Cresme: settore impiantistico italiano giù del 7% nel 2020. La ripresa arriverà nel 2022

L'Italia fa meglio della media europea. L'estensione del Superbonus 110% sino al 2023 potrebbe portare a una crescita del 9.1%

L'estensione del Superbonus 110% potrebbe dare una spinta al settore.
La dinamica complessiva del superbonus 110% sul comparto dell'edilizia in Italia

I dati emersi dal 6° Rapporto Congiunturale e Previsionale del Mercato Installazione Impianti 2020-2023 di Cresme Ricerche mostrano l’impatto del covid sul settore delle costruzioni e dell’installazione di impianti: in Europa il comparto costruzioni ha fatto registrare un calo medio del 9%, con l’Italia che registra un andamento leggermente migliore della media, con un -6,7% (-13% in Germania e -24,9% in UK). Nello specifico, il mercato dell’impiantistica è passato dai 437 miliardi del 2019 ai 401 miliardi previsti per il 2020 a livello globale. Atteso un miglioramento per il 2021, anche se per la ripresa sarà necessario aspettare il 2022.

Per quanto attiene alle dimensioni del mercato a livello europeo, l’Italia si conferma al secondo posto dopo la Germania, con una produzione di 57 miliardi nel 2019 e di 54 miliardi per il 2020 (-2,9 miliardi rispetto al 2019), con un peso all’interno del mercato delle costruzioni de 32,9%, non lontano da quello tedesco (34,5%). Un mercato che soffre anche di una caduta generalizzata a livello di export per il 2020 (Italia -6,3%, Germania -6,8%, Francia -7,6%), e di un calo anche dell’import di prodotti. Per quanto riguarda i dati degli occupati, questi valgono il 36% delle costruzioni in generale, in quanto le imprese impiantistiche sono più grandi e organizzate rispetto a quelle del settore edile. Nel contesto del mercato delle costruzioni, la componente impiantistica, grazie ad imprese più strutturate e con una componente tecnologica più sviluppata, rappresenta e andrà a giocare un ruolo sempre più significativo.







Secondo Cresme, un forte stimolo alla crescita potrebbe arrivare dal Superbonus 110%, che ha un potenziale di 1000 miliardi. Se la norma fosse estesa sino al periodo 2022-2023, nel 2022 il settore potrebbe arrivare a crescere del 9,1%. «Sarà il settore residenziale con le unità mono o bifamiliari, che godono di un processo decisionale più rapido, a trainare gli incentivi dopo l’attuale rallentamento», spiega Lorenzo Bellicini, direttore di Cresme. «Un ruolo fondamentale sarà riservato anche alle nuove tecnologie ormai entrate a pieno in questo settore, l’importante è che le imprese impiantistiche siano capaci di attrezzarsi per rispondere alle esigenze di una domanda sempre più complessa ed integrata per contribuire a ridisegnare nuovi modelli di abitabilità dei centri urbani».














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