Cisco e Italtel, il matrimonio prosegue a gonfie vele

di Marco Scotti ♦︎ L’azienda italiana, di cui la multinazionale americana detiene il 19%, nel 2017 è stata rilevata dalla Exprivia di Domenico Favuzzi. Oggi è specializzata in routing delle reti, edge computing, core network e automazione industriale. La partnership con il colosso guidato in Italia da Santoni ha portato nuove linee di business. Obiettivo 757 milioni di ricavi al 2023. I casi Marcegaglia, Paglieri, Digitaliani e Safer Milan

«Il rapporto tra Cisco e Italtel è una collaborazione più che ventennale di successo. Siamo partner in Italia, in Europa e in America Latina. È uno dei nostri gold partner a livello mondiale». Agostino Santoni, amministratore delegato di Cisco Italia, racconta così il legame tra l’azienda guidata a livello mondiale da Chuck Robbins e Italtel. Una partnership che si sta sviluppando lungo diversi filoni: dal 5G a progetti di Industria 4.0 (come Marcegaglia o Paglieri), passando per le smart city (Genova e Palermo) e la cybersecurity con Safer Milan.

Una gloria storica dell’industria italiana







Italtel è una gloria storica dell’industria italiana, nata addirittura nel 1921. Produceva telefoni e hardware per la rete fissa, e tra gli anni Settanta e i Novanta raggiunse l’apogeo, collocandosi nel filone di quella grande industria che vedeva anche Olivetti, Montedison, Ferruzzi, Lucchini, Italcementi e altri che, se fossero sopravvissuti, avrebbero potuto fare molto più grande e diversa l’economia italiana. Tanto che a più riprese ci furono tentativi di acquisto da parte di colossi internazionali (Alcatel, AT&T) che la consideravano un competitor e una preda interessantissima per le sue competenze. Nel 1981 arrivò alla sua guida Marisa Bellisario, la manager che rese Italtel pioniere della digitalizzazione della rete telefonica, creando competenze importantissime, da cui sono germinati il vantaggio competitivo e il know-how che ancora oggi alimentano l’impresa.

Il ceo mondiale di Cisco Chuck Robbins, e il ceo di Cisco Italia Agostino Santoni

Poi, alla fine degli anni Novanta (anche a causa della prematura scomparsa della stessa Bellisario) la grande crisi, che la portò a tentare, invano, diversi tentativi di rilancio, e a ridurre notevolmente le sue dimensioni. Si pensi che nel 1994, quando Siemens entrò nell’azionariato acquisendo la quota di minoranza (il socio di maggoranza era l’allora Telecom Italia) che era stata di AT&T, Italtel fatturava 1,3 miliardi e aveva 15.800 dipendenti. Oggi fattura 430 milioni e ha 1.400 dipendenti. Ma il rilancio targato Exprivia-Cisco sembra poter essere quello giusto nonostante qualche ritardo.

 

Il rilancio di Italtel con Exprivia e Cisco

Nel luglio 2017, appunto, Italtel è stata acquistata da Exprivia, società di software e system integration guidata da Domenico Favuzzi e quotata a Piazza Affari dal 2000. Una alleanza “benedetta” dalla multinazionale guidata da Santoni che è azionista di Italtel con il 19% e un lock-up che scadrà quest’estate. Le due società sono ancora legalmente distinte l’una dall’altra, ma si presentano sul mercato insieme. La loro complementarietà è perfetta. Italtel (che si è specializzata nella parte software delle reti) ha portato in dote la presenza sui mercati internazionali, in particolare in America Latina e le sue competenze su Ip, reti, tlc. Exprivia ha portato in dote una presenza forte su altri mercati (banche, finanza, energia, aerospazio e difesa, manifattura, sanità) che comunque, dato il fenomeno della convergenza, possono avere grande necessità del know-how di Italtel.

