Da Stellantis a Enea: tutti pazzi per la componentistica made in Lucania

di Chiara Volontè ♦︎ Sorto intorno a Melfi e alla Fiat, il distretto dei fornitori automotive in Basilicata punta su internazionalizzazione, manifattura avanzata e valorizzazione delle filiere. Mobas 4.0: meccanica di precisione e mobilità sostenibile. Heritage SmartLab: alleanza digitale per il Mezzogiorno. Ne parliamo con Cfi e Cluster lucano automotive

Unire le forze con i cluster e le associazioni regionali per supportare l’evoluzione della manifattura. Ed elaborare così una Roadmap da sottoporre ai decisori politici che risponda nel modo più puntuale possibile anche alle esigenze delle piccole imprese con forti radici nel territorio. È questo uno dei principali obiettivi del Cluster Fabbrica Intelligente, che all’interno della sua articolazione a carattere nazionale ha inserito la struttura regionale come uno dei pilastri dell’organizzazione.

«Abbiamo individuato nel rafforzamento della missione inclusiva del Cfi uno dei driver fondamentali – commenta Luca Manuelli, presidente del Cluster Fabbrica Intelligente – che corrisponde all’obiettivo del piano triennale sottoposto al Miur e recentemente approvato: allargare la base associativa a livello territoriale». Sono sette le strutture regionali che compongono il Cfi: Afil (Lombardia), Arter (già Aster, in Emilia Romagna), Associazione Cluster Marche Manufacturing, Medisdih (Puglia), Mesap (Piemonte), Siit (Liguria), Veneto Innovazione (Veneto). E quattro stanno completando le procedure per entrare: Comet (Friuli Venezia Giulia), Cluster lucano automotive (Basilicata), Hit (Trentino) e Sviluppo Umbria.







In particolare, insieme al Cluster Lucano Automotive (Cla) il Cluster nazionale guidato da Manuelli vuole accendere i riflettori sul distretto dei fornitori automotive in Basilicata, sorto intorno a Melfi e alla Fiat, e divenuto nel corso del tempo uno dei poli industriali più innovativi del Mezzogiorno d’Italia. «Nel sud del nostro Paese si sono sviluppate e stanno evolvendo realtà industriali eccellenti in termini di innovazione – prosegue Manuelli – A questo punto è nostro compito porre l’accento sulla valorizzazione delle filiere. L’obiettivo è rafforzare il rapporto di collaborazione con il Cla, che rappresenta un’eccellenza di presidio di queste tematiche sul territorio. Il Cfi proietta un suo posizionamento a livello internazionale, mentre il cluster lucano costituisce un eccellenza del territorio legata alle traiettorie di sviluppo e innovazione che stiamo perseguendo».

La collaborazione tra cluster nazionale e regionali è fondamentale per mappare le esigenze di innovazione delle industrie, e consentire così ai decisori politici a vario livello (regionale, nazionale, europeo) di condurre politiche industriali, progetti, bandi. Il Cfi può portare un contributo alle Regioni tenendo presenti le loro necessità, supportando e coinvolgendo le imprese locali e, tramite le roadmap, incrementandone digitalizzazione, competenze e capacità di attrazione degli investimenti. Del distretto dei componentisti auto lucani, dei rapporti tra cluster nazionale e regionale e della Roadmap per il manifatturiero avanzato si è parlato nel corso di un webinar promosso da Cfi e Cla, moderato dal direttore di Industria Italiana Filippo Astone.

Favorire sul territorio regionale la contaminazione innovativa tra il mondo della ricerca e quello industriale nei settori automotive e fabbrica intelligente, agevolando processi di trasferimento tecnologico e internazionalizzazione, favorendo così le condizioni di sviluppo del territorio. È questo l’obiettivo del Cluster lucano automotive, un’aggregazione di imprese, università, centri di ricerche lucane che collaborano tra loro per essere propulsori della crescita economica sostenibile del settore dell’automotive – fabbrica intelligente

Cluster Lucano Automotive: l’eccellenza dei componentisti auto che vuole il mercato internazionale

Antonio Braia, presidente Cla

Favorire sul territorio regionale la contaminazione innovativa tra il mondo della ricerca e quello industriale nei settori automotive e fabbrica intelligente, agevolando processi di trasferimento tecnologico e internazionalizzazione, favorendo così le condizioni di sviluppo del territorio. È questo l’obiettivo del Cluster lucano automotive, un’aggregazione di imprese, università, centri di ricerche lucane che collaborano tra loro per essere propulsori della crescita economica sostenibile del settore dell’automotive – fabbrica intelligente. Sono tre le finalità del Cla. In primis stimolare sinergie tra ricercatori e imprenditori lucani operanti nei settori produttivi rientranti nell’ambito dell’automotive. In secundis supportare le imprese lucane del settore per aumentare il loro grado di innovazione e di internazionalizzazione. Infine interagire con il sistema amministrativo e decisionale per sostenere il sistema industriale e della ricerca lucano afferente al settore automotive.

«Il nostro percorso all’interno del Cfi – spiega Antonio Braia, presidente Cla – consiste nel mettere a sistema e valorizzare tutta la conoscenza di un mercato internazionale che deve essere anche a portata di pmi. Perché le piccole e medie imprese devono conquistare nuovi trade, mettendo al centro da un lato il capitale umano, e dall’altro una mentalità improntata all’innovazione. La Basilicata è terra di eccellenze importanti, riconoscendoci e unendoci possiamo accelerare il processo di brand reputation non solo sui mercati nazionali, ma anche su quelli esteri». La rappresentanza di tutti i livelli dell’industria all’interno del Cla si rispecchia anche nel Comitato Tecnico-Scientifico, composto da GI, Pmi, enti di ricerca pubblici e privati e Unibas. «Si tratta di una governance con un giusto equilibrio – prosegue Braia – con Stellantis Fca e pmi che operano sia nella componentistica che nell’indipendente: è questa commistione che genera un trasferimento di conoscenza. E con il percorso intrapreso insieme al Cluster Fabbrica Intelligente intesseremo relazioni trasversali, concentrate non solo sul territorio».

I membri del Cluster Lucano Automotive

In particolare, il Cla si è focalizzato su quattro tematiche per la sua Roadmap regionale, che sarà aggiornata a breve grazie alla nuova condivisa dal Cfi: mobilità sostenibile, innovazione di prodotto e processo, modellizzazione e tecnologie, robotica e meccatronica dei sistemi di produzione. Gli obiettivi che l’Associazione lucana vuole raggiungere? «Innanzitutto vogliamo stimolare la nascita di nuovi progetti imprenditoriali in grado di determinare ricadute sul territorio regionale in termini economici, occupazionali e sociali – commenta Antonio Braia – Per centrare questo scopo, è necessario favorire la formazione del management d’impresa, così da sviluppare percorsi di innovazione di prodotti e processi. Infine, vogliamo facilitare le imprese, le università e i centri di ricerca nell’accesso ai finanziamenti regionali, nazionali ed europei».

Il Cla si pone come traguardo anche quello di affiancare realtà similari nazionali ed internazionali attraverso la partecipazione a commissioni di studio e tavoli di lavoro su tematiche specifiche con propri esperti scientifici, nonché l’adesione a nuovi network europei costituiti da organismi e istituzioni che si occupano di automotive. Senza dimenticare, ovviamente, la rete di partnership per agevolare il trasferimento tecnologico e commerciale dei propri associati. I goal del Cla incrociano le traiettorie del Piano operativo Po Fesr Basilicata, oltre che delle strategie di sviluppo promosse dalla Commissione europea in materia di cluster per la mobilità, l’automotive e la fabbrica intelligente. In particolare, è nostro compito favorire lo sviluppo di linee tecnologiche e d’innovazione che valorizzino gli ambiti produttivi, tecnologici, di ricerca e sviluppo, in una prospettiva di posizionamento delle eccellenze lucane nel contesto globale. «Il Cla ha la necessità di essere un sistema, in cui si mettono a valore le conoscenze e le esperienze acquisite, valorizzando anche la diversità di settore – sottolinea Braia – È indispensabile acquisire una mentalità improntata allo stare insieme, mettere gli attori dell’industria intorno a un unico tavolo. Perché questo permette di intercettare dei bisogni che spesso sono latenti. Il nostro fine ultimo è farci riconoscere ai mercati per l’alta specializzazione».

I focus del Cluster Lucano Automotive

Heritage SmartLab: la grande alleanza digitale per il Mezzogiorno

Far nascere nel Mezzogiorno d’Italia un polo europeo per l’innovazione digitale applicata ai settori della cultura e della creatività con epicentro Matera: è questo l’obiettivo dell’Heritage SmartLab (Hsl), uno dei progetti che il Cluster automotive lucano sta promuovendo. Il Cla è partner della candidatura di Hsl che, dopo aver superato la preselezione nazionale a cura del Mise, concorrerà alla gara ristretta gestita dalla Commissione europea e destinata ai soli progetti già selezionati dagli stati membri. La posta in palio? Un polo di innovazione digitale (European digital innovation hubs) a sostegno della digital transformation delle economie del vecchio continente, all’interno del “Programma Europa Digitale 2021-2027”. Il distretto si fonda su una grande alleanza digitale tra i cinque cluster tecnologici regionali, il Dih di Confindustria Basilicata e il Competence Center campano-pugliese MediTech. Nel loro insieme, rappresentano nove università con sedi in Campania, Puglia e Basilicata, oltre 200 pmi, Cnr, Enea e altri centri di ricerca pubblico-privati come l’Asi e il Centro Ricerche Fiat di Melfi.

«Si tratta di un’occasione straordinaria che ha l’obiettivo di favorire la digital transformation, in piena coerenza con il Programma Europa Digitale e in linea con gli investimenti dei prossimi anni relativi al Recovery Fund – conclude Antonio Braia – La call dovrebbe aprirsi a metà ottobre».

Far nascere nel Mezzogiorno d’Italia un polo europeo per l’innovazione digitale applicata ai settori della cultura e della creatività con epicentro Matera: è questo l’obiettivo dell’Heritage SmartLab (Hsl), uno dei progetti che il Cluster automotive lucano sta promuovendo

La meccanica di precisione e la mobilità sostenibile al centro di Mobas 4.0

«Mobas 4.0 è un progetto che nasce nel Cluster Lucano Automotive ed è frutto della contaminazione tra imprese, università ed enti di ricerca pubblici e privati. È frutto di una strettissima collaborazione tra i più svariati attori della manifattura, concretizzatasi anche grazie a Enea». Dunque la sinergia prima di tutto: ne è convinto Filippo Ragazzo, amministratore delegato Consorzio Train, mentre racconta di Mobas 4.0 (Mobilità sostenibile in Basilicata), sviluppato per creare nuove soluzioni tecnologiche connesse al settore automotive. Obiettivo: migliorare i servizi della mobilità sostenibile pubblica e privata, creando così i presupposti di una più rafforzata competitività del sistema produttivo della Regione Basilicata. Tale finalità è perseguita con un’azione sinergica tra Imprese (micro, piccole, medie, grandi), Università e Centri di ricerca pubblici e privati attivi sul territorio regionale. «Com è capofila di Mobas 4.0 e si fa promotore della meccanica di precisione – prosegue Ragazzo – Gli altri partner del progetto sono Coing, Consorzion Train, Digimat, Enea, Luxant, Plasticform e Università della Basilicata».

Mobas 4.0 è un progetto che nasce nel Cluster Lucano Automotive ed è frutto della contaminazione tra imprese, università ed enti di ricerca pubblici e privati. È frutto di una strettissima collaborazione tra i più svariati attori della manifattura, concretizzatasi anche grazie a Enea

Si tratta di un programma modulare, suddiviso in sette work package. Il primo consiste nell’attività di coordinamento tecnico ed amministrativo, svolta dalla capofila Com con l’ausilio di un Comitato di Progetto. Quest’ultimo, costituito dai Responsabili di Wp, ha il compito di monitorare lo stato di avanzamento delle singole attività sollecitando e proponendo, soluzioni qualora si presentassero problemi tali da determinare un disallineamento rispetto al piano previsto delle attività. Il secondo step, coordinato da Enea, prevede un attento studio del territorio e dell’attuale presenza di infrastrutture per la mobilità elettrica (colonnine di ricarica, ad oggi poco più di 40) in modo da potere sviluppare una metodologia di pianificazione utile a realizzare una futura copertura capillare sul territorio regionale, anche attraverso la realizzazione di sistemi hardware e software – tele prenotazione, monitoraggio – idonei a facilitarne l’accesso agli utenti. Sarà inoltre sviluppato un prototipo di colonnina di ricarica basato sull’impiego di batterie da e-mobility in condizioni di “second life”. La terza attività, che fa capo a Luxant, ha come obiettivo lo studio dell’Intelligenza Artificiale come strumento operativo in grado di favorire le condizioni per l’affermazione di una mobilità condivisa sostenibile nel territorio regionale, caratterizzato dalla forte presenza di aree a bassa densità abitativa. Il WP3 prevede lo sviluppo di una piattaforma che supporti i sistemi di guida di veicoli di nuova generazione, nonché gli utenti di bus nel caso di share mobility, e un App che permetta un utilizzo smart (a prenotazione) del Tpl, particolarmente adatta ad aree a bassa densità abitativa, come è ad esempio la Regione Basilicata in molte sue parti. Il Wp quattro, organizzato da Coing, prevede la progettazione e la realizzazione di un prototipo di carrozzina elettrica tecnologicamente avanzata, dotata di opportuna sensoristica in grado di controllare il movimento del mezzo, di registrare le condizioni di salute dell’utente, di trasmettere i dati ad una centrale di controllo per analizzarli ed interpretarli e, nel caso, di trasmettere eventuali warning.

Mobas è un programma modulare, suddiviso in sette work package

È Train a occuparsi del quinto passaggio, che si focalizza sulla mobilità sostenibile nell’ambito del trasporto pubblico urbano, sviluppando e realizzando soluzioni tecnologiche implementate in un prototipo di bus innovativo progettato dai partner, costruito per gli scopi del progetto. Il modello servirà anche per verificare alcune delle soluzioni sviluppate in altri Wp, quali il secondo e il terzo. L’attività sei, regolamentata da Unibas, si concentra sul recupero dei materiali metallici di batterie per l’automotive a fine vita per la reimmissione nel ciclo di produzione di nuovi accumulatori, secondo il paradigma dell’economia circolare. Saranno analizzate, inoltre, soluzioni per la second-life delle batterie partendo dai dati delle sperimentazioni realizzate in Wp due e cinque, cercando di individuare il momento ottimale per l’uscita dal ciclo di funzionamento delle celle. Con il supporto di Enea saranno analizzate anche alcune problematiche legate al riciclo dei materiali ancillari, dal Bms agli involucri, per fornire soluzioni sostenibili di riutilizzo. La settima e ultima attività fa testa a Enea che, insieme agli altri partner, si occuperà di implementare gli strumenti per comunicare le azioni del progetto e diffondere i risultati raggiunti. Obiettivo: catturare l’attenzione della comunità tecnica e scientifica dell’automotive, dei rappresentanti regionali e nazionali in materia di mobilità sostenibile, degli stakeholder, della popolazione. «Il progetto Mobas 4.0 risulta pienamente inserito nell’alveo delle attività del Cluster Lucano Automotive Fabbrica Intelligente – conclude Filippo Ragazzo – la cui finalità principale consiste nel favorire la contaminazione innovativa tra il mondo della ricerca e quello industriale che operano sul territorio regionale nei settori produttivi di riferimento, agevolando processi di trasferimento tecnologico, di internazionalizzazione e favorendo le condizioni di sviluppo del territorio».

