Bosch, fatturato in Italia a 2,5 miliardi per instabilità politica e crollo automotive

di Marco Scotti ♦︎ L’ad Gerhard Dambach: ce lo aspettavamo ma la diversificazione del nostro business è vincente. Crescono i comparti elettrodomestici e Industrial Technology

«Abbiamo avuto un 2018 sostanzialmente positivo: la congiuntura economica e politica è stata talmente complicata che aver mantenuto un bilancio sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno è già un buon obiettivo. Diciamo che il 2019 prevede delle sfide che si mostreranno ancora più chiare nella seconda metà dell’anno, quando capiremo che direzione prenderà l’intero sistema geopolitico globale. Anche a livello mondiale, però, possiamo dimenticarci crescite del 5%: saremo bravi ad aumentare il fatturato complessivo del 2 o del 3% al massimo». Gerhard Dambach, amministratore delegato del gruppo Bosch in Italia, commenta così i dati di bilancio relativi allo scorso anno che sono stati presentati dalla multinazionale tedesca.







I ricavi rimangono sostanzialmente in linea rispetto al 2017, a 2,5 miliardi di euro. Il motivo di questo stop, dopo un 2017 in crescita del 6% rispetto all’anno precedente deve essere ricercato in due fattori dominanti: una congiuntura politico-economica non favorevole e un nuovo crollo del comparto dell’automobile. Per quanto riguarda il primo tema, si tratta di un momento di instabilità sia a livello mondiale, con le crescenti tensioni tra Usa e Cina, sia a livello locale, con lo stop dell’economia nostrana dovuta a scelte politiche che finora non si sono rivelate vincenti. Il fatturato raggiunto dalla branch italiana del gigante tedesco si compone di effetti diversi tra le aree di business, con il comparto Industrial Technology a fare da traino alle altre divisioni del gruppo.

Attualmente Bosch è attiva con un organico di circa 6.000 persone, con quattro centri di ricerca attivi e 19 società. Lo scorso anno, ad esempio, è stato inaugurato il nuovo quartier generale di Freud S.p.A., società del gruppo situata in Friuli che coinvolge circa 600 collaboratori. L’azienda negli ultimi anni ha registrato un’importante crescita e forti esportazioni soprattutto in Nord America e in Cina.

«Per il 2019 – conclude Dambach – la situazione contingente è ricca di sfide, ma siamo convinti che la diversificazione della nostra azienda possa offrire numerose opportunità di business per affrontare tale contesto attraverso la competenza tecnologica».














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