Bomi Group: l’importanza di essersi quotati

di Laura Magna ♦ Spinta dall’ingresso in Aim, l’azienda lombarda della logistica biomedicale si è fatta strada sui mercati mondiali, in particolare in America Latina, con una aggressiva strategia di M&A. Il segreto? Soluzioni personalizzate, R&S, diversificazione: non solo devices medicali, ma anche farmaci

La conquista di Colombia e Messico e della logistica italiana del biotech. Sono questi i prossimi obiettivi di Bomi Group, che mira ad aumentare il suo fatturato dagli attuali 120 milioni a 140 nel giro di un biennio, perseguendo una determinata  politica di M&A. La società di Vaprio d’Adda, nella provincia milanese ai confini con la Brianza, è leader nel settore della logistica biomedicale e della gestione di prodotti ad alta tecnologia per la tutela della salute: si occupa cioè di rifornire in maniera sicura e puntale ospedali e persone di devices medicali (e, sempre di più, anche di farmaci di varia natura).

«Le soluzioni logistiche di Bomi sono altamente personalizzate, dal trasporto internazionale a temperatura controllata, alle consegne in emergenza 24/24 sette giorni su sette, alla gestione e riapprovvigionamento di stock per ospedali, cliniche e laboratori, fino ad arrivare a un network specializzato dedicato al canale Home Care. I nostri clienti sono le grandi multinazionali farmaceutiche o del medicale e il nostro modello di business, che considero unico nel suo genere, è replicabile in tutto il mondo», sintetizza a Industria Italiana l’amministratore delegato Marco Ruini.







 

Bomi
Marco Ruini, ad Bomi Group

 

Il manager sottolinea innanzitutto come una svolta importante sia avvenuta nel 2015, contestualmente alla quotazione su Aim, finalizzata alla raccolta dei capitali destinati alla crescita. Una crescita che si è poi avverata ed è stata realizzata soprattutto attraverso una politica aggressiva di M&A. Come effetto collaterale nel 2017 il fatturato è raddoppiato fino a raggiungere i 120 milioni e l’Ebitda è cresciuto del 50%, a oltre 10 milioni. L’ultima acquisizione, a dicembre, ha riguardato il 100% del capitale di De Salute, società cremonese attiva nel settore della logistica e dei servizi per il settore farmaceutico. «Questa mossa rappresenta una novità nel nostro business model: abbiamo diversificato in Italia, estendendoci dal dispositivo medico verso la parte farmaceutica, in un mercato con prospettive di aumento di valore aggiunto e che permette interessanti sinergie nel trasporto», precisa Ruini. «Con De Salute ci sono arrivati in dote anche 2 locali autorizzati a Officina Farmaceutica per la lavorazione del confezionamento secondario».

 

Bomi Vaprio
Bomi Group, la sede di Vaprio d’Adda

I pilastri della crescita (M&A e ampliamento della gamma)

Un’acquisizione che  sintetizza le due anime di Bomi, o meglio i due pilastri su cui basa la sua espansione anche futura: l’M&A e l’allargamento della gamma in gestione, dai devices al pharma biotech. Oggi l’attività del gruppo, che tra l’altro è tra le prime società ad aver ottenuto il certificato “Elite” da Borsa Italiana, si concentra nel campo della logistica integrata offrendo un’ampia gamma di servizi logistici in outsourcing ad aziende nel settore sanitario. Il gruppo si occupa della gestione, in particolare, di dispositivi medici, farmaceutici, prodotti per la diagnosi in-vitro, reagenti e prodotti impiantabili. Il portafoglio del gruppo conta circa 100 clienti, e tra di essi i più importanti player internazionali nel settore dell’healthcare (le principali case farmaceutiche e i produttori di medical devices), nonché piccole e medie imprese attive nel biomedicale, diagnostico e biotech, dislocate a livello globale.

Con 1.080 dipendenti, il gruppo è presente, attraverso proprie società controllate e partecipate, in Europa, in Sud America, in Cina e negli Stati Uniti, e i propri servizi vengono forniti nei diversi mercati anche attraverso alleanze strategiche con partner locali. «Siamo nati 32 anni fa, a Milano, fuori dal distretto del dispositivo biomedicale, che si situa nell’area di Mirandola, anche se mio padre, che ha fondato l’azienda, aveva iniziato la sua carriera proprio in quella regione. Una zona con cui comunque abbiamo deciso di tenere un legame: nel 2017 abbiamo acquisito la società mirandolese Berga, con l’obiettivo di promuovere il polo di Mirandola come hub di produzione e distribuzione mondiale. La nostra sede mirandolese arriva infatti alla fine di un percorso di internazionalizzazione che ci ha portato ad avere un network che solo in Europa vanta 23 hubs in 8 Paesi», dice Ruini.

 

Bomi Gropu warehousing
Bomi Group warehousing

L’importanza di essersi quotati

L’ad sottolinea come la crescita, anche grazie a questa strategia, sia stata esponenziale, nei primi sei mesi del 2017  (qui gli ultimi dati disponibili). Il valore della produzione consolidato si è attestato a giugno a 58,6 milioni di euro a partire dai 46,7 del 30 giugno 2016 (+25,5%). L’incremento è dovuto per il 12% circa a crescita interna, per l’8% circa all’effetto positivo dei cambi (prevalentemente euro/real brasiliano) e per il restante 5% circa alle nuove società entrate a far parte del perimetro di consolidamento – prevalentemente la controllata Bomi Logistic Jiangsu, società cinese acquisita nella seconda metà del 2016. Il Brasile è in effetti il mercato principale per la società di Vaprio D’Adda: pesa per il 39,5% del fatturato con il resto dell’America Latina che contribuisce con un ulteriore 8,3%. Da circa un anno l’azienda ha fatto il suo ingresso diretto anche nel mercato messicano: prima con una newco realizzata in joint venture con un partner locale, poi attraverso un accordo vincolante volto all’acquisizione del 100% del capitale sociale della Espadist, società messicana di logistica nel settore healthcare, per un controvalore di circa  700 mila euro. Nel business complessivo l’Italia pesa per il 31%, il resto dell’Europa per il 13%, la Turchia vale il 4,6% e la Cina il 3,1%.

Margine operativo lordo in crescita del 50%, Ebit su dell’83,6%

Non solo le vendite sono in espansione esponenziale, anche il margine operativo lordo (Ebitda) consolidato positivo ha segnato un valore di 5,6 milioni (o 3,7 al netto delle componenti straordinarie e non ricorrenti); un incremento del 49%. L’Ebit è cresciuto dell’83,6% a 3 milioni e l’utile netto consolidato è positivo per oltre 1,5 milioni (+135,4%). Anche la posizione Finanziaria Netta consolidata è positiva e pari 17, 8 milioni. E nelle previsioni dell’ azienda la crescita non dovrebbe fermarsi (vedi qui ): se i ricavi consolidati 2017 sono stati di circa 120 milioni di euro e l’Ebitda consolidato di oltre 10,5 milioni, nel piano industriale approvato a maggio Bomi intende raggiungere quota 130 milioni nel 2018 e 12,6 di Ebitda e 140 milioni di ricavi e 13,8 di Ebitda nel 2019. Il rapporto tra la posizione finanziaria netta (NFP)/Ebitda è previsto in calo progressivo da 1,82 del 2016 a circa 1,07 nel 2017 e poi intorno allo zero nel 2019. Una crescita che non ingloba eventuali operazioni di shopping che comunque sono nei progetti di Bomi.

 

Bomi Gropu warehousing
Bomi Group warehousing

Il mercato nuovo del pharma biotech

«Il nostro business ha delle forti componenti di economia di scala e quindi è importante andare ad identificare nel mondo quelle piccole eccellenze che si potrebbero aggregare. Questa è la mission che ci siamo dati; vogliamo essere soggetto aggregatore di tutte queste realtà», afferma Ruini. «Oltre all’M&A, l’altro pilastro delle crescita è l’ingresso nel settore delle biotecnologie e pharma. Miriamo a dare vita a soluzioni taylor made non solo sul cliente multinazionale, ma anche per il singolo paziente. Vogliamo quindi realizzare terapie e servizio personalizzate. Una micro nicchia nella nicchia che porta in dote delle complessità di gestione non indifferenti. Vuol dire creare il singolo processo di distribuzione per un cluster di pazienti che condividono analoga patologia e analogo percorso di cura», dice Ruini che si spinge a definire la sua azienda un «pioniere assoluto in Italia».