Il progetto Mobas 4.0 risulta pienamente inserito nell’alveo delle attività del Cluster Lucano Automotive Fabbrica Intelligente  la cui finalità principale consiste nel favorire la contaminazione innovativa tra il mondo della ricerca e quello industriale che operano sul territorio regionale nei settori produttivi di riferimento, agevolando processi di trasferimento tecnologico, di internazionalizzazione e favorendo le condizioni di sviluppo del territorio

Le organizzazioni regionali a rapporto per comprendere le esigenze delle imprese

Mappare le esigenze di innovazione delle industrie, per consentire ai decisori politici a vario livello (regionale, nazionale, europeo) di condurre politiche industriali, progetti e bandi è una delle attività fondamentali del Cluster Fabbrica Intelligente, che ha dimensione nazionale e che si coordina con le undici organizzazioni regionali, anche per riportare sul territorio le iniziative a livello nazionale. Ed è proprio la struttura regionale uno dei pilastri fondamentali dell’Associazione, che ha la necessità di mantenere forti radici territoriali. «Il Cluster Fabbrica Intelligente è stato invitato dal Miur a sviluppare le nuove traiettorie di sviluppo tecnologico – spiega Alessandro Marini, membro dell’Organo di coordinamento e gestione del Cfi e senior advisor di Afil – In qualità di Associazione nazionale ci rivolgiamo alla comunità manifatturiera: vogliamo identificare le tecnologie che domani dovranno essere fondamentali per la crescita dell’industria, da inserire all’interno della Roadmap. La nostra ricerca sarà proficua solo se si coinvolgeranno le pmi, diffondendo le competenze verso le aziende del territorio».

Mappare le esigenze di innovazione delle industrie, per consentire ai decisori politici a vario livello (regionale, nazionale, europeo) di condurre politiche industriali, progetti e bandi è una delle attività fondamentali del Cluster Fabbrica Intelligente, che ha dimensione nazionale e che si coordina con le undici organizzazioni regionali, anche per riportare sul territorio le iniziative a livello nazionale

Sono i Gruppi Tematici Tecnico-Scientifici a costituire la modalità operativa che il Cfi ha scelto per integrare visioni, programmi e azioni delle componenti industriale e accademica. I Gtts hanno lo scopo di concretizzare le indicazioni strategiche della Roadmap, promuovere un processo di analisi dello stato dell’arte scientifico e industriale, monitorare i progetti attivi e le infrastrutture esistenti, definire le vie di sviluppo delle tecnologie specificando le priorità di ricerca e il loro livello di maturità tecnologica. Per ogni Linea di Intervento relativa alle tematiche di ricerca previste dalla Roadmap è stato costituito un Gtts specifico, coordinato da uno Steering Committee – composto da rappresentanti degli Enti di ricerca e atenei e delle aziende, soci del Cfi – che guida l’attività di roadmapping del Cluster, promuovendo lo sviluppo tematico e di specializzazione delle linee di ricerca, e coordinando la produzione di documenti tecnici dei Gtts con la supervisione del Comitato Tecnico Scientifico del Cluster. «Vogliamo rappresentare le esigenze di tutte le aziende del territorio, anche delle più piccole – chiosa Marini – Il ruolo che appartiene al Cluster è quello di fare animazione sull’innovazione. Dobbiamo stimolare l’espressione dei bisogni tecnologici delle imprese e farcene carico a livello nazionale come esigenza territoriale. Dall’altra parte dobbiamo anche definire delle linee guida. Va detto che nei singoli territori non abbiamo un’omogeneità di soggetti. Le organizzazioni regionali rivestono un ruolo particolare, sono soci che hanno ricevuto indicazioni specifiche dalla regioni. Ci si confronta per mettere insieme le specificità, tramite il comitato delle regioni».

Le organizzazioni regionali rivestono un ruolo particolare, sono soci del Cfi che hanno ricevuto indicazioni specifiche dalla regioni. Ci si confronta per mettere insieme le specificità, tramite il comitato delle regioni

