Canavisia, panchina intelligente per le nuove smart city

La Smart bench
La Smart bench

di Laura Magna ♦ Una panchina bella e intelligente, orgogliosamente made in Canavese, nella provincia torinese, in quella Silicon Valley italiana che fu patria dell’Olivetti e in cui oggi hanno sede centinaia di Pmi dell’hi-tech. Tra cui spicca Canavisia, start up nata dall’incontro di tre donne e sei piccole piccole imprese locali. Le donne sono Gisella Milani, presidente della Piccola Industria di Confindustria Canavese, ispiratrice del progetto, ex presidente di Sintecop e ora presidente di Canavisia; Lilli Angela, socia Aidda, l’Associazione delle imprenditrici e delle donne dirigenti d’azienda, ex-presidente del Gruppo imprenditrici e dirigenti per il Canavese (Idc), vice presidente e ad di Carloangela, azienda specializzata in progettazione, allestimenti e tecnologie per la ristorazione; Barbara Duvall, presidente del Consorzio Imprese Canavesane, vicepresidente di Canavisia e direttore generale di Seica, che opera nella progettazione elettronica e nella meccatronica. Sono loro le menti di Smart bench, la panchina bella e intelligente.

Riposo hi-tech







Il frutto, dicevamo, di una serie di incontri. Che hanno origine nel 2014 dal progetto Bootstrap, sviluppato all’interno di Confindustria Canavese: oltre alle citate CarloAngela e Seica, nel progetto entrano Axel, che ha una forte esperienza nel networking; FeniceEvo, attiva nel software gestionale per aziende; Net Surfing, che si occupa di sviluppo di siti web su Cms e ambienti di e-commerce, oltre che di progettazione e sviluppo di soluzioni applicative gestionali e di ingegneria della manutenzione (Infor Eam) e Sintecop, da trent’anni nella fornitura di sistemi informatici per enti locali ora incorporata in Dedagroup. Tutte competenze che si sono rivelati fondamentali nella costruzione di Smart bench. “La nostra panchina è un elemento di arredo urbano”, spiega Duvall, che in Canavisia è vicepresidente, “e risponde alle nuove tendenze di smart living e smart city. La panchina può essere alimentata anche con energia fotovoltaica e, dunque, può essere istallata in piazze, parchi, giardini, con la stessa facilità di una panchina tradizionale”.

Ma tutto è fuorché un prodotto tradizionale, anche se dalla tradizione italiana del made in e del design prende le mosse. Intanto, per i materiali: base in acciaio inox resistente agli agenti atmosferici e alla corrosione marina, seduta e schienale in legno di cedro o iroko. Tutto è modulabile e componibile, quindi del tutto personalizzabile alle esigenze del cliente e l’oggetto si presta all’arredo urbano come a un balcone o a un giardino privato. E se la si usa in modo tradizionale, per riposarsi e godere del fresco si potrà usufruire, in più, di un hotspot wi-fi per connettere i propri dispositivi elettronici, di un sistema audio integrato per la trasmissione di messaggi vocali, di una avveniristica illuminazione led e della possibilità di ricaricare smartphone e tablet attraverso le porte usb. In dotazione anche un terminale bluetooth, un’interfaccia web per scaricare news, informazioni turistiche, mappe, free e-books e per fare l’upload di documenti e file audio. Una vera e propria stazione di lavoro a forma di panchina, insomma. “Non basta: la panchina può contenere sensori ambientali, per la misurazione di temperatura, umidità, pressione e di presenza, o capaci di misurare passaggi, sedute o, infine, rilevatori di inquinamento, che captano la presenza di CO2: tutti dati che possono essere inviati e gestiti da remoto per gli usi più disparati”, spiega Milani.

Gisella Milani,* presidente della > Piccola Industria di Confindustria Canavese, ispiratrice del progetto, ex > presidente di Sintecop e ora presidente di Canavisia; *Lilli Angela*, socia > Aidda, l’Associazione delle imprenditrici e delle donne dirigenti > d’azienda, > ex-presidente del Gruppo imprenditrici e dirigenti per il Canavese (IDC), > vice > presidente e ad di Carloangela azienda specializzata in progettazione, > allestimenti e tecnologie per la ristorazione; *Barbara Duvall*, presidente
Da sinistra, Lilli Angela, Gisella Milani e Barbara Duvall

Nel 2015 le panchine hanno iniziato a comparire a Torino, nel giardino di Palazzo Cisterna, ma anche a Ivrea e in altri paesi della provincia, oltre che in Sardegna. “L’idea è di proseguire dando vita ad altri prodotti di arredo basati sullo stesso paradigma”, continua Angela, “che poi è quello dell’Internet of Things, in cui la tecnologia e l’uso di internet si integrano con gli oggetti reali”. L’obiettivo di Canavisia è proprio questo: realizzare oggetti per connettere il mondo reale a quello digitale e ottenere benefici sulla sicurezza, sull’efficienza, sul risparmio energetico e, in termini più generali, sulla qualità della vita. Al progetto lavorano specialisti del settore dell’informatica, dell’elettronica e del design. E, una volta che la panchina è istallata, è la stessa Canavisia a occuparsi della manutenzione a fronte di un canone annuo che garantisce oltre agli interventi da remoto, gli eventuali aggiornamenti hardware e software. L’idea di base in fondo è semplice, e nello stesso tempo rivoluzionaria e insegna che l’innovazione vera parte da ciò che abbiamo intorno tutti i giorni.

Dora, panchina singola con connessione wi-fi
Dora, panchina singola con connessione wi-fi













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