Decollo digitale per Toscana Aeroporti. E nuovi orizzonti….

di Marco de’ Francesco ♦ Due scali, una sola gestione, costi ICT più che dimezzati. La società guidata da Marco Carrai e Gina Giani (scali di Firenze e Pisa) vola a destinazione, grazie alla collaborazione con TT Tecnosistemi, e alle tecnologie HPE

Riduzione del 70% dei consumi energetici degli impianti ICT; diminuzione dei costi operativi dell’infrastruttura e gestione centralizzata dei sistemi. Questi gli obiettivi nel mirino di Toscana Aeroporti Spa, la società nata dalla fusione dei gestori degli scali di Pisa e Firenze, avvenuta quasi tre anni fa. Questi traguardi sono ora stati raggiunti, a dimostrazione di come l’innovazione tecnologica possa coincidere con l’efficienza e il risparmio economico, nel contempo aprire le porte all’era dell’interconnessione totale e dei Big Data, che cambierà anche il business aeroportuale. Aeroporti Toscana è una società quotata in Borsa.

Gli obiettivi sono stati conseguiti dimezzando il numero dei data-center, ora ridotti a due e connessi in fibra ottica; ognuno di loro è in grado, in caso di crash, di sopperire da solo al lavoro di entrambi ed è possibile farlo con un software di gestione unificata, che consente di amministrare i sistemi da un solo cruscotto. In questo modo l’azienda è anche pronta per adottare Sap, con tutto quello che comporta in termini di organizzazione e innovazione. Il progetto di l’implementazione ICT è stato affidato a TT Tecnosistemi, che ha utilizzato tecnologie Hpe. Industria Italiana ha intervistato il socio fondatore, presidente e ad della prima società, Riccardo Bruschi, e il Cio di Aeroporti Toscana Stefano Caioli.







La fusione

Era l’11 maggio 2015 quando Sat, Società Aeroporto Toscano Galileo Galilei e AdFAeroporto di Firenze siglarono l’atto di fusione per incorporazione di AdF in Sat, in esecuzione delle deliberazioni delle assemblee straordinarie delle due società, tenutesi il 9 e 10 febbraio dello stesso anno. Nel 2014 Pisa aveva raggiunto 4,7 milioni di passeggeri con ricavi a quota 75 milioni; Firenze 2,2 milioni di passeggeri con 44,6 milioni di fatturato. Qualche giorno dopo, e cioè dopo cinque giornate di borsa, nasceva il gestore unico dei due aeroporti con sede legale a Firenze, guidato dall’ad Gina Giani. A seguito di ciò, si trattava di gestire sette milioni di passeggeri, con tutte le complessità del caso.

Innanzitutto si voleva garantire la continuità operativa, e poi creare sinergie tra i due scali aerei grazie alla complementarità offerta da un unico sistema aeroportuale toscano, che aveva inoltre pianificato di raggiungere nel 2029 oltre 130 destinazioni nel mondo, servendo 45 compagnie aeree e offrendo 160 frequenze giornaliere, adeguando di conseguenza le infrastrutture. Ma tra tutte, era emersa l’esigenza di ottimizzare e potenziare l’infrastruttura IT, sia per ridurre i costi operativi che quelli energetici, e per ottenere una gestione centralizzata del sistema. I due scali mantengono la loro specificità nella specializzazione del traffico aereo: l’aeroporto Vespucci di Firenze continuerà a sviluppare il traffico business e leisure attraverso i full service carrier, collegando i principali hub europei; l’aeroporto Galilei di Pisa (foto d’apertura dell’articolo) privilegerà il traffico turistico gestito da vettori low cost, i voli cargo e punterà anche allo sviluppo di voli intercontinentali.

 

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Stefano Caioli, CIO Toscana Aeroporti
Il capitolato

Nell’estate del 2016 inizia una prima fase di analisi dei requisiti e di studio delle soluzioni presenti sul mercato. Subito dopo viene indetta una gara pubblica del valore di circa un milione di euro, gara che viene vinta da Hpe e TT Tecnosistemi, «che hanno messo in campo – afferma Caioli – le tecnologie più convincenti e innovative al prezzo più favorevole. Va sottolineato che la fase di analisi è durata un anno, e che si trattava di utilizzare le soluzioni migliori fra quelle attualmente esistenti. Si voleva ottenere, una volta definito il progetto, un’infrastruttura scalabile e flessibile, in grado di supportare la crescita della nostra realtà».

 

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L’aeroporto Vespucci di Firenze

La riduzione dei data-center: solo due, uno per scalo, e interconnessi

Prima c’erano 4 data-center, due per scalo. Si è deciso di rinnovare completamente l’infrastruttura e ora sono due, uno per aeroporto. Comunicano grazie alla tecnologia DWDM (“dense wavelength division multiplexing”), utilizzata per aumentare la quantità di banda disponibile su un canale in fibra ottica; si trasmettono, su una stessa fibra, più segnali ottici a diverse lunghezze d’onda (wavelength). La diffusione del segnale avviene attraverso una modulazione di frequenza, che permette di trasportare i dati su ciascuna lunghezza d’onda in modo indipendente. In pratica, è possibile trasformare un singolo canale in fibra in molteplici canali virtuali. C’è interconnessione, ma ciascun data center è in grado di supportare entrambi gli aeroporti».

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                                                           Toscana Aeroporti

È la società di gestione degli scali aeroportuali di Firenze e Pisa. Nasce il 1° giugno 2015 dalla fusione di AdFAeroporto di Firenze S.p.A. (società di gestione dello scalo A. Vespucci di Firenze) e SATSocietà Aeroporto Toscano S.p.A. (società di gestione dello scalo G. Galilei di Pisa). Presidente è Marco Carrai, amministratore delegato è Gina Giani. La società è quotata a Piazza Affari. La fusione tra le due società ha rappresentato il passaggio fondamentale per la realizzazione di un unico sistema aeroportuale toscano, in linea con quanto previsto dal Piano Nazionale Aeroportuale approvato dal Ministero dei Trasporti Italiano. Grazie alle sinergie tra i due aeroporti ed alla complementarità dell’insieme di offerta del Sistema, dovrebbe essere possibile incrementare il numero delle destinazioni raggiungibili dai due scali e delle compagnie aeree presenti grazie all’adeguamento delle rispettive infrastrutture. Nel lungo termine di Toscana Aeroporti conta di raggiungere nel 2029 oltre 130 destinazioni nel mondo, 45 compagnie aeree e 160 frequenze giornaliere. I due scali manterranno la loro specificità nella specializzazione del traffico aereo: l’aeroporto Vespucci continuerà a sviluppare il traffico business e leisure attraverso i full service carrier, collegando i principali hub europei; l’aeroporto Galilei privilegerà il traffico turistico gestito da vettori low cost, i voli cargo e punterà anche allo sviluppo di voli intercontinentali. Grazie all’integrazione di queste due realtà, la Regione Toscana intende contare su uno dei sistemi aeroportuali più importanti del paese, in grado da costituire un volano di sviluppo economico del territorio all’altezza di una delle regioni più note e amate al mondo.

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Un aeroporto è una macchina complessa: si tratta di elaborare milioni di dati, relativi ai passeggeri, ai bagagli, ai voli. «Un’architettura multi-core, dove per core (sono 504 per ciascun data-center) si intende il “nucleo elaborativo” di un microprocessore – afferma Caioli -. Quanto alla memoria ram (random access memory: memoria ad accesso casuale; è una tipologia di memoria volatile caratterizzata dal permettere l’accesso diretto e rapido ai dati in essa contenuti. Ed è al contempo una specie di lavagna che mette a disposizione della Cpu, il processore centrale, le informazioni necessarie a far girare un programma. Quando non viene alimentata elettricamente, per esempio spegnendo il pc, la memoria ram si svuota) è pari per ciascun data center a 5.760 GB (un’unità di misura che indica la capacità e la velocità di trasmissione dei dati su una rete informatica). Il tutto ruota su dischi allo stato solido. Noi a Firenze eravamo già evoluti, ma il salto in avanti è stato pazzesco».

