Bonfiglioli e le sue strategie per la leadership nella meccatronica

Bonfiglioli
Sonia Bonfiglioli,presidente e amministratore delegato della Bonfiglioli Spa

di Marco de’ Francesco ♦ ll Gruppo Bonfiglioli, basato a Bologna, punta su Rovereto per la realizzazione di prodotti di contenuto tecnologico all’avanguardia, nella convinzione che dal Trentino passi la strada che conduce alla leadership nell’automazione

La frontiera, per il Gruppo Bonfiglioli, è a Rovereto (Trento). Il futuro dell’azienda passa di lì. Perché la selezione, tra coloro che si occupano di trasmissioni di potenza, dipenderà parecchio dall’applicazione dell’elettronica alla meccanica di precisione. È un passaggio necessario; ed è bene che si svolga nei tempi opportuni, perché il mercato, nel medio periodo, “riconoscerà i suoi”. Lo pensa, e lo afferma da qualche anno a questa parte, la presidente Sonia Bonfiglioli. Che ha puntato sul Trentino e sul “Bonfiglioli Mechatronic Research”, polo specializzato nella ricerca meccatronica.







Bonfiglioli Mechatronic Research, Rovereto

All’inizio fu la sperimentazione

«Agli inizi, sei anni fa – afferma la presidente – si trattava di spazio destinato alla sperimentazione, alla ricerca di soluzioni all’avanguardia e dall’alto grado di innovazione, frutto dell’interazione tra informatica, elettronica, elettrotecnica e meccanica. Lì abbiamo sviluppato i nuovi motori brushless a magneti permanenti e una serie di riduttori epicicloidali a gioco ridotto che offrono funzionalità complesse ad alto rendimento. Per realizzare questi ultimi abbiamo acquistato una Fässler, un macchinario piuttosto sofisticato. Di fatto, a maggio del 2015 l’unità sperimentale era composta da 35 addetti. Poi si è passati alla produzione».

L’interno dello stabilimento di Rovereto
Poi venne la produzione

È accaduto tutto molto in fretta. E attualmente le cose stanno procedendo a passo serrato. «A giugno dell’anno scorso – continua la Bonfiglioli – abbiamo inaugurato la parte produttiva. L’unità di Rovereto, così come una fabbrica simile in Germania, è guidata da Gilbert Khawam, ingegnere specializzato in automazioni, già responsabile di Bonfiglioli France. A luglio 2016, a seguito del reclutamento di 29 dipendenti (di cui 21 giovani tecnici e periti trentini; ndr) eravamo a quota 64 quanto a personale.Entro a fine del 2018, secondo un piano triennale, raggiungeremo  la soglia dei cento dipendenti».

Una fase della lavorazione nello stabilimento di Rovereto
E ancora non è finita

L ’unità assume e si espande. «L’idea è quella di potenziare il personale dedicato sino a pervenire a un sostanziale raddoppio entro il 2020, quando saremo a quota 180 dipendenti – chiarisce la presidente -. Il fatto è che la crescita del 10% è uno stimolo all’ampliamento. Rovereto è l’ultima nata del gruppo, ma anche quella che avanza di più, in percentuale. Così, lo spazio di 2.500 metri quadrati sarà raddoppiato in tempi rapidi. E anche 5mila non saranno sufficienti».

Il motivo è presto chiarito. «A Rovereto realizziamo i prodotti che non avevamo mai fatto; e non mi riferisco soltanto ai motori brushless e alle riduzioni speciali. Stiamo realizzando anche soluzioni digital per la meccatronica, aggiungendo la sensoristica, e in vista di prodotti intelligenti, in grado di trasmettere informazioni sulla temperatura, sulla vischiosità dell’olio e sull’inclinazione di specifiche strumentazioni.

L’informazione real time,- continua la Bonfiglioli – adattata alle esigenze del cliente, può in effetti servire per prevenire e orientare la manutenzione, comportando un risparmio considerevole per l’acquirente. Si pensi al comparto eolico: lì i motori e gli ingranaggi possono raggiungere, a determinate condizioni, temperature critiche. Invece i sensori sono facilmente disponibili; assemblati insieme all’applicazione del cliente, possono fare la differenza».

