Crisi Covid-19/ La controversa lettera con cui Miroglio impone lo sconto ai fornitori: che cosa ne pensate?

Il colosso della moda (oltre 700 milioni di euro di giro d'affari) ha spedito una lettera ad alcuni fornitori, soprattutto dell'area di Prato, in cui sostanzialmente impone uno sconto in cambio della certezza della fornitura e della sicurezza dei pagamenti tempestivi. La lettera sta facendo molto discutere e apre temi che per chi, come noi, segue l'industria, sono imprescindibili: i rapporti di forza tra grandi e piccoli e la sopravvivenza del tessuto delle pmi. Noi non prendiamo posizione e lasciamo la parola ai lettori: che ne pensate? Si tratta di un ricatto inaccettabile o di una giusta richiesta di solidarietà della filiera in un momento difficile? Scrivetelo qui o nella nostra pagina Facebook. Ovviamente eventuali commenti non continenti o non educati saranno rapidamente cancellati

Interno fabbrica Miroglio Group

«In questo contesto, riteniamo opportuno avviare un discorso di filiera, dove tutta la filiera della moda (dal commerciante al produttore del filo del tessuto) concorre a sostenersi vicendevolmente. Per questo, così come noi stiamo accordando ai nostri clienti ogni tipo di supporto economico per aiutarli, ci aspettiamo che la nostra filiera possa fare altrettanto con noi», scrive l’amministratore delegato del gruppo Miroglio Alberto Racca nella lettera inviata ad alcuni fornitori (le segnalazioni e le polemiche sono partite soprattutto dall’area di Prato, da parte del blog targettopoli.com, poi ripreso dal Fatto Quotidiano e dalle pagine di Cuneo della Stampa) con la quale sostanzialmente chiede di condividere i costi della crisi da Covid-19.

E poi aggiunge: «Non saremo insensibili di fronte alla vostra disponibilità, in un momento in cui tanti clienti non sono in grado di pagare i propri fornitori o lo fanno con estrema difficoltà, noi vogliamo confermarvi che la vostra adesione a questa iniziativa rappresenterà per noi un impegno a saldarvi in modo affidabile quanto vi dobbiamo ora e per i mesi a venire. Non solo, alla luce della nostra storia di positiva collaborazione, concordemente all’adesione della richiesta ci sentiamo di potervi confermare la nostra partnership ed il vostro ruolo strategico nel nostro panel fornitori anche per il prossimo futuro». Va precisato che nel mondo del tessile i margini sono abbastanza contenuti. Per alcuni, uno sconto del 3% o del 5% sul fatturato rischia di erodere gran parte del guadagno. D’altro canto, il rapporto di forza tra un grande cliente come Miroglio e alcuni piccoli soggetti è pressoché totale: perdere i suoi ordini può comportare, per alcuni, chiudere l’attività. E non venire pagati regolarmente significa andare incontro a problemi molto importanti.







Contattati dalla Stampa di Cuneo, i vertici dello storico gruppo della moda hanno dichiarato:

Alberto Racca, ceo Miroglio

«La lettera è stata inviata a una serie di fornitori strategici di Prato, con i quali negli ultimi anni abbiamo in alcuni casi anche raddoppiato il fatturato. Abbiamo chiesto di accordarci uno sconto dal 3 al 5%, perché è ciò che stanno chiedendo a noi stessi i nostri clienti. Anzi, è molto meno: tutta la filiera della moda si sta muovendo in questa direzione con forme ben più aggressive. Alcuni hanno capito lo spirito della richiesta, tant’è che abbiamo raggiunto accordi anche con percentuali di sconto dell’1%, altri no. Ci rendiamo conto dello sforzo che chiediamo, ma vorremmo anche ricordare che mentre altri operatori hanno scelto di rifornirsi all’estero, noi abbiamo incrementato le forniture in Italia e in particolare proprio a Prato»

 

 

 

Ma ecco il testo integrale della lettera:

 

Gentilissimi Partners,

come sapete stiamo attraversando uno dei momenti più difficili della nostra storia recente.

La difficoltà si palesa a tutti i livelli, dal timore per la propria salute all’impossibilità di vedere i nostri cari, dalle difficoltà psicologiche per aver perso buona parte delle proprie libertà, ai timori per un futuro che non sappiamo se potrà mai essere come prima. In questo contesto, anche l’economia sta subendo grandissimi danni, l’Italia è stata tra i primi Paesi colpiti, poi tutto il mondo è stato coinvolto. Come sappiamo, tra i settori economicamente più colpiti c’è naturalmente anche il nostro, non essendo giustamente la moda uno dei servizi di prima necessità in un periodo come questo.

