La missione del cloud nel Recovery Plan di Mario Draghi

di Aldo Agosti ♦︎ Uno dei capisaldi del piano italiano è una Pa veloce e scattante al servizio delle imprese. Ecco gli interventi in chiave "nuvola"

Ogni webinar consentirà di mettere a fattore comune le esperienze e il carattere di quest’epoca centrandole sulle specificità del settore verticale,

Missione cloud. Il Recovery Plan sul tavolo del Consiglio dei ministri domattina mira a una trasformazione della Pa in chiave digitale. Ma come? Con un approccio cloud first, come si legge nella bozza del documento di 320 pagine. Si tratta del principio in virtù del quale, in via prioritaria, le Pa devono adottare il paradigma cloud prima di qualsiasi altra opzione tecnologica per la definizione di nuovi progetti e per la progettazione dei nuovi servizi nell’ambito di nuove iniziative da avviare.

Obiettivo “porterà alla migrazione dei dati e degli applicativi informatici delle singole amministrazioni verso un ambiente cloud. Questo processo consentirà di razionalizzare e consolidare molti dei data center oggi distribuiti sul territorio, a partire da quelli meno efficienti e sicuri (il 95% dei circa 11mila data center/centri di elaborazione dati distribuiti utilizzati dagli enti pubblici italiani presenta oggi carenze nei requisiti minimi di sicurezza, affidabilità, capacità elaborativa ed efficienza)”, si legge.







La trasformazione “sarà attuata secondo due modelli complementari. In funzione dei requisiti di performance e scalabilità e della sensibilità dei dati coinvolti, le amministrazioni centrali potranno migrare sul Polo Strategico Nazionale, una nuova infrastruttura dedicata cloud (completamente “privata” o “ibrida”), localizzata sul territorio nazionale e all’avanguardia in prestazioni e sicurezza, oppure migrare sul cloud “public” di uno tra gli operatori di mercato precedentemente certificati”.

Ancora, il supporto alle amministrazioni che aderiranno al programma di trasformazione sarà realizzato con “pacchetti” completi che includeranno competenze tecniche e risorse finanziarie. In una logica di vera e propria migration as a service “si aiuteranno le amministrazioni nella fase di analisi tecnica e di definizione delle priorità, con risorse specializzate nella gestione amministrativa, nella contrattazione del supporto tecnico esterno necessario all’attuazione e nell’attività complessiva di project management per tutta la durata della trasformazione. Per facilitare l’orchestrazione di questa significativa mole di lavoro significativa verrà creato un team dedicato che si occuperà di censire e certificare i fornitori idonei per ogni attività della trasformazione e, successivamente, di predisporre “pacchetti”/moduli standard di supporto”.

Alla fine la transizione al cloud favorita da questi primi due investimenti favorirà anche lo sviluppo di un ecosistema di imprese e startup in grado di integrare e migliorare l’offerta e la qualità di prodotti software per la Pa.














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