Il numero uno della multinazionale americana dal palco del Politecnico enuncia le strategie del colosso per la cybersecurity. Con un occhio di riguardo a non creare un mondo iperconnesso ma non inclusivo
«L’epoca che stiamo vivendo è una fantastica opportunità per tutti noi: ci sono 50 miliardi di dispositivi connessi, 71% della popolazione mondiale userà tecnologia mobile, ci aspettiamo uno zettabyte di dati, che significa mille miliardi di gigabyte. I rischi che stiamo introducendo nel sistema dobbiamo trovare il modo di controllarli al meglio. Per questo effettuiamo 20 miliardi di blocchi al giorno, respingiamo oltre 3 miliardi di mail e effettuiamo più di 2,6 miliardi connessioni a url che nascondono minacce e malware». Chuck Robbins, il numero uno di Cisco in visita in Italia per presentare il nuovo innovation hub milanese, spiega dal palco del Politecnico l’impegno della compagnia da lui guidata nel campo della cybersecurity. Un tema che, oltretutto, rappresenta la seconda emergenza in Europa dopo il climate change e prima perfino dell’immigrazione.
La visita di Robbins a Milano non è casuale: il capoluogo lombardo, con la giunta guidata dal sindaco Sala, sta cercando di diventare completamente digitalizzata, tanto che l’assessore Roberta Cocco – già dirigente in Microsoft – ha dichiarato che il suo sogno è di «offrire alla municipalità una digital dashboard per collegare tutti i dati che abbiamo, che sono tantissimi».
«Viviamo – ha aggiunto Robbins – in un mondo che sta cambiando continuamente: lavoro con le tecnologie da 32 anni e posso vedere chiaramente come le cose sono cambiate, noi non avevamo internet quando siamo cresciuti. Oggi la tecnologia è centrale in qualsiasi strategia. Ma quello che non dobbiamo mai trascurare è l’impatto sociale: viviamo in un mondo iperconnesso in cui la tecnologia sta creando gap, noi vogliamo permettere a tutti di beneficiare di questi aspetti. Noi connettiamo qualunque cosa nel mondo, siamo stati tra i padri fondatori di internet. E oggi il nostro impegno principale è quello di realizzare una rete che sia al tempo stesso sicura e accessibile».