Agrati entra nel cuore di e-Novia e accelera sulla digital transformation

di Gaia Fiertler ♦︎ Innovazione di processo e di prodotto, elettrificazione e collaborative mobility: sono queste le sfide del gruppo manifatturiero specializzato in soluzioni meccaniche di precisione. Che è diventato obbligazionista di e-Novia con opzione per conversione in azioni, stringendo un'alleanza a tutto campo. L’adesione alla lean manufacturing e l’utilizzo di AI, analytics e big data. Il centro di ricerca Jrc Matt. Parlano Paolo Pozzi (Agrati) e Vincenzo Russi (e-Novia)

Il Gruppo Agrati partecipa attivamente al futuro dell’automotive contribuendo al cambiamento radicale in atto. Primo produttore di sistemi di fissaggio ad alta resistenza, con oltre 80 anni di storia e presente in tre continenti, negli ultimi tre anni ha aperto le porte del centro tecnico di ricerca e sviluppo a collaborazioni con imprese innovative, università, istituti di ricerca e start-up. In particolare, da tre anni collabora con e-Novia, la Fabbrica di Imprese “deep tech” (collaborative mobility, humanized machine e augmented human), su cui ha deciso di investire direttamente, aderendo al prestito obbligazionario convertendo, che quindi verrà tradotto in azioni al momento della quotazione di e-Novia alla Borsa di Milano prevista per la primavera 2021. Insieme ad Agrati altre realtà industriali come De Miranda O.R.I. Martin, Rubinetterie Bresciane, Dompé, Landi Renzo, Shimano, Fassi, Streparava, Pelliconi e STMicroelectronics, solo per citarne alcune, hanno contribuito alla raccolta complessiva di 30 milioni di euro. L’adesione al convertendo è stata per Agrati una decisione strategica, non esclusivamente finanziaria.

«Annoverare Agrati, leader mondiale nelle soluzioni meccaniche di precisione e uno dei simboli del tessuto industriale italiano, tra i nostri obbligazionisti è conferma di affinità e riflette il nostro stesso modello di business: far incontrare e mettere insieme l’eccellenza tecnico-scientifica universitaria italiana, come quella dei nostri politecnici, con il migliore know-how tecnico-industriale delle nostre imprese. Relazioni che esprimono un rinnovato obiettivo: superare l’innovazione lineare dell’industria per aumentare la competitività e restituire guida al nostro Paese nei settori che hanno contraddistinto l’imprenditoria del XX secolo. Di volta in volta, queste collaborazioni possono prendere  forme diverse, anche societarie, a seconda che gli obiettivi siano più a breve, medio o lungo termine come definiti con i nostri partner. E di conseguenza il nostro contributo si adatta: dalla costituzione di nuove imprese in joint venture con il partner industriale, con una nostra presenza minoritaria nella compagine societaria, all’erogazione di servizi di sviluppo dell’innovazione attraverso progetti di consulenza. Tuttavia, la logica generale è sempre “win-win”, basata sulle grandi risorse scientifiche del nostro Paese per la ricerca e su quelle tecnico-industriali delle nostre migliori imprese. In e-Novia organizziamo, infatti, una nuova “open innovation” per le imprese, che supera i limiti delle espressioni fino ad oggi esplorate che hanno portato a risultati non commisurati alle aspettattive», commenta Vincenzo Russi, co-fondatore e ceo di e-Novia, la Fabbrica di Imprese milanese, che fa parte del Cluster Fabbrica Intelligente e che ora è pronta a sbarcare a Piazza Affari.







A sua volta, l’impegno di Agrati nella trasformazione digitale si sviluppa nell’innovazione di processo, si propone in quella di prodotto, si candida nella collaborative mobility, la mobilità del futuro della guida autonoma, regolata da algoritmi e AI, e di quella elettrica integrata in veicoli robotizzati terrestri ed aerei. Impegno che coinvolgerà produzione e fabbriche, interfacce e piattaforme digitali pensate al servizio dell’uomo, non sostitutive dell’uomo, per potenziarne le capacità in quella logica di “humanized machine” e “augmented human” che sono l’espressione più concreta di una visione luminosa della tecnologia.