Come azienda avevamo disposto la chiusura dei nostri 600 e oltre negozi prima che il Governo Italiano rendesse tale chiusura obbligatoria, a tutela della sicurezza e della salute delle nostre clienti e delle nostre commesse. Ciò ha avuto e sta avendo un impatto economicamente molto pesante. In parallelo a questo, abbiamo tra i nostri clienti una lunga lista di negozianti che stanno vivendo un momento di difficoltà e quindi ci stanno chiedendo di annullare ordini, piuttosto che posticipare a data da destinarsi la riscossione dei nostri crediti o applicare percentuali di sconto sulla merce che abbiamo consegnato e che consegneremo. Stiamo cercando di accordare questo aiuto.

Non esiste filiera che possa dirsi in salute se lo stato di salute non riguarda tutti gli elementi della filiera stessa. Come ha deciso Miroglio di approcciare questo momento critico? Miroglio ha deciso di non fermarsi, l’azienda è chiusa ma tutti i dipendenti sono ingaggiati nello studiare la Miroglio del futuro, ripensare le modalità di lavoro e di vendita, concepire le future collezioni. Una parte della nostra azienda e della nostra filiera sono state anche coinvolte nella lodevole iniziativa di produzione di mascherine facciali. Pur nelle difficoltà, non vogliamo fermarci e provare a guardare al futuro con ottimismo, consapevoli che sarà difficile ma anche che abbiamo forza e mezzi per affrontare questa situazione. In questo contesto, però, riteniamo opportuno avviare un discorso di filiera, dove tutta la filiera della moda (dal commerciante al produttore del filo del tessuto) concorre a sostenersi vicendevolmente.

Per questo, così come noi stiamo accordando ai nostri clienti ogni tipo di supporto economico per aiutarli, ci aspettiamo che la nostra filiera possa fare altrettanto con noi; vi contattiamo quindi, da un lato per chiedervi una piccola contribuzione economica legata alla situazione contingente, (contribution della quale troverete i dettagli nel seconda allegato di questa mail), dall’altro per confermarvi che non abbiamo alcuna intenzione di fermarci di fronte a queste difficoltà, la nostra lunga storia è destinata a proseguire anche in futuro e stiamo lavorando dure per questo. Non saremo insensibili di fronte alla vostra disponibilità, in un momento in cui tanti clienti non sono in grado di pagare i propri fornitori o lo fanno con estrema difficoltà, noi vogliamo confermarvi che la vostra adesione a questa iniziativa rappresenterà per noi un impegno a saldarvi in modo affidabile quanto vi dobbiamo ora e per i mesi a venire. Non solo, alla luce della nostra storia di positiva collaborazione, concordemente all’adesione della richiesta ci sentiamo di potervi confermare la nostra partnership ed il vostro ruolo strategico nel nostro panel fornitori per il prossimo futuro.

Vi ringrazio personalmente per la vostra disponibilità

Alberto Rocca

Ceo Miroglio SpA

Il Gruppo Miroglio in numeri. Fonte mirogliogroup.com/

 

Questo invece è il testo dell’allegato:

Fornitore: ***

Gent.mo sig. ***,

come anticipato, riteniamo in questo momento necessario coinvolgere la nostra filiera produttiva nel sostentamento dell’intera catena del valore; tale operazione ci vede fortemente coinvolti, sia nel supporto ai nostri clienti terze parti, sia per la pesante riduzione dei ricavi legata alla chiusura dei nostri negozi diretti.

Ci rendiamo conto che si tratta di un ulteriore sforzo in un periodo non facile, ma è importante maturare tutti la consapevolezza che il nostro futuro passa dalla sopravvivenza dei nostri clienti e dei nostri fornitori. Per tale ragione, diviene di interesse comune fare quanto è in nostro potere per garantire supporto a chi viene a monte e a valle della catena del valore. Dopo un’attenta analisi, abbiamo pertanto valutato che la ragionevole contribuzione che vi chiediamo, in queste circostanze del tutto eccezionali, è pari a *** euro.

Certi della vostra comprensione, nel ribadire gli impegni già spiegati in termini di rafforzamento della nostra collaborazione che l’accettazione potrà comportare, vi chiediamo di ritornarci il presente modulo firmato. La compensazione verrà gestita attraverso nota di credito con modalità da concordarsi con il nostro ufficio amministrativo.

Ringraziandovi per la comprensione e collaborazione, porgiamo cari saluti

 














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8 Commenti

  1. In realtà a noi che vendiamo manichini la richiesta è stata verbale e suona tipo: se fate uno sconto del 20% paghiamo subito LO SCADUTO e ci ricorderemo di voi in futuro.
    Ma in futuro saremo noi a ricordarci di loro, e dello sconto concordato 12.5%.

