Decreto Crescita: 61 misure al vaglio del Governo

Il Ministro Giovanni Tria

di Chiara Volontè ♦︎ Sono ben 61 i punti che il Consiglio dei Ministri dovrà prendere in esame per dare nuovo impulso all’economia

Una vera e propria manovra-bis, vista la portata degli interventi, composta da 61 misure che hanno un unico obiettivo: agevolare gli investimenti per famiglie e imprese e dare una spinta all’economia italiana che in questi ultimi mesi ha attraversato una fase di stallo, fino a far parlare – a ragione – di una possibile recessione per il 2019. Questo nonostante il botta e risposta tra il premier Giuseppe Conte e l’Ocse, con il primo che ha rimarcato come la portata delle misure messe in atto dall’esecutivo saranno fondamentali per il rilancio della nostra economia. E con l’organismo internazionale che ha bocciato l’intero impianto, con particolare riguardo alla cosiddetta “Quota 100”. Il Governo, dunque, dovrà attivare misure addizionali per spingere la ripresa del Paese. Ora che anche il ministro Tria ha certificato il momento di impasse, ben vengano i 61 punti, articolati in otto capi, della bozza del Decreto Crescita, che si configura come una somma tra le proposte presentate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e quelle siglate dal Ministero dello Sviluppo Economico.







Misure fiscali per la crescita economica

Sono 18 i punti contenuti all’interno del capo I, relativo alle misure fiscali per la crescita economica; tra i più importanti, quelli relativi alla reintroduzione del superammortamento e alla revisione della mini-Ires. Relativamente al primo provvedimento, si prevede il ripristino della maggiorazione (al 130%) dell’ammortamento degli investimenti in beni strumentali fino a 2,5 milioni di euro (ad eccezione di autovetture, immobili, attrezzature di lunga durata e beni immateriali).

Per quanto riguarda la revisione della mini-Ires, questa potrebbe essere sostituita da un taglio generalizzato per tutte le imprese, che causerebbe una diminuzione dell’aliquota dal 24 al 22,5% dal 2019, per poi arrivare al 20% nel 2022. Per favorire il rientro dei cervelli, il Governo potrebbe estendere le attuali agevolazioni in R&S, che terminerebbero a fine 2020, anche per il periodo 2021-2023; mentre per le aziende c’è la volontà di semplificare alcuni degli incentivi fiscali, come il Patent Box (lo strumento di tutela dei brevetti), tramite lo snellimento della procedura per la determinazione dell’entità del beneficio fiscale derivante da investimenti in innovazione in beni immateriali.

crescita
Crescita

Rilancio degli investimenti privati

Le proposte per il rilancio degli investimenti privati sono contenute nel capo II. Tra le misure più significative, emerge in particolare la variazione alla Nuova Sabatini (cioè l’agevolazione messa a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico con l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito delle imprese e accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese), che permetterà anche alle aziende che hanno già raggiunto il tetto dei 2 milioni di euro di continuare ad accedere alle agevolazioni.

Novità importanti anche per quanto riguarda la formazione grazie ai nuovi incentivi previsti, tra cui in particolare una apposita misura per l’educazione nei distretti industriali. I punti dedicati alla “nuova finanza per l’impresa” sono esposti nel Capo III, mentre il IV si occupa della “programmazione e pianificazione degli investimenti”.

Tutela del Made in Italy e internazionalizzazione

Le misure a difesa del Made in Italy sono riportate all’interno del Capo V, mentre il VI presenta i punti atti a promuovere l’internazionalizzazione delle imprese e l’attrazione degli investimenti. Relativamente alla tutela dei marchi storici di interesse nazionale, l’intervento proposto mira “anche a disincentivare iniziative che prevedano la chiusura dei relativi stabilimenti produttivi con eventuale delocalizzazione all’estero, salvaguardando così posti di lavoro”. Inoltre, per l’impresa che comunica la chiusura o la delocalizzazione, vi sarà l’obbligo di comunicare la decisione al Ministero dello Sviluppo Economico, nonché di cercare un acquirente per lo stabilimento.

Energia

Il settimo Capo è dedicato all’energia. Uno dei punti più importanti riguarda le semplificazioni per l’ecobonus, la detrazione per i lavori volti al risparmio energetico: le Esco (aziende che forniscono i servizi necessari per la realizzazione dei lavori per l’efficienza energetica) potrebbero essere equiparate ai proprietari di immobili, e in questo modo potranno diventare direttamente titolari delle detrazioni fiscali. Infine, l’ottavo e ultimo Capo contiene “ulteriori interventi per semplificazione e promozione del sistema produttivo”.














Articolo precedenteCad: arriva una nuova versione della piattaforma Creo di Ptc
Articolo successivoAlleanza Abb-Ericsson per l’automazione wireless in fabbrica






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui