Circle e i segreti della logistica 4.0

di Piero Macrì ♦ La società genovese quotata Aim punta sull’innovazione per il trasporto delle merci via nave. I suoi software che utilizzano tecnologie IoT, Rfid e Blockchain, hanno portato lo scorso anno un giro d’affari nell’ordine dei 5 milioni di euro

Circle, specializzata nello sviluppo di soluzioni software per l’automazione dei processi dei settori portuali e della logistica intermodale, cavalca con decisione la digital transformation. Quotata Aim, la società genovese ha avviato una serie di progetti che hanno l’obiettivo di modernizzare il porto di Genova, digitalizzare il corridoio europeo che collega il porto di Trieste alla Turchia e creare un hub per la movimentazione digitale delle merci dal Marocco all’Europa. Non solo, in collaborazione con la Commissione Europea (Dg Move) e l’Agenzia Europea per la sicurezza marittima (Emsa), Circle è ora parte attiva nella definizione e creazione dello Sportello Unico Marittimo il cui obiettivo è semplificare per il 2020 le procedure amministrative del trasporto marittimo.

 







Containers in movimentazione

I porti di Genova e Trieste

Gli interventi previsti da Circle riguardanti porto di Genova hanno l’obiettivo di migliorare i flussi di merci, l’ottimizzazione della logistica, la riorganizzazione del sistema di ultimo miglio ferroviario e la realizzazione di aree di sosta intelligenti. «Il progetto – spiega Luca Abatello, amministratore delegato della società – assume particolare rilevanza nella rivoluzione dei trasporti che si avrà con la realizzazione della nuova opera infrastrutturale che andrà a sostituire il ponte Morandi». Fast Corridor è invece il progetto basato su soluzioni software di logistica avanzata che consentirà a importatori ed esportatori di ottimizzare tempi e costi di trasporto tra Trieste e i porti turchi di Mersin e Pendik. Iniziativa, quest’ultima, che ha posto le premesse per creare un progetto analogo per implementare una soluzione per tutti gli operatori attivi nella Tanger Free Zone che necessitano di ottimizzare il trasporto intermodale verso l’Europa. In questa intervista a Industria Italiana, l’ad di Circle parla delle opportunità che i nuovi progetti possono aprire per tutti i soggetti che sono coinvolti nei processi di supply chain marittima ed evidenzia i vantaggi che possono scaturire dall’applicazione di un sistema di logistica 4.0 basato su soluzioni software che utilizzano tecnologie di nuova generazione come IoT, Rfid e Blockchain.

I numeri. 2018 a 5 milioni di euro. Più del 30% del fatturato realizzato su estero

A Circle, in occasione dell’Aim Investor Day 2018, è stato conferito il premio per la categoria Startup. Il riconoscimento è statto motivato dall’innovazione introdotta con il software Milos, dedicato all’ottimizzazione della logistica in ambito portuale, interportuale e dei trasporti intermodali, e al software Sinfomar che ha invece l’obiettivo di collegare tutti gli operatori portuali in un’unica piattaforma. Nel 2017 i ricavi di Circle sono stati pari a 4,052 milioni di euro, con una crescita del 74% rispetto al 2016. Le stime per il 2018 sono di un giro d’affari nell’ordine dei 5 milioni di euro. Oltre il 30% del fatturato proviene dall’estero, in particolare da aree del Sud Europa, (Spagna, Portogallo) e Medio Oriente. Oltre che in Italia (Milano, Genova, Trieste) è presente con propri uffici in Romania, Bulgaria e Turchia. Grazie ad alleanze strategiche viene infine garantita una presenza in Belgio, Arabia Saudita e Iran.

 

Stilizzazione grafica del concetto di blockchain

 

IoT, Rfid e Blockchain

Il valore di Circle è basato sulla soluzione di logistica integrata Milos e sul software Sinfomar, sistema di Port Community System in utilizzo presso il porto di Trieste. «Milos, soluzione che utilizza tecnologie IoT, Rfid e Blockchain, è progettata per gestire il trasporto di container, trailer, auto e general cargo, avvalendosi una catena logistica intermodale che permette la gestione e la tracciabilità delle merci in tempo reale», afferma Abatello. Tutte le informazioni vengono rese disponibili in tempo reale a tutti gli attori autorizzati, consentendo così una visibilità completa delle merci lungo la catena di logistica. La soluzione prevede l’implementazione di procedure digitali e automatizzate, sia logistiche sia doganali, tra tutti gli attori coinvolti nella catena di approvvigionamento internazionale. Connettori dedicati consentono di monitorare le merci e di sfruttare procedure doganali semplificate a livello internazionale interagendo con i sistemi informativi privati e pubblici delle parti coinvolte nel processo logistico intermodale.