TS 2014-08-29 TRENTINO
Sede Polo Tecnologico Rovereto
Le ragioni di una scelta

Perché la multinazionale emiliana ha puntato su Rovereto? Perché lì – e “Industria Italiana” se n’è già occupata – la Provincia autonoma di Trento ha deciso di investire circa 85 milioni di euro. Per un piano che coinvolge non solo il “braccio operativo” Trentino Sviluppo, ma anche le locali università e associazione degli industriali; e poi la “Fondazione Bruno Kessler”, l’istituto tecnico tecnologico “G. Marconi” e il centro di formazione professionale “G. Veronesi” di Rovereto; e infine l’acceleratore privato “Industrio Ventures” e il Comune di Rovereto. In sostanza, a Rovereto tre mondi coabitano e dialogano nello stesso spazio fisico; impresa, innovazione e formazione diventano complementari in vista della smart manufacturing.

«Abbiamo subito riconosciuto le qualità formative del Trentino – continua la Bonfiglioli -. Rovereto, per la realizzazione di prodotti di contenuto tecnologico all’avanguardia, è fondamentale per noi. Qui, d’altra parte, la classe dirigente locale ha individuato nella meccatronica e nella digitalizzazione i gradini incrementali. Una lungimiranza molto al di fuori del comune, nel contesto nazionale. Non si punta sull’immediato: ciò che semini oggi, lo raccogli fra cinque o sei anni.

Meccatronica: verso il futuro

D’altra parte, le competenze meccatroniche che cercavamo nel Bolognese,- precisa Sonia Bonfiglioli –  non le abbiamo trovate in Emilia. Lì è forte la meccanica. In tutti i casi, il nostro investimento in meccatronica, tra Rovereto e una unità similare e abbinata in Germania, è pari a circa 40 milioni. Ed è proprio così che stiamo disegnando il nostro futuro, perché la crisi ha riportato al centro l’economia reale che è ritornata ad essere la leva più importante dello sviluppo. L’obiettivo a lungo termine del Gruppo è quello di diventare un attore globale nel campo dell’automazione industriale, fornendo ai clienti soluzioni integrate. Entro la fine del 2018 sarà a regime l’operatività della nuova unità di business “Mechatronic Drives & Solutions”».

Bonfiglioli : turbine, semoventi e rinnovabili

Ma di cosa si occupa, nel dettaglio, il gruppo Bonfiglioli? «In generale – afferma la presidente – il gruppo progetta e realizza soluzioni per il controllo e la trasmissione di potenza nell’industria e nelle macchine operatrici semoventi e per le energie rinnovabili: riduttori, inverter, motoriduttori e motori elettrici. Tre le aree di business.

Anzitutto, la “Wind”, e cioè quella relativa alla progettazione e produzione di motoriduttori epicicloidali per il controllo della movimentazione della navicella eolica e del passo delle turbine. Nel mondo, una turbina su quattro utilizza soluzioni Bonfiglioli. Poi “Mobile”: siamo partner dei più grandi produttori mondiali di macchine movimento terra, edilizia, costruzioni e agricole. Caterpillar, General Electric e Toyota: nomi di questo calibro. Forniamo riduttori epicicloidali, prodotti con altissimi livelli di personalizzazione che richiedono, fin dalla prima fase di progettazione, una forte integrazione fra il cliente e Bonfiglioli. C’è tanto taylor-made e co-design. Questa area di business contribuisce per 480 milioni al fatturato.Infine, “Industrial”: nel mercato industriale, offriamo soluzioni complete con riduttori, motori elettrici, inverter e sistemi per il recupero dell’energia. In questo ambito, facciamo invece prodotti a catalogo».

Bonfiglioli prodotto

Da Bologna nel mondo

L ‘headquarter è situato a Lippo di Calderara di Reno, ad appena alcuni km dal centro di Bologna. Con 3.650 dipendenti, Il Gruppo Bonfiglioli ha un fatturato di 785 milioni di euro e una quota export pari a circa il 60%. «Esportazioni che oggi non consentono di leggere bene gli scenari a lungo termine – afferma la presidente -: con tre mesi di portafoglio, l’internazionalizzazione procede secondo uno schema local for local. Insomma, nel nostro settore non si delocalizza più; si produce all’estero, ma non si riporta il prodotto in Italia.

