Automotive & Tech: la rivoluzione travolge la filiera. Come possono affrontarla componentisti e Oem?

di Marco de' Francesco ♦︎ La supply chain dell’auto è sempre più articolata, anche per le transizioni digitale e green. Che cosa fa la differenza? Software e capacità computazionale. Giulio Sapelli spiega i grandi cambiamenti. Infor CloudSuite Automotive: Erp specifico per i fornitori dell’auto. Gira su cloud Aws, che ha offerta specifica per auto. Altea In e integrazione di sistema

Pochi settori hanno dato vita ad una supply chain articolata e complessa come l’industria dell’automotive. In Italia, questa è composta da alcuni Oem auto e moto, come ad esempio Stellantis, Ducati e Ferrari, e da 2.203 componentisti auto, che occupano 160mila dipendenti; il fatturato dei componentisti auto – tra i quali spiccano alcune punte di diamante come Brembo, Sogefi, Marelli e Landi Renzo – vale 45,8 miliardi. Quello degli Oem poco meno, per cui siamo sui 95-100 miliardi di valore, una bella fetta di pil. Tanto che il settore è un’architrave del manifatturiero italiano, insieme al machinery, al chimico-farmaceutico e alla siderurgia.

C’è una complessità intrinseca, legata all’alto numero di componenti raggruppate in macro-aree: “sistema motore“, “interni“, “powertrain“, “impianto elettrico“, “body” e “telaio“. Se si conta anche la minuteria (viti, bulloni) si può arrivare a circa 2.750 pezzi per auto a motore termico. Quelle green hanno un propulsore più semplice. Peraltro, i componentisti auto devono affrontare la sfida di un mercato instabile e caratterizzato da una continua oscillazione dei prezzi di materie prime e subforniture. C’è poi una complessità emergente, rappresentata dall’aumento esponenziale della sensoristica e delle interconnessioni tra componenti e veicoli da una parte e Oem, componentisti e smart city dall’altra. Si va verso l’autonomous car; e si tratta di analizzare flussi sempre più consistenti di informazioni. Un’auto dove tutto è interconnesso – dallo pneumatico al sistema di guida – genera circa 100 Giga all’ora di dati. Come possono i componentisti auto affrontare questa duplice complessità?







Sotto il profilo della complessità intrinseca, i componentisti auto hanno bisogno di una visibilità olistica della supply chain di cui fanno parte, da monte a valle, per sapere cosa conviene comprare e a chi conviene vendere in una certa giornata, in base ai costi e agli incrementi delle tariffe, e sulla scorta di ciò che si ha in magazzino o in produzione. Può aiutare la soluzione Infor CloudSuite Automotive, una soluzione il cui core è l’Erp, un software che consente una precisa pianificazione delle risorse di impresa, e che integra tutti i processi di business rilevanti per l’azienda componentista e tutte le funzioni: ad esempio, vendite, acquisti, gestione magazzino, finanza e contabilità. È studiata appositamente per il settore.

Ultime finiture prima di passare alle fasi di collaudo della 500e presso Mirafiori

Altea In e Aws supportano in modo diverso la soluzione di Infor. Altea In del Gruppo Altea Federation è l’integratore di sistema, e cioè l’impresa che si occupa dell’implementazione e della “personalizzazione” grazie a competenze sulla tecnologia Infor e sul settore automotive. Amazon Web Service (Aws): Infor CloudSuite Automotive “gira” sulla piattaforma Cloud di Aws. Ciò determina diversi vantaggi. Al di là delle tante funzionalità della platform, e dell’accesso alle tecnologie potenziali, si pensi solo alla possibilità di aggiornare la soluzione da remoto. Sotto il profilo della complessità emergente, gioca un ruolo importante la stessa Aws (acronimo che significa Amazon Web Services, perché la società fa capo al gruppo di Jeff Bezos), che dispone di innumerevoli funzionalità nell’automotive e che consente l’accesso alle tecnologie potenziali, quelle che permettono l’esame dei Big Data.

Questo articolo prende spunto dall’evento “Automotive & Tech: Oem e filiere alle prese con una trasformazione senza ritorno”, organizzato giorni fa da Altea In al museo storico Alfa Romeo “La Macchina del tempo” di Arese (Milano). Sono intervenuti il noto storico dell’economia Giulio Sapelli, il country sales manager Infor Bruno Pagani, l’Aws business developer automotive Marco Massara e il responsabile commerciale di Altea In Ezio Bertani. Il dibattito è stato moderato dal direttore di Industria Italiana Filippo Astone.

 

La complessità della supply chain dell’automotive

1)      I grandi trend che attraversano il settore automotive

Le molle in fibra di vetro dalla Sogefi

«La verità è che manca una teoria» – concede Sapelli. Non è poco: quanto a ciò che sta accadendo all’automotive, «siamo al racconto». La narrazione esiste, perché i fenomeni, per loro natura sono visibili. «Ma non possediamo gli strumenti per mettere tutte le cose a fuoco e in fila, comprendere le ragioni degli eventi e fare previsioni». Siamo disarmati, dal punto di vista scientifico e culturale, e non ci resta che affidarci ai fatti, o ai cosiddetti trend. Con un’avvertenza: le tendenze si incrociano, sono interdipendenti, e ciò rende la situazione assai più complicata di quella che potrebbe apparire di primo acchito. In realtà, afferma Sapelli, i trend sono quattro. Due riguardano la transizione digitale: il primo attiene alla produzione, e si riferisce alla realizzazione di smart factory e a quella di filiere integrate e intelligenti. L’obiettivo è l’efficienza del sistema. Il secondo concerne il prodotto e alle modalità di fruizione: si parla di smart mobility, e quindi di veicoli sensorizzati e interconnessi e autonomi, la cui fabbricazione implica la creazione di infrastrutture in grado di gestire e analizzare quantità impressionanti di dati. «La smart mobility è una rivoluzione dello “spazio”, visto che il guidatore non è più essenziale e visto che l’utilizzo delle auto può avvenire con modelli diversi da quello proprietario: car sharing, noleggio e altro» – osserva Sapelli. Sotto questo profilo le tecnologie ci sono già o saranno pronte a breve; i ritardi nell’attuazione dipendono soprattutto questioni normative e regolamentari.

Altri due riguardano la transizione green: il primo attiene al cambiamento di vettore energetico, dal combustibile fossile all’elettricità; il secondo si riferisce alla motorizzazione, e quindi al passaggio dal propulsore termico a quello green. Tutti questi trend incidono profondamente sulla supply chain dell’automotive. In particolare, i trend legati alla transizione green sono sostenuti fortemente dalla Commissione Europea, che impone un cambiamento a tappe forzate – con lo stop alla vendita di auto a motore termico entro il 2035. «Per un qualche motivo – continua Sapelli – in Europa si è deciso che la Natura è amica e che bisogna aiutarla. È forse una questione culturale, ma non è poco: la cultura decide». Tuttavia, secondo Sapelli il motore termico non è destinato a tramontare completamente – nonostante lo stop alla vendita di auto con questo propulsore entro il 2035, votato di recente dal Parlamento Europeo; ci sono Paesi – con grandi spazi e poche infrastrutture – per i quali la transizione green dell’auto appare poco praticabile. «La classe dirigente italiana deve farsi sentire per sostenere la propria continuità produttiva» – afferma Sapelli.

 

2) Per affrontare la complessità, i componentisti si aggregheranno?

Linea Iniettori – Stabilimento Landi Renzo Group – Cavriago

È anche possibile che gli altri, e cioè i componentisti in grado di adeguarsi al nuovo trend, si aggreghino tra di loro, per formare realtà più competitive e più resilienti. È già accaduto con i produttori: si pensi alla fusione tra Fca e Psa, che ha dato vita a Stellantis. Secondo la società di consulenza Bai, il valore degli m&A in ambito automobilistico negli ultimi 4 anni monitorati 2019 è cresciuto da 32 a 75 miliardi di dollari. E le transazioni superiori a 100 milioni di dollari sono aumentate del 40%. Secondo Sapelli, però, le aggregazioni tra componentisti non sono sempre obbligatorie come si tende a far credere: «Piccolo è ancora bello, se c’è la tecnologia, se c’è l’innovazione di prodotto, se c’è la proiezione all’export. I campioni nazionali non servono; servono, invece, le reti tra le imprese, che poi sono fatte di relazioni e di conoscenze».

 

Aws, il cloud per analizzare flussi ingenti di dati nell’automotive

FXX-K_EVO
La Ferrari FXX-K

Aws è la piattaforma Cloud più completa e utilizzata del mondo: offre più di 200 tipologie di servizi da 84 Availability Zones a distribuite in 26 regioni livello globale. Ha milioni di clienti, incluse le start-up in più rapida crescita, le più grandi aziende e le agenzie governative leader di settore: utilizzano Aws per diminuire i costi e diventare più agili. Il fatturato di Aws è stato di 18,44 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2022, che è cresciuto del 37% su base annua e il run-rate di fatturato annualizzato è stato di $74 miliardi nel primo trimestre 2022. Per continuare a supportare la crescente domanda dei clienti in tutta Italia, in Aprile 2020, Aws ha lanciato la regione Aws Europa (Milano). Entro il 2029, Aws continuerà a investire 2 miliardi di euro nella regione e grazie a questo investimento, saranno sostenuti 1.155 posti di lavoro equivalenti a tempo pieno. Aws stima che questo investimento aumenterà il PIL dell’Italia di circa 3,7 miliardi di euro entro il 2029.

Brembo
Pinza dei freni Brembo Honda Civic FK8 Type R con pneumatici da 21 pollici

Aws dispone di un team dedicato all’automotive: Automotive & Mobility, in cui Marco Massara ha la responsabilità del “go to market” per l’area Emea. Aws ha sviluppato la serie più completa di servizi e soluzioni ad hoc per il settore automobilistico che coprono veicoli definiti dal software, la mobilità connessa, quella autonoma, il coinvolgimento digitale dei clienti, la produzione, la catena di distribuzione e l’ingegneria del prodotto. Com’è nata? «La collaborazione con aziende dell’automotive è iniziata anni fa, con grandi clienti come Volkswagen, Fca (poi Stellantis), Ferrari, Pirelli: si trattava di comprendere bene le esigenze del comparto e di realizzare nuovi servizi specifici. È quello che abbiamo fatto. Ora Aws mette a disposizione le risorse quando e dove servono, a prescindere dalle dimensioni dell’azienda che le utilizza, sia essa un Oem o un fornitore. Stiamo crescendo in Italia, tra i supplier, perché la tecnologia è necessaria a tutti» – afferma Massara. Per Massara «Aws è un abilitatore dell’innovazione, perché la rende facile e poco costosa, consentendo la sperimentazione e rendendo quindi possibile anche sbagliare. La flessibilità e la disponibilità di risorse computazionali specifiche sono fondamentali. AWS offre molteplici funzionalità: dalle infrastrutture per il calcolo, per l’archiviazione e per i database fino alle nuove tecnologie, come il machine learning, l’intelligenza artificiale, i data lake, gli analytics e l’Internet of Things. Tutto questo con la formula as a service». Peraltro, come si diceva, la citata Infor CloudSuite Automotive, come altre soluzioni Infor, è basata sui servizi dell’infrastruttura Aws.

 

La soluzione di Infor per i fornitori dell’automotive

1)      Infor CloudSuite Automotive

Ducati Desmosedici GP

Si accennava alla soluzione definita da Infor per consentire ai fornitori dell’automotive di affrontare un mercato sempre più imprevedibile: Infor CloudSuite Automotive. Su Infor va aggiunto che ha acquisito oltre quaranta altre società di software dalla sua fondazione nel 2002. Nel 2017 il conglomerato industriale americano Koch Industries (di Wichita, nel Kansa) ha acquisito la maggioranza del capitale di Infor; e nel 2020 ne ha acquistato la parte restante. Quanto alla soluzione, per facilitare la collaborazione con gli altri fornitori, a monte e a valle della catena del valore (compresi quelli di servizi logistici, i trasformatori esterni, quelli di parti di ricambio e quelli di ordini di acquisto separati) Infor CloudSuit Automotive mette a disposizione un’unica interfaccia; questa consente una migliore visibilità di interi ecosistemi e quindi la possibilità per l’azienda di definire acquisti il più rapidamente possibile. Esiste peraltro una soluzione web-based che si integra con gli Erp legacy dell’azienda, Infor Supplier Exchange for Automotive.

Infor CloudSuite Automotive offre anche funzionalità di business intelligence e servizi di analisi aziendali studiati per il settore e che dispongono di tecnologie brevettare di machine learning, in grado di ottimizzare processi complessi e di consentire di prendere decisioni informate in meno tempo rispetto alle soluzioni tradizionali. Infor ClouSuite Automotive mette peraltro a disposizione modelli di dati preconfigurati per il settore, menu personalizzati definiti dall’utente e guide di formazione specifica.  «L’anno scorso, Infor ha acquisito una società che si occupa di Mes, il Manufacturing Execution System: è un sistema informatizzato che gestisce e controlla la funzione produttiva di un’azienda: dal dispaccio degli ordini, agli avanzamenti in quantità e tempo, al versamento a magazzino; realizza inoltre il collegamento diretto ai macchinari. Ora stiamo lavorando per integrare il Mes in Infor CloudSuite Automotive» – spiega Pagani.