Dal punto di vista degli strumenti utilizzati, Bruschi specifica che i due data center «sono stati equipaggiati con architetture nuove e tecnologicamente avanzate. Sul fronte server la scelta cade su un cluster di nove lame HPE ProLiant BL460 Gen 9 (2 CPU per ogni lama, 14 core per ogni CPU) per ciascun sito. Sul fronte storage, invece, si preferiscono gli HPE 3PAR 8400 full flash (con 138 TB di spazio disco per ogni data center). Sono marchiati Hpe anche gli apparati di networking, con switch SN3000B per ciascuna sede».

 

Hpr e pro Liant
HPE ProLiant BL460 Gen 9
Un software di gestione unificata, nell’ottica dell’integrazione e dell’interoperabilità

Quanto alla tecnologia software, Caioli ricorda che «viene utilizzato Hpe OneView, che consente di gestire i sistemi da un’unica interfaccia dashboard globale. Significa che tutti i server, tutto il networking si possono amministrare dallo stesso cruscotto». Secondo Hpe, peraltro, «Hpe OneView offre strumenti di analisi proattiva per la salute dell’intera infrastruttura. Un dashboard intuitivo fornisce una panoramica immediata dello stato di server, enclosure e pool di storage. Un sistema di colori delle icone aiuta a visualizzare chiaramente quali sistemi stanno funzionando correttamente e quali hanno bisogno di attenzione». E sempre secondo l’azienda «con HPE OneView, l’infrastruttura può essere configurata, monitorata, aggiornata e riassegnata con un’unica riga di codice, consentendo al team IT di soddisfare in modo più efficace le esigenze di un’applicazione in continua evoluzione».

 

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Riccardo Bruschi,socio fondatore, presidente e ad TT Tecnosistemi

I risultati ottenuti

«Senz’altro l’aspetto più visibile – afferma Bruschi – è stato quello della riduzione dei costi energetici. Anzitutto, il dimezzamento dei data-center ha consentito un taglio della spesa di circa il 50%; questo perché bisogna considerare che incidono sulla bolletta non solo i consumi degli apparati, ma anche quelli relativi al condizionamento. Ma poi, grazie alle nuove tecnologie utilizzate, che peraltro occupano uno spazio minore, il risparmio ha raggiunto quota 70%». Secondo Caioli, c’è di più. «Ci sono risparmi operativi, e i vantaggi garantiti da una gestione centralizzata. Inoltre sono stati soddisfatti i requisiti di Disaster Recovery e Business Continuity, e ciò grazie alla duplicazione delle infrastrutture nei due siti collegati in fibra ottica. Sono obiettivi essenziali, per un aeroporto».

L’imminente passaggio a Sap

L’infrastruttura ora è in grado di supportare, tra le altre cose, il prossimo passaggio al gestionale Sap e l’utilizzo, in un futuro prossimo, di una parte delle risorse di calcolo e storage per erogare servizi multimediali ai passeggeri dei due aeroporti.«Sap è uno standard di mercato» – afferma Caioli. Sap in effetti è un software molto potente utilizzato nelle medie e grandi aziende: gestisce aree interne all’impresa. È distribuito da Sap Se, la multinazionale di Walldorf (Germania), attiva dal 1972. Un colosso da 22 miliardi di euro di fatturato, oltre 84mila dipendenti in più di 130 paesi, 345mila clienti in 180 paesi e più di 15mila società partner in tutto il globo. Domina il mercato: l’87% delle aziende più potenti del mondo (quelle, per intenderci, presenti nel ranking “Forbes Global 2000”) è cliente della azienda tedesca. «Come Toscana Aeroporti siamo attivi con Sap sin da settembre dello scorso anno, anche in area business. È un progetto trasversale a tutta l’azienda, e ha richiesto un grande sforzo organizzativo.»

