Iot: una galassia di nuovi modelli di business

IoT

di Shoumen Palit Austin Datta ♦ L’Internet delle cose cambia la società e le aziende, e rende possibile digital transformation e creazione di valore. Un cambiamento che  non è indolore e necessita di investimenti in cultura e formazione. Ecco come fare

Ospitiamo su Industria Italiana un articolo del  Dr Shoumen Palit Austin Datta, Senior Member, MIT Auto-ID Labs, Research Affiliate, Department of Mechanical Engineering, Senior Scientist, MDPnP Lab, Department of Anaesthesiology, Massachusetts General Hospital, Harvard Medical School (vedi scheda a fondo pagina per la biografia completa e la bibliografia relativa all’articolo). La traduzione dell’articolo intitolato originariamente  “Dynamic socio-economic disequilibrium catalysed by the Internet of Things” già pubblicato nel Journal of Innovation Management vol. 3, n. 3, 2015 è stata elaborata dalla Dr. Marianna Marchesi, Architetto e Ricercatore, Member of ISAAAC Association – Global Advisory Group .

 







L’autore dell’ articolo, il Dr. Shoumen Palit Austin Datta

L’evoluzione della tecnologia basata sul concetto di Internet delle Cose (IoT, dall’inglese Internet of Things) e l’IoT industriale (IIoT) ha avuto inizio più o meno nel 1988 grazie al lavoro di Mark Weiser al Research Center di Xerox a Palo Alto. In questo lavoro l’autore avanzò l’ipotesi che i computer potessero intrecciarsi alla vita di ogni giorno e, conseguentemente, influenzare il futuro dell’imprenditoria (Scientific American, 1991). Le conoscenze a cui Weiser alludeva si riferivano alla discussione di Herbert Simon nel suo articolo del 1987 “The Steam Engine and the Computer: What makes technology revolutionary” [Il motore a vapore e il computer: cosa rende la tecnologia rivoluzionaria] nel quale Simon fotografa la sua riflessione sul computer in questo modo: “you have to make friends with it, talk to it, let it talk to you” [devi fare amicizia con esso, parlare ad esso, lasciare che esso parli a te].

Quindi, contrariamente a quanto sostenuto con una esagerata pubblicità dai media, l’idea dell’IoT e il suo significato non sono nati da una presentazione (Bernardi, Sarma and Traub, 2017) a un imprenditore di prodotti al dettaglio.E’ stato nel 2000, con l’ articolo fondamentale intitolato “The Networked Physical World” (MIT-AUTOID-WH-001) che è stata data origine al concetto di IoT (Manyika et al., 2011; Sarma et al., 2000) e all’evoluzione dell’IoT. Le vicende relative all’IoT – incluso il nome “internet of things” – sono state oggetto di discussione in un recente simposio presso la Sloan School of Management al MIT (The MIT Sloan CIO Symposium, 2013).

Una nuova rivoluzione

La connessione degli oggetti fisici (composti di atomi) alle informazioni (confezionate in bit) potrebbe dare seguito a un ‘altra rivoluzione che in molti, tra cui Neil Gershenfeld, hanno predetto. L’attuale cambiamento viene spesso indicato come la terza rivoluzione industriale in relazione alla seconda, l’era dell’Informazione, e alla prima rivoluzione industriale. In alcuni settori, l’attuale tendenza (anche definita come Industria 4.0) è indicata come l’età dei sistemi ciber-fisici (CPS, dall’inglese cyber-physical system).

Si suppone che le rivoluzioni modifichino il futuro che ci aspetta e la terza rivoluzione non farà eccezione: genererà attriti sia sociali che economici. Un conflitto con l’attuale status quo che sarà fuori dall’ ordinario. Determinerà uno scontro tra visionari e persone dotate di scarsa immaginazione, nonchè tra vecchie idee asfittiche contrapposte all’ innovazione prorompente e geograficamente delocalizzata, con il risultato che l’incantesimo tecnologico si riverserà nelle nostre vite. Esperti, osservatori di mercato e figure di spicco del mondo industriale sono divisi nelle loro convinzioni relativamente alla capacità di trasformazione delle tecnologie e alla connettività diffusa di cui ha bisogno l’IoT.

