Cisco/2: niente più confini tra cloud ed edge

di Marco Scotti ♦ Le nuove soluzioni di punta della multinazionale guidata da Chuck Robbins: Aci, Hyperflex e Cisco CloudCenter Suite. Con due punti fermi: dati sempre disponibili e un IoT che guarda sempre più al mondo dell’ industria. Parla Alberto Degradi

«Torniamo da Barcellona con tre annunci storici: prima di tutto l’espansione di Aci (Application Centric Infrastructure, ndr) con gli ambienti Aws e Microsoft Azure. Si tratta di un cambio di paradigma di Cisco che sta “aprendo le porte” a tutti gli hypervisor e i framework container e che permette quindi di programmare l’infrastruttura ovunque si trovi, con un solo insieme di policy. La seconda novità riguarda Hyperflex, un’infrastruttura di nuova concezione che permette di potenziare le applicazioni nell’edge e implementare l’iperconvergenza fra più siti. Infine, una notizia più “commerciale”: la nuova sottoscrizione on-premise di Cisco CloudCenter Suite, ovvero un unico contratto di licenza standardizzato di tre o cinque anni per sette suite. Ma non basta: ci sono anche novità per quanto concerne l’IoT». Alberto Degradi, datacenter leader per il Sud Europa, presenta a Industria Italiana le nuove soluzioni realizzate da Cisco e presentate nelle scorse settimane a Barcellona. Due i capisaldi: che il dato deve essere disponibile in qualsiasi momento, da qualsiasi piattaforma e senza più distinzione tra cloud ed edge; che l’Internet of Things ha enormi potenzialità che devono essere sfruttate in ambito industriale.

 







Alberto Degradi, Cisco datacenter leader per il Sud Europa

Aci in ogni caso

Aci (Application Centric Infrastructure) è la soluzione intent-based networking di Cisco per il data center. Offre semplicità operativa, agilità applicativa e protezione nel data center – il tutto distribuito con un approccio aperto che si integra con tutti gli hypervisor e i framework container su cui le applicazioni vengono implementate. In questo modo Aci viene esteso a qualsiasi workload, qualsiasi postazione, qualsiasi cloud. Virtual Aci supporta già cloud bare metal e postazioni edge remote. E oggi, grazie alle nuove funzionalità cloud, Cisco estende l’automazione, la gestione e la sicurezza ad Aws e Microsoft Azure integrandosi con gli ambienti Infrastructure as a Service (IaaS).

«Il primo passaggio di questo nostro cammino – spiega Degradi – è stato nel 2013, quando abbiamo lanciato Apic e il Pod. Il Pod è stato poi “moltiplicato” per rendere maggiore lo spazio di archiviazione. Il passo successivo è stato il multi-site, ovvero la dislocazione dei contenuti in diversi data center per permettere il completo disaster recovery. Oggi invece annunciamo il cloud Aci, che consente la possibilità di accedere, in qualsiasi momento, da qualsiasi posizione, con qualsiasi strumento, ai dati dell’azienda. Scardiniamo definitivamente la distinzione tra edge e cloud. Abbiamo avviato una collaborazione con Aws e Azure in moto totalmente “agnostico”, non facciamo favoritismi. Con questa nuova release diventa così possibile programmare l’infrastruttura ovunque si trovi, con un solo insieme di policy.

 

La presentazione delle novità Cisco

 

Hyperflex

Con Hyperflex Cisco riesce a implementare un’infrastruttura iperconvergente in più siti in modo da fornire elaborazione distribuita su scala globale. Con Cisco Intersight oggi si può permettere ai clienti di estendere l’elaborazione e lo storage del proprio data center core all’edge delle operations. E lo si fa con una scalabilità flessibile e la semplicità d’uso di una gestione dei sistemi potenziata dal cloud. HyperFlex oggi fornisce prestazioni applicative di classe data center per portare innovazione digitale nelle filiali e nelle postazioni remote, permettendo attività di analytics e servizi intelligenti nell’edge enterprise.