Il Gruppo Roadmap a servizio della manifattura

«La Roadmap ha valenza sia verso il mondo esterno ma anche per le iniziative interne del Cluster Fabbrica Intelligente: ci permette di interfacciarci con le tematiche che rappresentano le necessità del manifatturiero e che vengono portare ai ministeri. Sono le Roadmap a creare confronto». Rosanna Fornasiero, ricercatrice Cnr e coordinatore Gruppo Roadmap, spiega così il significato della Roadmap, che definisce le strategie per il futuro del manufacturing nazionale. Tali visioni sono basate sull’evoluzione del contesto internazionale e permettono di individuare le azioni di ricerca e innovazione necessarie per la competitività del manifatturiero. L’attività del Gruppo comprende l’elaborazione di Roadmap nazionali strategiche pluriennali che sono periodicamente aggiornate e che costituiscono un documento di posizionamento forte e ufficiale sul futuro dell’industria. «La Roadmap di qualche anno fa aveva individuato sette linee di intervento, ma è stata aggiornata alla luce delle tematiche calde degli ultimi anni, da un punto di vista politico, economico, ambientale e sociale – prosegue Fornasiero – Ci siamo chiesti come questi cambiamenti possano influenzare il manifatturiero: ad esempio la mobilità elettrica innesca una sfida per la filiera dell’automotive, l’economia circolare per l’industria».

Lo scopo della nuova roadmap del Cfi

Partendo da questi scenari, il Gruppo ha ristrutturato le sette linee di intervento, che si sviluppano all’interno di una matrice che vede su una linea orizzontale i market driven, mentre su una linea verticale i technology driven. Queste linee si intrecciano, mettendone in evidenza i contenuti: da questa struttura gli esperti hanno lavorato per definire le priorità di ricerca, che rappresentano i percorsi di innovazione che le aziende sono chiamate a intraprendere nei prossimi anni. «Tutto questo è parte del sistema del Cluster Fabbrica Intelligente: la Roadmap è posta al centro, e i gruppi di lavoro supportano il Cfi per la sua stesura – conclude Rosanna Fornasiero – Per svolgere questo incarico abbiamo il supporto dell’Europa e degli stakeholder del comparto: un meccanismo a doppia entrata che permette di creare sinergie tra le diverse realtà. Le linee market driven e le applicazioni sono legate ai Lighthouse Plant, mentre i trend sulle tecnologie sono stimolati dai Pathfinder».

Il Gruppo roadmap ha ristrutturato le sette linee di intervento, che si sviluppano all’interno di una matrice che vede su una linea orizzontale i market driven, mentre su una linea verticale i technology driven. Queste linee si intrecciano, mettendone in evidenza i contenuti: da questa struttura gli esperti hanno lavorato per definire le priorità di ricerca, che rappresentano i percorsi di innovazione che le aziende sono chiamate a intraprendere nei prossimi anni

Conoscere le aziende del territorio attraverso i Cluster regionali

Animare i percorsi tecnologici delle aziende del manifatturiero e leggere le esigenze delle imprese del territorio: sono due tra i principali compiti del Cfi. Che si avvale dell’aiuto dei Cluster regionali – come il Cla –, dei lighthouse plant e dei pathfinder. I lighthouse sono grandi impianti produttivi in grado di integrare processi attraverso tecnologie avanzate. Forniscono esempi concreti di come sia possibile potenziare la manifattura grazie all’innovazione.

Animare i percorsi tecnologici delle aziende del manifatturiero e leggere le esigenze delle imprese del territorio: sono due tra i principali compiti del Cfi. Che si avvale dell’aiuto dei Cluster regionali – come il Cla –, dei lighthouse plant e dei pathfinder

«I nostri “impianti faro” sono Ansaldo, Abb, Hsd, Tenova – Ori Martin, Hitachi, Wartsila – spiega Paolo Vercesi, cluster manager Cfi – Mentre i pathfinder – Cisco, Deloitte, Ey, Sap, Siemens Industry Software – sono aziende leader che rendono visibili e percorribili percorsi di integrazione multisettore. Indicando le tecnologie abilitanti, le risorse per implementarle e fornendo esempi dimostrativi delle soluzioni e dei vantaggi che ne derivano. Presto verranno sviluppate le flagship, sezioni di un sistema produttivo – come singole linee o celle – attraverso le quali le pmi possono visualizzare le architetture aggregative e le tecnologie abilitanti, votate a evidenziare le potenzialità di nuove soluzioni e nuove tecnologie, anche replicabili all’esterno. Oggi è stata la volta del cluster lucano, nelle prossime settimane lo stesso format di evento sarà esteso anche a HIT Trentino e Comet FVG».

 

(Ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 25 ottobre 2021)














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