 

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                                              La tecnologia utilizzata

La nuova architettura di  Toscana Aeroporti   utilizza il server blade HPE ProLiant BL460c Gen9, che «si presenta come una soluzione molto interessante in termini di prestazioni, scalabilità e costi per data center convergenti (come OneView). Inoltre offre rapidità a costi contenuti. È molto flessibile, quanto ad ottimizzazione delle principali applicazioni IT. Lo spazio di storage, poi, ha dimensioni adeguate», dicono in HPE. Grazie a processori Intel® Xeon® E5-2600 v4, il server ha aumentato le prestazioni del 21%. La SmartMemory DDR4 HPE a 2400 MT/s (fino a 2 TB), poi, ha una velocità effettiva molto alta e un consumo energetico ridotto del 35% rispetto a quello della memoria DDR3 da 1,5 V a parità di velocità. «Quanto allo storage, HPE 3PAR 8400 full flash offre le prestazioni elevate con un’architettura realizzata appositamente e ottimizzata per il flash, senza compromessi in termini di resilienza, efficienza e mobilità dei dati», spiegano ancora in Hpe. «Offre una memorizzazione unificata di protocolli per blocchi e file. Infine, lo switch SN3000B. È progettato per garantire massima flessibilità e protezione dell’investimento. Fornisce inoltre un processo di distribuzione semplificato e un’interfaccia utente di facile utilizzo, semplice ed efficace».

 

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La sede di TT Tecnosistemi

                                                        TT Tecnosistemi

L’azienda nasce nel 1984. E’ un System Integrator di Information Technology per aziende, scuole e pubblica amministrazione con l’obiettivo di semplificare le dinamiche, perfezionare l’efficienza ed elevare la qualità del lavoro, facendo risparmiare tempo e denaro ai clienti. Propone soluzioni IT innovative che passano dall’ottimizzazione di processi (anche in contesti come l’infrastruttura di stampa, il document management, il networking e l’asset management) alla sicurezza, al multimedia fino all’innovazione più spinta in campi come la realtà aumentata, la realtà virtuale e l’Internet of Things. «Siamo nati in un garage – afferma Bruschi – con un milione e mezzo di lire di capitale. All’inizio si erogavano servizi per le imprese del tessile, ma subito ci siamo accorti che la differenza la facevano i prodotti all’avanguardia. Abbiamo capito quali fossero le necessità dei clienti: adesso si parla di trasformazione digitale. Ma la nostra attività è molto diversificata: dalla Business Intelligence alla realtà aumentata e realtà virtuale immersiva ed interattiva, passando per i progetti dedicati alle Smart Cities e i digital media, come la gestione del brand online, la realizzazione di portali e-commerce e di App per dispositivi mobile. Tra le varie cose, abbiamo portato in Italia, la Lim, la lavagna digitale (una superficie interattiva su cui è possibile scrivere, disegnare, allegare immagini, visualizzare testi, riprodurre video o animazioni). Ora, abbiamo un fatturato di circa 40 milioni, e 150 addetti, dei quali 115 dipendenti e 35 tra consulenti esterni e agenti monomandatari. Operiamo soprattutto in Toscana, Umbria, Marche ed Emilia Romagna. Dal 1997 siamo una Spa».

 

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Antonio Neri, Ceo Hpe

                                    Hewlett Packard Enterprise

Hewlett Packard Enterprise, guidata dal CEO Antonio Neri, è un’azienda leader nel settore delle soluzioni tecnologiche. La multinazionale di Palo Alto (California), con 52 miliardi di dollari di fatturato e 240mila dipendenti, è attiva nel settore dei server, storage, reti cablate e wireless, sistemi converged, software, servizi e cloud. Recentemente Hewlett Packard Enterprise ha annunciato nuove piattaforme e nuovi servizi su misura per aiutare le aziende a semplificare l’adozione dell’intelligenza artificiale, partendo proprio dall’ importante area dell’AI (Artificial Intelligence) conosciuta come deep learning. Nel primo rapporto trimestrale sugli utili per quest’anno, l’ amministratore delegato Antonio Neri ha annunciato che ricavi del primo trimestre, pari a  7,7 miliardi di dollari, sono aumentati dell’11% rispetto all’anno precedente. Nel nostro paese Hpe Italia è guidata dall’ ad Stefano Venturi.

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