Sta emergendo con forza dirompente un attrito sociale dovuto al deterioramento della privacy per come viene intesa tradizionalmente e una sua ridefinizione che sfida le convinzioni vecchio stampo. C’è una preoccupazione giustificata che riguarda la sicurezza e, contemporaneamente , c’è riluttanza a rinunciare ai benefici ad essa associati. Un attrito di carattere finanziario si evidenzia sia nelle nazioni industrializzate sia nelle economie emergenti ogni qual volta manodopera non qualificata diventa parte della forza lavoro. La manodopera, in generale, aborre l’automazione, la quale restringe la domanda di lavoro non qualificato e crea un impatto negativo sull’economia e sulla società nel loro insieme.

Ma queste non sono osservazioni nuove, sono tendenze secolari che si ripeteranno ancora e ancora, anche se con differenti sfumature. Secondo lo storico economista Norman Poire, i cinque secoli compresi tra il 1440 e il 1939 furono i più dinamici di tutta la storia. Molti progressi tecnologici apparvero in quel periodo, ma tre invenzioni emersero rispetto al resto come punti di svolta nell’evoluzione della tecnologia, e condussero ad un decisivo mutamento sociale. L’invenzione della macchina tipografica ad opera di Johannes Gutenberg nel 1440 spronò l’arrivo della Rivoluzione dell’Informazione che diffuse il Rinascimento attraverso l’Europa.

Nel 1609 il telescopio di Galileo Galilei diede inizio alla Rivoluzione Scientifica e all’Epoca dell’Illuminismo. La Rivoluzione Industriale e il Marxismo arrivarono poco dopo l’invenzione della macchina a vapore da parte di James Watt nel 1769. Nel 1939 apparve una quarta innovazione tecnologica: in quell’anno John Atanasoff e il suo studente Clifford Berry inventarono il computer elettronico digitale e inconsapevolmente con esso avviarono la seconda Rivoluzione dell’Informazione. Poco meno di un secolo più tardi, siamo ancora alle soglie di un’altra fase di cambiamento. La terza rivoluzione industriale potrebbe incoraggiare decisamente la grande convergenza della rivoluzione industriale con la rivoluzione dell’informazione, con tutte le incognite esistenti.

 

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John Atanasoff e il computer digitale messo a punto con Clifford Berry
Gli effetti sul mercato del lavoro

Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee alla Sloan School of Management (Center for Digital Business) dell’MIT si interrogano sugli attriti che potrebbero manifestarsi in seguito alla terza rivoluzione: maggiore disoccupazione e una crescente disuguaglianza (Race against the Machine e The Second Machine Age). Una analisi incisiva relativamente alle disuguaglianze è presente anche nei lavori di Joseph Stiglitz (The Price of Inequality) e Robert Reich (Inequality for All). Brynjolfsson e McAfee ripercorrono la discussione sulla elevata disoccupazione che John Maynard Keynes aveva definito come “disoccupazione tecnologica” negli anni `30. Robert Frank negli anni ’90 e anche nel suo libro The Darwin Economy rivisita lo stesso tema e lo individua come quello che, catalizzato dalla tecnologia, la fa da padrone sui mercati del lavoro.

Brynjolfsson e McAfee prevedono che il nostro mondo “prospererà sulla frontiera digitale ”. Ma cosa si può dire riguardo il percorso per raggiungere questa frontiera digitale? La strada che si staglia di fronte a noi è piena di insidie, tra nazioni in lotta, malnutrizione, scarse condizioni igieniche, inadeguata istruzione e scarsità di energia. Considerati assieme, già di per sé questi fattori hanno la capacità di alimentare in maniera lampante attriti socio economici, che potrebbero essere ulteriormente esacerbati dalle caratteristiche ascritte alla diffusione globale dell’IoT.

L’impossibile definizione di un unico standard globale per l’ IoT

I frutti che possono derivare dall’IoT dipenderanno dalla nostra abilità di scambiare e condividere informazioni tra sistemi, oggetti e apparecchi in differenti ambienti, che supportano diversi standard operativi, procedurali e applicativi. Non è possibile coltivare l’aspettativa che il mondo cerchi a tutti i costi di supportare un unico comune standard. Quindi nessuna standardizzazione di per sé, ma lo scambio e la condivisione di informazioni tra i principali standard saranno la chiave per la diffusione dei prodotti e dei servizi dell’IoT e dell’IIoT, (Industrial IoT) che metterano capo al dominio di tutte le cose meccaniche.