«Hyperflex – racconta Degradi – ci permette di entrare nella seconda generazione, quella in cui hardware e software si fondono tra loro, con una rete inclusa e integrata dando vita a una sinergia forzata. Oggi abbiamo oltre 3.000 clienti, abbiamo portato avanti tante innovazioni. Siamo stati i primi a sviluppare una rete integrata a 40 Giga, i primi a realizzare un deployment automatizzato. Hyperflex è nata per fare tre cose: desktop, virtualizzazione del server e ambiente di sviluppo. Poi siamo andati verso una serie di applicazioni sempre crescenti. Abbiamo fatto un accordo con Amazon anche se ancora non abbiamo realizzato un prodotto ad hoc. Oggi diamo la possibilità anche all’edge datacenter di avere un modello di iperconvergenza adatto alle necessità. Partiamo da Hyperflex ma è interamente integrato per tutte le realtà piccole che hanno AI e IoT e hanno bisogno di avere intelligenza molto periferica».

Cloud

La complessità operativa e i crescenti costi di gestione delle applicazioni attraverso cloud pubblici e privati rappresentano una sfida per i team IT. Il nuovo CloudCenter Suite offre gestione dell’intero ciclo di vita dell’applicazione, una maggiore automazione dei workflow e un’ottimizzazione e governance dei costi. Infine, la nuova suite è molto più semplice da utilizzare e implementare, con diverse fasce di prezzo e nuove offerte SaaS. «Abbiamo sviluppato – aggiunge Degradi – una parte della gestione del cloud pubblico on premise. Oggi ci avvaliamo esclusivamente di memoria in silicio, non abbiamo più dischi rotativi. Questo ci ha dato una grande risposta dal punto di vista della performance».

Il nuovo data center

Cisco sta semplificando l’acquisto della tecnologia dei data center grazie al nuovo Cisco Enterprise Agreement. I clienti possono ora usufruire di un unico contratto di licenza standardizzato di tre o cinque anni per sette suite, tra cui ACI, HyperFlex, Intersight e Tetration. Cisco EA offre ai clienti la possibilità di scegliere tra modelli di implementazione e portabilità della licenza attraverso implementazioni fisiche, virtuali o cloud. Consente ai clienti di avere accesso a ciò di cui hanno bisogno, quando e dove ne hanno bisogno, disponibile presso il partner di canale preferito. «Oggi – conclude Degradi – possiamo comportarci come se fossimo dei broker. Possiamo cioè indirizzare i nostri prodotti a una platea molto più ampia per dare loro benefici e automatizzare la gestione dei workload. Questo perché abbiamo abbassato i costi e perché il punto principale è connettere ciò che non è connesso, dare connettività a ciò che non lo ha. Bisogna raccogliere informazioni, fare monitoraggio e soprattutto riuscire a offrire l’analisi predittiva, che è il vero valore aggiunto. Oggi abbiamo stimato che ci sono oltre 40.000 clienti, dai colossi alle piccole aziende, con cui possiamo lavorare sotto molti punti di vista differenti, come nel caso della sicurezza sul posto di lavoro».

 

IoT

Internet of Things

Cisco ha inoltre presentato nuovi switch Catalyst e nuovi services router ideali per gli ambienti IoT. Ma l’aspetto più interessante è quello relativo alla formazione:  il programma Cisco DevNet, creato per gli sviluppatori, include oggi una nuova gamma di strumenti che permettono a clienti e partner di portare innovazione all’IoT Edge. I partner dell’ecosistema hanno dunque a disposizione un nuovo modo per creare e gestire le applicazioni nell’edge e offrire la flessibilità aggiuntiva necessaria per ottenere migliori risultati di business. Il nuovo IoT Developer Center è uno strumento che include materiali didattici, strumenti di sviluppo e risorse a supporto affinché i partner possano sviluppare, sin da subito, soluzioni e applicazioni complete.

Un ulteriore annuncio riguarda l’Intent-based networking, che rappresenta un cambiamento radicale nel modo in cui vengono create e gestite le reti fornendo tre benefici: la scalabilità, la flessibilità e la sicurezza. Per quanto concerne la scalabilità, Cisco ha semplificato le implementazioni IoT. Da oggi, i team IT possono sfruttare la propria expertise con strumenti a loro familiari come ad esempio Cisco DNA Center per adattarsi con più semplicità e in modo automatico. Le implementazioni più complesse che precedentemente richiedevano mesi, possono ora essere completate in poche ore. Sfruttando poi il design modulare si può garantire flessibilità alle piattaforme Cisco. Infine, dal punto di vista della sicurezza, essa viene integrata a ogni livello dello stack IoT, dall’hardware e software di rete fino alle applicazioni di edge computing.














Articolo precedenteParte l’Ey Manufacturing Lab, per far crescere l’industria italiana
Articolo successivoCisco Italia investe sui partner e raddoppia il fatturato che viene dalla cybersecurity






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui