Blinkar, realtà aumentata per Pmi e colossi

di Laura Magna ♦ Blinkar, una softwarehouse di Monza che punta tutto sulla realtà aumentata per le imprese. Con una piattaforma ad hoc. 

Un accordo in esclusiva con Samsung e via alla ricerca di un socio finanziatore della prossima espansione internazionale. Blinkar, letteralmente  “strizza l’occhio (to blink) alla realtà aumentata (augmented reality)”, è una società di Monza espressione della Brianza 2.0, meno manifattura e più tecnologia, fondata solo un anno fa ma con tanta fretta di crescere. Una caratteristica che in parte dipende proprio dalle sue radici: la provincia di Monza Brianza, composta da 55 comuni, è l’area a maggior densità industriale del Paese, con oltre 89.600 imprese registrate e 63mila attive su una superficie di 405 chilometri quadrati: 156 attive per chilometro, contro le 34 di media in Lombardia, secondo i dati della Camera di commercio locale.







Il team di Blinkar
BtoB Awards: da sinistra, Daniele Carraro, Morris Uberti, Andrea Stucchi, Raffaele Aiello

La Brianza Valley
“Si tratta di un luogo fertile dove è facile fare impresa, perché ci sono persone in gamba e capaci”, racconta a Industria Italiana Andrea Stucchi, co-founder di Blinkar con Morris Uberti e Raffaele Aiello. “È un territorio storicamente caldo dal punto di vista dell’innovazione e dell’imprenditoria, la storia della Brianza è segnata da dinamismo e voglia di fare. E si potrebbero realizzare cose molto più interessanti dal punto di vista dell’Ict, anche con il supporto delle istituzioni se ci fosse la volontà di creare dei poli attrattivi, fatte le debite proporzioni, in stile Silicon Valley”. Non ha timore di apparire ambizioso Stucchi. E allora che cosa ha inventato con la sua Blinkar? “Nulla abbiamo cercato di capire da una nuova tecnologia qual è la killer application che si può trarre. In un futuro non troppo lontano la realtà aumentata sarà fruita anche attraverso gli indossabili, come i Google glass. Strizzando l’occhio potrei attivare contenuti aumentati su carta stampata, oggetti reali, riconoscere un brano musicale, un programma tv. Oggi la scansione la fa non l’occhio, ma lo schermo dello smartphone o del tablet. Domani i contenuti potranno essere aumentati con un semplice sguardo”. E

Aggiungere significati alle cose

Blinkar fa proprio questo, aggiunge contenuti interattivi e informatici a semplici supporti cartacei. “Un volantino per la pubblicità, lo inquadri con un dispositivo e ti appare un video esclusivo del prodotto e successivamente dei tasti interattivi che permettono per esempio di scaricare il catalogo, chiamare il servizio clienti, partecipare a un concorso, prenotare un test drive”, aggiunge Stucchi. “Oppure la pagina di un libro didattico. È un lavoro che stiamo facendo con De Agostini per un manuale di disegno tecnico in tre volumi: in ognuno ci sono circa 90 contenuti in realtà aumentata. Inquadrando una pagina posso aggiungere un esercizio da fare live, un video tutorial che mi spiega come realizzo un disegno, leggere la storia di un architetto significativo per quell’argomento. Tutto senza pesare sulle dimensioni dell’App, in quanto i contenuti viaggiano in cloud. Immaginate come potrebbe cambiare la scuola con libri di testo così”. Un’immagine davvero futuristica per il nostro Paese. Ma nel mondo la realtà aumentata crescerà a ritmi vertiginosi creando quasi dal nulla di oggi un mercato di 120 miliardi di dollari (quasi la metà in Asia) secondo i dati di Digi-Capital.
In Italia gli smartphone sono 37 milioni, un numero pari a quello delle automobili e il tempo trascorso in media online da mobile è di 75 minuti ogni giorno, quasi raddoppiato in due anni e superiore a quello da pc. Inevitabile che le App prendano il sopravvento e diventino mezzo privilegiato di fruizione anche della realtà aumentata. E, infatti, gli sviluppatori di app che usano questa tecnologia sono molti. Nessuno, però, perfettamente concorrente di Blinkar, che si distingue per il modello di business.

Piattaforma proprietaria
“La maggior parte dei nostri competitor tende ad avere una piattaforma propria di augmented reality, che declina con i vari marchi del cliente”, aggiunge Stucchi. “Anche noi abbiamo la piattaforma proprietaria, ma usiamo un approccio diverso: vogliamo che Blinkar diventi una app trasversale utilizzata dal brand per raggiungere contenuti di comunicazione su supporti cartacei, fisici, musicali. Vogliamo creare un brand: se vedi il marchio Blinkar sai che, indipendente del prodotto su cui compare, là c’è della realtà aumentata. In questo modo il cliente attrae nuovi contatti, diversi da quelli già fidelizzati”. Un messaggio difficile da far passare ma che qualcuno ha saputo cogliere: segnatamente la Samsung che ha siglato con i monzesi un accordo a livello mondiale per il settore elettrodomestici ed europeo per la telefonia, valido dal primo giugno. “Davvero una grande soddisfazione, che abbiano accettato il brand e compreso la logica”, sostiene Stucchi. “Tanto più perché siamo a oggi una realtà autosostenibile, partita senza crediti o finanziamenti, e abbiamo un team di sviluppatori che facevano parte di una software house nella quale siamo subentrati acquisendola e rinominandola a marzo 2015. I ragazzi che lavorano per noi sono il vero valore aggiunto”.

Campagna Media Word e Samsung
Campagna Blinkar per Media Word e Samsung

Prospettive aumentate
Quanto vale il business innovativo di Blinkar? “Chiuderemo il 2016 a 450mila euro di fatturato e in utile”, dice Stucchi. “Ora abbiamo software e reputation, possiamo fregiarci di un valore e di una piattaforma che ci rende appetibili per gli investitori, e li stiamo cercando per espanderci in Italia e all’estero. Stiamo costituendo una rete agenti sul territorio nazionale”. L’obiettivo finale è declinare la augmented reality in un prodotto che non è accessibile solo ai big, ma a tutti. “Abbiamo sviluppato una linea di servizi di realtà aumentata per adattarci alle esigenze delle Pmi, che con 250 euro all’anno rendono interattivi supporti come biglietto da visita, brochure aziendale, il menu di un ristorante: la fruibilità deve essere orizzontale, a breve nell’app sarà disponibile una sezione dedicata alle Pmi con un motore di ricerca che consente di ottenere informazioni. Si tratta di un valore aggiunto molto forte”. Ma le attività di comunicazione di Blinkar non si fermano ai contenuti. “Al cliente forniamo anche una serie di statistiche di interazione geolocalizzate sulle loro campagne. Non facciamo la profilazione dell’utente con registrazione, ma trasformiamo in dati le interazioni, dati, o meglio big data che punteremo a rivendere”. E questo è un ulteriore valore aggiunto. Perché l’utente di Blinkar non è passivo come quello che subisce le pubblicità tv o i banner Internet o che riceve un volantino per strada. Ma è quantomeno un utente che ha compiuto un’azione per approfondire un contenuto a cui è, evidentemente, interessato. “Dati che magari non sono in grande quantità, ma che sono di qualità e che il cliente potrà usare per fare le sue campagne di marketing”, conclude Stucchi.

Realtà aumentata
Realtà aumentata













Articolo precedenteZuffada (Siemens): in fabbrica convergenza tra virtuale e reale
Articolo successivoSap: la tecnologia necessaria per i sistemi di produzione