Paolo Pozzi, ad Gruppo Agrati

«È una questione di scelta decidere se anticipare le sfide tecnologiche e di business che ci attendono nell’automotive e farci trovare pronti, o attenderle passivamente e, alla fine, subirle con ritardi irrecuperabili. Noi abbiamo deciso di farci trovare pronti con investimenti in progetti di ricerca e sviluppo che, per i ritmi esponenziali dell’innovazione tecnologica e per i suoi contenuti digitali, non possiamo pensare di gestire da soli all’interno. È stato un salto culturale non facile né scontato, ma è stato necessario aprirci all’esterno, all’ecosistema tecnologico, in una logica di condivisione di saperi, tecnologie, esperienze», spiega Paolo Pozzi, amministratore delegato Gruppo Agrati. L’azienda meccanica, con 12 stabilimenti produttivi in Italia, Francia, Stati Uniti e Cina e 634 milioni di fatturato nel 2019, oggi collabora attivamente all’ecosistema tecnologico e digitale, anche con iniziative di Open Innovation, come il progetto Jrc Matt – Joint Research Center Metal And Transformation Technologies, centro di ricerca inaugurato a Lecco a giugno 2020, frutto della partnership tra Politecnico di Milano, Agrati, Growermetal, Mario Frigerio e O.R.I. Martin Acciaieria e Ferriera di Brescia. L’obiettivo è quello di sviluppare ricerche innovative avanzate, condividere competenze, strumentazioni e infrastrutture di ricerca, contribuendo attivamente alla formazione e crescita del proprio personale, degli studenti e delle nuove figure professionali. All’inizio la ricerca sarà focalizzata su nuovi approcci alla qualità di filiera, su materiali innovativi e sull’analisi dei big data in contesti tecnologicamente maturi. Agrati ha infatti coinvolto nel progetto i propri fornitori delle macchine dello stampaggio a freddo.

 

Dalla lean al digitale per essere più efficienti

Viti Agrati. Uno degli obiettivi del Gruppo è dotare viti e bulloni di sensori per raccogliere informazioni sul loro ciclo di vita e offrire in questo modo ai clienti dei servizi che diano un vantaggio competitivo in termini di qualità, sicurezza e tempistica nella manutenzione e sostituzione di componenti

Nonostante un anno 2020 non facile (-34% nel primo semestre e recupero nel secondo), il Gruppo Agrati ha chiuso con un -18%, meglio comunque delle previsioni annunciate a giugno di un -25/-30%. Il risultato si deve alla volata del mercato delle automobili in Cina negli ultimi due trimestri, benché il mercato cinese rappresenti solo il 10% del suo fatturato (il 60% è prodotto in Europa). Ad ogni modo Agrati ha mantenuto per l’anno appena concluso un buon livello di investimento in nuovi macchinari e innovazione di processo per oltre 25 milioni di euro di investimenti, contro i 35 milioni degli anni precedenti. Agrati si muove infatti nel contesto sfidante, complesso e in profonda trasformazione dell’automotive, settore che necessita di una sempre maggiore produttività ed efficienza per la forte competitività della domanda, a fronte di standard sempre altissimi di qualità e servizio. Già alla crisi del 2008-2009 Agrati aveva risposto con un progetto di change management che, in questo decennio, ha portato a ottimi risultati di produttività ed efficientamento, introducendo nei propri impianti i principi operativi della lean manufacturing: maggiore e più veloce produzione con meno capitale circolante, meno sprechi e meno fermi macchina.

