Design (industriale): in Brianza si scaldano i motori dell’innovazione

di Paolo Del Forno ♦ Nuove tecnologie applicate agli oggetti domestici, prima fra tutte l’Iot. E’ su questo terreno che le aziende Design e Arredo di Assolombarda e il Politecnico di Milano intendono costruire una collaborazione che valorizzi le competenze degli studenti millenials. I progetti per Panzeri, Boffi, Lettera G, Brianza Tende, Caimi Brevetti, Pamar e il ruolo di  STMicroelectronics

Nel ranking mondiale delle università, il QS World University Ranking, (la più importante classifica per gli atenei di tutto il mondo)  sono trenta  le università italiane valutate.  Primeggia tra gli atenei italiani il Politecnico di Milano, che anno su anno, ha scalato le posizioni: 14 quelle guadagnate quest’anno, 73 rispetto al 2013 e 130 rispetto al 2008. Il Polimi si colloca   al 156° posto in una graduatoria internazionale che vede in lizza 863 istitut . Il notevole risultato raggiunto è l’esito di una serie di buone valutazioni ricevute dai singoli corsi di studi, con in testa il dipartimento di Design che in quest’ambito garantisce al Polimi la quinta posizione nel mondo e la prima tra le università pubbliche e di estrazione culturale non anglosassone ( con Architettura, Ingegneria Civile e Ambientale al nono posto).

Una indicazione di supremazia culturale che ha una lunga tradizione, e che si riflette, guardando al mondo industriale della città e della regione, nella posizione di preminenza che da sempre viene riconosciuta al design, che trova in Milano la sua riconosciuta capitale di fama internazionale (si consideri solo il Salone del Mobile, la cui edizione 2018 è stata da record, registrando un + 27 % di presenza rispetto allo scorso anno), e che dal territorio circostante, la zona di Monza e Brianza, trae la linfa creativa e la capacità di concretizzare idee che sono riuscite a trasformare in valore economico la regola dell’Italian Style nel segmento Forniture. Con Milano, la Brianza continua ad essere la locomotiva che trascina l’export nazionale del settore.







Sui territori di Milano, Monza e Brianza le unità locali appartenenti al comparto Design e Arredo sono oltre 8mila, rappresentano il 60% di questo settore produttivo in Lombardia, occupano 23mila addetti e nel 2016 hanno esportato per 1,3 mld di euro pari al 48% del comparto in Lombardia e del 13% del comparto in Italia. Ed è in questi territori che il design si coniuga con l’innovazione tecnologica. E se abbinare  il valore d’uso degli oggetti a una unicità estetica originale è oramai tradizione consolidata, l’ago della bussola oggi indica la via della trasformazione digitale come tappa fondamentale del processo di innovazione. Un’ indicazione, che tradotta e riportata all’ambito del Forniture, significa principalmente navigare e agire lo spazio dell’interazione. Nel caso delle abitazioni, l’interazione tra l’ uomo e gli oggetti della vita quotidiana.

 

Un momento del dibattito all’evento “Connessioni 2018. Design, quando la tecnologia incontra l’uomo”

Connessioni 2018. Design, quando la tecnologia incontra l’uomo

E’ stato questo il concept dell’evento “Connessioni 2018. Design, quando la tecnologia incontra l’uomo” promosso da Assolombarda in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza, Lodi, che avuto luogo all’inizio di giugno. Il tema dell’edizione di quest’anno è stata “L’evoluzione del concetto di design tra presente e futuro, le tecnologie al servizio dell’uomo”, l’IoT raccontato da imprese d’eccellenza del comparto del design e dell’arredo. Una riflessione dai risvolti pratici e fattivi, che, nell’auspicio dei partecipanti, può servire da prologo in vista di un rapporto di alleanza più stretto tra le aziende del settore e il Politecnico, che non investa solo singoli episodi o singole imprese, ma che trovi una dimensione di sistema, coinvolgendo, oltre alle associazioni imprenditoriali di settore, anche la Camera di Commercio .

L’innesto tra le nuove competenze tecnologiche portate in dote dall’università e il mondo dell’ industria manifatturiera è stato pensato e realizzato dagli studenti del Dipartimento di Design del Polimi, che – sotto la guida del professore Francesco Zurlo, associato di design industriale e membro del board del dipartimento di design della stessa università, e del professor Venanzio Arquilla, presente all’ incontro – hanno messo a punto progetti elaborati a partire da prodotti che rappresentano il core busines di aziende di rilevo nel settore arredamento radicate a Monza e Brianza: Boffi, Lettera G, Brianza Tende, Caimi Brevetti, Pamar, Panzeri. Obiettivo: sviluppare una possibile evoluzione in chiave IoT, ovvero prendere un oggetto esistente e inserirlo in questa nuova dimensione.

 

Venanzio Arquilla, Professore associato, Dipartimento di Design, Politecnico di Milano

Un prodotto non solo bello, ma anche all’altezza delle aspettative tecnologiche

L’ IoT oggi, come ha ricordato il Professor Arquilla, è diventato fenomeno di moda, ma la prima domanda cui bisogna rispondere è: a cosa serve? Nell’ambito della domotica, l’interazione è l’asse che orienta la convergenza tra mondo fisico e mondo digitale, il mondo phigital, per usare una definizione finora applicata alla generazione nata dopo il 1995. Se dal punto di vista dell’università è importante passare da un ambito speculativo e teorico a uno pratico nell’impiego del sapere e attivare così processi di ricerca e sviluppo finalizzati, allo stesso modo dall’altra parte, per il mondo delle aziende, l’opportunità di una collaborazione deriva dalla necessità di fare i conti con l’attualità tecnologica che è oggi nell’era della trasformazione digitale, una componente decisiva del mercato.

 

Panzeri Norberto
Norberto Panzeri, Presidente Sezione Design e Arredo di Assolombarda e ad di Panzeri Illuminazione

 

Per dirla con le parole di Norberto Panzeri, Presidente Sezione Design e Arredo di Assolombarda e ad di Panzeri Illuminazione (si veda Industria Italiana qui) «È necessaria a oggi un’evoluzione: non solo un prodotto bello, ma un prodotto che sia all’altezza delle aspettative anche per la sua definizione tecnologica». E partendo dal presupposto che l’attività aziendale nel quotidiano spesso inibisce l’afflusso delle informazioni sulle novità e sul loro scambio, diventa fondamentale per stare al passo e restare competitivi «Applicare l’implementazione tecnologica al design». In che modo? Attingendo alle risorse di quello che Panzeri ha definito come «l’asilo dei futuri designers», il Politecnico, dove si muovono studenti millennials che con una mentalità da nativi digitali possono dare spunti decisivi per l’attualizzazione dei prodotti.

La necessità di una collaborazione con scuole ed università, praticata finora da molte imprese a livello singolo, ma non estesa a una opportunità di sistema, è stata ribadita anche da Franco Caimi di Caimi Brevetti, pluripremiata azienda ( oltre 30 i riconoscimenti nell’ambito del design ottenuti in diverse sedi mondiali). Ammonendo che «Bisogna creare oggetti che servono», Caimi ha aggiunto : «Inventare cose nuove è in assoluto l’esperienza più bella che possa capitare a una persona nella vita». In un ambito in cui l’internazionalizzazione delle imprese è fondamentale, allo stesso modo «è fondamentale la collaborazione con le scuole non solo per la ricerca, ma per una questione di modo di pensare: l’azienda è focalizzata, l’Università può fantasticare».  E veniamo alle realizzazioni degli studenti.

 

Come funziona “Leon”, il progetto realizzato da per BT da Chiara Molinari, Alberto Zerbi, Francesco Zullo

Come i progetti presentati hanno ” vestito” di Iot i prodotti delle aziende

Come ha ricordato il professor Arquilla, nell’ambito degli spazi pertinenti, l’IoT può trovare sviluppo in risposta a quattro esigenze funzionali: in una dimensione casalinga, relativa all’abitazione e agli spazi privati; negli spazi comuni ricettivi; in una dimensione immediatamente produttiva (come gli spazi commerciali e i luoghi di lavoro); infine negli spazi culturali. Quasi tutti questi ambiti sono stati toccati dai concept proposti dagli studenti.

Per Boffi Cucine di Lentate sul Seveso – che con l’acquisizione tre anni fa di De Padova ha ampliato la propria offerta passando dalla zona cooking a tutti gli altri ambienti- è stato proposto Breath; qui l’utilizzo dei sensori Iot consente di personalizzare, in sede conviviale, l’aereazione per ogni singolo convitato. All’azienda Brianza Tende (giunta alla terza generazione della famiglia Radaelli: nata nel 1944, primo negozio a Monza nel 1975, cui segue lo sviluppo industriale con la costituzione di una fonderia interna nel 1990 e l’ espansione mondiale dal 2009 come BT Group) gli studenti del dipartimento di design hanno proposto Leon”. Si tratta di uno spot personalizzato che in funzione antiriflesso, agisce come una “tenda personale” frapponendosi tra la sorgente di luce e l’utente impegnato in un’attività (si pensi a chi si trovi al computer) così da assicurare la migliore esperienza visiva possibile.

 

Come funziona “Wire”, il progetto realizzato da per Caimi Brevetti Workshop Tirocinanti Prof.ssa Raffaella Mangiarotti, Tutor Davide Radaelli , Ilaria Vitali , Gruppo 8 Leonardo Giovanelli, Erica Malegori

 

Per Caimi Brevetti di Nova Milanese è stato messo a punto il progetto “Wire” destinato ad ambienti commerciali: il cliente in piena autonomia viene guidato grazie alla tecnologia RFID (Radio-Frequency IDentification, ovvero identificazione a radiofrequenza) nell’interazione attiva con gli elementi fisici (appendiabiti, cassa ) fino alla definizione dell’acquisto, senza intervento umano. Per Pamar della famiglia Redaelli – produttore di minuteria metallica e componentistica per mobili di Renate-, è stato messo a punto “Shade”, dove l’IoT è utilizzato per consentire l’apertura dei mobili con un semplice gesto, eliminando fatica a una operazione abituale ma necessaria anche a chi come gli anziani, può trovarla difficoltosa.

 

Il progetto “Shade” realizzato da per Pamar. Workshop Tirocinanti Prof.ssa Raffella Mangiarotti Tutor Davide Radaelli,Ilaria Vitali Gruppo 1 Veronica Azimonti, Federica Colombo, Antonio Donato

Lettera G, nata a Milano nel 2007 da una costola della Giovanardi –  azienda questa attiva nel BtB, che edita e produce oggetti e complementi d’arredo di design – ha visto la sua trasfigurazione IoT nel progetto “emozionale” Zigurrat (Nome delle torri diffuse della Mesopotamia antica, ma anche sull’altopiano iranico, che simboleggiavano l’unione fra il cielo e la terra) definito dagli autori come un contenitore di ricordi (la forma fisica è un totem luminoso che include una stampante), il quale sulla base del mood del giorno, elaborato secondo i dati raccolti dai diversi profili social del fruitore, sceglie una citazione ad hoc da un libro e la stampa. L’utente deciderà se conservarla arrotolando la carta a mo’ di papiro, inserendola nei buchi disposti lungo il totem. Con Lume, il progetto per Panzeri Illuminazione, si torna nell’ambito dell’essenziale quotidiano: quello notturno, in particolare. L’interazione IoT qui è tra i movimenti della persona, che agisce gli spazi della camera da letto, e le luci. Queste si regolano in funzione delle esigenze della persona sul finire della giornata: coricarsi, leggere, dormire e risvegliarsi.

 

Luciano Pini, South, East Nord Europe & Israel Sales Director di STMicroelectronics , nell’intervento conclusivo dell’evento

STMicroelectronics dà vita ai sensori Iot

Sul ruolo sempre più importante che sta assumendo l’IoT e i suoi riflessi nell’ambito della produzione di componentistica elettronica si è soffermato brevemente Luciano Pini, South, East Nord Europe & Israel Sales Director di STMicroelectronics, l’azienda che produce sensori per lo IoT nello stabilimento di Agrate, dove lavorano 4500 persone e dove saranno investiti quest’anno 380 milioni di dollari per costruire una linea pilota per conduttori in silicio da 12 pollici (vedi Industria Italiana qui). Pini ha ricordato che bisogna partire dalla soluzione di esigenze e non dall’evoluzione del prodotto «L’internet delle cose deve essere un’opportunità per creare valore, questo perché le tecnologie che già oggi abbiamo a disposizione consentono di popolare oggetti eterogenei, riducendo oltretutto le barriere d’ingresso e i costi di avviamento. Il mondo digitale entra nel mondo fisico e crea nuove opportunità. La cosa importante è la generazione del valore che l’IoT può offrire. Noi abbiamo deciso di puntare su alcuni pilastri fondamentali: smart things, smart home&cities e smart industry. Questi capisaldi si declinano nelle aree di eccellenza italiana, ovvero arredo, abbigliamento, architettura, agroalimentare e automazione»














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