 

Oem e componentisti auto: il progetto di Infor

2)      Gli utilizzatori di Infor CloudSuite Automative: il caso di Royal Nedschroef

Gli utilizzatori di Infor CloudSuite Automative: il caso di Royal Nedschroef

Ha implementato la soluzione l’azienda olandese Royal Nedschroef (del gruppo cinese Shanghai Prime Machinery Company), che realizza sistemi di fissaggio utilizzati nell’industria automobilistica, dei trasporti e dell’aviazione, nonché nel machinery. L’impresa di Helmond sta subendo un’enorme trasformazione. Fondata nel 1894, si è evoluta in più aree, da un cluster di organizzazioni autonome a un’unica entità composta da diverse unità di business. Si trattava di introdurre un nuovo modo di lavorare supportato da un Erp moderno. In pratica, si intendeva integrare in un ecosistema i processi interni, come le macchine, e quelli esterni, come i meccanismi della catena di approvvigionamento.

Secondo Nedschroef, Infor CloudSuite Automotive è stata selezionata in quanto era ed è l’unica piattaforma integrata sul mercato in grado di soddisfare i requisiti specifici dell’industria automobilistica. L’implementazione è stata realizzata in collaborazione con Merino Consulting Services, partner di Infor. Secondo Kees van den Houten, vicepresidente e amministratore delegato di Infor Benelux, l’implementazione della piattaforma «ha consentito a Nedschroef di concentrarsi completamente sull’offerta di parti per automobili, aerei e macchine; e di standardizzare e modernizzare i processi, portando l’intera azienda ad un livello superiore». Tra i risultati conseguiti da Nedschroef, il risparmio sui costi e l’aumento della produttività in termini di quantità e qualità. «Tra le aziende che utilizzano le soluzioni di Infor, anche la tedesca Lilium, che si occupa di nuova mobilità, e la britannica British Volt, che è leader nella realizzazione di batterie al litio» – afferma Pagani.

 

All’integrazione di sistema ci pensa Altea In

Marelli – Sistema di scarico per veicoli a motore

Altea In è Gold Partner di Infor. Altea In è stata fondata nel 2014, ma raccoglie l’esperienza trentennale di consulenti e professionisti IT, che erano appunto specializzati sulle tecnologie Infor. Oggi Altea IN, in quanto integratore di sistema, guida le imprese nel percorso di trasformazione digitale e di business evolution. L’azienda ha sedi a Lainate, a Baveno, Gravellona Toce, Torino, Bologna e Padova. È parte del Gruppo Altea Federation, 140 milioni di fatturato, 13 sedi di cui la principale a Lainate (Milano), e 1.500 collaboratori. È nato nel 1993 con la prima diffusione degli Erp, ed è caratterizzato da un modello di business che raccoglie attorno alla holding aziende tecnologiche diverse ma complementari, che mantengono una forte identità di brand. Tra queste, Movalia, Nextea, Abs. Secondo Bertani «Altea In si occupa del settore automotive da molti anni. Conosciamo le aziende clienti, a livelli diversi della filiera, e le esigenze specifiche di settore».

«Da parte nostra – continua Bertani – portiamo la cultura della soluzione, che integra sia la conoscenza del software e dell’informatica in generale, che quella verticale dei settori». Per Bertani, questa cultura tiene conto del fatto che sono maturati al contempo sia le tecnologie che il mercato. «Le prime sono diventate scalabili, il secondo è alla ricerca della qualità, che è un fattore sempre più rilevante». Sempre secondo Bertani, grazie a questa cultura è possibile studiare per i fornitori dell’automotive soluzioni personalizzate, sempre più necessarie: «Con servizi a valore legate alla digitalizzazione e con l’analisi dei Big Data, che altrimenti rimangono sterili. In sostanza, la personalizzazione si realizza con corretto mix di tecnologie esponenziali: IoT, Intelligenza Artificiale, Machine Learning, Robotic Process Automation, Cloud Platform. In questo modo si ottiene una maggiore efficienza sui processi, dall’ottimizzazione di produzione e della supply chain, alla riduzione del time to market. Si realizzano algoritmi ad hoc, per interpretare e governare i fenomeni in maniera sempre più automatica». Tra l’altro, la Ferrari ha implementato l’Erp di Infor, con l’integrazione di sistema di Altea In. «In un certo senso, quando Charles Leclerc vince, è anche merito nostro» – termina Bertani.

 

Altea in: High tech strategy per componentisti e oem automotive














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