Decreto crescita, in arrivo il via libera ma meno fondi per Ires e Imu

di Chiara Volontè ♦︎ In Consiglio dei Ministri approda un testo rivisto al ribasso con meno fondi e lo spettro di Alitalia

Proprio come la Pasqua appena passata, anche il Decreto Crescita sta vivendo i suoi giorni di passione: dopo un primo sì ottenuto dal Consiglio dei Ministri lo scorso 4 aprile, il provvedimento è atteso a ore – sempre che la maggioranza, cha ha trovato nuovo motivo di attrito nel cosiddetto Salva Roma, non faccia saltare la riunione – a Palazzo Chigi per il definitivo via libera.







Ne avevamo già parlato qui, ma la stesura inziale ha subito una revisione al ribasso per quanto riguarda le risorse messe in gioco, rendendo “light” questa nuova versione. In particolare, è stato rettificato il capitolo riguardante il taglio dell’Ires per le imprese: non più aliquota al 20% (partendo da un iniziale 24%), ma al 20,5% in tre anni. Bel colpo per il Tesoro, che in questo modo risparmierà 500 milioni di euro, ma con tutta probabilità meno soddisfatte le aziende. Rivisto anche l’aumento dello sconto dell’Imu sui capannoni, che al posto che venire azzerato arriverà solo fino al 70% entro il 2022.

Un gioco al ribasso orchestrato dal Governo: di fatto le risorse a disposizione del Decreto sono passate da oltre un miliardo di euro a circa 400 milioni, più che dimezzate. Ma oltre a queste due revisioni, secondo le ultime indiscrezioni dovrebbero essere inseriti all’interno del provvedimento anche un “salvagente” per Alitalia e l’assorbimento di una parte del debito del Comune di Roma.

Quest’ultima operazione, voluta dal Movimento 5 Stelle per soccorrere la Sindaca pentastellata Virginia Raggi, è però osteggiato dalla Lega: «O tutti o nessuno, in democrazia funziona così – puntualizza il Ministro dell’Interno e leader del Carroccio Matteo Salvini – Non ci sono Comuni di serie A e Comuni di serie B». Ma la replica del M5s, per bocca del viceministro dell’Economia Laura Castelli, non si è fatta attendere: «I Comuni vanno salvati tutti, ma i problemi sono diversi e a ciascuno serve la sua cura».

Dunque un problema tutto politico interno alla maggioranza, che rischia di far slittare nuovamente il Decreto Crescita, che insieme allo Sblocca Cantieri dovrebbe sostenere la crescita del Pil per lo 0,1%. O, almeno, così si spera visto lo scenario economico sempre più incerto.

Toni per forza di cose più concilianti quelli adottati dal Vicepremier Luigi Di Maio: «Cosa penso del muro della Lega su Roma? Nulla: trovo grave che per fare campagna elettorale si colpisca la capitale lanciando slogan su un provvedimento a costo zero. È probabile che Salvini non abbia compreso la natura della misura, visto che punta a non far pagare più non solo ai romani gli interessi su un debito vecchio di 20 anni alle banche, ma anche a tutti gli italiani considerato che i 300 milioni il governo Berlusconi li prese nel 2008 dalla fiscalità generale. Spiegherò io stesso tutto questo a Salvini e sono sicuro che troveremo una soluzione».














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