Borsa di MIlano
La Borsa di Milano

Exprivia è quotata sul segmento Star di Borsa Italiana e, insieme a Italtel, ha registato nel 2018, primo anno “completo” di integrazione, un fatturato complessivo di circa 623 milioni. In quell’anno la parte Italtel ha ancora visto una perdita, ma l’ambizione è che, negli esercizi successivi, possa progressivamente trasformarsi in utile. Stefano Pileri, alla guida di Italtel dal 2010, è stato confermato amministratore delegato, mentre Favuzzi ne ha assunto la presidenza. Il piano industriale prevede che le due aziende registrino, insieme, 757 milioni di ricavi nel 2023. Pileri ha alle spalle un lungo curriculum nel mondo delle telecomunicazioni, con posizioni di vertice in Telecom Italia, dove è stato responsabile di tutta la rete e chief technology officer.

 

Cisco e Italtel: alleanza su quattro fronti

Cisco e Italtel hanno cementato la loro alleanza lungo quattro filoni fondamentali: routing delle reti, edge computing, core network e automazione industriale. Quattro aspetti che con il 5G saranno ancora più vitali e remunerativi. Con una certezza in più, data dall’emergenza del Coronavirus: l’Italia ha “fame” di rete, una banda di qualità che non è più soltanto quella necessaria per vedere le serie tv in streaming.

«Oggi – ci racconta Stefano Pileri, amministratore delegato di Italtel – è di grande attualità lo smart working, che richiede un traffico multi-servizio che consenta di svolgere con una minima latenza operazioni come l’accesso ai data base aziendali e la gestione di file pesanti oltre un Gb o le nuove forme di collaboration che passano inevitabilmente per l’uso del video. Il traffico dati aumenta in maniera esponenziale in Italia, ma l’Agcom ha mostrato recentemente come anno su anno gli operatori del settore tlc vedano scendere ogni anno il loro volume economico del 2,5%».

L’amministratore delegato di Italtel Stefano Pileri

Italtel, spiega Santoni, «è tra i nostri partner più capaci a livello mondiale. Può contare su una forte competenza nella collaboration e sta crescendo anche per quanto concerne la cybersecurity. Il fatto che sia in tandem con Exprivia ci fa guardare al futuro con ottimismo. Si tratta di un system integrator capace di fare progetti di integrazione nelle architetture dei clienti e non soltanto nell’hardware».

Come detto, dunque, Cisco e Italtel si “frequentano” da molti anni. Precisamente, dal 1996, quando l’azienda americana muoveva i primi passi anche nel nostro Paese e l’intero comparto delle tlc, che era alla vigilia dello sconvolgimento della privatizzazione di Telecom grazie – prima – al “nocciolino” degli Agnelli e poi alla brigata bresciana Gnutti-Colaninno (che avrebbe affossato in un colpo solo sia Telecom che Olivetti, ricoprendo entrambe di debiti). A quel tempo Cisco era riconosciuta come un’azienda di hardware con un’ottima velocità di esecuzione, grazie alla realizzazione di router che si fondavano sul protocollo TCP/IP. Questo divenne rapidamente lo standard e Cisco si trovò con un vantaggio competitivo enorme rispetto agli altri.

 

Cisco-Italtel, una partnership nata nel 1996

«Da subito – prosegue Pileri – Italtel fu identificata come azienda importante perché, all’inizio degli anni 2000 inventò un software di comunicazione voce su Ip che non aveva pari al mondo. Skype doveva ancora arrivare. Cisco decise di puntare su di noi e comprò il 20% dell’azienda. Ancora oggi siamo tra i progettisti più importanti di Cisco sulle reti di centralini aziendali Ip, che utilizzano VoIp e videocomunicazione. E siamo tra i più importanti partner a livello mondiale».

Come detto, sono quattro le aree su cui si sta sviluppando la partnership tra Cisco e Italtel. In primo luogo l’incremento del routing nelle reti. Oggi ci sono circa 500 snodi nel network di telecomunicazione italiano. Con il 5G bisognerà passare almeno a 5.000 e successivamente, con il potenziamento dell’infrastruttura, bisognerà salire ulteriormente di un ordine di grandezza, quando verranno impiegate le antenne radiomobili.

La crescente domanda relativa ai nuovi casi d’uso da 5 g attiverà investimenti in tutti i domini delle reti. Fonte McKinsey

«Il secondo aspetto – aggiunge Pileri – riguarda l’edge computing, che in qualche modo diventerà pervasivo in un’ottica di cloud distribuito. La terza grande area di intervento è quella del core network, perché mentre fino ad ora gli apparti delle reti sono stati realizzati con elettronica embedded, col 5G saranno solo applicazioni software, realizzate in modo cloud native con la logica dei microservizi e portate su computer general purpose. Infine, ci concentreremo sull’automazione. Dal momento che tutte le reti diventano centri di calcolo distribuiti, la loro gestione dovrà avvenire in maniera automatizzata. E questo riguarderà anche l’industria, le infrastrutture strategiche, la telemedicina, le smart grid. Infine, ci stiamo muovendo, sempre con Cisco, anche nell’ambito dell’IoT applicato alla manifattura». In particolare, l’intervento sulle linee di produzione di alcuni grandi gruppi industriali è diventato un tema particolarmente significativo nel rapporto tra le due aziende. Anche perché dal Mise arrivano buone notizie: oltre alla conferma dell’attenzione verso la banda ultralarga, è stato rinnovato per un ulteriore anno l’impegno di incentivi a sostegno di Industria 4.0.

 

Il caso Marcegaglia

Nel 2009 il Gruppo ha avviato un progetto di automazione industriale a fronte dell’ampliamento dei due stabilimenti di Ravenna e Casalmaggiore, per un investimento complessivo di 250 milioni di euro. Per ottenere il massimo dei risultati, i nuovi impianti di produzione dovevano essere corredati di sistemi automatizzati per tutte le operazioni di movimentazione della materia prima e di spostamento e stoccaggio dei prodotti, lungo le varie fasi di lavorazione. Risultava fondamentale quindi mettere a punto un’architettura di rete cablata e wireless in grado di scambiare dati e informazioni con i nuovi impianti integrati negli stabilimenti. Oltre all’affidabilità in grado di garantire la produttività richiesta, il fattore sicurezza risultava quindi imprescindibile, in un contesto in cui l’uomo, la macchina e l’acciaio convivono e interagiscono senza soluzione di continuità.

Lo stabilimento Marcegaglia di Casalmaggiore

«L’intenzione – ci spiega Pileri – è quella di realizzare insieme a Cisco diversi progetti in ambito industriale. Uno di questi, in ambito connected factory, è per Marcegaglia. Le soluzioni realizzate raccolgono informazioni dalle linee di produzione su numero di pezzi e qualità della produzione rispetto agli standard fissati e su fermi macchina. Queste tre informazioni vengono elaborate a livello edge e riportate ai controllori di processo che possono dare i correttivi per evitare dei fermi macchina, e fare manutenzione preventiva e predittiva. Marcegaglia è passata da un pilota di 10 linee di produzione a una cinquantina, siamo in una fase di transizione da prototipale a industriale».

 

Il caso Paglieri

Paglieri Spa è una storica azienda italiana, leader di mercato nella produzione di beni di consumo. Ha una distribuzione in oltre 50 paesi nel mondo ed è orientata verso l’adozione di tecnologie emergenti, come l’internet delle cose, l’intelligenza artificiale e il cloud computing. In questo scenario, Paglieri ha avviato il progetto per l’interconnessione dell’impianto di confezionamento cosmetici, in condizioni sicure ed affidabili, in modalità “Plug&Play”, con l’applicazione gestionale di business intelligence basata su tecnologia Sap Hana, già presente in Paglieri. Paglieri ha affidato a Linari Engineering l’implementazione del progetto in qualità di System Integrator che si è avvalsa di due technology provider quali Cisco e Alleantia. Italtel ha collaborato sulla componente chiave del networking che è elemento alla base del paradigma del “Connected Manufacturing”, sviluppando i servizi di rete e le funzionalità di sicurezza integrata. La soluzione progettata da Italtel prevede l’integrazione delle macchine e dei dispositivi con le reti aziendali e con i software gestionali oltre ad una serie di funzionalità di sicurezza integrata. Oggi la linea di produzione di Paglieri è completamente connessa. Le macchine dialogano con i sistemi aziendali scambiando informazioni che consentono di assumere decisioni intelligenti e di armonizzare i processi aziendali.

