Con il 5G niente più confini tra mobile e rete fissa

Di Marco Scotti e Chiara Volontè  ♦ Milano è al centro del progetto del Mise per le reti di nuova concezione. Da qui partono le prove sul campo di Fastweb, Tim e Vodafone che abiliteranno in tutto il Paese il nuovo paradigma tecnologico della comunicazione che avrà ricadute disruptive non solo sulle smart city, ma anche sul business della manifattura

«Sbaglia chi pensa che il 5G sia la quinta generazione della telefonia mobile, così come il 4G era la quarta e via a ritroso: il 5G è la prima generazione di tecnologia ad accesso convergente e noi lo consideriamo come l’evoluzione naturale della rete fissa, la componente mancante che aggiunge alla rete la mobilità ed elimina la necessità di cablaggi, mantenendo però le prestazioni della fibra».

Così Matteo Durante, Strategy and Business Planning Fastweb, ci spiega durante la Milano Digital Week perché il 5G sia davvero un momento disruptive per il mondo delle telecomunicazioni e non soltanto la naturale evoluzione di una tecnologia già esistente. Non a caso l’annuale appuntamento con l’innovazione si svolge nel capoluogo lombardo: Milano è il centro finanziario italiano, ma soprattutto è la città più avanzata dal punto di vista tecnologico.







Anche la sperimentazione del 5G procede velocemente. Vodafone, infatti, ha già avviato 41 progetti, di cui oltre 30 in fase avanzata, in cui la connessione veloce consente di utilizzare tecnologie “pesanti” per migliorare l’esperienza degli utenti. Un esempio è quella che può coinvolgere i turisti, che in questo modo hanno la possibilità di ritrovarsi vurtualmente immersi in una Milano di età imperiale. Oppure in progetti più utili alla collettività come nel caso della sanità, con ambulanze connesse in 5G che possono fare esami diagnostici in alta definizione e inviarli al pronto soccorso mentre il paziente è ancora nel mezzo. Senza contare che anche il manifatturiero beneficerà delle nuove connessioni ultra-veloci, con la collaborazione uomo-macchina che arriverà a un livello di efficienza molto più elevato.

Ma la sperimentazione del 5G non avviene soltanto nel capoluogo lombardo: Tim si sta concentrando su Bari e Matera, e l’Italia tutta, per una volta, in questo ambito è un’eccellenza riconosciuta a livello globale, tanto che l’Ocse ci ha premiati insieme alla Corea. Tim vede nel 5G un cambio di paradigma nel rapporto con i partner commerciali, che diventano organizzati in un modello reticolare e non più lineare.

 

5g, dalla smart city allo smart citizen

Una tecnologia disruptive

Uno dei temi strettamente connessi al 5G riguarda il pubblico di riferimento: il concetto di smart city, ancorché completato, sembra ormai superato da quello di smart citizen, ovvero di cittadini integralmente digitali pronti a rendere le città del futuro ancora più intelligenti. Il 5G sposta il focus proprio sul ruolo dei cittadini, che diventano consapevoli, rendendo la città una piattaforma. Ma il 5G significa anche un nuovo paradigma tecnologico in cui tutto cambia: le antenne, che diventano piccole e presenti con una più elevata densità sul territorio, le velocità, i modi di intendere internet e di fruirne, la gestione delle infrastrutture cittadine. Di fronte a questa epocale cambiamento, è bene chiarire subito che il 5G non è semplicemente un 4G più robusto, ma un nuovo paradigma.

«Si tratta della prima generazione di una tecnologia ad accesso convergente – ci spiega Durante – e non la quinta generazione di telefonia mobile. È piuttosto un’evoluzione naturale della rete fissa, la componente mancante che aggiunge mobilità ed elimina la necessità di cablaggi, mantenendo le prestazioni della fibra. Il 5G va inteso un po’ come il WiFi domestico: non abbiamo la fibra che arriva dappertutto, e quindi ci appoggiamo alla connessione wireless. Ecco: il 5G è il WiFi più grande che sia mai stato pensato, con prestazioni mai viste prima. Fastweb si è resa conto di questo concetto già da anni e ha fatto un upgrade della sua azione in questo ambito, mettendo nel mirino il 5G e portandolo al centro della sua strategia. »

« Con questa nuova connessione cambieremo la nostra offerta retail e business. Per il mercato consumer, il 5G può sostituire la fibra offrendo soluzioni ultra-broadband senza cablaggi, quindi diminuendo i costi di installazione e attivazione. La tecnologia che stiamo testando a Milano con il nostro partner Samsung è strabiliante. Per quanto concerne la parte business, il 5G è un abilitatore di nuove applicazioni, perché è un complemento fondamentale del cloud computing. Grazie alla banda ultra larga oltre il Gbit/sec è possibile utilizzare la capacità computazionale dei data center anche da remoto e questo abilita moltissimi servizi».

Anche Tim, che sta portando avanti le sue sperimentazioni tra Bari e Matera, vede il 5G come un elemento di discontinuità con il passato. «Si tratta – ci racconta Attilio Somma, Innovation Vice President Tim – di una disruption tecnologica importantissima che per noi comporta un cambio di modello sia interno che esterno. L’operatore deve gestire un ecosistema di partner: deve essere preparato a passare da un modello lineare a uno reticolare. Ci siamo concentrati su questi punti sin dal 2006, prima delle richieste del Mise. Tim guarda al mondo dei vertical b2b perché le performance ci consentiranno tramite qualità del servizio, parcellizzazione della rete sull’industria o sulle città, di garantire performance uniche. Infine, investiremo molto in piattaforme smart control room, ovvero piattaforme che permettono di creare il “cervello” con cui si abiliteranno i servizi».

 

Esempi di applicazione del 5G

Nuove necessità e nuovi modelli di business

Uno dei temi che destano maggiore preoccupazione intorno al 5G è riferibile al problema della densità delle antenne e alla possibilità che un incremento esponenziale del numero di dispositivi che emettono onde elettromagnetiche possa diventare pericoloso per i cittadini. In realtà, le leggi in Italia sono piuttosto rigide in materia di emissioni radio e quindi diventa difficile immaginare una “sovrabbondanza”. Ma la preoccupazione rimane. Una nuova forma di antenne, però, richiede anche nuovi dispositivi e, soprattutto, apre a nuovi modelli di business che le aziende di tlc dovranno mettere a punto sin dal momento del lancio.

«Il 5G – ci rassicura Durante – utilizza tecnologie nuove ma rispetta le norme attuali: nulla di nuovo. Gli effetti sul corpo umano sono già stati analizzati e non sono nocivi. Il 5G, poi, proprio per come è costruito ottimizza le frequenze trasmesse per ridurre l’impatto sui cittadini. In Italia abbiamo limiti di emissioni elettromagnetiche molto bassi». «Con il 5G – aggiunge Somma – usciremo dalla logica della guerra solo sul prezzo perché avremo una costruzione personalizzata dei servizi con un duplice scopo: sostenibilità economica per le nostre aziende, che investono moltissimo; migliore customer experience e soddisfazione del cliente. Molte applicazioni che stiamo sperimentando permettono da un lato di guardare ai risparmi per le istituzioni e le pubbliche amministrazioni, dall’altro di lasciare la componente più consumer per dare accesso ai servizi. Il consumatore finale potrà addirittura creare reti che possono supportare i servizi digitali, reti ad hoc per singoli servizi in modo da offrire la massima qualità possibile. Anche questo è un tema da tenere a mente quando si parla di 5G».

«Il cambiamento del modello di business – chiosa  Sabrina Baggioni, 5G Program Director Vodafone – è un degli elementi più importanti da analizzare: non possiamo parlare di pura tecnologia, ma di un beneficio per l’azienda privata, per l’operatore dei servizi pubblici e per il singolo cittadino. Il punto di partenza è quello di arrivo, cioè il cliente finale e il valore che gli si sta portando nelle mani. In ultima analisi è una sfida sulla comunicazione».

 

Il dibattito sul 5 G a Milano Digital Week
Milano

Il Comune di Milano è al centro del progetto del Mise per le reti di nuova concezione. Qui, infatti, il ministero dello sviluppo economico ha lanciato il primo bando, tanto che oggi il capoluogo lombardo è il più grande centro di sperimentazione 5G in Europa. «Il Comune – ci spiega Roberta Cocco, Assessore alla trasformazione digitale – ha il ruolo di affiancare tutte le aziende che portano avanti sperimentazione: in particolare le stiamo agevolando dal punto di vista burocratico per snellire le necessità. A Milano è stata avviata la sperimentazione con Vodafone, ma nel resto d’Italia altre aziende di tlc stanno portando avanti lo sviluppo».

Sabrina Baggioni  ci illustra quale sia il ruolo della multinazionale britannica nella città di Milano. « Abbiamo dialogato con oltre 38 aziende private e pubbliche. Abbiamo avviato 41 progetti, di cui 31 già in fase pratica, alcuni di questi sono rivoluzionari: ad esempio, abbiamo ricreato con la realtà aumentata la Milano romana, in cui i turisti possono immergersi grazie allo smartphone. La banda necessaria è ampiamente supportata dal 5G, così come le esigenze di edge computing. E questo per citare l’esempio più “ludico”. Ma che dire delle ambulanze connesse in 5G, che consente di fare diagnosi con immagini in alta definizione, anticipare il triage e cominciare a trattare il paziente prima che arrivi al pronto soccorso? Anche il manifatturiero beneficerà del 5G: la collaborazione uomo-macchina che il 5G consentirà sarà davvero vicino al naturale, con la possibilità di riprogrammare le catene produttive e gli impianti».

Bari e Matera

Un’altra delle zone interessate alla sperimentazione del 5G è l’area tra Bari e Matera. La seconda, capitale europea della cultura quest’anno, sembra una sfida particolare, vista la conformazione fisica del territorio e la scarsa “alfabetizzazione” digitale dei suoi abitanti. Eppure i progetti stanno procedendo rapidamente. «Su Bari e Matera – ci spiega Somma – siamo insieme a Fastweb e Huawei in 70 use case con 52 partner. In questo caso il tema che ci siamo posti è come cambia l’approccio al lavoro e come possiamo iniettare nuove risorse all’interno del settore. Abbiamo trasformato i 5 hub presenti sul territorio in acceleratori che portano open innovation, dove vengono implementati device per garantire l’end to end dandoli a imprenditori e studenti perché per primi possano sperimentare i nuovi modelli di servizi. L’innovation hub viene quindi replicato e clusterizzato sul 5G, perché la nuova frontiera è che non si devono più fare “lotte” sui singoli servizi, ma si deve cooperare con una dialettica costruttiva».














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