Credit scoring e alternative data: così la reputazione digitale influenza il merito di credito

di Mirko Lalli*♦︎ In rete ci sono miliardi di dati non formalizzati che, adeguatamente filtrati e trattati, possono generare valore. E sono destinati sempre di più a essere usati. Per esempio le recensioni di negozi e attività varie sui siti specializzati. In questo articolo del fondatore di The Data Appeal si spiega come possono essere usati dalle banche per capire l’andamento delle attività imprenditoriali. Ma la tendenza è universale

Su Facebook vengono condivisi oltre 1 miliardo di stories e 100 miliardi di messaggi al giorno. Il totale delle recensioni e delle opinioni a livello globale su TripAdvisor continua a crescere di anno in anno, tanto da raggiungere l’impressionante cifra di 859 milioni di commenti. Secondo uno studio di PwC, solo nel 2018 TripAdvisor e TheFork hanno influenzato 2 miliardi di euro di spesa dei clienti all’interno dell’industria italiana della ristorazione. Un trend – quello delle recensioni online – accelerato dalla pandemia, che ha reso la reputazione digitale uno dei fattori più determinanti nelle scelte di acquisto degli utenti: in Europa un consumatore su due sceglie o boicotta un brand in base al suo impatto sulla società mentre il 78% dei buyers B2B seleziona il proprio fornitore dopo aver consultato i contenuti postati sui propri canali social.

Da questi milioni e milioni di interazioni derivano una marea di informazioni: il 90% dei dati in circolazione oggi è stato creato negli ultimi due anni. Dati che, opportunamente interpretati e organizzati, possono trovare la loro modalità di utilizzo in tantissimi ambiti della società. Nel settore finanziario si parla di alternative data, dati raccolti da fonti non tradizionali, che hanno forme diverse e offrono punti di vista diversi, non strettamente legati al mercato. Negli ultimi anni si sono guadagnati un posto d’onore nel mondo della finanza nazionale e internazionale, in grado di integrare e migliorare le tradizionali informazioni finanziarie per pianificare strategie di crescita efficaci, arricchire il credit scoring e pianificare investimenti basati sui dati reali legati all’andamento di un’attività. Si tratta in particolare proprio di User Generated Content, ossia contenuti generati dagli utenti, come recensioni, commenti sui forum, social post, feedback e via dicendo.







In base all’ultimo rapporto di Grand View Research quello degli alternative data è un business a nove zeri che raggiungerà un valore superiore ai 17 miliardi di dollari entro il 2027, con un tasso di crescita composito annuo del 40%. I principali sostenitori di questo mercato sono gli hedge fund, i gestori di private equity, i fondi pensione, le compagnie assicurative, le Sgr e non ultimo le banche e le fintech, che raccolgono e analizzano dati per le loro previsioni. Uno strumento fondamentale per gli istituti di credito da cui partire per operare decisioni migliori ma anche una leva di business per le imprese che vogliono migliorare la propria solidità creditizia. Il dato è al centro di tutto ma il tradizionale data set finanziario, a disposizione di tutti gli operatori, non è più sufficiente: i parametri tradizionali si basano su dati del passato ma non dicono molto sulle prospettive di sviluppo futuro di un’azienda e non sono in grado di rispondere alle mutate esigenze di comprensione del rischio accelerate dalla pandemia. Gli alternative data possono riempire questo vuoto nei processi di scoring mitigando i rischi legati a prestiti e investimenti.

Mirko Lalli, fondatore di The Data Appeal

Nel 2020 l’emergenza sanitaria proclamata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ha impattato in maniera drammatica sulla tenuta economica delle imprese, rendendo i puri dati finanziari incapaci di fotografare la reale situazione di un’azienda, la sua capacità di reazione e di riposizionamento per far fronte ad un mercato instabile e un orizzonte che a oltre un anno dall’inizio della pandemia continua ad essere sempre più incerto. Per questo i dati legati alla reputazione hanno assunto un valore incalcolabile per le banche determinate a comprendere se e quando finanziare un’attività che richiede un prestito, con un ritorno positivo. Informazioni geografiche, feedback, opinioni dei clienti, analisi del sentiment delle attività o prodotti, informazioni di location intelligence e di fattori esterni e contestuali come il clima, gli eventi, il traffico o i competitor sono oggi più che mai fondamentali per fotografare quanto sia sana un’azienda o quale sia il suo potenziale di crescita. Il fatto che la pandemia abbia accelerato la generazione di nuovi contenuti online, rende ancora più rilevante l’utilizzo dei Big Data per integrare la valutazione del merito creditizio. Attraverso gli alternative data ad esempio, oggi è possibile capire quali aziende hanno chiuso il 2020 in rosso, a causa dell’emergenza Covid 19, ma meritano di poter tornare a crescere se i loro prodotti o servizi sono apprezzati dal mercato.