Le aziende leader nel campo industriale devono abilitare standard aperti per le interfacce (APIs) attraverso le quali i prodotti delle piccole e medie imprese (SMEs) possono connettersi ad un bus, a un canale globale comune (un insieme di collegamenti fisici utilizzati  da più elementi per scambiare informazioni da elaborare ) in modo da accedere al collegamento e includere i loro servizi a valore aggiunto i loro computer o valorizzare le loro applicazioni di nicchia. Lo sviluppo sistematico di una dorsale open di connessione è decisivo nell’acquisizione di dati e nella diffusione dell’IoT.

In definitiva sarà la capacità di estrarre informazioni dai dati a guidare la value proposition della connessione. I dati economici fondamentali relativi ai costi di compravendita nella connessione (The Nature of the Firm di Ronald Coase, 1937) determineranno il ROI, la resa del capitale investito, che influenzerà l’adozione del business da parte delle aziende.
L’enfasi sulla ricerca di risultati che siano immediatamente conseguibili e di un ritorno a breve termine, prevalenti nel mondo aziendale, può avere un impatto sulla misura dell’acquisizione dei dati. Investimenti inadeguati possono limitare gli strumenti necessari per accumulare una massa critica di dati. In ogni caso, senza un numero sufficiente di dati, gli strumenti di analisi potrebbero fallire nell’ evidenziare dei modelli non evidenti. Un’azione di questo tipo risulta necessaria se i motori di analisi dinamica in tempo reale (all’edge e al core ) rappresentano una delle strade per monetizzare l’IoT. Nuove fonti di fatturato potrebbero essere create da micro pagamenti basati su modelli “pay-per-analytics” di “information arbitrage”, che utilizzeranno analisi intelligenti predittive per implementare il supporto decisionale nel caso di attività semi autonome.

 

IoT
Stilizzazione grafica delle potenzialità IoT

 

Per l’ Iot è necessario un dispiegamento su larga scala

Troviamo una lezione sulla acquisizione e l’analisi dei dati occultata nel classico esperimento di meccanica quantistica descritto come il cosiddetto esperimento della doppia fessura di Young. Una variazione dell’esperimento venne eseguita al HCRL (Hitachi Central Research Labs) dal Dr. Akira Tonomura (1942-2012). Si constatò lo sviluppo di modelli di interferenza derivanti da singoli elettroni, ma il fenomeno non si manifestò se non quando un numero sufficiente di elettroni poté oltrepassare la fessura (HITACHI, 2015). La lezione che ne deriva per il mondo degli affari è ovvia: condurre test ed esperimenti a una piccola scala potrebbe non offrire adeguati risultati o potrebbe fornire indicazioni sbagliate perché… non si può costruire un elefante utilizzando un topo come modello. Questo lavoro è rivelatorio, perché dimostra come il dispiegamento su larga scala può essere la chiave per estrarre valore significativo da strumenti e tecnologie che possano fornire soluzioni quando sono combinate e convergenti.

Un’ altra lezione da tener presente può essere individuata nella storia delle tecnologie generali di processo, in particolare nelle strategie che resero possibile la diffusione dell’elettricità (The Economic Future in Historical Perspective edited by P. A. David and M. Thomas, Oxford University Press, 2003). Il termine ‘disruptive’ utilizzato da Clayton Christensen in “The Innovators Dilemma” è una iperbole basata sul concetto originale di tecnologie generali di processo (GPT, dall’inglese general process technologies) introdotto durante l’epoca dell’elettrificazione per indicare una integrazione sistemica, contrapposta a un uso ad hoc, di momento. Christensen usò impropriamente la parola e fuorviò il mondo delle aziende utilizzando un’analisi povera di dati per far pensare che ogni cosa è disruptive.

 

Utilizzazione etichette RFID

 

Negli ultimi 15 anni abbiamo osservato la mancanza di integrazione sistemica del RFID (dall’inglese Radio-Frequency Identification; in italiano identificazione a radiofrequenza). Di conseguenza, non abbiamo tratto sufficiente profitto dalla capacità dei tag RFID di acquisire un elevato volume di dati tramite un approccio di sistema. Come risultato, non siamo stati in grado di fornire adeguata trasparenza all’interno delle supply chains e i risparmi derivanti dalla catena di valore rimangono ben al di sotto delle attese. Le considerazioni che si possono trarre dall’ abbandono dall’iniziativa RFID a WalMart (Florian Michahelles [2010] Is RFID dead? Auto-ID Labs St. Gallen, ETH Zurich), non riguardano il fallimento di una tecnologia, ma un utilizzo inadeguato dei data tools nel contesto del processo di svolgimento del business.

