Smart City/2: le strategie di Cisco per aggredire le città italiane

di Marco de’ Francesco ♦ Genova, Palermo, Perugia, Trieste, Milano sono le città interessate dall’innovazione digitale alla quale il programma di formazione Digitaliani del gigante dell’ IT fa da apristrada. Cyber security, data center, connettività wifi e una piattaforma per integrare i dati dei sistemi urbani

Dopo il Friuli -Venezia Giulia, Palermo, Perugia e Milano, altri due enti territoriali hanno deciso di farsi smart, e di porre l’innovazione al centro dei loro sistemi. Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, il sindaco di Genova Marco Bucci e l’ad di Cisco Italia Agostino Santoni hanno siglato due protocolli di intesa espressione di Digitaliani, il programma di investimenti che gigante globalizzato del networking e dell’IT ha lanciato in Italia per accelerare la digitalizzazione nel nostro Paese. Uno riguarda il consolidamento dei data center della pubblica amministrazione a livello regionale, con soluzioni di disaster-recovery; l’altro un’infrastruttura per offrire connettività di rete wi-fi in un Museo e nel parco circostante.

In realtà, tutti gli accordi ripetono elementi strategici comuni che discendono da Digitaliani: education, innovazione e sperimentazione. In generale, un limite attuale alla proliferazione delle smart city è invece nella carenza di finanziamenti: le pubbliche amministrazioni sono a corto di budget, mentre i privati sono disposti ad aprire il portafoglio in vista di un tornaconto. C’è chi pensa che per stimolare l’investimento dei privati, occorre che i dati vengano messi a disposizioni dei questi. Ne abbiamo parlato con il Business development manager in Cisco Italia Fabio Florio.







 

La firma del protocollo con la Regione Liguria. Al centro l'ad Cisco Italia, Agostino Santoni
La firma del protocollo con la Regione Liguria. Al centro l’ad Cisco Italia, Agostino Santoni

Il protocollo con la Regione Liguria

Sicurezza informatica, rafforzamento delle competenze digitali e collaborazione con start-up e università per la trasformazione digitale. Il piano ha tre obiettivi. Anzitutto, definire insieme all’ente pubblico un modello per offrire soluzioni tecnologiche innovative e sicure, nell’ambito di progetti strategici finanziati dalla Regione e gestiti da Liguria Digitale – società per azioni che ha per soci principali la Regione stessa, le Asl, gli enti parco e altri, e che sviluppa la strategia digitale degli enti soci per i cittadini, le imprese, i turisti e la pubblica amministrazione locale. Per esempio, Cisco contribuirà allo sviluppo della sala di controllo di Liguria Digitale per la cyber security. Paolo Piccinini, ad di Liguria Digitale, l’ha messa così: «Vogliamo rendere sempre più potenti i nostri data center perché rispondano ai requisiti di una infrastruttura candidata a essere Polo Strategico Nazionale». Secondo Florio «si tratta, in buona sostanza, di consolidare i data center della pubblica amministrazione, anche per questioni di sicurezza, con soluzioni di disaster-recovery e di tutela dei dati dei cittadini».

Il secondo obiettivo è quello di rafforzare il programma Cisco Networking Academy sul territorio (e ciò attraverso la Digital Academy di Liguria Digitale) proponendo a giovani e insegnanti corsi di formazione dedicati alle competenze digitali più richieste dal mondo del lavoro. È un programma che Cisco porta avanti da 20 anni. Secondo l’azienda, «le materie saranno la cybersecurity, l’Internet delle Cose, l’imprenditoria digitale e l’utilizzo delle reti. Le attività si svilupperanno nei laboratori di Liguria Digitale, al Great Campus, in alcuni sedi scolastiche e in sinergia con i centri per l’Impiego regionali». Si potranno formare 1.000 studenti nell’ambito del progetto alternanza scuola-lavoro. Il terzo è la collaborazione con start-up, università e mondo della ricerca per iniziative nell’ambito della trasformazione digitale.

 

 

Il protocollo con il Comune di Genova

Una piattaforma wi-fi per valorizzare un’area di pregio, formare i cittadini al digitale e creare un polo di attrazione. Si tratta anzitutto di realizzare nell’area del Museo di Villa Croce un’infrastruttura per offrire connettività di rete wi-fi nel Museo e nel parco circostante. Si tratterà di una rete, realizzata con l’apporto tecnico scientifico e l’esperienza di Liguria Digitale, con caratteristiche tali da permettere di fruire di applicazioni innovative legate al mondo della cultura e valorizzare, con l’uso di tecnologie quali la realtà aumentata, le opere d’arte moderna esposte nel Museo. Secondo Florio «per Genova la cultura e il turismo sono una questione centrale. La risposta contempla musei digitalizzati e piattaforme di wi-fi. È stato realizzato un canale di comunicazione bidirezionale, tra Comune e cittadini».