  2. In fondo alla filiera c’è sempre qualcuno!
    Questo qualcuno probabilmente ha una piccola azienda, magari è un terzista, un roccatore, un tessitore, un annodino, gente che certo non ha i mezzi di miroglio (e lo scrivo in minuscolo volontariamente), per poter capitalizzare la propria azienda. Il tono quasi mafioso con il quale viene proposto questo accordo è deprorevole. In poche parole Caro miroglio metti mano al tuo portafoglio e non chiedere carità a chi non ha nemmeno i denti per mangiare.

  3. Premetto che non sono un santo e non ho nessuna verità nel taschino. Sono solo un piccolo imprenditore.
    In un momento in cui in Europa come sui mercati globali ci si sta misurando tra nazioni per capire chi soffrirà, quanto e per quanto tempo, abbassare i prezzi non può che renderci tutti più poveri.
    Io credevo che questi lock down e questi stop alle produzioni ci avessero regalato il tempo di riflettere al nostro futuro in quanto esseri umani e quindi la nostra etica e morale, il nostro paese…
    Da un lato stanno per entrare in campo dei pacchetti di prestiti a grandi aziende che saranno trattati a tassi decisamente bassi. Gli anelli forti delle catene produttive, se vogliono preservare la continuità della filiera, devono costituirsi parte attiva nella loro salvaguardia in quanto il piccolo fornitore, necessitando di importi minori si troverà a contrattare dei tassi per lui insostenibili.
    Da un lato trovo moralmente ed eticamente, ma anche economicamente sbagliato finanziare la propria attività facendo ridurre il prezzo ai fornitori. Se come sistema paese vogliamo prima o poi vedere una crescita, i prezzi devono inevitabilmente salire, ad ogni livello fino ai salari. E ci si arriva rendendo attrattive le nostre attività ed eccellenti i nostri prodotti, mettendo in campo le migliori pratiche in cui tanti italiani sono Maestri.
    Dall’ altra parte trovo indelicato pubblicare questioni sulle contrattualità tra aziende. i panni sporchi si lavano in casa.
    Questa è una brutta storia, senza vincitori e senza vinti, la classica guerra tra poveri.
    Forse è meglio fare squadra e farci vedere coesi da chi maneggia i grossi flussi invece che intensificare i sacrifici in basso.

  4. È una vergogna, si rifanno sui piccoli che sono in difficoltà è una sorta di concussione ed un ricatto mal mascherato.
    Altrochè la vecchia generazione miroglio che faceva gli asili per i figli dei dipendenti!
    Questi grandi manager strapagati che vadano a trattare con le banche invece di ricattare i fornitori.
    Sono disgustata.

  5. Innanzitutto mi viene da chiedere se miroglio con i suoi 700 milioni di fatturato non si vergogni neppure un po’ di questa richiesta: la dignità va in cantina e onestamente non e’ nemmeno un bel biglietto d visita in termini di “business ability”. Siamo capaci tutti di fare business facendo pagare a chi sta sotto di noi i momenti di crisi. Quindi mi domando se nel calcolo dei “tempi difficili” Miroglio mette anche i pacchetti agevolati che lo Stato ha messo disposizioni per le grandi aziende. Infine mi tornano in mente le parole di un grande industriale italiano, ma industriale con la I maiuscola, non con la m minuscola: “chi ha tanto deve dare tanto perché le sue responsabilità sono maggiori”… Le sue, non quelle dei pesci piccoli sotto di lui! Questo non e’ business, questo e’ un becero ricatto. Cialtroni! Tra l’altro a Prato… mi piacerebbe andarli a vedere uno a uno i fornitori di Miroglio per vedere in che condizioni lavorano…

  6. Ci sarà un premio economico per coloro che contribuiranno con questo sconto da riconoscere nel momento in cui il fatturato di gruppo dovesse aumentare e dare guadagni adeguati? E’ una strada a doppio senso o una richiesta di aiuto che si traduce solo in una “garanzia” di continuare a lavorare con coloro che gli stan facendo lo sconto e li fanno guadagnare ancora di più un domani?

  7. Scusate ma mi risulta che il settore del lusso e della moda sono quelli che hanno il maggior ricarico legato a marchio e quant’altro. Ricordo nel passato quando ho lavorato nel settore dell’occhialeria che i costi di produzione comprensivi di ammortamento sviluppo e brand era nell’ordine di 1/10 del prezzo di vendita, oppure nella calzatura dove anche lì i ricarichi sono stratosferici. Per una volta in questi ambiti potrebbero accollarsi loro questi 2-3-5% senza gravare sui terzisti e fornitori….

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