Dall’ IoT ( Internet of things) all’ IoS ( Internet of Systems)

L’ IoT può imparare dalla storia dell’elettrificazione e da quella dell’ RFID così da individuare i modi migliori per farsi progressivamente spazio nella nostra realtà quotidiana attraverso l’integrazione dei sistemi, la connessione, e gli applicativi. L’IoT deve evolversi dall’internet delle cose all’internet dei sistemi (IoS). Dalla connessione tra ecosistemi di sistemi può arrivare il prossimo tsunami di redditività. A sua volta questo genererà ancora più dibattito nelle nostre agende di politica sociale relativamente a sicurezza, privacy, fiducia e aspetti relativi all’etica. La connettività IoT e la comunicazione con gli oggetti e i processi cambierà la maniera in cui interagiremo e ci comporteremo nelle nostre vite personali e professionali, nell’era dell’IoS.

Il perseguimento dell’ autonomia nell’assistenza sanitaria, nel trasporto e nella produzione creerà nuove soluzioni e vecchi grattacapi, e genererà nuovi modelli di business. La possibilità di diagnosticare un tumore almeno un decennio prima che si manifesti non è un’illusione. Il veicolo autonomo che si parcheggia da solo e un carico merci che arriva a destinazione senza la presenza di umani nel processo è ormai storia vecchia. La morte delle giacenze di magazzino e la nascita delle produzioni distribuite su richiesta (dMOD) marginali (dMODE) rappresenta l’embrione della Manifattura 5.0, catalizzata dalle stampanti 3D. Con le valvole cardiache fino ai nano-satelliti, con l’assistenza attiva e passiva (SMAP) per l’umidità del suolo messa a punto dalla NASA ai fini dell’agricoltura di precisione, con l’acqua potabile desalinizzata priva di arsenico e depurata dal grafene e ogni cosa esaltante che sta nel mezzo (web neurosinaptico e chip neuromorfici), abbiamo appena cominciato il viaggio dei prossimi 100 anni.

 

Jeff Immelt, Chairmam & CEO GE ( Photo by Gage Skidmore )

 

Secondo Jeff Immelt di GE « nel futuro ci si aspetta una fabbrica globale e aperta di macchine altamente intelligenti che si connettono, comunicano e cooperano con noi. Quando si parla di Internet industriale non si parla di un mondo fatto girare dai robot, ma si parla di mettere insieme le migliori tecnologie del mondo per risolvere le nostre sfide più importanti. Vale a dire quelle che riguardano l’energia economicamente e ambientalmente sostenibile, la cura di malattie incurabili e la predisposizione delle nostre infrastrutture e città in vista dei nostri prossimi 100 anni.»

La connettività diffusa cambierà i modelli di comportamento

L’attrito economico risulta con evidenza quando si considera la perdita delle mansioni ripetitive a reddito medio, che possono essere largamente automatizzate o che possono disporre di strumenti online per il loro svolgimento. Cassieri di banca, addetti alla cassa del negozio e anche insegnanti di scuola superiore saranno eliminati dalla forza lavoro a favore di sportelli bancomat, casse self-service e MOOC (Massive Open Online Courses; in italiano, corsi online aperti su larga scala). Questo non è solo dovuto all’IoS, ( Internetwork Operating System) ma all’integrazione della modellistica computazionale nella nostra vita di tutti i giorni, come previsto da Herbert Simon e Mark Weiser.

 

Gli sportelli bancomat hanno eliminato personale dalle banche

 

La connessione dell’IoS con una più vasta interdipendenza di oggetti e processi unita all’esposizione ad un maggiore grado di monitoraggio (per esempio nella salute) indurranno cambiamenti nel comportamento con una crescente diffusione dell’IoT. Che poi la connessione ubiquitaria modifichi l’attività razionale contrapposta a quella irrazionale, è tutto da vedere e da essere analizzato (Thinking Fast and Slow di Daniel Kahneman). I risultati di queste analisi devono essere presi in considerazione nella progettazione di oggetti e servizi futuri, per esempio l’ospedale wireless o le macchine per la risonanza magnetica (RM) situate in stazioni di rifornimento d’idrogeno, o quelle portatili per i raggi X nei presidi medici di Amazon. L’utilità di queste proposte potrebbe dipendere dall’ etica socio economica della società (Scarcity di Sendhil Mullainathan) e dal livello raggiunto nell’ambito dello sviluppo socio-economico (Development as Freedom di Amartya Sen).