Entro il 2020 il codice doganale comunitario sarà digitale

«Per Circle – afferma l’amministratore delegato Luca Abatello – partecipare alla definizione dello Sportello Unico si tratta di un’opportunità strategica per sostenere in termini concreti lo sviluppo delle politiche comunitarie, giocando un ruolo di prim’ordine nella digitalizzazione e semplificazione del settore marittimo». In questo ambito si aprono interessanti prospettive. L’applicazione digitale nel codice doganale comunitario, entrato in vigore due anni fa, prevede infatti nel 2020 l’obbligo di rilascio di una serie di servizi totalmente digitali. «Per noi significa poter offrire alle aziende italiane la possibilità di trasformare questo obbligo in una grande opportunità, sfruttando le semplificazioni correlate secondo una gestione totalmente digitale».

 

Veduta docks del Porto di Genova

I progetti

 Gli interventi per la modernizzazione del porto di Genova. Il progetto E-Bridge

La quotazione in Borsa ha dato impulso alle politiche di espansione e nuovi progetti sono pianificati per il biennio 2019-2020. La società parteciperà al progetto E-Bridge (Emergency and BRoad Information Development for the ports of Genoa) mettendo a disposizione il proprio know how e le soluzioni software di logistica 4.0 che sono state sinora sviluppate. Il progetto verrà realizzato insieme a Uirnet – il gruppo che ha il mandato governativo per la realizzazione di un piano di logistica nazionale – e all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale. Si tratta di un piano europeo dal valore di 20 milioni di euro per interventi al porto di Genova al fine di migliorare i flussi di merci, l’ottimizzazione della logistica, la riorganizzazione del sistema di ultimo miglio ferroviario e la realizzazione di aree di sosta intelligenti.

«Il progetto – dice Abatello – assume particolare rilevanza nella rivoluzione dei trasporti che si avrà con la realizzazione della nuova opera infrastrutturale che andrà a sostituire il ponte Morandi». Presentata dal Ministero delle Infrastrutture al bando Connecting Europe Facility 2018 dell’Unione Europea (Dg Move) e sostenuta da Rfi (rete ferroviaria italiana), l’iniziativa rientra in un programma nazionale per interventi sull’area di Genova con precise linee d’azione: ridisegno organizzativo e informativo del sistema di ultimo miglio ferroviario; adeguamento dei varchi portuali e dei gate terminalistici in relazione alle esigenze di connessione informativa con gli ambiti logistici esterni all’area portuale; realizzazione di aree di sosta intelligenti all’interno delle aree portuali; la progettazione e l’applicazione di un progetto pilota per realizzare aree buffer esterne all’ambito portuale.

 

Il porto di Trieste (photo by Paolo Benegiano)

 

Il progetto Fast Corridor collega Trieste ai porti della Turchia

Grazie alla partnership con il maggiore operatore turco, U.N Ro-Ro e Samer Seaports & Terminals, è stato poi avviato il progetto pilota Fast Corridor per il collegamento tra Trieste e i porti turchi di Mersin e Pendik, «Nostra intenzione è convertire il progetto-pilota in reale soluzione applicativa di logistica avanzata per consentire a importatori ed esportatori di operare su specifici corridoi commerciali ottimizzando tempi e costi operativi. La sperimentazione ha avuto un esito tecnologico positivo ed entro l’estate del 2019 vorremmo completare le componenti doganali, operative e di sicurezza, permettendo agli imprenditori di sviluppare al meglio il loro business, riducendo così i tempi di transito e i costi complessivi».

 

 

Progetto free zone di Tangeri, punto nodale della movimentazione merci da Marocco ad Europa

La sperimentazione con la Turchia sta aprendo poi la strada a un progetto simile con il Marocco, nell’ambito delle molte iniziative prese da Rabat per lo sviluppo dei traffici con l’Europa. «Speriamo di poter annunciare ufficialmente l’accordo nelle prossime settimane poiché aprirebbe interessanti prospettive in quell’area, considerato che è stato creato e reso operativo agli operatori esteri, nei pressi di Tangeri, la Tanger free zone. Grazie alle agevolazioni fiscali e ai rapporti commerciali con l’Europa, la free zone fa da calamita per delocalizzazioni industriali europee. Servita da porti e autostrade, è logisticamente inserita in una piattaforma integrata con il porto di Tangeri Med, a soli 12 km di distanza.»

Il nodo ferroviario e la stazione marittima completano i servizi della piattaforma logistica. Inaugurata nel 1999, questa zona franca ha conosciuto un grande sviluppo, con una rapida diversificazione di opportunità di investimento. Sono presenti oltre 500 società provenienti da oltre 10 diversi Paesi. Nel 2013 è stata riconosciuta tra le prime sei zone franche del mondo, secondo la classifica stilata dal Foreign Direct Investment (Fdi) del gruppo del Financial Times. Le industrie presenti, con una forte vocazione all’export, appartengono prevalentemente al settore automobilistico (circa l’80%). Seguono poi il settore aeronautico, elettronico, chimico, tessile e informatico. Tra le più importanti società che hanno dislocato figurano Dachser, Bosch, 3M, Siemens.














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