I tempi di risposta sono essenziali per rimanere sul mercato. E il magazzino ha dei costi che sono gradualmente diventati incompatibili con la competitività. Chi importava prodotti cinesi e li brandizzava è finito fuori mercato». L’azienda ha stabilimenti produttivi un po’ dovunque. «A parte Rovereto – continua la Bonfiglioli – ne abbiamo negli Usa, due in Germania, uno in Repubblica Slovacca, tre in Italia, uno in Brasile, uno in Cina, tre in India e uno in Vietnam.

Due in particolare i Paesi dove vogliamo crescere: gli Usa e la Cina, che è tornata a crescere con realismo e che si trova nel contesto del vasto libero mercato asiatico. Sta andando bene l’India, paese che ha tassi di crescita legati all’economia domestica e che è molto difficile da penetrare. Noi ci siamo insediati lì nel 1995; e per fortuna che lo abbiamo fatto a quei tempi: ci vogliono otto anni, in India, per mettere in moto le cose».

Bonfiglioli prodotto 2

Il progetto Evo

Quattro mesi fa è stato presentato, nell’unità produttiva della Bonfiglioli Riduttori a Calderara di Reno, il progetto “Evo”, che rappresenterà il più grande insediamento industriale del Gruppo in Italia. L’azienda precisa che «Evo sorgerà sul comparto “Clementino Bonfiglioli” di 148.700 metri quadrati sul quale, entro il 2018, poggeranno le fondamenta di un modernissimo stabilimento che includerà anche l’attuale realtà produttiva di Calderara». Sempre secondo l’azienda, «una volta completato, Evo avrà richiesto un investimento di 60 milioni complessivi così suddivisi: 30 milioni in nuove tecnologie produttive in linea con le migliori pratiche di Industry 4.0 e 30 milioni in infrastrutture.

Evo sarà costruito secondo le più moderne caratteristiche di efficienza energetica, con prestazioni eccellenti in termini di riduzione dell’impatto sull’ambiente: previsti 455 alberi, 3mila metri quadrati di tetti verdi con ampliamento a energia zero; vale a dire che genererà più energia di quella necessaria a tutti i servizi degli edifici e che l’energia verrà prodotta in loco, utilizzando impianti a fonti rinnovabili. Verrà installato un impianto fotovoltaico di 3 MW di potenza di picco utilizzando, oltre ai coperti dell’insediamento, anche le pensiline atte a ombreggiare i parcheggi dei dipendenti».

Sonia Bonfiglioli
Sara Bonfiglioli, Presidente Gruppo Bonfiglioli

Rovereto oggi come Bologna ieri: fucina di talenti

La Bonfiglioli Riduttori nasce il 16 aprile 1956 da un’idea imprenditoriale di Clementino Bonfiglioli, che mette così a frutto l’esperienza maturata nella progettazione e costruzione di ingranaggi e cambi di velocità per macchine agricole e motociclette (Ducati, Gilera a Moto Morini). «Era un’Italia di persone semplici con la voglia di mettersi in discussione – afferma la presidente -. Mio padre era orfano di madre, mentre suo padre si era trasferito in Africa. Così, fu cresciuto dagli zii. Bolognese, era del 1928, e quindi apparteneva al Paese povero, contadino. Suo padre tornò dopo dieci anni e si risposò; ma morì nel corso della guerra, sotto i bombardamenti. Mio padre, dunque, divenne orfano a tutti gli effetti a 17 anni. Comunque sia, si impegnò negli studi tecnici e si diplomò all’Istituto Tecnico “Aldini Valeriani”. Lavorò come progettista. Prima fondò un’impresa con altri soci, e poi si mise in proprio. Nelle campagne bolognesi si moltiplicavano i trattori; lui forniva gli ingranaggi prima e i riduttori dopo. Sono ancora in produzione alcuni modelli ideati da mio padre. D’altra parte Bologna, nella tecnica, era una fucina di talenti; e ora forse ho scoperto a Rovereto quello spirito che mio padre aveva trovato a Bologna». Una valutazione che rieccheggia quella di  Giordano Riello, presidente dei giovani imprenditori di Confindustria Veneto, presente nel Polo con Nplus, la newco di sistemi di illuminazione per l’industria, fondata assieme a due soci. Per Riello, «a Rovereto c’è fermento, c’è ricerca. Un ambiente effervescente. Qui porteremo avanti progetti di meccatronica e elettronica. Insomma, il giudizio sul Polo è positivo, perché risponde alle nuove esigenze delle imprese».

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Giordano Riello, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria Veneto e NPlus













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