 

Digitaliani e Safer Milan

Digitaliani è il piano di investimenti per la formazione lanciato da Cisco nel 2016. Al momento del lancio del programma Digitaliani, Cisco si era posta l’obiettivo di un rafforzamento in modo da raggiungere 100.000 nuovi studenti entro la fine del triennio. Il traguardo è stato superato con ben dieci mesi di anticipo, grazie alla stretta collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ed all’impegno delle circa 400 Academy presenti sul territorio nazionale nel coinvolgere quanti più giovani possibile nelle attività di formazione. La “fase uno” del progetto è stata focalizzata in particolare sulla formazione dei ragazzi, ma da un paio d’anni l’azienda ha deciso di puntare anche sui lavoratori o sugli adulti che hanno bisogno di essere riaddestrare per adeguarsi alle esigenze di industry 4.0. «Tutti questi investimenti – prosegue il numero uno di Cisco Italia – li facciamo insieme ai nostri partner e Italtel è uno di questi. Con loro condividiamo una visione comune di come deve essere l’Italia: più digitale, più competitiva, più produttiva».

foto di gruppo scattata alla firma del progetto Safer Milan nel novembre scorso

Uno dei progetti su cui la partnership con Italtel è stata particolarmente forte è anche quello del Safer Milan: un progetto di sperimentazione per rendere la città ancora più smart e sicura grazie a nuove tecnologie, più altri progetti per favorire l’innovazione e attività di formazione nel settore della cybersecurity. Safer Milan segna l’apertura di una collaborazione in cui l’azienda si mette a disposizione di Milano, città che ha già ampiamente avviato il suo percorso di trasformazione in ottica smart city, per accelerare la realizzazione della sua Agenda Digitale, offrendole competenze, tecnologie ed una capacità di supporto all’innovazione già impiegate in centinaia di progetti realizzati in tutto il mondo, inclusa l’Italia.

 

La rete multiservizio per Palermo

Il Comune di Palermo, insieme con Cisco e con il contributo dell’Università di Palermo, sta portando avanti un progetto per rivoluzionare la sicurezza nel centro storico. Italtel è partner per lo sviluppo del progetto con l’obiettivo di accelerare il processo di innovazione tecnologica. L’obiettivo, in tre fasi successive, è rendere Palermo una città sempre più smart secondo un duplice percorso: dotare il percorso arabo-normanno di telecamere per gli aspetti di sicurezza e realizzare un sistema di accesso internet gratuito pensato per cittadini e turisti. Per questo, una trentina di impianti di videocontrollo garantiscono il controllo del territorio. La banda ultralarga viaggia su quella che era la vecchia rete cittadina del gas, non più utilizzata. Le immagini sono ad altissima definizione e possono individuare i volti delle persone nel dettaglio. Ciò significa che anche in caso di danneggiamento delle telecamere, le immagini non vengono perse, poiché non vengono conservate all’interno degli apparati ma gestite in logica cloud. A regime le telecamere attive saranno 100. Accanto alle telecamere, nella stessa area è ora attivo anche il sistema di wi-fi gratuito, con l’obiettivo di passare dalla rete attualmente a pagamento all’anello telematico in fibra ottica che interconnette le principali sedi amministrative della municipalità e di estendere il wi-fi a tutte le circoscrizioni e anche agli impianti sportivi. A Palermo, Italtel intende mettere a disposizione della città e del territorio la propria capacità di realizzare progetti innovativi e l’esperienza del centro di competenza per l’IoT di Carini, dove è nata la piattaforma tecnologica e dove vengono progettate soluzioni per rendere moderne, più vivibili e sicure le città e le comunità.

