Aumentata e con la possibilità di fare rete da remoto: è A&T 2021

di Laura Magna ♦︎ Il mondo dell’automazione si dà appuntamento dal 10 al 12 febbraio prossimi per Automation & Testing, la Fiera occasione di confronto per gli attori della manifattura. Un’edizione che avverrà su piattaforma digitale, che permetterà di entrare all'interno delle aziende e conoscerne le caratteristiche tecnologiche. Focus su formazione 4.0, sensoristica IoT, robotica collaborativa. Il Premio Innovazione 4.0 e la partecipazione dei competence center. Tra gli espositori, Hp, Beckhoff, Vision Engineering, Pcb Piezotronics, Hbk, Optoprim, Scaglia Indeva, Angelantoni, Comsol, Ateq Italia, Lcs Automation, Universal Robots. Parla il ceo Luciano Malgaroli

È stata l’ultima fiera del 2020 a essersi svolta in presenza e tornerà come la prima fiera “aumentata” italiana, dal 10 al 12 febbraio 2021. È A&T Automation & Testing, il riferimento per il mondo dell’automazione e degli strumenti di misura, della logistica, della produzione e dell’informatica, da quindici anni occasione di confronto sull’evoluzione della fabbrica in chiave smart. Confronto per tutte le aziende impegnate nel loro digital journey, sia con la corporate che esprime le tecnologie abilitanti sia con le Pmi che hanno effettuato la transizione digitale e sono in grado di misurarne i benefici. Ma nella quindicesima edizione, la prima dell’era Covid, tutto ciò avverrà su una piattaforma digitale, in un format inedito e unico nel suo genere, pensato per favorire il business e mettere al centro le tecnologie industriali e le competenze dei lavoratori. Un format che ha raccolto adesioni importanti, con nomi tra gli espositori come Hp, Beckhoff, Vision Engineering, Pcb Piezotronics, Hbk, Optoprim, Scaglia Indeva, Angelantoni, Comsol, Ateq Italia, Lcs Automation, Universal Robots. Vedremo più avanti più nel dettaglio i singoli business di queste corporate, prima vogliamo raccontare la fiera nella sua veste innovativa.

 







Le potenzialità di un’esposizione “aumentata”

L’espositore può vedere i visitatori presenti sulla piattaforma digitale, filtrare la ricerca per settore, ruolo, ragione sociale, cognome e scegliere chi invitare al suo stand. Il visitatore è immediatamente parte di un evento dinamico e interattivo, non è più solo davanti al PC ma parte del grande network A&T

Una formula che l’ad Luciano Malgaroli definisce “aumentata”. Da sempre la fiera ha la sua casa di elezione all’Oval Lingotto di Torino, un luogo che è il simbolo dell’eccellenza manifatturiera italiana. Quest’anno che le fiere fisiche sono vietate dalle misure di contenimento del Coronavirus, le imprese e il grande pubblico avranno a disposizione una piattaforma innovativa che consentirà loro non solo di fruire di tutti i contenuti che abitualmente fanno parte del programma della manifestazione, ma di entrare direttamente e digitalmente all’interno delle aziende e conoscerne le caratteristiche tecnologiche. «Avevamo già fatto una serie di ragionamenti: da tempo avevamo constatato che il nostro mondo di riferimento è sempre più veloce e frappone al bisogno di aggiornamento costante, le esigenze delle aziende di contenere costi e accorciare i tempi. In questo il mezzo digitale aiuta – racconta Malgaroli – quando è arrivata la pandemia, non ci ha trovati impreparati perché stavamo già valutando un modo per intercettare da remoto le utenze che non riuscivano a venire in Fiera fisicamente e volevamo proporre loro una versione online sia per la parte espositiva sia per la parte formativa». Nel periodo in cui tutti erano frastornati, tra marzo e luglio, la squadra di Malgaroli ha lavorato sul progetto della piattaforma digitale che potesse soddisfare le esigenze degli espositori, dei relatori e dei visitatori.

«Abbiamo fatto una serie di incontri digitali con i nostri espositori e con il comitato scientifico e abbiamo messo a punto tutta una serie di logiche nuove che consentissero anche da remoto di fare rete, in una situazione simile a quella che si crea nella fiera fisica». Così si è concretizzata l’idea di costruire una manifestazione che “aumentasse” le possibilità di conoscere le innovazioni tecnologiche direttamente all’interno delle fabbriche, grazie al dialogo a distanza ma reale con imprenditori, manager e tecnici di produzione. Un modello di fiera che favorisce anche l’esperienza B2B con buyer stranieri e stakeholder privilegiati. Online sarà possibile per l’espositore vedere quali sono i visitatori in fiera e interagire con loro invitandoli nel loro stand in una situazione dinamica; e per i visitatori trovare in maniera altrettanto dinamica i contenuti che sono legati al programma formativo. «La cosa interessante è che ogni espositore può tentare di ingaggiare l’interesse del visitatore e portarlo nello stand. Quando arriva nello stand si attiva un video meeting one to one o one to many. E nel corso del meeting si può esporre la tecnologia, farla vedere in funzione, proprio come dentro uno stand fisico. Di più, la piattaforma consente di organizzare virtual tour interattivi direttamente nell’ azienda mostrando robot, linee, showroom, macchine al lavoro, con una connessione supersicura».

 

Chi sono gli espositori 2021 

A&T Automation & Testing è il riferimento per il mondo dell’automazione e degli strumenti di misura, della logistica, della produzione e dell’informatica, da quindici anni occasione di confronto sull’evoluzione della fabbrica in chiave smart. Confronto per tutte le aziende impegnate nel loro digital journey, sia con la corporate che esprime le tecnologie abilitanti sia con le Pmi che hanno effettuato la transizione digitale e sono in grado di misurarne i benefici

Tra gli espositori presenti all’edizione 2021, un ampio parterre di multinazionali italiane e internazionali. Tra le prime citiamo per esempio Lcs Automation – controllata del system integrator brianzolo Lcs – che si occupa di progettazione, costruzione, montaggi e manutenzione di quadri, impianti elettrici e robotica per impianti industriali; Optoprim, altra brianzola nei settore dei laser, della componentistica ottica e optomeccanica, strumentazione e attrezzature per la diagnostica di sorgenti luminose; Scaglia Indeva, che dalla provincia bergamasca fornisce manipolatori industriali e soluzioni per la logistica interna per industrie di tutto in mondo in diversi settori, dall’automotive, all’aeronautico, alla meccanica; e Angelantoni, che ha sede in provincia di Perugia con attività che spaziano dalle camere per prove ambientali simulate, alle scienze della vita, al coating con la deposizione a film sottile alla refrigerazione industriale con i kit per il recupero di energia.

Ancora, tra i nomi figurano Ateq Italia, sede domestica del gruppo francese che si occupa di progettazione, sviluppo, produzione, distribuzione ed assistenza tecnica sistemi di controllo di tenuta e portata; Beckhoff, gruppo tedesco specializzato nella realizzazione di sistemi aperti per automazione con tecnologia di controllo basata su PC, con sedi in Italia a Milano, Bologna e Padova; Hbk, gruppo danese che spazia dal mondo fisico dei sensori e dei sistemi di acquisizione dati a quello digitale della simulazione, con i software di modellazione e di analisi; e ancora la multinazionale svedese Comsol, specializzata nella fornitura di soluzioni software per la progettazione industriale, con uffici in tutto il mondo e sede italiana a Brescia. E per finire, citiamo ancora Vision Engineering, gruppo britannico all’avanguardia nella produzione di stereo microscopi ottici e digitali brevettati, e di sistemi di misurazione senza contatto; Pcb Piezotronics, multinazionale Usa specializzata nella fornitura di sensori per testing e industriali e Hp, il colosso di Palo Alto che produce pc e stampanti anche 3D, con un fatturato di 56,6 miliardi nell’anno fiscale 2020 chiuso a ottobre.

 

Le opinioni di Hp, Beckoff, Comsol, Pcb Piezotronics

Luciano Malgaroli, ceo A&T

Molti di questi espositori non sono certo alla loro prima esperienza con A&T e hanno sposato con entusiasmo la versione digitale della fiera. È il caso di Hp, il cui Emea 3d Print regional marketing manager Gino Rincicotti, spiega che «la modalità online era una opzione offerta da alcune manifestazioni fieristiche ancor prima del Covid-19, limitata però alla preparazione della visita vera e propria alla fiera: i visitatori potevano controllare le novità dei vari espositori, acquistare gli ingressi ed il parcheggio, in alcuni casi prenotare anche degli appuntamenti. Oggi le piattaforme di fiera virtuale provano ad offrire le stesse esperienze della fiera, da un lato menomate dai limiti relazionali del digitale ma dall’altro arricchite da un’offerta di contenuti multimediali irrealizzabile in fiera. A&T Digital ha saputo cogliere da subito queste sensibilità, sintetizzandole all’interno di uno strumento digitale molto interessante». Una modalità che non potrà che diventare stabile anche nel next normal post Covid. «Ritengo – aggiunge il direttore generale di Beckhoff Automation, Duilio Perna – che il futuro di manifestazioni importanti, dal carattere internazionale e con una connotazione industriale dedicata al B2B, non potranno anche in futuro prescindere dalla doppia versione, fisica e digitale. Penso che l’incontro nello spazio fisico della fiera rimarrà l’esperienza migliore, ma la possibilità di punti di contatto da remoto e virtuale andrà ad aggiungersi».