La previsione che la connettività cambierà i modi del comportamento è radicata nei fondamentali principi della fisica delle particelle. Il cosiddetto  effetto dell’osservatore”, si riferisce ai cambiamenti che l’azione dell’osservare avrà sul fenomeno osservato, da non confondere con il principio di indeterminazione proposto da Werner Heisenberg. Il primo potrebbe spiegare perché uno può cantare sotto la doccia e non in pubblico. Si può osservare che il comportamento collegato, in particolare la centralità temporale nei sistemi ciber-fisici (hardware e software integrati con oggetti fisici), cambia se uno qualsiasi dei componenti viene modificato, anche se i componenti sono pressochè identici. Il rendez vous con il tempo può a volte risultare difficile.

 

Per Datta è importante aumentare l’inclusione del personale femminile nella forza lavoro
La necessità di ammodernamento dell’istruzione pubblica

In aggiunta alla lentezza dei cambiamenti nel comportamento, pure il riequilibrio economico sarà lento, perchè sono necessari cambiamenti di massa del nostro sistema educativo per ottimizzare il consumo sociale dei frutti derivati dalla tecnologia. Nessun quantitativo di tecnologia o corsi online inibirà la diffusione della frattura nel nostro sistema finanziario, a meno che non venga ammodernata l’educazione pubblica, ripristinato il rispetto per l’università, ci si rifocalizzi sul rigore,vengano rinnovati tutti gli aspetti della ricerca scientifica, restaurata la dignità dovuta all’insegnante e riaccesa la passione che ci si attende dall’insegnante stesso. La filiera emergente del talento deve includere con dovizia ragazze che siano eccellenti in matematica, e che possano programmare e scrivere in maniera logica.

È essenziale che le donne abbiano come obbiettivo il raggiungimento di un elevato livello nelle scienze, in ingegneria, matematica economia e filosofia. Come possiamo accettare che il 50% circa del potere intellettivo sia escluso dalla forza lavoro? Donne istruite contribuiranno all’educazione di ragazzi che siano rispettosi e ragazze che si possano distinguere. Tutto questo insieme accelererà la parallela innovazione di massa proveniente dai più distanti recessi del mondo e che sta preannunciando uno spostamento tettonico anche nei più tradizionali business. L’approccio analisi-paralisi dei colossi potrebbe portarli all’estinzione, qualora rimanessero noncuranti del fatto che l’insuccesso è la nuova strada del successo e l’insuccesso è il mantra per coloro che desiderano avere successo.

 

Fabbrica di motori Tesla, una delle aziende protagoniste del nuovo business

I nuovi modelli di business

L’innovazione distribuita richiede un approccio imprenditoriale e un’azione aggressiva che si svolge su livelli multipli simultanei piuttosto che la mitica soluzione semplice e diretta ad un problema complesso (Innovation: The Attacker’s Advantage di Richard Foster). L’industria dei tassisti contro Uber, l’industria alberghiera contro Airbnb e le agenzie interinali contro Upwork sono un chiaro esempio. L’esplosione di strumenti ingegneristici ha drammaticamente ridotto il ciclo di tempo necessario per introdurre innovazioni comprimendo enormemente il tempo necessario dalla concezione (sviluppo della filiera) alla realizzazione ( funzionamento della filiera). I giganti dell’industria devono imbrigliare questa esplosione liberandosi delle piattaforme in modo da aggregare intelligenza che può operare su piattaforme open source. Il flusso di micro-entrate che deriva da miliardi di ping (Packet internet grouper) sul tuo prodotto sarà quello che fa la differenza e quel data service a valore aggiunto sará messo in relazione con l’analisi intelligente dei dati e il possesso di una informazione operativa fino al punto d’utilizzo, prima che il dato si deteriori.

Ad ogni modo, la dinamica di deperibilità dei dati cambia quando la raccolta della loro serie storica è molto più determinante per l’analisi predittiva (ad esempio l’assistenza sanitaria) piuttosto che per i dati di breve vita (per esempio, la misura del tempo medio di guasto (MTBF) per i pezzi di ricambio). Il trasporto e l’archiviazione dei dati sono importanti in questo business, ma i consumatori potrebbero voler pagare solo per il real-time analytics (l’istantaneo accesso e uso dei dati di analisi); i consumatori si aspettano che i dati grezzi siano gratis.