Sia chiaro: non sostituiscono i classici strumenti di valutazione (bilanci, rendiconti finanziari, dichiarazioni dei redditi), ma li arricchiscono, li integrano. Bilanci e rendiconti possono essere costruiti ad arte per abbassare il livello di rischio e fare da ponte a un tentativo di frode. L’analisi della reputazione online è una prova del nove, il bollino di qualità dei dati finanziari. Questo implica un cambiamento del mindset delle banche ma anche delle imprese e di chi le dirige. Il mondo viaggia sempre più veloce e comunicare nel modo giusto e nel momento opportuno, fornendo informazioni reali e rilevanti oltre che trasparenti è fondamentale. Gli alternative data sono oggi i veri big data ma chiunque voglia trattarli deve conoscerli e per conoscerli deve capirne le logiche di comunicazione sottostanti e le logiche di distribuzione nei contesti digitali. Ci vuole digital expertise. Su scala mondiale le società che si occupano di questa materia non sono moltissime, anche se stanno aumentando in maniera significativa negli ultimi mesi con la crescita esponenziale del business legato al loro trattamento, in particolare negli Stati Uniti mentre in Europa mancano ancora realtà di assoluto rilievo. La nostra azienda, The The Data Appeal Company nasce nel 2019 come evoluzione di un progetto inizialmente focalizzato solo sui temi legati al mondo del turismo, perché questo è stato il primo settore a essere interessato dal fenomeno della cosiddetta feedback economy. L’obiettivo di Data Appeal è sempre stato quello di democratizzare e semplificare l’uso dei dati e permettere a tutte le aziende di comprendere e utilizzarne le potenzialità.

Numero totale di recensioni raccolte da tutte le fonti online, l’andamento del Sentiment – ossia il livello di apprezzamento espresso dagli utenti online – la distribuzione dei punti di interesse, tra ristoranti, bar, pizzerie, paninoteche, ecc. Fonte The Data Appeal Company

I dati vengono raccolti e trattati attraverso algoritmi fondati su intelligenza artificiale, machine learning e analisi semantica. Presto l’azienda si è resa conto che questa dinamica non riguardava solo il settore travel, ma ogni mercato, anche quello della finanza, dal momento che le recensioni, i contenuti social e la reputazione di un brand possono influire molto su determinate scelte di investimento e finanziamento sia online che offline. Non a caso già oggi Data Appel fornisce analisi dati a due delle maggiori banche nazionali, validando e completando il profilo dei clienti già presenti nei database delle banche per collegare indicatori di performance a quello che accade nel mondo digitale. Score e sentiment, recensioni e commenti online influiscono in modo molto forte sulle scelte dei consumatori. Algoritmi predittivi aggiornati in tempo reale che tengono conto anche di questi effetti oggi affiancano i modelli di rating tradizionali e si sono già dimostrati molto efficaci per banche e altri istituti creditizi. Se però l’utilizzo dei social network come fonte attendibile per analisi finanziarie è stato sdoganato dalla stessa Banca d’Italia che di recente ha confrontato i dati emersi da Twitter con quelli dell’Istat e degli inflation swaps come spia dei prezzi, è vero che per gli alternative data il punto centrale è l’affidabilità del calcolo e quindi le prestazioni e la precisione dell’algoritmo.

In tutto sono state pubblicate oltre 482.000 recensioni in tutta Italia, con una media di oltre 5 contenuti per punto di interesse. Fonte The Data Appeal Company

The Data Appeal elabora informazioni per fornire dati sintetici utili per prendere decisioni di business e strategiche. La nostra base dati è enorme: monitoriamo ogni giorno in tempo reale oltre 300 milioni di informazioni online, su 147 Paesi nel mondo. Un mix di fonti che interroghiamo costantemente, da circa 100 canali digitali tra cui i principali social media. Una quantità enorme di dati che rielaboriamo e processiamo perché non rimangano una massa informe e incomprensibile ma, opportunamente strutturata e filtrata, possano fungere da base strategica per operare nuove e più efficaci scelte di business. I nostri indici proprietari sono stati sviluppati per fornire informazioni puntuali su come a esempio un’impresa mette in atto una buona pratica di sviluppo sostenibile (Fair Index), oppure sulle misure di protezione adottate nel rispetto della normativa di gestione del Covid 19 (Covid Safety Index).