Secondo Daniele Panfiglio, managing director di Comsol«soprattutto in questo periodo, occorre scommettere sul futuro, il che equivale ad investire sia nell’implementazione di nuove tecnologie sia nello sviluppo del proprio capitale umano. Una leva importantissima per poter gestire un processo di cambiamento, anche organizzativo, che è in atto e che determina la resistenza di un’impresa davanti a situazioni complesse. Servono praticità, flessibilità e fiducia nelle tecnologie e nelle competenze». E anche secondo Stefano Prioletta, sales manager Italia di Pcb Piezotronics«in momenti complicati come quello odierno è importante non fermarsi, investire in tecnologie e puntare alla migliore qualità, che significa performare meglio e offrire soluzioni e prodotti sicuri e capaci di agevolare i sistemi produttivi e ottimizzare le attività di testing. In questi mesi siamo riusciti a sintetizzare al meglio i nostri punti di forza facendo leva su questi per crescere ancora. Questa visione consente di concentrare meglio tutti gli sforzi, in funzione di una maggiore competitività».

 

Solida attenzione sulla formazione

Il Percorso formativo pratico di A&T ha lo scopo di offrire idee, competenze, tecnologie ed esperienze per aiutare le aziende e i system integrator ad affrontare le sfide dell’innovazione

Le due anime della fiera restano intatte: da un lato esposizione, dall’altro momento per fare il punto sulle competenze. «Non possiamo limitarci al ruolo di piazza, ma dobbiamo svolgere anche un ruolo in termini di aggiornamento. A&T è sempre stata strutturata su questo doppio binario e nel 2021 non sarà diverso», dice Malgaroli.  «Stiamo dunque strutturando un calendario di appuntamenti con esperti dell’industria e dell’accademia che possano trasmettere innanzitutto un messaggio positivo alle tante aziende che ci seguono, per provare a capire come utilizzare le tecnologie innovative per ripartire». Per digitalizzarsi «le pmi devono innanzitutto capire di cosa hanno bisogno – dice Malgaroli – per dare vita a un’azienda snella, veloce, digitalizzata e attenta a sicurezza e sostenibilità che è l’unico modo per riuscire a mantenere alto il livello di competitività produttiva». 

Il Percorso formativo pratico ha dunque proprio lo scopo di offrire idee, competenze, tecnologie ed esperienze per aiutare le aziende e i system integrator ad affrontare le sfide dell’innovazione. Non a caso, per aiutare le imprese a ripartire nella Fase 2, A&T aveva lanciato a maggio il Manifesto delle «quattro I» – Impresa, Innovazione, In-Formazione, Incontro, come fulcri attorno a cui «l’industria italiana, soprattutto la piccola e media, potesse comprendere l’evoluzione dei propri segmenti di mercato, ricostruire la propria filiera, avere indicatori sullo sviluppo e supporto sulla stabilità economica, per poter ritornare a competere in modo sostenibile», dice Malgalori. «È evidente che ci aspetta un periodo complicato, l’Italia è un partner commerciale fondamentale non solo per l’Europa, ma anche per l’America e il Sud Est Asiatico. Questo non toglie che anche nel nostro Paese la ripresa sarà lenta, le imprese, soprattutto le pmi, saranno in difficoltà su tanti fronti, non ultimo un possibile processo di riconversione produttiva».

 

La fiera del futuro? Sarà ibrida

Entriamo nelle aziende degli espositori. Con i tour virtuali interattivi gli espositori presentano in diretta tecnologie e competenze in azione

Malgaroli sottolinea più volte l’aspetto «socializzante della manifestazione che la differenzia e la rende diversa da un catalogo di prestazioni». Tanto che quando si tornerà alla normalità, ritiene che si continuerà a usare questo format, in coesistenza con quello classico – questo prevede il progetto della Fiera 2022. «Un format come lo abbiamo pensato noi serve a offrire contenuti interessanti per tutta una serie di persone che in fiera non possono andare – dice Malgaroli – Se dovessi scegliere se tuffarmi in un mare corallino o guardalo in foto non avrei dubbi, ma se sono interessato a certe tematiche e per mille motivi non posso raggiungere il luogo fisico dove le tematiche vengono trattate, la possibilità di interagire con persone in maniera digitale è un’ottima soluzione. Il Covid ha creato e accelerato la capacità delle persone di usare strumenti digitali: la fiera del futuro sarà una fiera ibrida, perché siamo esseri sociali ma il digitale amplifica il potenziale». Se questo amplia le possibilità di accesso a tecnologie e formazione delle pmi clienti, per l’azienda espositrice significa intercettare un maggior numero di contatti con minori costi. «Comprare lo spazio digitale costa già di per sé di meno per l’espositore e poi non ci sono i costi di allestimento. Ha senso la fiera digitale  se diventa uno strumento di marketing, per i commerciali che cercano sulla piattaforma contatti profilati, e possono fare brand reputation: oltre a esporre possono portare infatti testimonianze delle best practice. Ci sono poi dei valori aggiunti evidenti come il tour virtuale interattivo che è uno strumento che consente di vedere le macchine in azione in loco».