«Cerchiamo di stare in prossimità dei luoghi vitali per il nostro mercato per anticipare i trend al di là di ciò che serve oggi. Riteniamo di essere un unicum per il mix di specializzazione del servizio con una piattaforma internazionale, abbiamo competitor che arrivano sia dal mondo della logistica, sia dal punto di vista del servizio: nessuno però si occupa di entrambi gli aspetti del business. Quelli che lo fanno lo fanno solo in alcuni paesi ma senza attività internazionali», spiega Ruini che definisce la sua Bomi un “mostro strano”, proprio per via di un modello di business senza uguali al mondo.

R&S: i punti di forza di Bomi

Ogni anno il gruppo investe nell’ordine del 2-3% del fatturato in ricerca. «Abbiamo una software house interna, e uno degli asset più importanti per noi è l’It, che chiaramente si sviluppa con le aziende clienti e con le loro tecnologie. Ad esempio abbiamo sviluppato una app che permette ai nostri autisti al momento della consegna a un paziente domiciliare (ne facciamo 300mila all’anno) di fare il check istantaneo dei prodotti che gli sono stati consegnati per garantire l’aderenza terapeutica. Questo permette di ridurre al minimo il rischio di errore nella terapia. Facciamo una logistica di nicchia molto tarata sul bisogno del paziente e della filiera che sta alle spalle del paziente. Lavoriamo per conto del privato che tipicamente è fornitore del pubblico. Siamo il braccio di servizio della grande multinazionale che vende al pubblico. Il punto di destinazione è sempre l’ospedale o il laboratorio privato o il paziente che deve esser seguito a casa», spiega Ruini.

La ricerca & sviluppo viene fatta internamente in Italia dove l’azienda ha «programmatori e ingegneri che gestiscono progetti complessi e multilingue, e a Vaprio D’Adda c’è la “torre di controllo” che gestisce i progetti. Poi ogni Paese ha la sua sede, con magazzino, personale e tecnologia, ma il business model è unico e viene concepito e confezionato in Italia per essere poi esportato all’estero – spiega Ruini – . Abbiamo collaborazioni con Polimi, Bocconi, Università di Bologna, ma più che altro dal punto di vista del placamento: collaboriamo con loro nella parte didattica. Le università sono per noi fucine di talenti, che nell’80% formiamo noi stessi: non esiste una specializzazione in una nicchia come la nostra e quindi siamo ad agire in proprio ».

 

Bomi Group
Bomi Group: un magazzino in Brasile

America Latina: domanda cinese e cultura mediterranea, mercato ideale in cui crescere

L’espansione internazionale prosegue spedita nell’ America Latina, il mercato più importante per il gruppo lombardo. «Il primo motivo è che abbiamo già una presenza forte in Cile e Brasile, e poiché le multinazionali nostre clienti ragionano a livello regionale è opportuno offrire soluzioni che coprano le aree per intero, dunque ci espandiamo in Paesi diversi. Oggi puntiamo molto sulla Colombia, mercato dove siamo entrati nel 2009, intercettando una forte richiesta di servizi: la domanda di salute è il doppio di quella europea e vicina a quella cinese, e le economie locali per cultura sono più facilmente aggredibili rispetto all’Asia Pacifica», dice Ruini.

Quest’anno è stata introdotta una interessante novità, con potenziali impatti positivi per l’azienda; è legata alla sottoscrizione di una convenzione Italia-Colombia al fine di eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, che, in particolare, prevede una riduzione della witholding tax sui dividendi dal 35% al 5% e sugli interessi dal 15% al 10%.«Questo ci porterà ulteriore redditività per quel Paese, dove abbiamo di recente consolidato le nostre partecipazioni, acquisendo una quota aggiuntiva del 10% del capitale di Biomedical Distribution Colombia e del 20% residuo di Biocarrier, le due controllate colombiane della holding. L’obiettivo di lungo periodo, diciamo al 2020, è in ogni caso portare il gruppo a fare un salto dimensionale grazie a una crescita che sia bilanciata tra area euro e non euro, anche per evitare il rischio cambio», conclude Ruini.














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