Ad ogni modo tutti i vantaggi sono temporanei. L’esperienza finanziaria di guadagni derivati da micro-entrate per il noleggio della piattaforma è una delle ragione per cui Apple ha aperto il suo “bus” affinchè chiunque potesse salirvi (creando applicativi). Le App vi si riversano in massa da ogni parte del mondo. Il creatore di app è parte della valanga economica che ha consentito ad Apple, in qualità di gestore del canale, di aggregare micropagamenti utilizzando l’open innovation. Questo meccanismo di aggregazione da milioni di small data ha consentito ad Apple di realizzare il piú grande database di pagamenti al mondo per la modesta somma di 99 centesimi alla volta. Il successo di PayPal ha alimentato Tesla, la quale potrebbe svendere sottocosto l’auto in modo da piazzare batterie estraibili al graphene e servizi a bordo basati sul SDN (Software Defined Networking).

L’automobile può diventare la rete elettrica mobile del futuro per la distribuzione off-grid dell’energia sostituendo le reti smart fisse. Dare la disponibilità libera di prodotti in cambio di micro-entrate derivate dal pagamento dei servizi in base all’effettivo utilizzo (pay per use) è una strategia di business collaudata (stampanti contro inchiostro, telefoni cellulari contro servizi, distributore di acqua fredda contro acqua imbottigliata) per accrescere quei micro-guadagni che godranno di una lunga vita e comproveranno il valore della “ long tail ” .

Il consumatore istruito è il miglior consumatore

È previsto che la diffusione dell’IoT e dell’IoS dia luogo a nuovi prodotti e servizi (Datta, 2015 b). Il consumo di questi beni e i miglioramenti in efficienza potrebbe generare una crescita economica talmente grande da indurre all’ euforia gli amministratori delegati. Secondo GE, Cisco e altri, l’IoT e l’IIoT potrebbero aggiungere circa da 14000 a 19000 miliardi di dollari all’economia globale nel corso del prossimo decennio. Per materializzare questi numeri è necessaria un’esplosione di consumerismo.

I milioni di persone che scrivono sui muri o che pubblicano fotografie per tenere a galla il tappo del mercato dei software della bolla dei social media, appartengono ad un gruppo i cui guadagni non permettono di comprarsi la macchina parlante o l’avatar per gestire il tè del mattino a letto, o la laparoscopia robotica. Il consumatore istruito è il migliore consumatore. La bolla dell’economia dei social media del chiacchiericcio frenetico può essere limitata dalla quantitá di “energia sottesa dalla curva” e l’irrazionale esuberanza potrebbe alimentare la prossima recessione globale, potenzialmente dietro l’angolo (2020-2022). Con l’ultimo anno di recessione nel 2008, attendiamo la prossima attorno al 2022, se è vero che il “ciclo di espansione e contrazione” ha una periodicità di 14 anni, stando a quanto dice Finn Kydland (Premio Nobel in Economia, 2004).

 

Datta: una smart city è realmene smart senza cittadini smart

Negli Stati Uniti si stano sviluppando numerose iniziative che riguardano l’industria e il mondo accademico per indirizzare la nuova generazione di innovazioni verso l’IoT spaziale, l’IoT industriale, l’IoS e le entusiasmanti possibilità derivate dalla ricerca nei sistemi ciberfisici (CPS). Numerosi consorzi sono stati creati nel 2014-2015 con il supporto dalle aziende leader nel mercato. Numerosi gruppi accademici fanno da battistrada con nuove invenzioni ed innovazioni. L’Unione Europea ha finanziato un massiccio programma pluriennale chiamato Horizon 2020 per un importo pari a più di 100 miliardi di dollari per esplorare la crescita dell’IoT e aiutare a raccogliere i frutti del guadagno economico inaspettato.

Ma sarà un flagrante errore da parte della leadership globale ignorare le previsioni economiche continuando a lucidare la cromatura senza prestare attenzione a calibrare il motore dell’educazione. Una città smart (Datta, 2015 a) è realmente smart senza cittadini smart? L’umanità ha bisogno di sognatori (Datta, n.d.) e l’istruzione (Datta, 2014) è il sale per eccellenza (Salt di Mark Kurlansky), che agisce come fornitore di ispirazione, immaginazione, invenzione, innovazione guidando l’implementazione di idee (Datta, 2015 b). L’istruzione di un ragazzo potrebbe cambiare il destino di un uomo. L’istruzione di una ragazza potrebbe cambiare il destino di una nazione.