Il secondo punto è la formazione digitale per i cittadini. Anche qui, il Comune di Genova e Cisco intendono sviluppare progetti congiunti legati al programma di Cisco Networking Academy, di cui si parlerà fra poco. Il terzo, invece, è la creazione di un “polo di attrazione” per tutte quelle realtà che si occupano di innovazione (quali le start-up). La citata infrastruttura di connettività, nelle intenzioni del Comune, può supportare anche lo sviluppo di nuovi servizi digitali di comunicazione tra amministrazione e cittadini – e viceversa. Il compito di realizzare le applicazioni spetta alle start-up del territorio.

La strategia di Cisco per le smart-city: education, innovation e sperimentazione

Secondo Santoni, «i progetti che fanno parte di questo accordo dimostrano che la pubblica amministrazione locale può essere protagonista dell’innovazione. D’altra parte, con le due amministrazioni condividiamo una visione di ampio respiro che porterà benefici a lungo termine per tutti». Ma quale strategia si cela dietro i patti con gli enti territoriali? Secondo Florio «gli accordi ricalcano il disegno e il metodo di Digitaliani (di cui si parlerà fra poco), progetto teso a migliorare le competenze digitali sul Belpaese; grazie a questo piano, siamo riusciti a formare in due anni già contomila persone. Così, quando si firma una convenzione con un certo ente territoriale, il tema delle le competenze necessarie per lavorare ed essere cittadini nel mondo va sempre inserito.

Va peraltro sottolineato che ci si impegna ad operare con le Academy già presenti, se ci sono. Altro tassello di rilievo riguarda il rapporto tra l’innovazione e le realtà che possono generarla: si tratta di dar vita ad un ecosistema virtuoso che metta insieme start-up e aziende più grandi, università, acceleratori e incubatori, nonché sviluppatori di IT. Infine, si tratta di individuare l’ambito di intervento, tenendo conto che le azioni poste in essere saranno tailor-made sulle esigenze particolati del territorio interessato. L’obiettivo, però, è realizzare casi d’uso replicabili in situazioni simili. L’idea è che ciò che si è fatto in un centro storico, si possa fare in un altro. D’altra parte, alla fine si tratta di limare i costi per la collettività ed aumentare i servizi; e, da questo punto di vista, il digitale aiuta».

 

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Fabio Florio,Business development manager Cisco Italia

Digitaliani, verso il rinnovo

Una macchina per sviluppare competenze digitali e la comunità di start-up. Secondo Florio «il programma procede bene. Siamo al terzo anno del primo triennio; tecnicamente, dovrebbe finire nel 2018, ma è molto probabile che sarà rinnovato. L’investimento complessivo è stato pari a 100 milioni di dollari». Investimenti strategici annunciati il 19 gennaio 2016, a seguito di un incontro tenuto  fra l’allora Primo Ministro Matteo Renzi, il Ceo di Cisco Chuck Robbins e l’ad di Cisco Italia Agostino Santoni. Si trattava di sviluppare consapevolezza e competenze digitali in Italia. L’azienda firmava un accordo con il Miur (ministero dell’istruzione) che prevedeva «azioni di formazione per docenti e studenti sui percorsi del programma Cisco Network Academy®, permettendo a questi ultimi di acquisire le nuove competenze digitali richieste dal mercato ed avere quindi maggiori opportunità di occupazione. A tale scopo, Cisco ha ampliato il suo Programma Networking Academy®, nato per fornire le competenze necessarie oggi e in futuro per operare con successo in un mondo sempre più interconnesso, inserendo moduli focalizzati sulle tecnologie per l’industria 4.0 e la cyber security».

Inoltre si intendeva sviluppare la comunità di start-up tecnologiche innovative in Italia, con investimenti diretti. Un altro  tema tema importante del piano riguarda la digitalizzazione delle infrastrutture. Ad oggi, nel quadro di Digitaliani, Cisco ha avviato diversi progetti, tra cui un accordo con ENEL per lo sviluppo delle smartgrid e la formazione o riqualificazione di professionisti nel settore, e ha focalizzato l’attenzione sulle tecnologie per la cybersecurity, essenziali per proteggere lo sviluppo. Ultimo in ordine di tempo l’annuncio, avvenuto il 26 febbraio 2018 in occasione del Mobile World Congress di Barcellona, del protocollo di intesa siglato fra Cisco e Tim per accelerare insieme la digitalizzazione dell’Italia, tramite lo sviluppo di un programma congiunto di innovazione e di business in particolare nelle aree cybersecurity, Internet of Things, Industria 4.0, smart city e 5 G.

