenza artificiale ai sistemi senza pilota.














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