I curatori fallimentari nell’ era dell’ impresa 4.0

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A Capri,  dottori commercialisti, esperti contabili, giudici delegati, curatori, avvocati e consulenti del lavoro hanno fatto il punto sulla riforma del diritto fallimentare. Si è parlato anche di innovazione tecnologica nelle aziende con Alberto Baban, vice presidente di Confindustria, Carlo Bagnoli, Alessandro Danovi, Danilo Galletti e il direttore di Industria Italiana Filippo Astone. Presiede Nerio De Bortoli

  L’evento è stato organizzato dall’Istituto dei Curatori Fallimentari, costituito nel 2001 a Cavallino Treporti (Venezia) e costituito da 800 iscritti, tra dottori commercialisti, esperti contabili, avvocati e consulenti del lavoro operativi in tutte le giurisdizioni dei tribunali italiani. L’associazione si propone di rappresentare i curatori fallimentari nei rapporti con gli organi dello Stato, con l’Autorità Giudiziaria e con l’opinione pubblica, promuovendone e garantendone la preparazione sia giuridica che economico-finanziaria, nonché la qualità e le doti morali.

Al centro la riforma del diritto fallimentare

L’associazione sta seguendo la riforma del diritto fallimentare che, già passata alla Camera, è ferma a Palazzo Madama; secondo l’Istituto, determinerà nuove e diverse competenze professionali dei curatori fallimentari, nell’ottica del risanamento dell’impresa in crisi. Di qui l’organizzazione di seminari, convegni, corsi di alto contenuto professionale, incontri periodici e in genere iniziative rivolte all’aggiornamento e all’approfondimento ed alla partecipazione al dibattito culturale e dottrinale inerente alla riforma.







In particolare, nota il presidente dell’Istituto Nerio De Bortoli, «a seguito dei numerosi e anche recenti interventi legislativi la materia ha assunto una migliore qualità sulle richieste-domande di Concordato preventivo in continuità aziendale, presentate non solo da società private, ma pure da società partecipate da enti locali di diverso ordine: ad es. Regioni e Comuni. Il Seminario, pertanto, oltre ad esaminare la procedura di accertamento dello stato passivo (quali e quanti creditori dell’impresa fallita), rappresenterà l’urgenza della chiusura del fallimento, le opportunità e le numerosi problematiche della procedura di concordato preventivo con continuità aziendale».

 














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