 

I focus e i temi della Fiera

Il calendario degli eventi non è ancora definitivo, ma i temi dei convegni spaziano da raccolta dati e sensoristica IoT, a simulazione e sviluppo prodotto end-to-end, a robotica collaborativa, a intelligenza artificiale, fino alla lean manufacturing e molto altro. Non in modo astratto e generalista, bensì mettendo in campo i capisaldi della fabbrica intelligente, all’interno di reali applicazioni nei diversi settori merceologici ai quali ci si rivolge. «L’idea è sempre quella di offrire soluzioni pratiche basate su quelle tecnologie abilitanti e pensate per le singole aziende di specifiche filiere strategiche come automotive, aerospazio, chimicapharmacosmetica, alimentare, bevande e vini, general industry, meccanica, energy», continua Malgaroli. Gli eventi sono progettati dal Comitato Scientifico, guidato da Alberto Baban e grazie alla collaborazione con rappresentanti di primarie aziende, fornitori e utilizzatori di soluzioni innovative. «Gli esperti spiegheranno in pratica come si compie la digitalizzazione. Se la vera sfida per le aziende è quella di leggere i dati e interpretarli, noi mostreremo loro come farlo in pratica. Più in dettaglio, la fiera si articolerà in cinque focus: progettazione, produzione, affidabilità (misure e prove), logistica integrata, digitalizzazione».

 

I pillar dell’edizione 2021: l’accordo con Ice e il focus sui Competence center

Saranno tre i pillar caratterizzanti questa edizione. Il primo è un accordo con Ice, l’istituto per il commercio estero, che consentirà nei tre giorni di fiera, sempre attraverso la suite digitale, di aprire stanze dedicate ai di buyer europei. La fiera ha da sempre avuto la sensibilità di lavorare con l’estero, quest’anno questo tratto caratteristico è stato suggellato da un accordo che porta al coinvolgimento di un numero consistente di aziende europee e in un pubblico selezionato targetizzato di buyer interessato all’offerta delle nostre aziende.

Il secondo pillar è il rafforzamento del rapporto con i Competence center, suggellato da un convegno che nel secondo giorno di manifestazione vedrà la partecipazione di tutti i centri italiani, che faranno un bilancio dei loro due anni di attività e indagheranno su ciò che si dovrà fare nel futuro per il trasferimento tecnologico anche in chiave europea agganciandosi ai digital innovation hub.

 

… e il Premio Innovazione 4.0

Alberto Baban, imprenditore e presidente del comitato scientifico industriale A&T

E infine, il terzo pillar, nell’evento conclusivo con la presentazione dei vincitori del Premio innovazione 4.0, giunto alla sua quinta edizione. Promosso dal Comitato Scientifico e Industriale, il Premio Innovazione 4.0 rappresenta per le imprese, le start-up, le università e i centri di ricerca, l’opportunità per presentare al mercato italiano e internazionale progetti innovativi capaci di migliorare processi e cicli produttivi attraverso le tecnologie 4.0. Le candidature si sono chiuse a metà novembre e sono arrivate al tavolo del Comitato 60 progetti. Le best practices per categoria, dalla digitalizzazione dei processi all’eco-design, per citarne qualcuna, saranno presentate e premiate il 12 Febbraio 2021. «Si tratta di un modo per stare al fianco del Sistema Paese – così il Presidente Alberto Baban – abbiamo da cogliere la grande opportunità del Recovery Fund applicata alle logiche della transizione 4.0. Il sistema produttivo italiano, e in particolare le piccole aziende, si trova con l’esigenza non più procrastinabile di riconvertire o implementare i propri modelli aziendali e i cicli produttivi per recuperare competitività: sono necessari in innovazione per vincere la sfida della competizione globale e a mantenere l’unicità della tradizione, del lavoro e della ricchezza diffusa sui nostri territori». 














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