 

Le nuove sfide del digitale

La sede di e-Novia, a Fabbrica di Imprese “deep tech” (collaborative mobility, humanized machine e augmented human)

Ora le nuove tecnologie digitali, l’AI, gli analytics, i big data e la forte competizione alzano ancora di più l’asticella dell’efficienza in Agrati, oltre a dover affrontare la discontinuità del settore. Processi digitalizzati potranno rendere ancora più veloce, precisa ed efficiente l’intera supply chain, dalla produzione nei 12 impianti produttivi in 3 continenti, per un totale di 160.000 tonnellate di filo d’acciaio in un anno trasformate in 8 miliardi di pezzi, circa 40 milioni di pezzi al giorno, con 20.000 codici ripartiti su diverse famiglie di prodotto che vengono distribuiti in 5 centri logistici e 400 punti di consegna finali.

«Quantitativi simili implicano processi logistici stressati al massimo, per ridurre al minimo gli alti livelli di capitale circolante e i rischi altissimi di ritardi e fermo macchina. L’Aps (Agrati Production System) basato sulla lean ha già efficientato molto i nostri processi, ma ora la digitalizzazione apre nuove prospettive di controllo ed efficienza», precisa Pozzi. Inoltre, sensorizzare i pezzi d’acciaio contribuirà a cambiare il modello di business in direzione di una logica sempre più di servizio, che darà un vantaggio competitivo sia al fornitore, sia al produttore di automobili. Infine, le sfide stesse del settore automotive che si orienta verso l’elettrificazione e la guida autonoma avranno un impatto sul prodotto di Agrati. Dado, vite e bullone dovranno essere ripensati e adattati alle caratteristiche di peso, dimensioni e materiali richiesti dalle auto elettriche. «Sono queste le principali sfide tecnologiche e di business che ci attendono: digitalizzazione dei processi e del prodotto in una logica di servizio e forte discontinuità del mercato dell’automotive, che virerà sull’auto elettrica e la guida autonoma, impattando anche la componentistica. Dobbiamo farci trovare pronti», sottolinea Pozzi.

 

I progetti di ricerca applicata in partenza con e-Novia

Vincenzo Russi, co-fondatore e ceo di e-Novia

Da tre anni, il gruppo Agrati collabora con e-Novia per aprirsi all’approccio innovativo delle startup di deep tech che, con le loro soluzioni disruptive, possono determinare miglioramenti radicali nei processi e nei prodotti. Di fatto, finora il rapporto è stato di natura principalmente consulenziale: «e-Novia è stata di grande supporto per il trasferimento di competenze e per diffondere la cultura dell’innovazione in tutti i reparti, oltre quello di ricerca e sviluppo, perché tutta l’azienda dev’essere pronta a collaborare con ricercatori esterni e a cambiare approccio e comportamenti», precisa Pozzi. Così, preparato il terreno, ora sono in fase di avviamento alcuni progetti di innovazione tecnologica con e-Novia. «Stiamo mettendo a fuoco progetti specifici per applicare le nuove tecnologie in modo verticale ai nostri processi e prodotti. In particolare, vorremmo arrivare a dotare le nostre viti e bulloni di sensori per raccogliere informazioni sul loro ciclo di vita e offrire in questo modo ai nostri clienti dei servizi che diano un vantaggio competitivo in termini di qualità, sicurezza e tempistica nella manutenzione e sostituzione di componenti. La sicurezza dipende anche dai nostri componenti», spiega Pozzi.

Un altro progetto sui cui Agrati investirà nel medio-lungo periodo sarà il machine learning dei sistemi automatici e robotizzati. «L’obiettivo è che, con sistemi di riconoscimento visivo delle imperfezioni, le macchine si autoregolino e prevengano l’errore con l’obiettivo di arrivare a difetti zero. Abbiamo già un livello bassissimo, direi fisiologico, di errore, ma con la precisione che oggi rende possibile il digitale vorremmo puntare a zero errori. Ogni difetto rallenta la produzione e genera ritardi nella consegna e rischi sugli impianti dei clienti,, con effetti sulla nostra competitività», conclude Pozzi.














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