Lo strumento operativo: Cisco Kinetik for Cities

Una piattaforma orizzontale di aggregazione di dati, alla base dei progetti con le pubbliche amministrazioni. Per Florio «consente di raccogliere informazioni da sensori posizionati in diversi ambienti urbani e di realizzare, tramite le informazioni ottenute, videografiche comprensibili agli operatori, in modo da comprendere le criticità in atto in questa o quella zona della città». In Cisco la considerano una sorta di pietra miliare per le realizzazioni dell’azienda in tema di smart city. Ovviamente, si tratta di un sistema Cloud di IoT, che viene integrato con soluzioni verticali che riguardano illuminazione, parcheggi, traffico, ambiente e tanto altro. Tutte le informazioni finiscono nello stesso cruscotto. Secondo Cisco, si presta una particolare attenzione alle politiche per rafforzare la proprietà dei dati, la privacy, la sicurezza e altre leggi in materia. A livello mondiale, la piattaforma sta trovando applicazione da Copenaghen ad Amburgo, da Jaipur ad Adelaide, da Kansas City a Las Vegas. Anche grazie alla piattaforma, Cisco è stata riconosciuta come fornitore Smart City numero uno nel recente rapporto Navigant Research Leaderboard.

Un limite operativo attuale

Per stimolare l’investimento dei privati, occorre che i dati raccolti dalle pubbliche amministrazioni vengano messi a disposizioni dei primi. «Devo dire – sottolinea Florio – che la tematica delle smart city inizia a dare ora qualche risultato, perché si assiste ad una visione più ampia, e alcune città hanno nominato un assessore dedicato alla questione.» spiega Florio « Inizia a diventare una priorità della politica. Il problema è che le pubbliche amministrazioni sono in genere a corto di budget, mentre i privati sono disposti ad aprire il portafoglio, se poi hanno un tornaconto. Questo il governo nazionale dovrebbe capirlo. Ora, da momento che è difficile che il Pubblico disponga a breve di importanti risorse dedicate, un’idea sarebbe quella di utilizzare i dati raccolti dalle Pubbliche amministrazioni grazie alle nuove tecnologie, e di metterli a disposizione dei privati che investono. Da una parte di darebbe vita ad un servizio, dall’altra al ritorno nell’investimento dei privati. E ciò garantendo la privacy, visto che oggi si può fare. Per esempio: consideriamo i dati di accesso delle auto ai parcheggi e a zone particolari delle città. Se una società li conoscesse, potrebbe fare business soltanto disponendo di queste informazioni. Al cittadino, peraltro, tutto questo non costerebbe niente. Serve però una regolamentazione specifica; ed è un tema che va affrontato al più presto ».

Area Science Park

Il caso Friuli-Venezia Giulia: innovazione anche per il porto di Trieste

Il 29 aprile 2016, Santoni e Debora Serracchiani, al tempo presidente della Regione, siglavano a Trieste, presso l’Area Science Park, un protocollo d’intesa per  accelerare il processo di sviluppo tecnologico nella regione. Il protocollo di intesa siglato prevedeva: competenze digitali, con formazione per docenti e studenti; business innovation, per favorire lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile e il trasferimento dell’innovazione alle imprese, puntando su iniziative di ricerca e sviluppo; innovazione tecnologica nell’ambito del Porto di Trieste, con nuove soluzioni per la gestione del traffico navale, ferroviario e su gomma legato alle attività del porto, ed allo sviluppo della sensoristica in ambito portuale; sanità, con lo sviluppo di servizi digitali rivolti al cittadino; e infine industry 4.0, con una rete di collaborazione con il mondo accademico e imprenditoriale focalizzata sulla formazione e sulla ricerca per l’applicazione delle tecnologie digitali interconnesse (Internet of everything) al settore manifatturiero.

 

La firma del protocollo d’intesa a Palermo.Al centro Rebecca Jacoby, COO di Cisco.