 

L’intervento a Genova

Nel maggio del 2018 la Regione Liguria, il comune di Genova e Cisco hanno siglato due protocolli di intesa espressione di Digitaliani, il programma di investimenti che gigante globalizzato del networking e dell’IT ha lanciato in Italia per accelerare la digitalizzazione nel nostro Paese. Uno riguarda il consolidamento dei data center della pubblica amministrazione a livello regionale, con soluzioni di disaster-recovery; l’altro un’infrastruttura per offrire connettività di rete wi-fi in un Museo e nel parco circostante.

In realtà, tutti gli accordi ripetono elementi strategici comuni che discendono da Digitaliani: education, innovazione e sperimentazione. In generale, un limite attuale alla proliferazione delle smart city è invece nella carenza di finanziamenti: le pubbliche amministrazioni sono a corto di budget, mentre i privati sono disposti ad aprire il portafoglio in vista di un tornaconto. C’è chi pensa che per stimolare l’investimento dei privati, occorre che i dati vengano messi a disposizioni dei questi.

Firma del protocollo di intesa Liguria Digitale. Da sinistra, il sindaco di Genova Bucci, l’ad di Cisco Italia Santoni e il governatore della LIguria Toti

Sicurezza informatica, rafforzamento delle competenze digitali e collaborazione con start-up e università per la trasformazione digitale. Il piano ha tre obiettivi. Anzitutto, definire insieme all’ente pubblico un modello per offrire soluzioni tecnologiche innovative e sicure, nell’ambito di progetti strategici finanziati dalla Regione e gestiti da Liguria Digitale – società per azioni che ha per soci principali la Regione stessa, le Asl, gli enti parco e altri, e che sviluppa la strategia digitale degli enti soci per i cittadini, le imprese, i turisti e la pubblica amministrazione locale. Per esempio, Cisco contribuirà allo sviluppo della sala di controllo di Liguria Digitale per la cyber security.«A Genova – ci spiega Santoni – abbiamo lavorato con Liguria Digitale, che è la società che in house che gestisce la realizzazione delle tecnologie del datacenter per offrire le migliori tecnologie possibili. Lo abbiamo fatto insieme a Italtel, che rimane tra i partner più affidabili».

 

Il 5G

Ultima “gamba” della collaborazione tra Italtel e Cisco è rappresentata dal 5G. Se dall’anno prossimo si inizierà ad avere una diffusione retail, i player stanno ovviamente lavorando alacremente per completare l’infrastruttura. L’obiettivo è che entro la fine del 2020 si arrivi al 50% di copertura complessiva.

«Nel 5G – ci spiega Santoni – la competenze storica di Cisco e Italtel trova il suo punto di eccellenza. Siamo protagonisti nella parte di trasmissione dei dati. Ovviamente non ci compete la parte di accesso, ma quella del core network. La nuova generazione di connessione avrà un impatto importante sulla distribuzione delle reti e all’aumentare delle connessioni è necessario che aumenti la capacità di rete. Serve quindi ripensare l’intera architettura per soddisfare la domanda di maggiore banda».

L’alleanza tra le due società non è limitata all’Italia. «Stiamo facendo progetti e partecipando a gare sul 5G – conclude Pileri – in particolare in Spagna ed in Brasile per importanti operatori. Con Cisco siamo una “coppia di ferro” e lavoriamo alacremente. Il 5G, tornando all’Italia, è un potente abilitatore della trasformazione delle imprese e stiamo studiando diversi casi di applicazione che vanno dalla telemedicina alle automobili connesse. L’assunto è che questa modalità di connessione è imprescindibile per evitare errori, perché consente di minimizzare la latenza e aumentare la precisione della localizzazione»».














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