 

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                                               Shoumen Palit Austin Datta

 

Il Dr Shoumen Palit Austin Datta è Senior Member del MIT Auto-ID Labs, Research Affiliate at the Department of Mechanical Engineering, School of Engineering, MIT and Senior Scientist, MDPnP Lab, al Massachusetts General Hospital, Harvard Medical School . In precedenza è stato co-fondatore e Executive/ Research Director del MIT Forum for Supply Chain Innovation (2001-2010) e della MIT School of Engineering, e membro dell’ Auto ID Center al MIT (1999-2003), del MIT Data Center (2004-2006) e del MIT Energy Initiative (2008-2009).

Come scienziato ricercatore per la Engineering Systems Division, MIT School of Engineering, ha analizzato nell’ambito dell’ innovazione tecnologica RFID, IoT, supply chain, data analytics e la convergenza delle soluzioni in verticale. Ha insegnato Supply Chain, Strategy and Management alla MIT Sloan School of Management. Ha tenuto corsi per executive education al MIT e in altre diverse istituzioni negli Stati Uniti, in Europa e Asia. E’ membro fondatore e Senior Vice President dell’ Industrial Internet Consortium (IIC) e Senior Vice President dell’ Object Management Group (OMG). Il suo impegno con il MDPnP Programal Massachusetts General Hospital, Harvard Medical School riguarda la convergenza tra l’interoperabilità delle apparecchiature mediche con le attrezzature in via di sviluppo nell’ambito medicale, relativamente ai CPS e all’ IoT.

 

Shoumen Datta
Shoumen Palit Austin Datta

 

I suoi interessi spaziano dall’ IoT/IIoT alla promozione della vision dell’ internet of systems (IoS) che estende la connettività ubiquitaria, incluso l’ industrial internet, per catalizzare la crescita economica globale . E’ autore di diversi articoli riguardanti l’evoluzione dell’ industrial internet (2003), isoftware intelligenti (2001), gli ambienti per l’analisi predittiva , la gestione e le operazioni generali relative alla supply chain , l’utilizzo dei sensori nelle piattaforme sanitarie, le energie rinnovabili e tutte le varie forme della trasformazione digitale dell’economia globale. Ha svolto il ruolo di advisor per associazioni e governi incluso il Dipartimento della difesa statunituse, le Nazioni Unite (UNDP), la World Customs Organization (WCO) e altri ancora.

E’ stato Research Fellow in Medicina (Thyroid Lab, Neuro-Endocrine Lab, Molecular Oncology) al Massachusetts General Hospital and Instructor in Medicine all’ Harvard Medical School. E’ stato Research Associate al Whitehead Institute del MIT e membro del MIT Human Genome Project, così come Research Scientist all’ University of California UCSF School of Medicine, San Francisco, California. Il Dr Datta si è impegnato nel settore pubblico per migliorare l’educazione e la tecnologia come Special Assistant per City & County of San Francisco, California; Science Education Partnership alla UCSF School of Medicine; Berkeley Pledge initiative all’University of California, Berkeley and Chair of the National Task Force on Education, Workforce and Technology sponsored by ITAA, US Department of Commerce e per The White House Council of Economic Advisers.

 

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   Bibliografia

Linda Bernardi, Sanjay Sarma and Kenneth Traub (2017) The Inversion Factor: How to Thrive in the IoT Economy. MIT Press, Cambridge, MA. https://mitpress.mit.edu/books/inversion-factorDatta, S. (2014). Far Reaching Changes in the Near Future [e-book]. Accessed September 2015. https://dspace.mit.edu/handle/1721.1/111021
Datta, S. (2014). Internet of Systems (IoS) – Economic Re-equilibration Catalyzed by Internet of Things (IoT). Accessed September 2015. http://bit.ly/MIT-IOT
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Manyika,J., Chui, M., Brown, B., Bughin, J., Dobbs, R., Roxburgh, C.,& Hung Byers, A.(2011). Big data: The next frontier for innovation, competition, and productivity. McKinsey Global Institute. Accessed September 2015. http://tinyurl.com/Industrial-Internet
Sarma, S., Brock, DL., & Ashton,K. (2000). The Networked Physical World. MIT AUTO-ID CENTER. Accessed September 2015. http://cocoa.ethz.ch/downloads/2014/06/None_MIT-AUTOID-WH-001.pdf
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