Per capire dove può arrivare il livello di analisi degli alternative data, di seguito vediamo un report delle rilevazioni condotte da The Data Appeal Company sul settore “locali e ristorazione” a livello nazionale, dal 1 gennaio al 28 febbraio 2021. I grafici mostrano il numero totale di recensioni raccolte da tutte le fonti online, l’andamento del Sentiment – ossia il livello di apprezzamento espresso dagli utenti online – la distribuzione dei punti di interesse, tra ristoranti, bar, pizzerie, paninoteche, ecc. In tutto sono state pubblicate oltre 482.000 recensioni in tutta Italia, con una media di oltre 5 contenuti per punto di interesse. Per scendere ancora più nel dettaglio, siamo in grado di rilevare per ogni punto di interesse non solo tutta l’anagrafica (indirizzo, numero di telefono, email, sito internet, partita iva, ecc.), ma anche gli aspetti qualitativi dell’attività, come i contenuti pubblicati online in tempo reale e il Sentiment Score collegato, un indice proprietario coniato dall’azienda che rappresenta il livello di soddisfazione generale espresso dagli utenti, basato sui contenuti pubblicati su oltre 100 fonti online, raccolti e analizzati in tempo reale.

The Data Appeal Company è in grado di rilevare per ogni punto di interesse non solo tutta l’anagrafica (indirizzo, numero di telefono, email, sito internet, partita iva, ecc.), ma anche gli aspetti qualitativi dell’attività, come i contenuti pubblicati online in tempo reale e il Sentiment Score collegato, un indice proprietario coniato dall’azienda che rappresenta il livello di soddisfazione generale espresso dagli utenti, basato sui contenuti pubblicati su oltre 100 fonti online, raccolti e analizzati in tempo reale. Fonte The Data Appeal Company

Dunque agli istituti finanziari offriamo i nostri dati per arricchire il profilo dei loro clienti aziendali e migliorare l’intero processo di credit scoring. L’intenzione è rendere questo modello un prodotto scalabile, replicabile e facilmente implementabile, fermo restando che il risk scoring rimane un’attività a carico della banca. Inoltre depuriamo i dati dalle distorsioni che possono essere pilotate dai ben noti leoni da tastiera e fenomeni di hating: le nostre analisi passano attraverso motori semantici da noi sviluppati e implementati che analizzano i contesti e utilizziamo più fonti prima di validare il dato finale. Per lo stesso punto di interesse insomma raccogliamo più informazioni da differenti fonti normalizzando il dato alla fine del processo e rendendolo più attendibile. Tra gli effetti collaterali positivi dei dati alternativi c’è anche il cosiddetto VAT Matching (noto anche come Tax ID Matching), un tipo di servizio molto richiesto dalle banche. In poche parole, gli istituti finanziari chiedono a The Data Appeal Company di identificare grazie a un algoritmo, il collegamento tra aziende e partite iva, per avere un quadro più completo della posizione delle aziende e per arricchire e validare costantemente il proprio CRM.

Per fare un esempio pratico, immaginiamo che l’azienda Data Lovers Inc. sia una società associata a un numero di partita IVA indipendente. Tuttavia, Data Lovers Inc. è anche associata a un grande franchise, ABC Co. Se una banca sta valutando Data Lovers, è probabile che abbia già alcune informazioni interne o addirittura il numero di partita IVA disponibile. Tuttavia, potrebbe non sapere che l’azienda è anche associata ad ABC Co. Si tratta di informazioni di alto valore per una banca, quando si tratta di valutare una società indipendente o collegata a una catena più ampia. In questo modo aiutiamo le banche del territorio a integrare il loro modello di osservazione delle imprese, arricchendo in maniera innovativa le loro banche dati e il profilo creditizio dei clienti per essere più veloci nell’erogare crediti in modalità smart.

 

*Mirko Lalli è il fondatore di The Data Appeal














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