 

Il caso Palermo, quando il centro si fa living lab

Il 21 ottobre 2016, Cisco e il Comune di Palermo siglavano un protocollo d’intesa con l’obiettivo di accelerare il processo di innovazione e di creare nuove opportunità per i giovani, le imprese e il territorio nella futura Area Metropolitana. Si intendeva creare nel centro della città, al cuore del cosiddetto “Percorso Arabo Normanno”, patrimonio riconosciuto da Unesco, un’area dotata di una piattaforma tecnologica innovativa. Si prevedeva la copertura dell’area con connessione Wi-Fi e la creazione di una piattaforma tecnologica “in cloud”, sostenuta dalle più moderne soluzioni data center e sviluppata congiuntamente dalla società in house per i servizi informativi del Comune di Palermo Sispi, da Cisco e da Italtel, con il supporto dell’assessorato all’innovazione del Comune e relativa area preposta. «Si realizzava così un “living lab” – un laboratorio a cielo aperto che offre a cittadini, imprese, start up una base tecnologica sicura ed efficiente per sviluppare e offrire prodotti o servizi innovativi rivolti ai più diversi pubblici».

 

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Perugia: l’inaugurazione del servizio Circoscrizione 4.0

Il caso Perugia: le circoscrizioni digitalizzate

Il 14 dicembre 2016 Cisco e il Comune di Perugia firmavano «un protocollo di intesa per rendere più veloce il percorso dell’Agenda Digitale della città». Un accordo biennale e con quattro parole chiave: smart city, start-up, industria 4.0 e formazione. Quanto alla smart city, due i progetti: la circoscrizione 4.0 e la continuità didattica da remoto. In base al primo, si intendeva «valutare come usare in modo innovativo soluzioni video per dare ai cittadini la possibilità di comunicare con il Comune dalle sedi delle circoscrizioni, limitando gli spostamenti e ottenendo risposta in minor tempo». La prima area presa in considerazione per sperimentare la circoscrizione 4.0 è stata la zona di Ponte Felcino, dove il servizio è stato attivato all’inizio del 2018. Secondo Florio, «l’idea era quella di portare uffici virtuali in periferia: da lì i cittadini e le imprese possono ottenere atti e certificati senza perdere tempo. Sono state così realizzati ambienti con tele-presence a doppio schermo; gli utenti hanno a disposizione stampanti e scanner».

Quanto alla continuità didattica da remoto, l’obiettivo era quello di studiare delle soluzioni per gli studenti, in modo che potessero seguire le lezioni a distanza. Si può fare utilizzando strumenti per la collaborazione, la comunicazione in video e la condivisione di applicazioni. Quanto all’industria 4.0, Cisco, il Comune di Perugia e K-Digitale collaborano per lanciare iniziative di innovazione sul tema, facendo riferimento all’area di Fontivegge, individuata per la creazione di un laboratorio dedicato alla digitalizzazione delle imprese. Quanto infine alla formazione, Cisco ha individuato uno o più istituti tecnici cittadini in cui sviluppare dei percorsi orientati alle professioni del futuro, dedicati ai temi dell’Internet delle Cose e della cybersecurity; l’istruzione proposta si basa sempre sul Programma Cisco Networking Academy.

 

Foto di gruppo scattata alla firma del progetto Safer Milan nel novembre scorso

Il caso Milano. La sicurezza al centro

Il 15 novembre 2017 Cisco e il Comune di Milano si accordavano per dar vita all’iniziativa “Safer Milan”: «Un progetto di sperimentazione a 360 gradi per rendere la città ancora più smart e sicura grazie a nuove tecnologie, progetti per favorire l’innovazione e attività di formazione nel settore della cyber security». In pratica, l’iniziativa prevedeva «la realizzazione di un Security Operation Center per integrare e rafforzare i sistemi di sicurezza fisica, di monitoraggio del traffico, di monitoraggio ambientale già in essere, con reti e piattaforme adeguatamente protette utilizzando le più evolute soluzioni di cyber security; la creazione di un centro di innovazione dedicato allo sviluppo di soluzioni innovative per la sicurezza – in particolare nell’ambito cittadino- in cui start up, università, aziende possano collaborare, contribuendo a fare della città di Milano un esempio di eccellenza internazionale e di attrazione nel settore; e l’ampliamento dell’offerta di formazione in ambito cybersecurity e internet delle cose nelle scuole superiori milanesi, attraverso i corsi del programma Cisco Networking Academy e progetti di alternanza scuola lavoro» . Secondo Florio, «mettendo tutti i dati nello stesso cruscotto, gli operatori possono comprendere facilmente quali siano, in un certo momento, le zone più problematiche. Anche qui, del progetto fanno parte education e start up: si è creato un laboratorio di idee per la sicurezza urbana».

 














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